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Le rubriche
con il senatore Antonio Pizzinato
Navigando navigando
Un Tempio per la pace
Frammenti di umanità suburbana
Alla scoperta della qualità
Son atto a rimirar... rubrica d'arte
Gli annunci e le opportunita'
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MartesanaDUE mensile di informazione, cultura e annunci della zona due di Milano citta'
Editore Comedit 2000
Direttore Paolo Pinardi
Redazione Gianni Bazzan, Mattia Cappello, Adele Delponte, Ferdy Scala, Luciana Vanzetti, Aurelio Volpe
Red. e pubblicita' Via delle Leghe, 5 20127 Milano Tel. 02/28.22.415 Fax 02/28.22.423
Reg. Trib. MI n. 616 settembre 99
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Da
poco più di un mese a questa parte esiste una nuova realtà in zona: la
CASA / SPAZIO PREOKKUPATO. Un gruppo di ragazzi si è appropriato
dell’ex trattoria-bocciofila sita in v.le Monza 251 ed in disuso ormai
da parecchi anni. L’intento
è quello di prendersi una casa e di aprire uno spazio al quartiere per
fare attività di vario genere e ridare vita così ad un luogo storico
lasciato colpevolmente vuoto a marcire da troppo tempo. Noi
“Preokkupati” siamo dei ragazzi di circa 20 anni, alcuni lavoratori
precari e altri studenti-lavoratori. I nostri impieghi sono saltuari(non
per nostra scelta!!) e non ci consentono di sostenere i costi altissimi
degli affitti di oggi a Milano. L’
unica prospettiva offertaci da questa società sarebbe quella di restare
ancorati alla famiglia fino a 30 anni,magari sperando di trovare nel
frattempo un posto fisso e remunerativo, magari costringendo i nostri
stessi genitori ad indebitarsi con un mutuo per comprarci una casa. Noi
quindi non occupiamo perché siamo “ brutti e cattivi “, ma perché
costretti dalla allucinante situazione che ci viviamo, attanagliati da una
morsa che vede da una parte i prezzi astronomici della metropoli, dall’
altra stipendi da fame e contratti di lavoro a tempo determinato che non
offrono nessuna garanzia. Vogliamo
far diventare lo Spazio Preokkupato un luogo per tutti dove esprimere
contenuti, aggregare, creare una socialità vera non mercificata che
cerchi di rivitalizzare il tessuto sociale. Invitiamo
dunque il quartiere e gli individui che lo attraversano a collaborare,
proporre ed esprimere idee per costruire iniziative, produzioni sociali e
politiche, laboratori artistici ed artigianali, attività di svago e
quant’altro. Siamo aperti a qualsiasi richiesta che sia consona ai nostri principi e alla convivenza civile con le altre persone. Per contattarci: infoline
3395831211 e-mail: collettivo_preokkupato@fastmail.fm
Gli anziani e lo smantellamento dello stato sociale
Quando accade che diversi cittadini condividano interessi, che individualmente non riescono a soddisfare, o problemi che non riescono a risolvere, allora si formano le associazioni per aggregare le forze ed avere maggiori possibilità di perseguire gli obiettivi prefissati. E’ la società civile che si esprime attraverso le sue forme organizzate e che da voce a problemi concretamente vissuti dalla popolazione, dei quali rilevante è la parte che concerne la sanità: sono problemi quest’ultimi che gravano soprattutto sugli anziani che costituiscono un’ampia componente della popolazione(circa il trenta per cento). Gli anziani sono le vittime della sistematica opera di smantellamento del sistema sociale e il taglio delle prestazioni praticato dalla regione Lombardia con la connivenza del comune di Milano. Purtroppo lo stato di precarietà economica e di emarginazione di questi cittadini e delle rispettive famiglie provocati dalla politica dell’amministrazione pubblica inibisce la loro capacità di rivendicare i loro diritti: non sono certo in grado di organizzare una potente corporazione che sappia far valere le proprie ragioni e imponga, attraverso i mezzi di informazione, l’attenzione dell’opinione pubblica alla loro situazione! Le associazioni si rendono conto che non si trovano di fronte a qualche inefficienza, a qualche carenza marginale dell’amministrazione a cui si può supplire con un po’ di prestazioni volontarie ma si trovano di fronte ad un situazione di degrado del sistema sanitario, un baratro nel quale sta scivolando la moltitudine degli svantaggiati che non sono in grado di dare voce ai propri diritti. Di fronte alla gravità della situazione si sono costituiti diversi coordinamenti di associazioni tra i quali l’associazione di