Al  quadrivio di un mercato, uno spicchio di realtà

 

Un incrocio, in un mercato del quartiere. Le  otto e mezza. Fa freddo. Sono qui per  volantinare. 

 

I commercianti stanno allestendo le bancarelle, imbacuccati. Si scambiano i primi saluti e le prime grida per attirare i clienti; qualcuno sta sorseggiando il caffè da un bicchierino di plastica; vecchiette frettolose e donne che devono poi recarsi al lavoro fanno la prima spesa veloci.

 

Un ortolano ha occupato con le sue cassette parte delle strisce pedonali. Incita gli aiutanti, due extracomunitari rapidissimi e sereni, a disporre i banchi e le cassette di frutta.

Due  venditori di frutta secca  con il loro carrello occupano una parte della strada: le macchine passano adagio, sfiorandolo. Con indifferenza aggiungono altri due tavolini lunghi al loro  carrello mobile, dove hanno collocato i sacchi di frutta secca, per sistemarvi  merce che non dovrebbero vendere

 

Extracomunitari abusivi piazzano le cassette in verticale per collocarvi alcune verdure: basilico, limoni, salvia, carciofi, rapanelli.

 

Dopo qualche sollecito un salumiere butta all’aria deciso alcune cassette di verdura che sono state poste da un extracomunitario troppe vicine al suo camion.

 

Un giovane si sta vestendo per diventare Dante che legge la  Divina Commedia su una cassetta di plastica bianca in un triangolo davanti a un furgone. I pochi che passano lo scrutano. “Ma è vero?”, mi chiede una vecchietta.

 

Non mi restano che le strisce pedonali dove però  vengo spesso spintonato dai passanti: non voglio danneggiare i vicini.

 

Ad un tratto una piccola tragedia. Non me ne sono proprio accorto. Cinque  uomini velocissimi e decisi prelevano le cassette di verdura degli extracomunitari: vana ogni protesta, resta la tristezza di aver perso tutto. Il venditore di frutta secca si affretta a spostare lontano dal carrello i tavolini che aveva abusivamente aggiunto, ma ha tempo per salutare con deferenza, e facendo l’occhiolino, uno dei vigili che stanno spostando le cassette in attesa del furgone che deve arrivare.

 

Pochi minuti e tutto riprende come prima. Sembra. Il giovane extracomunitario si allontana con il capo chino e rosso  in viso… ha perso la giornata.

 

Carlo Bonaconsa