Diritto allo studio in zona due |
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martesanaDue marzo 2010 Il quartiere Adriano ha bisogno di una scuola media
martesanaDue maggio-giugno 2009 Quartiere Adriano: la scuola media che non c'è
martesanaDue aprile 2009 Alle scuole del nostro territorio urge mettersi in rete
martesanaDue febbraio 2009 Diritto allo studio nel nostro territorio: un fallimento continuo
martesanaDue febbraio 2008 2008: niente di nuovo sul diritto allo studio
Commento ai dati relativi agli alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole di Milano e della Zona 2: Indicazioni ricavabili dai dati del 2005/6 Scuole milanesi comunali e statali
martesanaDue novembre 2008 Gli alunni stranieri che hanno frequentato le scuole dell'area di via Padova e vie limitrofe negli anni 2006/07 e 2007/ 08
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Il quartiere Adriano ha bisogno di una scuola media LA VERA NOTIZIA È CHE… NON C’È ANCORA NESSUNA NOTIZIA !!! In compenso continuano a prenderci in giro!!! Fantasiose collocazioni della nuova scuola media nel nostro quartiere (la voce che vorrebbe la sua costruzione nell’area Marelli, al posto del centro sportivo… È TOTALMENTE INFONDATA) NON C’È NESSUNA VARIANTE DEL PIANO MARELLI NON C’E’ NESSUNA DELIBERA Ne abbiamo avuto conferma dopo la INUTILE (per i cittadini, forse più utile per la Presidente Calzavara e per i consiglieri che ritirano il gettone di presenza, a carico nostro) riunione della Commissione Educazione del Consiglio di Zona 2 dove il responsabile della segreteria dell’Assessore Masseroli ha riferito solo che “stanno valutando”. I COSTRUTTORI DEVONO ONORARE GLI IMPEGNI ASSUNTI: COSTRUIRE LA SCUOLA MATERNA, L’ASILO NIDO E IL CENTRO SPORTIVO (atteso già dal Piano di Zona Adriano del 1987) Non vogliamo finire come il Quartiere “Santa Giulia” a Rogoredo, con tante case e niente servizi! IL COMUNE DI MILANO LA SMETTA DI COPRIRSI DI RIDICOLO DEVE DARE LA SCUOLA MEDIA AL QUARTIERE Comitato “Quartiere Adriano per una scuola media” Quartiere Adriano - La scuola media che non c’è «Il Comune mantiene gli impegni, in via Adriano si farà la scuola». Carlo Masseroli e Mariolina Moioli, rispettivamente assessori al Territorio e alla Scuola, preannunciano che «la progettazione definitiva sarà pronta entro l’autunno» e che «comprimendo i tempi per la gara d’appalto, inizieremo al più presto i lavori della scuola». A disposizione ci sono «nove milioni di euro» per rispondere così «alle esigenze del quartiere». Questo il comunicato stampa comparso nei giorni scorsi. Peccato che questi signori non abbiano la dignità di presentarsi ad una delle tante iniziative promosse nel quartiere o in consiglio di zona a spiegare perché la scuola media (di cui si parla da anni) non si possa fare utilizzando una struttura già esistente come la scuola Achille Grandi di via Adriano 60 chiusa dalla Regione e da qualche mese abbandonata a se stessa; perché si debba utilizzare uno dei pochi spazi verdi del nuovo insediamento Marelli – Adriano per costruire una scuola nuova, quando già esiste una struttura scolastica su cui, guarda caso, vogliono farci l’ennesima speculazione edilizia per fare cassa con gli oneri di urbanizzazione. L’impressione è l’ennesima sparata elettorale per arginare le proteste in atto nel quartiere. L’ultima iniziativa promossa dal comitato “Quartiere Adriano per una scuola media” si è svolta nel pomeriggio di venerdì 22 maggio davanti alla Achille Grandi con la scritta: partecipa anche tu alla festa della scuola media che non c’è; con lezioni in strada, spettacoli, merenda, musica, ospiti a sorpresa. Sempre a cura del comitato il blog http://scuola-media-adriano.blogspot.com/ Quando
una storia finisce, la si può raccontare. Di questi tempi se una storia
si conclude con il lieto fine, allora tutti si sentono contenti. Ma se il
“lieto fine”, rischiava di trasformarsi in una beffa, allora, quella
storia ci deve insegnare qualcosa. Il
diritto. La legge attribuisce, ai consigli di zona, 220.000,00 €
da distribuire a tutte le scuole, di ogni ordine e grado, a sostegno del
“diritto allo studio”.
