NEWS dicembre 2012
a cura di
paolo pinardi
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1. primarie regionali con di stefano - 2. sel con di stefano - 3. le primarie del silenzio - 4. e la scelta cadde sul trotter - 5. lo stato laico a metà di scola - 6. milano capitale dell'acqua – 7. mondi e reti in zona 2 – 8. al mitico tempio vince vendola - 9. sempre al seggio di via delle leghe: fuori i mercanti dal tempio - 10. ieri vendola oggi bersani domani di stefano - 11. continua raccolta firme a difesa del lavoro come al san raffaele - 12. un poeta sonoro al trotter
1.
primarie del centrosinistra - 15 dicembre 2012
Andrea Di Stefano
Ho 48 anni. Da sempre mi occupo di economia e finanza etica.
La mia vita e la mia attività professionale sono qui, in Lombardia, sul
territorio, con i comitati, le associazioni, le aziende,per capire cosa fare,
per trovare soluzioni, tutti i giorni.
PER TRASFORMARE LE IDEE IN AZIONI, HO BISOGNO DI PERSONE COME TE
ANDREA DI STEFANO
LE RAGIONI E LE AZIONI PER GOVERNARE IN LOMBARDIA
discontinuità
Dopo 18 anni di un uomo solo al comando vogliamo un’altra Lombardia.
Una nuova macchina amministrativa, una nuova dirigenza, più trasparenza, più
merito, 50% di donne nei posti di responsabilità, collegialità nel governo.
Aprire una fase costituente a partire dalla revisione dello Statuto.
TERRITORIO ambiente, agricoltura
Pieni poteri di controllo all’ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente.
Sportello bonifiche per i 5 siti di interesse nazionale e i 3 di interesse
regionale.
Basta interventi tampone.
Stop al consumo di suolo.
Basta con le strutture in financing tipo BreBeMi.
Bloccare le infrastrutture non cantierizzate e rivedere le priorità.
Sì alla mobilità elettrica commerciale.
Sì a piani energetici coordinati e sostenibili.
Sì a politiche per l’efficienza e la certificazione energetica.
Attenzione all’agricoltura con azioni forti per valorizzare la produzione
lombarda.
sanità
Rivisitazione della spesa sanitaria attraverso una nuova politica della salute
che punti sulla prevenzione, i servizi territoriali e la revisione del sistema
di accreditamento.
Sì ai recuperi di spesa e al miglioramento della qualità.
Sì a un allargamento degli ambulatori sul territorio.
Sì alle strutture di informazione e di indirizzo dell’utenza.
No allo spreco dei Fondi discrezionali della Presidenza.
No alle posizioni di rendita dei privati a discapito del pubblico.
LAVORO SVILU PPO, ECONOMIA
Un piano economico e politiche industriali di sostegno all’innovazione e
investimento sull'eccellenza dei distretti industriali e agricoli lombardi.
Whitelist delle imprese e certificazione della responsabilità d'impresa.
Politiche attive del lavoro: con il reddito minimo garantito come immediato
strumento anticrisi, borse lavoro e formazione.
Strumenti di intervento a favore dei cassaintegrati.
SCUOLA
La scuola deve essere pubblica. Oggi in Lombardia l'80% delle risorse è
destinato alle scuole private.
La scuola deve essere eccellente. Il 30% degli studenti che ha diritto alla
borsa di studio, non la riceve.
No alla dote scuola, Sì al diritto allo studio. Dobbiamo garantire l'accesso
alla cultura, alla democrazia, al futuro.
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Mario Agostinelli per Di Stefano
Vorrei ricordare come Andrea Di Stefano, candidato alle primarie lombarde di
sabato 15 Dicembre, sia stato in questi anni partecipe e vicino alle scelte di
Energiafelice e da sempre in linea con quella trasformazione del paradigma
energetico che comporta grandi trasformazioni nell'area delle produzioni, negli
assetti del consumo, nel governo democratico del territtorio. Con un'attenzione
preminente al lavoro e ai suoi diritti, ha condiviso una prospettiva di
riallineamento tra società civile e politica con una chiara identità di
sinistra. Parola che oggi si stenta a pronunciare, come se lo stare dalla parte
del lavoro, dei beni comuni e dell'ambiente nuocesse al consenso elettorale e
non fosse invece il presupposto per rendere efficace il cambio di rotta
necessario alla Lombardia.
Di Stefano si presenta con un progetto economico e politico non utopistico ma
concreto, attento all'ambiente, alla difesa della sanità pubblica e della
scuola pubblica, con interventi a sostegno della produzione e dell'occupazione,
con una competenza che affronta la sfida energetico-climatica e la conservazione
pubblica dei beni comuni come snodo di uno sviluppo sostenibile e socialmente
desiderabile .
