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filodiretto dal Parlamento

  

VERSO UNA CONVULSA CONCLUSIONE DELLA XIV LEGISLATURA

Alla fine dello scorso anno, tra il Presidente della Repubblica Ciampi ed il capo del Governo Berlusconi, si era definito il percorso per lo svolgimento delle elezioni politiche il 9 aprile e lo scioglimento del Parlamento il 29 gennaio. Improvvisamente Berlusconi rimette in discussione quanto concordato, con il pretesto di approvare i Decreti legge.

Ma questo non corrisponde al vero poiché, i Decreti legge, si possono esaminare anche dopo lo scioglimento delle Camere e l’inizio della campagna elettorale. Il motivo vero, di questo comportamento di Berlusconi, riguarda invece il rinvio dell’applicazione delle regole di “parità di condizioni” (la “par condicio”) nello svolgimento della campagna elettorale e la presenza in televisione.

Infatti il centrodestra, in tutte le sedi, (anche Commissioni) non rinuncia a tentare i “colpi di mano” di fine legislatura. Così il 16 gennaio, il centrodestra ha tentato di inserire in un Decreto legge un emendamento di modifica delle regole per lo svolgimento della campagna elettorale – la “par condicio”-.

Respinto dalla Commissione Giustizia, perché incompatibile, essendo estraneo per materia Berlusconi ha tentato di far slittare le elezioni politiche dal 9 aprile a maggio.

Un dato, più delle nostre parole, dimostra la mancanza di senso istituzionale del centrodestra: in questi 5 anni il Parlamento ha lavorato 100 giorni in meno rispetto alla passata Legislatura, anche a causa della continue assenze (mancanza del numero legale) dei parlamentari della maggioranza, questo, malgrado che abbiamo una maggioranza di 100 Deputati in più.

 

NEL 2005: CAMBIATE LE REGOLE CON “VOTI DI FIDUCIA”

 

Il 2005 si era concluso con una raffica di “voti di fiducia” con i quali: si sono modificati 52 articoli della Costituzione, approvata la Finanziaria 2006 (cambiata 3 volte in 2 mesi, da 15 a 25 miliardi di Euro), cambiata la legge elettorale (da maggioritario a proporzionale con premi, distorsioni, cancellando il voto di preferenza) ed infine, la legge sul risparmio e Banca d’Italia – dopo che era stata bloccata per 2 anni – approvata alla vigilia di Natale.

Ma anche sulla tutela del risparmio (decine di miglia di piccoli risparmiatori colpiti dai fallimenti Cirio e Parmalat) hanno impedito un confronto con l’opposizione e le sue proposte con ben 5 voti di fiducia, nell’arco di tre giorni, fra Camera e Senato.

 

FALLITO IL “COLPO DI MANO” PER IMPORRE LA LEGGE CHE PARIFICA I REPUBBLICHINI DI SALO’ AI PARTIGIANI

Il 23 dicembre, in Senato, su proposta di Alleanza Nazionale, hanno tentato il “colpo di mano” ed inserite all’O.D.G per far approvare il disegno di legge n. 2244 riguardante il “Riconoscimento della qualifica di militari belligeranti” ai repubblichini di Salò. Cioè la pacificazione ai Partigiani di coloro che hanno prestato servizio militare, dopo l’8 settembre 1943 al 1945, nell’esercito della repubblica sociale italiana – di Salò – a partire da quelli della X Mas, a fianco ed a sostegno dell’occupante  nazista.

Infatti dopo aver imposto nell’Ufficio di presidenza del Senato, la messa all’ordine del giorno di questa legge vergogna ed antistorica (che già avevamo bloccato nell’aprile 2005), dopo un confronto in aula, tutto il centrodestra vota per iniziare l’esame e l’approvazione a partire dal 12 gennaio. La protesta unitaria delle Associazioni partigiane, la mobilitazione in tutta Italia, centinaia, centinaia di messaggi (tra i quali quella dell’ANPI di Turro-Gorla – Villa San Giovanni) al Presidente del Senato Marcello Pera, ha portato a riesaminare l’ordine del giorno dei lavori.

Infatti lo scorso 11 gennaio, invece che avviare l’esame di detta proposta di legge, si è discusso di cancellarla dai lavori di questo fine legislatura. Benché i senatori di Alleanza nazionale ed il Presidente della Commissione difesa (di Forza Italia), abbiano sostenuto il contrario,  la “Legge vergogna” sul riconoscimento dei repubblichini di Salò, non sarà più esaminata in questa legislatura.