I Consigli di Zona deliberano quanto di quei soldi saranno dati
alle scuole sotto forma di “quote procapite” (una quota per ogni studente, dalle materne alle
superiori), e quanti soldi assegnare ai “progetti
finalizzati” (percorsi didattici, presentati dalle scuole, che si
concludono entro la fine dell’anno scolastico). Il
Direttore di Settore della Zona due, il 14 novembre 2008, comunica al
Presidente Luca Lepore (Lega Nord) le fonti giuridiche, ed il nuovo
modello operativo, del Fondo Zonale Diritto allo Studio. Se, normalmente,
le scuole iniziano a settembre, e finiscono a giugno, entro quando, i
Dirigenti Scolastici, devono ricevere la comunicazione dal Consiglio di
Zona, contenenti i parametri per i progetti finalizzati? La
commissione Diritto allo Studio, presieduta dalla consigliera Paola
Ferrari (in quota Fi), in data 26 marzo 2009, approva la ripartizione dei
fondi: 70% procapite, 30% progetti finalizzati. In una nota del 2 aprile
2009, il presidente Lepore, annuncia che il 21 aprile si delibererà per
il procapite, mentre per la definizione dei parametri dei progetti
finalizzati, seguirà la convocazione della Commissione Diritto allo
Studio. E’ utile precisare che, tutte le opposizioni contestano al
Presidente Lepore, ed alla presidente Ferrari, di aver perso tempo e di
non aver saputo gestire l’organizzazione dei lavori della commissione
Diritto allo Studio. Anche una parte della maggioranza, Udc ed An,
concordano con le opposizioni nell’assegnare, solo per quest’anno,
tutti i fondi del Diritto allo Studio alle quote procapite. Il 19 maggio,
grazie anche ad un emendamento di An, il CdZ vota a grande maggioranza di
assegnare, solo per quest’anno, tutti i fondi per il Diritto allo Studio
al procapite. Il
rovescio di questa storia è rappresentato dall’incapacità e
dall’inefficienza manifestata dal Presidente del Consiglio di Zona due e
dal presidente della commissione Diritto allo Studio. Il primo, spesso
“assente” nel coordinare e nel presiedere il corretto svolgimento dei
lavori. Il secondo, semplicemente “ignorante” della materia e recidivo
nel fallimento della commissione nell’anno scolastico 2007/08. Giancarlo
Aprea
Alle scuole del nostro territorio urge mettersi in rete
Nell’anno scolastico anno scolastico 2007/8, gli alunni stranieri che hanno frequentato le scuole italiane sono stati 574.133: il 6,7% nella scuola dell’infanzia, il 7,7% nella scuola primaria, il 7.3% nella scuola secondaria di 1°grado, il 4,3% nella scuola di secondo grado. Il 71% degli alunni stranieri nella scuola infanzia è nato in Italia; 12.000 stranieri hanno sostenuto l’esame di maturità. A Milano erano 48.331, il 9,4%; a Brescia 20.135, l’ 11,5%. Nella nostra zona, l’anno scorso, erano il 23,4 % nelle scuole dell’infanzia (il 30,8 % in quelle pubbliche), il 23,5% nelle scuole primarie ( il 29,2% nelle pubbliche), il 20,3% in quelle secondarie di primo grado ( il 28,6% nelle pubbliche). Ben 5 le scuole dell’infanzia su 33, 4 le primarie su 22, e sempre 4 le secondarie di primo grado su 15 con una percentuale superiore al 40%. In più occasioni, anche nella Commissione “Diritto allo studio” del Consiglio di Zona, è stata segnalata la situazione e soprattutto il fatto che molti genitori cominciavano a disertare alcune scuole di appartenenza, per iscrivere i loro figli in altre considerate di élite. Sono diffuse le chiacchiere sulle pratiche di certe scuole che, in nome dell’autonomia scolastica e della “sana competizione tra le scuole”, fanno campagne per sottrarre alunni bravi alle altre scuole, orientando altrove, con motivazioni didattiche, quali “là, può trovare competenze e progetti più adatti per il suo bambino”, gli alunni ritenuti meno capaci. Non importa che gli insegnanti siano capaci, che la progettazione didattica sia accurata, che sia dimostrato che la compresenza delle diversità può costituire un potenziale incremento delle competenze cognitive e relazionali, che gli studi sui livelli di apprendimento dimostrino che la presenza o meno di immigrati non incide affatto sul rendimento di una classe. Si