La sua candidatura offre un'occasione straordinaria per tutti coloro che nel
centro sinistra contano su una reale rottura con il modello formigoniano, in
quanto libera da qualsiasi condizionamento consociativo e sospinta da un tessuto
di relazioni e di proposte incardinate nella partecipazione.
Credo che votare Andrea valga la pena e costituisca il pegno per una speranza
che ci continua ad accomunare. Mario
www.marioagostinelli.it
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2.
Di seguito l'appello per il voto a Di Stefano promosso da un centinaio di
esponenti di Sel: praticamente l'intero movimento
di Milano nonostante i poco convincenti tentativi di pezzi di gruppo dirigente
milanese e lombardo di condizionare questa scelta.
Poco convincente anche il ruolo del sindaco di Milano assurto al ruolo non
richiesto di promotore della candidadura moderata di Ambrosoli che non ha
convinto quasi nessuno a cominciare da Sel come si diceva, per continuare con i
comitati Pisapia già in crisi per un ruolo mai chiarito nei confronti
dell'amministrazione e finendo con un Pd che, nonostante l'imprimatur di Bersani
con relativa burocrazia interna subito schieratasi, conta parecchi sostenitori
della Kustermann e Di Stefano.
Naturalmente la scarsa attenzione dei media nelle uniche due settimane di
campagna elettorale ma con le solite pagine milanesi dei grandi giornali
schierate con il candidato sostenuto dalla Milano bene ed un Pd unico soggetto
attivo in buona
parte della regione lascerebbero presagire la vittoria di un particolare
candidato: ma le sorprese sono sempre in agguato.
Quindi affrettatevi a votare!
Per completezza di informazione anche nella nostra zona l'intera sinistra, buona
parte dei partecipanti al comitato Pisapia,
alcuni simpatizzanti Pd e settori importanti dell'associazionismo culturale si
sono espressi per la candidatura Di Stefano.
"Per Andrea Di Stefano alla Presidenza di Regione Lombardia"
Almeno su una cosa siamo d’accordo con Mario Monti: l’Italia ha bisogno di
un cambiamento radicale.
E il cambiamento inizia da noi, sui luoghi di lavoro e studio, nelle nostre
comunità, nelle nostre città, e nella nostra regione: la Lombardia.
Innanzitutto, un cambiamento nel modo in cui la politica viene intesa e
praticata. Perché una democrazia, per rimanere vitale, richiede processi
decisionali trasparenti e partecipati.
Trasparenti, per garantire che le scelte siano fatte per soddisfare
l’interesse generale, e non per assecondare le esigenze di autoconservazione o
la bramosia di un sistema di potere affaristico e clientelare.
Partecipati, perché se è vero che i governi traggono legittimazione, una volta
ogni cinque anni, dal voto popolare, è ancor più vero che chi ci governa deve
riconquistare la nostra fiducia giorno dopo giorno, con la coerenza tra parole e
fatti e con la limpidezza dei comportamenti, e questa fiducia non può che
essere direttamente proporzionale al nostro coinvolgimento diretto nelle scelte
che determinano il nostro futuro.
Il cambiamento, però, non può riguardare solo il modo in cui intendiamo la
democrazia e la politica.
Il cambiamento riguarda soprattutto le scelte che la politica è chiamata a fare
e il futuro che vogliamo
costruire.
Andrea Di Stefano si candida alla Presidenza della Regione, ma non cerca di
motivare la sua candidatura
ponendo interrogativi sul ruolo dei partiti in una moderna democrazia, o
affermando la necessità di “aprire” a questa o quella area politica.
Andrea Di Stefano si candida presentando una proposta che ci convince: quella di
un’altra Lombardia,
molto diversa da quella che abbiamo conosciuto in questi anni. Una Lombardia
sostenibile, economicamente equa e socialmente solidale.
Andrea Di Stefano ci chiede di credere e di impegnarci per un progetto ben
preciso, perché, per usare le sue parole: …”possiamo, e dobbiamo, puntare
sulla difesa dei Beni Comuni, cambiare la Regione, fare della Lombardia uno dei
territori dell’Unione Europea più innovativi, socialmente e ambientalmente
sostenibile riscrivendo le regole, ridisegnando il bilancio
dell’amministrazione regionale, tagliando i costi della politica e della
burocrazia, redistribuendo salute e speranza in un futuro equo ed efficiente,
plurale e solidale.
