MartesanaDUE - maggio 2003 n. 53

 

In questo numero

 

 

Le scuole di Milano tra realtà e fantasia

 

Sempre più preokkupati

   

Gli anziani e lo smantellamento dello stato sociale

 

Le brevi dal Consiglio di zona 2

 

Leoncavallo: disobbediremo allo sgombero

 

Guerra e pace: il 40° dell'enciclica Pacem in terris

 

Volano in alto gli angeli del San Gabriele

 

 

MaschereNere: il teatro delle migrazioni

 

Gli appuntamenti in zona e non con il  teatro, i libri  e  la cultura

 

SPECIALE VIALE MONZA

 

Le rubriche

 

Filo diretto dal Parlamento

con il senatore Antonio Pizzinato

 

Arte e quartieri

 

Lettere alla redazione

 

Navigando navigando

 

Un Tempio per la pace

 

Frammenti di umanità suburbana

 

Alla scoperta della qualità

 

Son atto a rimirar... rubrica d'arte

 

Gli annunci 

e le opportunita'

 

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MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

Gianni Bazzan, 

Mattia Cappello,

Adele Delponte,

Ferdy Scala,

Luciana Vanzetti,

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

Via delle Leghe, 5

20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

Fax 02/28.22.423

martesanadue@ilponte.it

 

Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 
Martedì 6 maggio, Martedì 
20 maggio e Martedì 3 giugno
SERATE ESPERENZIALI 
DI REBIRTHING
ore 20.30 via Cavezzali 8/B MI

 

Sono serate nelle quali sarà possibile conoscere e sperimentare il Rebirthing, un metodo che aiuta a riscoprire se stessi e quello che ci circonda attraverso la respirazione . La nostra associazione vuole essere un punto di incontro per tutti coloro che desiderano prendersi cura in modo attivo e creativo dela propria vita, condividendo esperienze ed emozioni.

Informazioni e iscrizioni:

"Il Segno nell'Acqua" 

via Cavezzali 8/B Milano - 347/5734188 - 02/2615518 - info@ilsegnonellacqua.it

www.ilsegnonellacqua.it

 

 

   Sempre più "Preokkupati"

 

Da poco più di un mese a questa parte esiste una nuova realtà in zona: la CASA / SPAZIO PREOKKUPATO. Un gruppo di ragazzi si è appropriato dell’ex trattoria-bocciofila sita in v.le Monza 251 ed in disuso ormai da parecchi anni.

L’intento è quello di prendersi una casa e di aprire uno spazio al quartiere per fare attività di vario genere e ridare vita così ad un luogo storico lasciato colpevolmente vuoto a marcire da troppo tempo.

Noi “Preokkupati” siamo dei ragazzi di circa 20 anni, alcuni lavoratori precari e altri studenti-lavoratori. I nostri impieghi sono saltuari(non per nostra scelta!!) e non ci consentono di sostenere i costi altissimi degli affitti di oggi a Milano.

L’ unica prospettiva offertaci da questa società sarebbe quella di restare ancorati alla famiglia fino a 30 anni,magari sperando di trovare nel frattempo un posto fisso e remunerativo, magari costringendo i nostri stessi genitori ad indebitarsi con un mutuo per comprarci una casa.

Noi quindi non occupiamo perché siamo “ brutti e cattivi “, ma perché costretti dalla allucinante situazione che ci viviamo, attanagliati da una morsa che vede da una parte i prezzi astronomici della metropoli, dall’ altra stipendi da fame e contratti di lavoro a tempo determinato che non offrono nessuna garanzia.

Vogliamo far diventare lo Spazio Preokkupato un luogo per tutti dove esprimere contenuti, aggregare, creare una socialità vera non mercificata che cerchi di rivitalizzare il tessuto sociale.

Invitiamo dunque il quartiere e gli individui che lo attraversano a collaborare, proporre ed esprimere idee per costruire iniziative, produzioni sociali e politiche, laboratori artistici ed artigianali, attività di svago e quant’altro.

Siamo aperti a qualsiasi richiesta che sia consona ai nostri principi e alla convivenza civile con le altre persone.

Per contattarci:    

infoline  3395831211

e-mail: collettivo_preokkupato@fastmail.fm

 

  

 

Gli anziani e lo smantellamento dello stato sociale

 

Quando accade che diversi cittadini condividano interessi,  che individualmente  non riescono a soddisfare, o problemi che non riescono a risolvere,  allora si formano le associazioni per aggregare le forze ed avere maggiori possibilità di perseguire gli obiettivi prefissati.

E’ la società civile che si esprime attraverso le sue forme organizzate e che da voce a problemi concretamente  vissuti dalla popolazione, dei quali rilevante è la parte che concerne la sanità: sono problemi quest’ultimi che gravano soprattutto sugli  anziani che costituiscono  un’ampia componente  della popolazione(circa il trenta per cento).

Gli anziani sono le vittime della sistematica opera di smantellamento del sistema sociale e  il taglio delle prestazioni  praticato  dalla regione Lombardia  con la connivenza del comune di Milano.

Purtroppo lo stato di precarietà economica e di emarginazione di questi cittadini e delle rispettive famiglie provocati dalla politica dell’amministrazione pubblica inibisce la loro capacità di rivendicare i loro diritti: non sono certo in grado di organizzare  una potente corporazione che sappia far valere le proprie ragioni e imponga, attraverso i mezzi di informazione, l’attenzione dell’opinione pubblica alla loro situazione!