tratta di paure irrazionali,
dicono. E allora si richiedono le classi ponte, anche se i bambini appena arrivati costituiscono solo il 10% ( 2 su 20) e gli altri sono italofoni; classi per soli italiani; lo spostamento degli alunni immigrati in altri istituti. Perché in Svezia e Norvegia confrontarsi con bambini che parlano un’altra lingua è un volano fortissimo per la crescita culturale e, da noi, motivo di fuga e di protesta? Sta succedendo anche nella nostra zona. Alcune scuole stanno diventando scuole per stranieri e per i figli delle famiglie che non hanno la possibilità di spostarsi; si perdono così classi e quindi insegnanti, la continuità didattica, le risorse professionali. Si innesca un circolo vizioso che potrebbe essere difficile poi arrestare. Per bloccare il fenomeno servono le 4 scuole polo designate dal Provveditorato agli Studi? Cosa dovranno fare? Che poteri avranno? Nel caso della Zona 2, gli alunni stranieri dovranno essere trasferiti in scuole fuori del territorio? Ed è giusto obbligarli? Credo che i Dirigenti della zona, unitamente al Consiglio di Zona, debbano invece farsi carico di governare il fenomeno nella sua complessità; debbano essere destinati fondi per una massiccia campagna di insegnamento dell’italiano per le mamme e per sostenere progetti di condivisione partecipata dei genitori, per mettere a disposizione mediatori culturali e linguistici. Tutte
le scuole del territorio devono diventare capaci di accogliere e di
attuare una didattica dell’eccellenza per tutti. Si faccia poi un appello agli insegnanti più capaci, perché scelgano le scuole che intendono diventare modelli di integrazione culturale, riconoscendo loro stipendi più alti e una carriera più riconosciuta. Di tempo non ne abbiamo più molto. Si tratta di un’urgenza educativa, assolutamente necessaria per fondare nel tempo vera sicurezza e legalità condivisa.
Carlo Bonaconsa
Diritto allo studio nel nostro
territorio: un fallimento continuo Seguo le
attività della Commissione “Diritto allo studio” di Zona 2 dal 2002,
perché sono fortemente interessato al mondo della scuola da cui provengo
e di cui sento sempre di più
la mancanza. Pensavo
di poter dare un contributo, ma aumenta lo sconcerto sull’incapacità di
questo organismo di arrivare a definire una proposta complessiva,
rispondente ai bisogni degli alunni per i quali la legge n.30 del 1981
destina i cosiddetti fondi per il diritto allo studio. Da un
lato un organismo autoreferenziale che non ha nessun rapporto
istituzionale e collaborativo con le scuole, che spende circa 10.000 euro
all’anno per pagare i gettoni di presenza ai consiglieri ( in sei anni
sono 60.000 euro), la cui consapevolezza
rispetto alle finalità
della legge è a dir poco “approssimativa”, senza chiari obiettivi da
perseguire, che ignora gli esiti delle decisioni assunte; dall’altro, le
scuole del territorio, bisognose di fondi, resistenti alle interferenze di
enti “esterni”, isolate nella loro autonomia, deluse forse da un
rapporto con il CdZ che ritengono improduttivo. Un
rapporto esigito dalla legge, condizione
indispensabile per migliorare
la situazione scolastica degli alunni e il livello delle competenze
cognitive degli adulti della Zona. Pensavo
fosse conclusa la mia esperienza partecipativa, ma un mese fa è arrivata
la comunicazione che la commissione si sarebbe finalmente riunita e alla