La Regione Lombardia dovrà essere il territorio di nuova economia, etica e
responsabile, dove i fattori privilegiati siano il lavoro, la salute, l'ambiente
e il territorio”...
Parole appropriate e convincenti. E una storia personale che attribuisce alle
sue proposte forza e credibilità.
Per queste ragioni abbiamo deciso di sostenere Andrea Di Stefano nella sua
candidatura alla Presidenza
della Regione Lombardia.
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3.
Le primarie del silenzio
di Luca Fazio
il manifesto, 13 dicembre 2012
Silenzio, sabato si vota. Il centrosinistra in Lombardia, un disastro politico
che pare confezionato in laboratorio, è riuscito a regalarsi anche le primarie
meno chiacchierate e frizzanti della recente storia repubblicana. Strano. I tre
ottimi candidati sono Umberto Ambrosoli (centrosinistra, ma molto moderato),
Alessandra Kustermann (centrosinistra, ma con un verve d’altri tempi) e Andrea
Di Stefano (sinistra sinistra, ma moderna e accattivante), e stanno facendo
quello che possono per attrezzarsi a sfidare Maroni, probabile candidato del
centrodestra. Un buon lavoro, con decine di incontri sparsi in un territorio
troppo vasto e complesso per essere coperto nelle poche settimane avute a
disposizione.
Allora, cosa non funziona? Semplicemente se ne parla poco. Altra stranezza. La
«notizia» non buca le televisioni, la stampa mainstream si comporta come se
queste primarie nemmeno esistessero e, soprattutto, non è scoccata quella
scintilla - «l’effetto Pisapia» - che due anni fa aveva entusiasmato anche
chi, da sinistra, si era allontanato dalla politica. Come se la posta in gioco
invece della Regione più importante d’Italia – infatti è la più grossa
grana del centrodestra che cerca di ricomporsi per le elezioni di febbraio –
fosse un fatto di rilevanza locale. Col risultato che sabato non ci sarà la
corsa ai seggi. I più ottimisti parlano di una partecipazione attorno ai 150
mila votanti (erano 400 mila per Bersani/Renzi).
La calma piatta farebbe pensare a una vittoria quasi scontata del candidato
scelto da una parte del Pd, e benedetto l’altro giorno da Pierluigi Bersani.
Tra gli addetti ai lavori - «ma non possiamo dirlo pubblicamente» - gira la
voce che lo «strano silenzio» non è altro che un ordine di scuderia imposto
da Roma, una strategia tipo compagni basso profilo e portiamo a casa questa
battaglia decisiva. E dire che l’avvocato Umberto Ambrosoli, passo felpato e
eloquio tutt’altro che travolgente, in queste settimane ha fatto di tutto per
accreditarsi come distante dai partiti, ma in realtà stanno con lui i
cosiddetti «poteri forti» e la «borghesia illuminata» milanese. Fosse per
lui, avrebbe anche fatto a meno delle primarie. L’unico messaggio che è
riuscito a comunicare con una certa nettezza è una sorta di equidistanza tra
sanità pubblica e sanità privata (stesso discorso per la scuola), concetto
rettificato più volte ma senza mai convincere nessuno, tanto meno la ginecologa
Kustermann, la quale non ha mai perso occasione per attaccarlo.
C’è poi un’altra piccola malignità che circola, sempre sotto voce, in
questi ultimi giorni, e si rifà al noto proverbio che circola negli ambienti
che contano, A Milano non si muove foglia che l’avvocato Isolabella non
voglia. E chi è Lodovico Isolabella? L’avvocato di Salvatore Ligresti, nel
cui studio lavora l’avvocato candidato alle primarie, Umberto Ambrosoli.
Niente di scandaloso o di illegale, per carità, ma vengono in mente gli
attacchi che è stato costretto a subire il candidato Stefano Boeri ai tempi
delle elezioni comunali, solo perché veniva dipinto come l’archistar di
Ligresti.
Dietrologie a parte - anche se il potere di Salvatore Ligresti in Lombardia è
ben altro che una leggenda - le voci più critiche rispetto all’ipotesi di una
vittoria di un centrosinistra troppo centrista sostengono che con
l’affermazione di Ambrosoli non verrebbero colpiti i veri centri di potere che
da diciassette anni governano il palazzo che fu di Formigoni. Forse si riferiva
a questo Andrea Di Stefano quando ieri ha detto «Kustermann e Ambrosoli hanno
un timore reverenziale nei confronti della Compagnia delle Opere, non bisogna
avere paura di dire che è un problema, ormai lo ammettono internamente anche a
Cl».