Le associazioni si rendono conto che non si trovano di fronte a  qualche inefficienza, a qualche carenza  marginale dell’amministrazione a cui si può supplire con un po’ di prestazioni volontarie ma si trovano di fronte ad un situazione di degrado del sistema sanitario, un baratro nel quale sta scivolando la moltitudine degli svantaggiati che non sono in grado di dare voce ai propri diritti.

Di fronte alla gravità della situazione si sono costituiti diversi coordinamenti di associazioni tra i quali l’associazione di associazioni Urban Zona Nove che con la collaborazione di altri enti ( vedi il Comitato Lombardo per la tutela dei diritti degli anziani ) ha elaborato un documento: un pronunciamento per un tavolo di confronto con le forze politiche di tutto l’arco costituzionale.

Nel  documento le associazioni espongono  il quadro dei problemi vissuti dagli anziani e indicano  i punti del sistema sanitario su cui intervenire per sollevare la popolazione anziana dalle drammatica situazione in cui versa. Questo pronunciamento,  verrà inviato entro maggio alle istituzioni regionali, provinciali, milanesi e di zona, nonché a tutte le associazioni raggiungibili per costituire un fronte unico di difesa dei diritti, su un fronte dove i sindacati unitariamente stano dando un notevole il contributo.Nel frattempo altre iniziative sono in corso, come la proposta di legge di iniziativa popolare  a favore dei malati cronici non autosufficienti.

Alfredo Ferappi 

Dialoghi Necessari

 

 

 

MaschereNere: il teatro delle migrazioni

 

“Capire che c’è l’altro, che si può iniziare una comunicazione al di là di noi stessi”. Questo l’obiettivo di MaschereNere, il laboratorio teatrale dell’immigrazione fondato da Leonardo Gazzola, regista italiano di formazione Africana . La scuola di formazione e laboratorio teatrale è presente nella zona 2 da ormai quattro anni ma la sua strada, ci racconta Leonardo, è stata molto più lunga. “Nel 1990 tornavo in Italia per una vacanza ma alla fine decisi di rimanere. In Italia era appena iniziata la prima generazione di immigrati di provenienza africana” Così Leonardo pensò di iniziare un progetto in Italia che avesse come fine la sensibilizzazione verso l’accoglienza del diverso, ed il tutto inizia con una compagnia anomala e “colorata” formata da immigrati di varia provenienza che si proponeva come un laboratorio artistico produttivo e territorio di scambio di esperienze. Dopo il primo entusiasmo ed un tentativo sfortunato di partecipazione al festival di Avignone nel ’95 convinse la compagnia a lavorare per progetti più specifici. Si ridusse così il numero degli attori e si cercarono appoggi nelle ONG tra cui la AICOS con la quale entrarono in un progetto di educazione al diverso finanziato dall’unione Europea. La vera svolta arrivò nel 1997 quando la compagnia teatrale, finalmente più definita in progetti e componenti, entrò in contatto con la COE, organizzazione che tutt’ora si occupa dell’annuale Festival del Cinema Africano, con la quale organizzarono un evento parallelo di medesimo argomento ma relativo all’arte teatrale. Il contatto con la COE e ad oggi con la COOPI, l’organizzazione del festival e quindi i contatti con altre realtà teatrali che da più o meno tempo si occupavano di teatro dell’immigrazione ( Coop. Teatrale di Brescia, Palcoscenico d’Africa di Roma…) aprì alla compagnia una strada che la portò ad essere oggi una realtà stabile dal 1999 in via Meucci con diversi tipi di attività, da una scuola teatrale che offre una formazione teatrale africana, all’organizzazione di un festival annuale di teatro delle migrazioni (“L’altro festival” tenutosi quest’anno dal 1 al 14 febbraio presso il Teatro Greco, sempre in zona 2) ad un laboratorio teatrale per bambini che viene offerta alle scuole, un’ottima occasione di educazione per i bambini nelle scuole del quartiere e non solo. Nel cantiere di MaschereNere una nuova produzione “Medzoo M’OKos”, spettacolo diretto da Gazzola che mette in scena una probabile leggenda Beti che seppure vecchia più di duecento anni contiene strabilianti visioni del mondo moderno ed un progetto riguardante viaggi in africa Nera, già attivo da quest’estate con un viaggio in Camerun, che permetteranno ai suoi partecipanti di entrare dalla porta di servizio del continente per cogliere gli aspetti reali dei suoi abitanti. MaschereNere è un territorio di scambio per l’accoglienza e la diffusione del diverso e la scelta di un teatro di modalità di rappresentazione non convenzionali, comunque non analoghe a quelle del teatro Occidentale, danno una marcia in più per l’esplicazione di questo obiettivo. “Il fine”, ci spiega Leonardo “è aprire la comunicazione tra persone diverse, usando come strumento il teatro, l’arte che per eccellenza ti mette a contatto con una situazione” ed in questo caso, aggiungiamo noi, con l’altro, con il differente, a cui rivolgere l’esperienza dell’ascolto.

 

                                                                                                                         Eugenio Marrari