MartesanaDUE - settembre 2006  n. 85

 

 

In questo numero

 

 

Una scuola media per il Quartiere Adriano

 

Definitivamente bonificato il fortino dei clandestini dell'area ex Falck

 

Consiglio di Zona 2: fotocopia del precedente

 

Il programma dell'Unione per il Consiglio di Zona Due

 

L'Isola ritrovata?
Il Comune si accinge a rivedere il progetto Garibaldi-Repubblica

Salvate le due piante secolari (Paulonia) presenti in P.zza Piccoli Martiri

 

15 settembre il Leoncavallo non si sgombera

 

Riapre la biblioteca Zara

 

Rapporto sulle migrazioni: Italia e Libia 0 in condotta

 

La metafora del calcio

 

 

Le rubriche

 

Filo diretto dal Parlamento

con il senatore Antonio Pizzinato

 

Lettere alla redazione

 

Un libro al mese

 

Un film al mese

 

Alla (ri)scoperta dei sensi

 

Frammenti di umanità suburbana

 

Biologico in Martesana

 

Son atto a rimirar... rubrica d'arte

 

Gli annunci  e le opportunita'

 

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MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

 

Paola D'Alessandro

Adele Delponte

Antonio Gradia

Luca Gualtieri

Giuseppe Natale

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

Via delle Leghe, 5

20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

Fax 02/28.22.423

martesanadue@ilponte.it

 

Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 

 

 

Una scuola media per il quartiere Adriano 

Da anni gli abitanti del Quartiere Adriano e zone limitrofe (Via del Ricordo, Via San Mamete, Via Padova verso Cascina Gobba, Chiesa Rossa, ecc.) chiedono che venga aperta una nuova scuola media. Fino ad oggi i ragazzi che escono prevalentemente dalle scuole elementari di Via San Mamete e Via Bottego sono costretti a “migrare” verso le scuole medie “Buzzati” di Piazza Udine, “Quintino di Vona” di Piazzale Loreto, ecc. tutte piuttosto distanti.

Negli ultimi anni nella zona c’è stata una crescita di abitanti notevole (nel solo quartiere Adriano ora abitano più di 8.000 persone). Sono stati adeguati (a seguito di forti pressioni dei residenti) solo i servizi per l’infanzia, nessun adeguamento per la scuola dell’obbligo.

Già nel 1999-2000 i residenti iniziarono una lotta con l’Amministrazione Comunale affinché l’edificio scolastico di Via Brambilla 8-10 (all’epoca non utilizzato) venisse impiegato per le esigenze di servizi scolastici per la zona. Non si riuscì ad indirizzare le scelte dell’Amministrazione Comunale in tal senso: prima l’Assessore Testori ritenne non necessario aumentare l’offerta di scuole per il quartiere ed autorizzò il collega del Demanio a destinarlo ad altre funzioni, successivamente l’Assessore Simini seguendo le orme del suo predecessore, non si oppose alla concessione dell’edificio (per 99 anni) alla Curia milanese.

Persa questa battaglia per alcuni anni la questione “scuola media” rimase in sospeso.

 

Verso la fine del 2004 la questione è tornata di attualità.

I genitori delle scuole e gli abitanti della zona si sono di nuovo mobilitati quando si è saputo che il progetto di nuova urbanizzazione dell’area ex Marelli e Cascina San Giuseppe, abitanti nuovi previsti circa 5-6000, non prevedeva la realizzazione della scuola media.

Abbiamo raccolto firme, le abbiamo poi inviate alle Istituzioni preposte, poi abbiamo scritto all’Amministrazione Comunale (Sindaco, Vice Sindaco, Assessore all’Educazione e alla Pianificazione del Territorio) all’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia (Dott. Dutto) al C.S.A. di Milano (ex Provvidorato agli Studi). La risposta delle varie istituzioni ha lasciato aperto qualche spiraglio per una soluzione positiva però, purtroppo, il Piano di sviluppo dell’area Marelli-Cascina San Giuseppe è stato approvato senza prevere nuovi edifici per servizi scolastici per la scuola dell’obbligo!!! Pare che le resistenze maggiori (vox populi) siano venute dalle cooperative che dovranno edificare “l’edilizia convenzionata” a prezzi “agevolati” perché già in ritardo con i tempi e pressati dai loro soci che hanno bisogno di una casa (il problema della scuola media ed il suo inserimento nel piano, conseguentemente avrebbe ancora allungato i tempi dell’iter procedurale per l’approvazione del piano).