La principale vittima di questo strano silenzio sulle primarie lombarde è la
sinistra, che per un caso più unico che raro si è imbattuta in un candidato
forte e sorprendente come Di Stefano. La sensazione è che se fosse stato
supportato diversamente forse sabato sarebbe potuto accadere qualcosa di ancora
più grande della «presa» di Palazzo Marino (dove gli ex «soldati» arancioni
di Pisapia sono molto arrabbiati per l’endorsement del sindaco per
l’avvocato Ambrosoli): «Meglio se stiamo zitti...». L’altro silenzio
imbarazzato, e imbarazzante, si registra ai «vertici» di Sel, che ieri hanno
confermato «la piena disponibilità a condividere il percorso politico del
candidato Ambrosoli». Peccato che altri - tacendo - sostengono Di Stefano, e
che la base non ha intenzione di rispettare il «suggerimento» del partito di
Vendola.
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4.
E LA SCELTA CADDE SUL TROTTER
Comune e Fondazione Cariplo hanno presentato il progetto di recupero per la
scuola del parco
di Claudio Urbano (Chiamamilano)
Nella pianificazione urbana, si va sempre più affermando l'idea di aprire
quegli spazi che sono già destinati a precise funzioni pubbliche alla fruizione
di tutti i cittadini, così da accrescere nella popolazione la consapevolezza
dell'appartenenza ad un'unica città.
È proprio su quest'idea che si muove l'accordo siglato questa settimana tra
Comune e Fondazione Cariplo per il recupero di alcuni edifici del parco Trotter,
il grande anello verde che caratterizza un'intera zona tra viale Padova e viale
Monza, dove la presenza della scuola all'aperto ha favorito negli anni il
moltiplicarsi di attività formative e ricreative aperte a tutta la
cittadinanza.
Fondata negli anni Venti nell'area di un ex ippodromo, e ricostruita dopo la
seconda guerra mondiale, la scuola ha ovviamente subito in alcune sue parti i
segni del tempo e del disuso, tanto che adesso, passeggiando nel parco, molte
costruzioni risultano chiuse e abbandonate.
Veniamo quindi alla buona notizia. Seguendo una consuetudine già avviata con le
Amministrazioni comunali precedenti, la Fondazione Cariplo -che per statuto
finanzia progetti a favore della società e del territorio- ha destinato un
finanziamento per contribuire alla realizzazione di un'opera pubblica della città.
A differenza che per le Giunte precedenti, che avevano scelto luoghi centrali
come il Palazzo Reale, il Castello o Piazza Duomo, questa volta Palazzo Marino
ha voluto impiegare le risorse in un'opera meno monumentale e “di
periferia”, se così si può definire la zona del parco Trotter.
“Non ho avuto dubbi -ha detto Giuliano Pisapia- quando mi è stato proposto il
finanziamento”, spiegando la volontà di superare la distinzione tra centro e
periferia che spesso segna ancora il modo di pensare alla città.
Il progetto di recupero degli edifici non è una novità degli ultimi mesi,
anzi. Già nel 2001 al Politecnico era stato commissionato un progetto che
valorizzasse l'intero complesso all'interno del parco, rendendolo fruibile anche
alla cittadinanza. I lavori sono però stati rimandati di anno in anno, finendo
in fondo alla lista delle priorità delle opere pubbliche.
Ora si inizia dal complesso dell'ex Convitto, il più esteso tra gli edifici del
parco, con una superficie di oltre 4000 metri quadrati. Il suo recupero costerà
11 milioni di euro, 3 messi a disposizione dal Comune e 8 dalla Fondazione
Carialo.
L'obiettivo, come sempre di questi tempi, è finire i lavori per il 2015, anno
dell'Expo. Nell'ex Convitto dovrebbero spostarsi le classi della scuola media,
lasciando libere le 'casette' occupate attualmente, che saranno aperte alla città
come luoghi di aggregazione per i giovani. Nello stesso intervento verrà
recuperata anche l'ex centrale termica, con l'intenzione di fare della piazzetta
che si apre verso via Padova un luogo di riferimento per il quartiere.
In ordine di priorità seguiranno gli interventi sugli altri edifici del parco,
lavori per i quali “il Comune di Milano si impegna a stanziare nei prossimi
bilanci le risorse necessarie”. Nella speranza, naturalmente, di trovare l'appoggio finanziario di altri
'benefattori' privati.
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5.
Lo Stato laico a metà del Card. Scola.
Osservazioni critiche sul “Discorso alla città”di S.Ambrogio
Il coordinatore nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite
ha diffuso il seguente testo :