fine ho deciso di partecipare e di stare ad ascoltare, anche se non si può
arrivare a novembre a parlare di fondi che dovrebbero essere utilizzati
dalle scuole nell’anno in corso. Si è
capito che il ritardo era dovuto al fatto che nei mesi precedenti il
Direttore Amministrativo aveva mosso
osservazioni di una
certa rilevanza alle
procedure seguite dal Consiglio di Zona
in questi anni per l’assegnazione dei fondi. A voi, organo
politico, dice il Direttore, spetta il compito di definire l’indirizzo
della politica scolastica e
in particolare i criteri per l’assegnazione dei fondi. A noi, organo
amministrativo, spetta il compito di applicarli, seguendo regole di
trasparenza e di correttezza amministrativa. Bene,
direte voi, e con questo? Beh, non
è una piccola cosa in una struttura che fino ad oggi ha operato in modo
“casereccio”. Significa che non si andrà più a spanne nella
valutazione dei progetti, che i criteri saranno generali e non
“calibrati” sulle singole richieste, che non si potrà più
“seguire” il proprio caso, la scuola cioè che in qualche modo fa
riferimento a un singolo consigliere o a componenti politiche del Consiglio stesso. Una bella perdita di potere, non vi
pare? Costringe
il Consiglio a uscire dalle genericità e a fare i conti con il proprio
mandato, a seguire una buona volta le finalità che la legge si propone. Un uso
legittimo dei fondi presuppone infatti che gli stessi siano finalizzati al
soddisfacimento del diritto allo studio di tutti e quindi, in particolare,
di chi incontra difficoltà nello studio e nell’acquisizione delle
competenze di base che una scuola pubblica è tenuta a garantire ai
cittadini ( più precisamente degli
alunni respinti, dei disabili, di quelli in situazione di disagio
relazionale, che non hanno pieno e funzionale possesso delle abilità
linguistiche, logico-matematiche, scientifiche)
e a far sì che i progetti delle scuole siano
rigorosi, coerenti con le finalità della legge e con le priorità
definite, sperabilmente, in
condivisione con le scuole del territorio. Almeno su
questa questione non ci dovrebbero più essere incertezze. Restano
solo alcune chiarezze da fare circa il ruolo e la composizione della
Commissione Tecnica proposta del Direttore Amministrativo, per esempio. Non
dovrebbe essere difficile ora impostare un piano pluriennale, condiviso e
razionale, orientato all’efficienza
e all’efficacia degli interventi. Un piano per a)
dotarsi di un archivio, che
comprenda i dati relativi alle scuole ( bisogni e risorse), alle esigenze
formative degli alunni, alle caratteristiche del disagio scolastico; b)
mettere in cantiere una
conferenza annuale della scuola in cui le istituzioni scolastiche e quanti
si occupano di apprendimento fanno il punto rispetto ai punti di forza e
di debolezza delle stesse; b)
promuovere rapporti con le scuole per condividere le esigenze educative
prioritarie, le modalità di valutazione dei progetti (criteri e
indicatori di valutazione) e di capitalizzazione degli esiti positivi
determinati, di socializzazione e di verifica delle ricadute degli stessi
nella progettualità complessiva delle scuole. Sentendomi
nuovamente coinvolto, mi permetto di unire alle osservazioni critiche
anche una sintetica proposta:
Si contrasteranno così modelli
di insegnamento ancora troppo frequenti nell’insegnamento delle
scienze
che trovano nella lezione
frontale, nell’apprendimento libresco, nella lavagna le modalità
didattiche prevalenti. L’alunno potrà così accostarsi al sapere
scientifico con le modalità di
apprendimento più consone alla sua età
(un apprendimento più
attivo, motivato e solidale), e al
procedere specifico della ricerca scientifica.