 

Dopo l’approvazione del piano Marelli-Cascina San Giuseppe senza le scuole dell’obbligo si è saputo che l’edificio che ospita i corsi professionali in Via Adriano (di proprietà della Regione), a breve, avrebbe cessato la sua attività e sarebbe quindi rimasto vuoto. E’ un edificio grande, non eccessivamente degradato, abbiamo pensato che poteva essere la sede ideale per dare finalmente una risposta adeguata ai bisogni di spazi scolastici per i vecchi ed i nuovi abitanti della zona.

Abbiamo preso contatto con alcuni consiglieri regionali e comunali (tutti di minoranza) per verificare questa possibilità.

Fu presentata un’interpellanza in Consiglio Regionale (primo firmatario Maria Grazia Fabrizio). Per ora non abbiamo nessuna risposta ufficiale. Voci provenienti dall’interno dell’Amministrazione Regionale farebbero ben sperare perchè, in linea di massima, non ci sarebbero forti ostacoli a mettere a disposizione del Comune di Milano l’edificio affinché possa essere utilizzato per i bisogni scolastici della popolazione residente.

Successivamente il Consiglio Comunale di Milano, su proposta di alcuni consiglieri di minoranza ha votato all’unanimità, nel mese di marzo 2006, una mozione che chiede al Sindaco ed all’Assessore competente di “inoltrare formale richiesta alla Regione Lombardia affinché la struttura venga concessa in comodato…”, “di attivare un tavolo di lavoro con CSA, Assessori, CdZ, rappresentanti di genitori….affinché la scuola possa essere messa in funzione in tempi brevi”, “di destinare finanziamenti adeguati….”

Successivamente abbiamo avuto notizia (dal Dirigente del Settore Diritto allo Studio del Comune di  Milano) che l’Assessorato aveva provveduto ad inoltrare richiesta per il rilascio dell’immobile all’Assessore regionale ed al Direttore Area Istruzione Formazione e Lavoro della Regione Lombardia. Questo avveniva verso la fine di marzo 2006, dopo nessuna notizia.

 

Il Comitato Genitori della Scuola Elementare di Via San Mamete"

 

Ps.  lunedì 11 settembre abbiamo incontrato una delegazione di consiglieri comunali dell'Ulivo (Adamo, Fanzago, Cormio) e di zona (Gioia e Villa) dove abbiamo fatto il punto della situazione e deciso le prossime mosse.

 

   

 

Definitivamente bonificato il fortino dei clandestini all’area ex Falck

 Nella zona sorgerà un complesso residenziale

C'è una malattia, che colpisce Il Giornale, ed in questo caso La Padania,: non sanno resistere alla voglia di mostrare chissà quali piani e strategie (di cui ci sarebbe invece bisogno), per cui anche se si parla di sgomberi a Sesto San Giovanni, bisogna allungare l'articolo, trovando e ridipingendo un mondo estraneo che li circonda. Rom, centri sociali, pacifisti, condividono questo destino di "chiamata in causa" senza ragione.

Nel lungo articolo spunta fuori, non so il perché:

...lo stesso Don Colmegna, per intenderci, del fortino rom di via Idro a Milano, roccaforte inespugnabile degli zingari dove polizia e carabinieri non possono nemmeno tentare di avventurarsi senza rischiare di essere presi a sassate;...

Vorrei rassicurare i lettori della Padania: è tutto tranne che un fortino inespugnabile. Vi arrivano tranquillamente i carabinieri, in divisa o in borghese, questa primavera s'è visto persino il primo consigliere di AN, arrivato sotto scorta e sorpreso che nessuno avesse da dire sulla sua presenza. L'unico momento di vera tensione che ricordo è avvenuto all'inizio degli anni '90, quando la banda della UNO Bianca sparava a Bologna nei campi Rom.

Oggi l'unica sorpresa che può capitare, fatte le dovute presentazioni e se si trova il Rom di buon umore, è vedersi offrire il caffé. Quanto a don Colmegna... siamo vicini ma non ci si frequenta molto.

 

Fabrizio Casavola

 

 

 

Consiglio di Zona 2: fotocopia del precedente

Stesso Presidente inutile (con quasi 4 mila euro al mese), di un Consiglio altrettanto inutile

 

 

Prima delle vacanze estive, il nuovo Consiglio  ha provveduto a eleggere il Presidente della zona  e le commissioni con i relativi presidenti.