associazioni Urban Zona Nove che con la collaborazione di altri enti ( vedi il Comitato Lombardo per la tutela dei diritti degli anziani ) ha elaborato un documento: un pronunciamento per un tavolo di confronto con le forze politiche di tutto l’arco costituzionale. Nel documento le associazioni espongono il quadro dei problemi vissuti dagli anziani e indicano i punti del sistema sanitario su cui intervenire per sollevare la popolazione anziana dalle drammatica situazione in cui versa. Questo pronunciamento, verrà inviato entro maggio alle istituzioni regionali, provinciali, milanesi e di zona, nonché a tutte le associazioni raggiungibili per costituire un fronte unico di difesa dei diritti, su un fronte dove i sindacati unitariamente stano dando un notevole il contributo.Nel frattempo altre iniziative sono in corso, come la proposta di legge di iniziativa popolare a favore dei malati cronici non autosufficienti. Alfredo Ferappi Dialoghi
Necessari
MaschereNere: il teatro delle migrazioni
“Capire che c’è l’altro, che si può iniziare una comunicazione al di là di noi stessi”. Questo l’obiettivo di MaschereNere, il laboratorio teatrale dell’immigrazione fondato da Leonardo Gazzola, regista italiano di formazione Africana . La scuola di formazione e laboratorio teatrale è presente nella zona 2 da ormai quattro anni ma la sua strada, ci racconta Leonardo, è stata molto più lunga. “Nel 1990 tornavo in Italia per una vacanza ma alla fine decisi di rimanere. In Italia era appena iniziata la prima generazione di immigrati di provenienza africana” Così Leonardo pensò di iniziare un progetto in Italia che avesse come fine la sensibilizzazione verso l’accoglienza del diverso, ed il tutto inizia con una compagnia anomala e “colorata” formata da immigrati di varia provenienza che si proponeva come un laboratorio artistico produttivo e territorio di scambio di esperienze. Dopo il primo entusiasmo ed un tentativo sfortunato di partecipazione al festival di Avignone nel ’95 convinse la compagnia a lavorare per progetti più specifici. Si ridusse così il numero degli attori e si cercarono appoggi nelle ONG tra cui la AICOS con la quale entrarono in un progetto di educazione al diverso finanziato dall’unione Europea. La vera svolta arrivò nel 1997 quando la compagnia teatrale, finalmente più definita in progetti e componenti, entrò in contatto con la COE, organizzazione che tutt’ora si occupa dell’annuale Festival del Cinema Africano, con la quale organizzarono un evento parallelo di medesimo argomento ma relativo all’arte teatrale. Il contatto con la COE e ad oggi con la COOPI, l’organizzazione del festival e quindi i contatti con altre realtà teatrali che da più o meno tempo si occupavano di teatro dell’immigrazione ( Coop. Teatrale di Brescia, Palcoscenico d’Africa di Roma…) aprì alla compagnia una strada che la portò ad essere oggi una realtà stabile dal 1999 in via Meucci con diversi tipi di attività, da una scuola teatrale che offre una formazione teatrale africana, all’organizzazione di un festival annuale di teatro delle migrazioni (“L’altro festival” tenutosi quest’anno dal 1 al 14 febbraio presso il Teatro Greco, sempre in zona 2) ad un laboratorio teatrale per bambini che viene offerta alle scuole, un’ottima occasione di educazione per i bambini nelle scuole del quartiere e non solo. Nel cantiere di MaschereNere una nuova produzione “Medzoo M’OKos”, spettacolo diretto da Gazzola che mette in scena una probabile leggenda Beti che seppure vecchia più di duecento anni contiene strabilianti visioni del mondo moderno ed un progetto riguardante viaggi in africa Nera, già attivo da quest’estate con un viaggio in Camerun, che permetteranno ai suoi partecipanti di entrare dalla porta di servizio del continente per cogliere gli aspetti reali dei suoi abitanti. MaschereNere è un territorio di scambio per l’accoglienza e la diffusione del diverso e la scelta di un teatro di modalità di rappresentazione non convenzionali, comunque non analoghe a quelle del teatro Occidentale, danno una marcia in più per l’esplicazione di questo obiettivo. “Il fine”, ci spiega Leonardo “è aprire la comunicazione tra persone diverse, usando come strumento il teatro, l’arte che per eccellenza ti mette a contatto con una situazione” ed in questo caso, aggiungiamo noi, con l’altro, con il differente, a cui rivolgere l’esperienza dell’ascolto. Eugenio Marrari
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