a)
non c’è motivo perché il valore alunno delle materne sia più elevato:
è importante il momento per l’apprendimento (età), ma altrettanto i
problemi del disagio e dell’apprendimento nella scuola dell’obbligo; b)
nella ripartizione dei fondi si deve
tener conto del numero complessivo degli alunni frequentanti i
diversi ordini scolastici; le percentuali di ripartizione potrebbero
essere allora le seguenti: 20
(scuole dell’infanzia), 40 (scuole primarie), 30 (scuole secondarie di primo grado),
10 ( biennio superiori); c)
considerate le finalità della legge, per le superiori
considererei solo il numero degli alunni del biennio, con particolare
attenzione agli Istituti Professionali, agli alunni in ritardo scolastico,
in situazioni di disagio,
agli stranieri; d)
perché valutare la partecipazione degli alunni all’ascolto se si
vogliono valorizzare le abilità produttive? e)
il contributo degli esperti va valutato solo se programmaticamente
orientato a trasferire conoscenze e competenze agli insegnanti; così una
scuola capitalizza sapere e competenze
professionali; f)
la produzione di materiale cartaceo va riconosciuta se rappresenta un
aspetto di un progetto didattico più complesso ( un giornalino, una
ricerca sul campo…); g)
le visite di istruzione possono rappresentare una grande risorsa, purché
pensate come effettivo progetto
di apprendimento, altrimenti prevalgono esclusivamente gli aspetti
ricreativi e i costi diventano eccessivi. Carlo
Bonaconsa
2008: niente di nuovo sul diritto allo studio Coltivavo la segreta speranza che gli elementi di novità introdotti dalla Presidente della Commissione nella seduta del 17 dicembre 2007 potessero incentivare la prosecuzione di un confronto positivo tra le forze politiche, assolutamente indispensabile se si vuole recare una sicura utilità al mondo della scuola del nostro territorio. Nulla di fatto. Nell’incontro del 25 febbraio le posizioni della maggioranza e della minoranza si sono infatti riproposte in termini antagonistici, manifestando un’assoluta incapacità di dialogo e di confronto produttivo. Abbiamo una Maggioranza che conferma la modalità di ripartizione dei fondi dell’anno precedente ( quest’anno saranno 221.120 euro grazie all’emendamento presentato dall’opposizione e accolto a P.zo Marino): 60% per progetti, 40% con riferimento al pro-capite e ai bisogni speciali. Con quali motivazioni? Non ne ho sentite molte, a dire il vero. Qualche intervento ha richiamato la funzione positiva che i progetti potrebbero avere rispetto al potenziamento della qualità della progettazione didattica. Peccato che questo lodevole criterio non abbia indotto la Maggioranza a fare una seria riflessione sulla scadente qualità dei progetti presentati negli anni precedenti e sollecitare quindi con un certo vigore le scuole a presentare per il corrente anno scolastico progetti effettivamente di qualità, non strumentalmente e prevalentemente mirati all’ottenimento di fondi, peraltro comprensibilmente sempre graditi in periodo di ristrettezze economiche. Non è stato mai dichiarato, ( ma non credo di pensare male se dico che la motivazione di fondo che sorregge questa proposta sta nel fatto che il criterio dei progetti permette alle scuole private di ottenere fondi che invece sarebbero piuttosto scarsi con il criterio del pro-capite, considerato il numero piuttosto limitato degli alunni di gran parte di tali scuole, ma soprattutto la quasi assenza di alunni portatori di handicap e di stranieri frequentanti. NB. Per una conoscenza aggiornata dei dati degli alunni frequentanti è possibile consultare il sito www.ilponte.it L’Opposizione, per converso, ha presentato più proposte: la più radicale prevedeva un’attribuzione dell’80% dei fondi al pro-capite e 40% ai progetti, l’altra ribaltava la proposta della maggioranza: 60 al pro-capite, 40% ai progetti. Motivazioni. E’ stato fatto correttamente riferimento al fatto che la richiesta della maggioranza dei dirigenti scolastici che avevano partecipato alle precedenti riunioni era orientata in questo senso. Molto più consistente è il numero degli alunni che frequentano le scuole statali, così come la presenza di alunni con bisogni speciali: portatori di handicap, stranieri, in difficoltà di apprendimento… Qualche intervento ha sottolineato anche la difficoltà per i rappresentanti delle forze politiche di entrare nel merito della qualità dei progetti e delle priorità dei bisogni formativi. Atteggiamento comprensibile, ma che ritengo rinunciatario rispetto al compito della politica di concorrere, come prevede la normativa, con le scuole al perseguimento della crescita formativa degli alunni del territorio. Che