Presidente del Consiglio è stato eletto per l’ennesima volta Luca Lepore, giovane e rampante rappresentante di una Lega ormai ridotta a Milano al 3% e che solo gli equilibri cittadini all’interno del centrodestra fanno sì che la nostra zona sia l’unica a dover sopportare un presidente leghista.

In realtà questo consiglio di zona 2 si regge su un accordo di potere che vede da una parte Lega e An in una continua e affannosa rincorsa su chi la spara più grossa contro gli extracomunitari e dall’altra un pezzo di Forza Italia intento unicamente a gestire decine e decine di migliaia di euro con i fondi Maap finanziando corsi e iniziative varie (spesso abbastanza inutili) e a occuparsi di urbanistica e edilizia in modo totalmente subalterno a Palazzo Marino e ai piccoli-grandi poteri forti della città che hanno ridotto questa parte di Milano ad una cementificazione sfrenata rispetto anche al resto della città.

Buon senso vorrebbe che, in attesa che Palazzo Marino si decida a decentrare nelle nove zone della città poteri, deleghe e funzioni, questi consigli si autosospendessero; sappiamo, purtroppo che questo non avverrà mai: ai Partiti e liste civiche della nostra città i 5.000 candidati ai consigli di zona servono come massa di manovra durante la campagna elettorale, per poi dimenticarsene subito dopo, magari dando qualche contentino a qualcuno dei 350 eletti. Del resto qualcuno di noi in zona ha mai visto durante l’ultima campagna elettorale del maggio scorso un volantino del centro destra con il loro programma di zona o sentito parlare di un incontro pubblico da loro promosso dove parlare dei problemi del nostro territorio? Se ne stanno zitti, tanto sanno che gli elettori dopo aver votato la scheda per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale, votano più o meno allo stesso modo una seconda scheda, anche se non sanno a cosa serve.

A controprova di tutto ciò è sufficiente osservare l’atmosfera surreale di una normale riunione del consiglio di zona 2: lo spazio per il pubblico costantemente vuoto e i  consiglieri intenti a prendersi o troppo sul serio o ad accapigliarsi su quasi tutto. Volendo essere precisi, su qualsiasi argomento, i consiglieri di minoranza del centrosinistra intervengono numerosi, a più riprese con competenza ed esperienza ma anche con una forte sensazione di impotenza, in quanto pur mettendo in difficoltà nel merito la maggioranza, quest’ultima, con grande indifferenza risponde velocemente, formalmente o evasivamente con i soliti due o tre consiglieri (bisogna dare atto al centrodestra di aver eletto parecchi nuovi consiglieri che per il momento sono silenziosi a differenza del centrosinistra con i soliti vecchi marpioni), per poi passare immediatamente al voto scontato.

Ritornando alla politica, la cosa che più colpisce è la contrapposizione che caratterizza la maggioranza e il suo presidente , la mancanza di disponibilità a decisioni che coinvolgano almeno una parte della minoranza se non l’intero consiglio già senza credibilità per mancanza di poteri. O per pareri non vincolanti che quasi nessuno tiene in considerazione. Bisognerà che qualcuno spieghi al presidente e a una parte del centrodestra ciò che sta avvenendo in regione Lombardia (dove Formigoni fa accordi con Ds e Margherita), a Palazzo Marino (dove la Moratti  ha subito messo in soffitta i metodi di governo di Alberini), informarli del dialogo in atto con provincia e governo nazionale; oppure esplicitare loro quello che sta avvenendo nella Casa delle Libertà, dove ormai quasi tutti mettono in discussione il ruolo di Berlusconi a cominciare dall’Udc che non fa più parte della “Casa” e si sente libera di fare ciò che vuole; per non parlare di quello che sta avvenendo nel centrosinistra spaccato dalle scelte del governo Prodi che a soli cinque mesi dalle elezioni si sta già rendendo responsabile di scelte economiche pesanti che ricadono sui pensionati e altri settori deboli. Insomma tutto è in movimento, gli equilibri tradizionali stanno saltando, i due poli stanno implodendo ma da noi in zona 2, tutto continua come prima anche se a nessuno gliene importa granché.

Anche per questo il nostro giornale cercherà di dare sempre più informazioni sui problemi veri del territorio, anziché del disgraziato nostro ceto politico. Cercheremo, con le nostre piccole forze, di dimostrare quanto utile sarebbe una istituzione vicino alla gente che incentivasse l’attenzione e la partecipazione di tutti alla gestione della vita pubblica.