riflessioni sul dopo voto

"La fretta oscura il dibattito"
Intervista a Giorgio Mele, sinistra Ds: "Temo un confronto solo al vertice"
C. ROS.

"E' necessario che si apra stagione congressuale con tempi adeguati e che difficilmente può concludersi a luglio". Giorgio Mele, sinistra Ds, teme soprattutto che l'annunciato congresso della Quercia si concluda all'insegna del salvare la patria. E chiede invece una dialettica "seria", nella quale non esclude l'incontro tra la sinistra e l'area di Cesare Salvi.

In effetti luglio sembra una scadenza impossibile...

Di fronte a una sconfitta come quella del 13 maggio, la risposta più importante che un partito deve dare è fare un vero congresso, al termine del quale emerga non solo un segretario ma un'intera classe dirigente nuovi. Non può esserci una sorta di precipitazione organizzativa, che rischia di coartare il dibattito politico. Siamo di fronte a una sconfitta grave, anche se siamo in primo luogo tutti impegnati nei ballottaggi. Tuttavia dobbiamo pensare a una modalità di discussione che deve investire non solo il complesso degli iscritti, ma anche il complesso dell'opinione pubblica di sinistra che guarda ai Ds e non solo. Per questo ritengo sbagliata qualsiasi ipotesi che tenda a restringere lo spazio del dibattito. Valutiamo invece come presentare documenti, far intervenite gli scritti e andare a una conclusione seria.

Partiamo dalla sconfitta: le sinistre sono al minimo storico.

Perciò serve un congresso serio: perché siamo di fronte a una crisi profonda. Quando arrivi a questo punto si pone il problema della sopravvivenza e della funzione storica sinistra. E' evidente che l'analisi non può essere ridotta a un confronto tra gruppi dirigenti. Dobbiamo fare un bilancio dell'ultimo quinquennio, degli errori fatti, di ciò che hanno significato la caduta di Prodi e la guerra. Ma anche confrontarci dentro un contesto più ampio. Perché in questo decennio la risposta dell'elettorato alla crisi della prima repubblica è stata portare Berlusconi e i fascisti al governo e alla conclusione del centrosinistra gli italiani hanno dato stessa risposta?

E il futuro?

Poi c'è il problema di come si fa l'opposizione, altrimenti rischiamo un'opposizione tiepida e inutile. Un'analisi seria concerne anche il senso della riscossa e quindi anche che tipo di opposizione si farà. Non mi dimentico che nell'ultima fase della campagna elettorale la sinistra sembrava più moderata di Rutelli. In più penso che nei risultati mediocri di tutte le sinistre ci sia la necessità di un rifacimento stesso della sinistra: se non si recupera un ruolo della sinistra anche centrosinistra non ha futuro.

"Recupero" a partire da dove?

Non aver saputo guardare alla sfida liberista in termini critici, ma assumendone le categorie, secondo me ha impedito alla sinistra di saper guardare anche con creatività alle sfide. Il problema non è solo governare con equità il liberismo, ma creare nuove ricette. L'aver inseguito idee moderate ci ha penalizzato. Non a caso abbiamo recuperato quando abbiamo reso evidente la differenza con il centrodestra su questioni come le libertà, la democrazia, lo stato sociale.

L'analisi di Cesare Salvi e della sua area non è dissimile...

In molte cose c'è una consonanza, un fatto non nuovo. E anche le parole che Salvi ha detto al manifesto sullo sviluppo sostenibile, che sono una novità nella sua analisi, sono un fatto importante. Spero che a questo punto che il dibattito si apra a questo livello.

Significa un congresso per mozioni?

Significa un congresso a tutto campo; se poi si vogliono fare le mozioni non siamo noi che le impediamo. Serve un congresso trasparente, in cui gli iscritti possano intervenire sul futuro del partito e della sinistra. Bisogna anche chiederci se è possibile una riunificazione seria e non i termini politicisti. Io penso che si possa lavorarci. Ritengo che anche per il Prc sia arrivato, nonostante il 5%, il momento di un confronto serio sulla sua prospettiva.