www.ilponte.it

filodiretto dal Parlamento

  

L’UNIONE SCONFIGGE IL POLO 11 REGIONI A 2

 

Erano ancora in corso gli scrutini delle elezioni comunali e provinciali, mentre erano già noti i risultati delle regionali, quando in Senato riprende l’attività legislativa. Fitto è il programma dei lavori poiché l’esame di molte leggi era stato rinviato dal Governo per imporre l’approvazione della “devolution”.

Ma la realtà politica del paese, nel frattempo e per espressa volontà degli italiani, è profondamente cambiata. Con il loro voto, oltre 40 milioni di elettori hanno affidato – il 3 e 4 aprile – il governo di 11 regioni su 13 al Centrosinistra, e l’Unione ha ottenuto oltre il 52% dei suffragi. Il Centrodestra è uscito sconfitto in ben 6 delle 8 regioni che amministrava, a partire dal Piemonte, Lazio e Puglia.

Si colgono, in ogni momento delle attività e vita parlamentare, stati d’animo diversi rispetto a quando il 23 marzo, con arroganza, i senatori del Centrodestra approvarono lo stravolgimento della Costituzione, modificandone ben 57 articoli. Basti pensare che ne imposero l’esame in aula, senza che la Commissione Affari Costituzionali avesse terminato i suoi lavori e, quindi, senza relatore sulle proposte di modifica. Nel contempo contingentarono i tempi per l’esame e all’opposizione assegnarono solo 3 (tre) minuti per ogni articolo.

Trattandosi di una legge costituzionale, è previsto che debbano passare almeno tre mes prima che la stessa sia nuovamente sottoposta al voto dei deputati e senatori. Poiché la maggioranza del paese è cambiata, rispetto a quella del Parlamento eletto nel 2001, auspichiamo che Governo e Centrodestra riflettano e ne sospendano l’approvazione.

In caso contrario – come subito ha dichiarato di voler fare Berlusconi – è necessario promuovere il referendum perché gli italiani, con il loro voto, cancellino questa alterazione delle regole e degli equilibri democratici che concentra uno “strapotere” nelle mani del capo del Governo.

 

INCHIESTA PARLAMENTARE SULLE “MORTI BIANCHE”

 

Su iniziativa dei senatori del Centrosinistra, nell’ultima seduta di marzo, il Senato ha approvato la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro, le “morti bianche”. Essa prevede che venti senatori, nei prossimi 6 mesi, compiano un’indagine sulle cause e responsabilità che determinano quasi un milione di infortuni sul lavoro all’anno, di cui ben quattro ogni giorno lavorativo sono mortali.

È da anni che ci battiamo perché vengano adottate misure di sicurezza, in particolare sui cantieri edili nei quali nel 2004 sono state oltre 310 le “morti bianche”. Numerose le interrogazioni parlamentari, le richieste d’intervento del ministro del lavoro. Ancora, nelle scorse settimane, si è tenuto un incontro dei parlamentari milanesi con il Prefetto per sollecitare l’operatività del coordinamento (istituzioni, imprese, sindacati, ispettorati, ecc.) sulla prevenzione e sicurezza del lavoro, prevista dal protocollo sottoscritto in Prefettura tra le parti sociali, dopo i nuovi infortuni mortali accaduti nei cantieri edili milanesi.

L’inchiesta deve contribuire anche a definire proposte per rendere più sicuro il lavoro e tutelare la salute sui luoghi di lavoro, cioè il contrario delle norme che il governo vuole inserire nel “testo unico sulla sicurezza del lavoro”, con il quale si attenuano (non più obbligatori) i compiti e le responsabilità (anche penali) dei datori di lavoro in materia di sicurezza del lavoro.

 

IL DEFICIT DELL’ITALIA SUPERA GIÀ IL 3%

 

Mentre la Commissione Bilancio inizia l’esame del Decreto legge sulla competitività presentato dal Governo con molti mesi di ritardo ed insufficiente per rilanciare l’economia del paese, la Comunità europea ha reso pubblici i dati e le valutazioni dell’andamento dell’economia italiana.

Innanzitutto si prevede un aumento del Prodotto Interno Lordo inferiore a quello indicato nella legge finanziaria: il PIL aumenterebbe solo dell’1,2% nel 2005 e dell’1,7% nel 2006, mentre il deficit supererebbe il tetto del 3,5% fissato nel nuovo protocollo CEE. Infatti il rapporto deficit/PIL sarebbe del 3,6% nel 2005 e del 4,6% nel 2006.

Per questo i senatori del Centrosinistra hanno elaborato e presentato una serie di proposte di modifiche al Decreto del Governo, in particolare per quanto concerne la ricerca e lo sviluppo.

 

 

Antonio Pizzinato 

MartesanaDue - aprile 2005