Un importante risultato, ma questo fatto indica a quale livello è arrivato il revisionismo storico e la  rimessa in discussione dei valori della Resistenza.

 

FANNO SALTARE L’APPELLO ALLE SENTENZE D’ASSOLUZIONE

Non era passata che qualche ora, dalla cancellazione dell’esame della legge vergogna sui repubblichini, che il centrodestra approva l’ennesima legge di modifica delle norme sulla giustizia. Infatti – anche se la seduta è spesso sospesa, per  l’assenza dei senatori del centrodestra, e prosegue sino al giorno dopo – essi respingono tutte le proposte che vengono avanzate dai parlamenti de l’Unione, ed approvano una legge con la quale, se un imputato è assolto in primo grado, il magistrato non può far ricorso in appello.

La conseguenza è che l’imputato se è condannato può richiedere la revisione della sentenza ricorrendo in appello, mentre se è assolto il magistrato non può ricorrere. In altre parole “due pesi e due misure”. Questo fatto sottolinea, di per sé,  che vi sono molti aspetti di incostituzionalità in questa normativa.

È evidente che chi ha soldi può farsi pagare una forte equipe di avvocati e quindi puntare a farsi assolvere in primo grado, non così sarà per i più poveri. Quindi una giustizia non eguale per tutti. Proprio perché anticostituzionale  la legge non è stata firmata e rinviata in Parlamento dal  Presidente della Repubblica Ciampi,  ora la destra vuole nuovamente approvarla, prima del 10 febbraio, senza modificarne gli aspetti anticostituzionali.

 

DUE SETTIMANE: VOTI DI FIDUCIA, 12 DECRETI LEGGE

Il centrodestra, modificando le precedenti decisioni, ha definito un nuovo programma dei lavori parlamentari,  fino al 10 febbraio.

In queste due settimane di attività parlamentari, prima dello scioglimento delle Camere,  il 10 febbraio per andare al voto il 9 aprile, hanno,  fra l’altro, previsto  l’esame ed approvazione, da parte dei due rami del Parlamento, di  numerose leggi e 12 Decreti Legge, che devono essere approvati altrimenti ne decadono le norme. Per farlo, non è detto che le Camere non vengano convocate anche dopo il 10 febbraio, tanto più che il centrodestra tenterà di inserire  nei decreti a partire dalle “mille proroghe”,  norme che non c’entrano  con i contenuti degli stessi. Un esempio, quanto accaduto in Senato il 25 gennaio. Stavamo esaminando il Decreto sui finanziamenti per lo svolgimento delle Olimpiadi invernali di Torino, quando arriva il Ministro Giovanardi che – a nome del Governo – chiede di inserire nel Decreto sulle Olimpiadi delle “norme sulle deroghe” e, su tale proposta, “pone la fiducia”. In questo modo, non si può più cambiare nemmeno una virgola, ogni parlamentare non può che rispondere “sì” o “no”, quando viene chiamato per appello nominale.

Nel contempo, in modo accelerato, il centrodestra, ha approvato le leggi che consentono di usare le armi per “legittima difesa”, si sono  ridotte le pene contro il razzismo.  In altre parole: “pistola libera e insulto libero”.

Sarà indispensabile operare – ma è sempre più difficile - per impedire che nuovi stravolgimenti – dopo le tante leggi “ad personam” approvate in questa legislatura – siano adattati in questi ultimi giorni della Legislatura.

 

VERSO LA CONCLUSIONE L’INDAGINE SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO

Proseguono i lavori delle Commissioni d’Indagine, fra cui quella sugli infortuni sul lavoro, di cui sono vice Presidente. Ogni giorno si scoprono nuove violazioni delle norme di tutela dei lavoratori e di prevenzione e sicurezza sul lavoro. Se, durante l’ispezione ai cantieri della Fiera di Milano, abbiamo scoperto un’inimmaginabile diffusione del caporalato, nell’ispezione fatta in quattro cantieri edilizi, della provincia di Napoli, non ne abbiamo trovato uno in regola. In uno, tutti gli operai sono “in nero”, dicendo che erano al primo giorno di lavoro; mentre, in un’altro – come ci vedono arrivare  scappano tutti e, tanto per non sbagliare, non vi è nemmeno il cartello che segnali cantiere.

Questi fatti, più delle mie parole, spiegano perché, ancora nel 2005, vi sono stati, nel solo settore edile, oltre centomila infortuni sul lavoro, più di 300  mortali e oltre cento per cadute dall’alto (impalcature, ecc).

Antonio Pizzinato 

MartesanaDue - febbraio 2006