Breve storia del PCI

 

1°) Questa grande storia ha le sue radici nelle lotte contadine dell'800' e nell' evento che "sconvolse il mondo", la rivoluzione d'Ottobre, che in Italia produsse le grandi lotte del "biennio rosso" 18-19.


2°) Gennaio 1921, viene convocato a Livorno il congresso del PSI. Dopo sei giorni di feroce discussione, la conferma del patto Serrati-Turati obbliga la corrente comunista (Gramsci, Bordiga, Fortichiari, Misiano, Polano, Repossi) alla scissione. 21 Gennaio 1921, teatro San Marco di Livorno, nasce il Partito Comunista d'Italia.

3°) Amadeo Bordiga, il primo leader del PCd'I, capo riconosciuto del partito dalla fondazione fino al 1923, data dell'arresto da parte dei fascisti. Portatore di una interpretazione rigida del marxismo, restò coerente a se stesso anche quando, dal 26' in poi, perse la leadership nel partito.

4°) Al Congresso di Lione nel 1926 le posizioni di Bordiga vengono messe in minoranza, si impone la figura di Antonio Gramsci, grande pensatore e rinnovatore del pensiero comunista, gia' protagonista delle battaglie del movimento operaio torinese e fondatore de "L'Unita'", il giornale che accompagnò la storia del PCI fino allo scioglimento. Pochi mesi dopo il congresso, Gramsci venne arrestato dai fascisti, rimanendo in carcere praticamente fino alla morte (1937). In quegli anni durissimi, nei "Quaderni dal carcere" espresse l'elaborazione teorica più alta dei comunisti italiani, fino al concetto di "egemonia" che tuttora li distingue da altre versioni settarie del pensiero comunista.

 

5°) La Resistenza. Dopo l'8 Settembre del '43, crollato il regime fascista, i comunisti diventarono il nucleo maggioritario della Resistenza armata al nazifascismo, con la successiva costituzione del CLN. Grande impulso alla lotta partigiana venne dalla lungimirante scelta di Togliatti, con la "svolta di Salerno" che allargò a tutte le forze nazionali, monarchici compresi, l'impegno alla lotta contro il nazifascismo occupante. Il giorno della Liberazione, il 25 Aprile, apre la stagione della democrazia in Italia.

6°) Palmiro Togliatti ha avuto una parte fondamentale nella storia del PCI e, piu' in generale, nella storia del '900. Non casualmente definito "il migliore", per le notevoli capacità intellettuali, riuscì a collocare pienamente il partito nella ricostruzione italiana, dotandolo di un teoria nazionale, "la via italiana al socialismo", e di una struttura organizzativa realmente di massa, capace di relazione con tutti gli strati sociali e superando presto il milione di iscritti. Amatissimo, superò anche un attentato che mise a rischio la sua vita; prima di morire aprì una vasta discussione nel movimento operaio internazionale con la pubblicazione del "memoriale di Yalta".

7°) Alla morte di Togliatti diventa segretario Luigi Longo, il mitico comandante delle brigate partigiane. Chi teme un ripiegamento del partito verra' smentito, Longo si proporrà disponibile al cambiamento ed al confronto, anche con la generazione del '68 fortemente critica col PCI e con l'esperienza del comunismo internazionale. Inoltre, Longo preparerà il terreno per l'avvento alla segreteria di Enrico Berlinguer, aprendo così alla stagione delle grandi vittorie degli anni '70.

8°) Anni settanta, diventa segretario Enrico Berlinguer, figura centrale nella crescita del partito e nelle conseguenti conquiste sociali di quegli anni, ancora oggi ossatura del welfare italiano. Dopo il colpo di stato in Cile ('73), Berlinguer elaborò la teoria del "compromesso storico", per mettere al riparo il movimento operaio italiano e per portarlo al governo.Per impedire questo passaggio storico, in Italia si scatenò la stagione del terrorismo e delle stragi, fino all' uccisione di Aldo Moro, interlocutore fondamentale nella DC.. Finita la stagione della responsabilità nazionale, Berlinguer seppe riposizionare il PCI in Italia con la stagione dei movimenti pacifisti e con la sanzione, drammatica dopo il colpo di stato in Polonia, della fine della "spinta propulsiva della rivoluzione sovietica". Coerente nel suo posizionamento comunista, rifiutò fino all' ultimo la socialdemocratizzazione del PCI e immolò se stesso nell' ultimo comizio a Padova per le elezioni europee dell''84. Sull'onda dell' emozione per la sua morte, il PCI divenne, per la prima ed ultima volta, il primo partito in Italia. Senza la sua guida carismatica, il PCI si avvio' al declino.

9°) Alla morte di Enrico Berlinguer, viene eletto segretario Alessandro Natta, "illuminista, giacobino e comunista", così come amava definirsi. Dopo aver subito un malore, viene sostituito alla segreteria da Achille Occhetto e non condividerà le scelte che porteranno alla fine del PCI. Custode della memoria berlingueriana, non aderirà né alla formazione del PDS né di quella di Rifondazione.

10°)Tre giorni dopo la caduta del muro di Berlino, Achille Occhetto, con la condivisione di larga parte del gruppo dirigente, annuncio' alla Bolognina l'avvio del percorso che portera' al superamento del PCI. Un suicidio politico che paghiamo ancora adesso, con la sinistra di governo stravolta dall' avventura renziana e la sinistra a sinistra vittima dei propri errori e tuttora incapace di invertire il percorso, nonostante la grande vittoria nel referendum costituzionale che offre perlomeno uno scenario nuovo. Noi dell' Associazione "Enrico Berlinguer-Milano" abbiamo voluto offrirvi un piccolo spaccato della grande storia del PCI (che vediamo apprezzato) non per nostalgia o spirito reducistico ma per ricordarne i grandi valori, il bisogno di ricostruire una moderna teoria di liberazione abbinata ad un programma, anche minimo, che consenta a tutti di avviare un percorso di ricomposizione. Seguiremo con attenzione il travaglio del PD ed i prossimi congressi di Sinistra Italiana e di Rifondazione Comunista, con lo spirito unitario che ci è proprio. Seguiteci ed iscrivetevi all' Associazione, ci aspetta un anno politico con grandi prospettive. Vi aspettiamo.