cosa dire? Servirsi dei parametri quantitativi per assegnare i fondi alle scuole è fondamentale, perché permette loro di far fronte alle gravi necessità materiali ( attrezzature, materiali didattici) che le scuole hanno e che, se non risolte, condizionerebbero negativamente la qualità dell’offerta didattica, soprattutto se differenziata in rapporto alla specificità dei bisogni formativi. Valorizzare la progettazione didattica è altrettanto importante. Permette di ottenere diversi risultati: a) le scuole della zona dovrebbero mettersi in rete per concordare priorità educative e criteri di assegnazione dei fondi; per esprimere atteggiamenti di solidarietà istituzionale e non attivare logiche di competizione che non esaltano certo l’autonomia progettuale assegnata alle scuole, anzi le impoveriscono in un egoismo istituzionale che danneggia sia gli alunni più capaci che quelli più bisognosi di aiuto; b) il CdZ si porrebbe nei confronti dei bisogni formativi dei cittadini del territorio in un’ottica che esalterebbe la funzione programmatoria e di indirizzo, contenendo le logiche clientelari; avrebbe la possibilità di confrontarsi realmente con le scuole, costruendo tavoli di lavoro utilissimi alle forze politiche, alle singole scuole e a tutto il territorio; c) si creerebbero le condizioni per la socializzazione di quanto di meglio le scuole producono dal punto di vista della sperimentazione e del sostegno alla formazione. Ci
resta una speranza. Entro il mese di mese di marzo dovrebbe costituirsi il tavolo di lavoro composto da componenti della Commissione Diritto alla Studio e da rappresentanti degli istituti scolastici della zona con il compito di definire le linee guida per l’assegnazione in futuro del fondo zonale, più precisamente la individuazione delle priorità formative del territorio nonché dei criteri per l’assegnazione dei fondi, la predisposizione e la valutazione dei progetti. Sarà un tavolo che richiederà a tutti un forte impegno e una adesione convinta e solidale. Le scuole saranno chiamate a confrontarsi tra loro ( per livello, per forma giuridica…) al fine di concertare analisi rispetto ai bisogni formativi, condividere criteri quantitativi e qualitativi di assegnazione e di verifica. Non sarà per loro un percorso facile, anzi difficilissimo. Dovranno abbandonare una logica tutta autoreferenziale per acquisire una visione più vasta dei problemi di tutte le scuole del territorio e maturare uno spirito di solidarietà istituzionale, avendo chiaro che la loro missione è sì quella di rispondere alle esigenze di tutti gli alunni, ma, considerato che si tratta di fondi con destinazione prioritaria agli alunni portatori di disagio scolastico, prioritariamente di quelle degli alunni più in difficoltà. Le forze politiche dovranno porsi in un’ottica di ascolto, di comprensione delle reali difficoltà formative presenti nel territorio, alla ricerca di quegli orientamenti che, al di là delle parti di riferimento ( scuole private o scuole pubbliche), favoriscano la costruzione di un grande progetto finalizzato alla crescita delle competenze di tutti gli alunni e soprattutto di quelli più deprivati. Un tavolo di lavoro, si diceva, che dovrà affrontare questioni impegnative, come a) acquisire una chiara condivisione degli obiettivi (legge di riferimento, analisi dei bisogni, realtà delle singole scuole); b) sviluppare un’effettiva volontà di collaborazione e di solidarietà istituzionale; c) formare un gruppo di lavoro tecnico ristretto, misto ( rappresentanti politici e delle istituzioni scolastiche), che dovrà individuare i criteri di assegnazione dei fondi e di valutazione dei progetti, fissare la tempistica, elaborare la modulistica ; d) costituire infine un gruppo misto che dovrà procedere alla valutazione dei progetti. Il lavoro più impegnativo spetterà alle scuole. Se le scuole crederanno in questo progetto, il cammino sarà agevole e i risultati non tarderanno ad arrivare. Questa esperienza porterà a tutti ( scuole, territorio,forze politiche) un grande vantaggio. Ma saranno soprattutto gli alunni più in difficoltà, depositari di un diritto garantito dalla legge, che potranno essere maggiormente grati per questa fatica.
Carlo Bonaconsa
Commento ai dati relativi agli alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole di Milano e della Zona 2 relativi all'a.s. 2005/2006.
Scuole milanesi comunali e statali Per
l’anno 2005/6 sono disponibili solo i dati delle scuole
comunali e statali e si è fatto ricorso ai dati riportati nel sito
statistico della Direzione Regionale Scolastica della Lombardia Scuole
milanesi comunali e statali ·
La percentuale degli
alunni stranieri presenti nelle scuole
milanesi nell’anno 2005/6 era del 12,73%;
in termini assoluti: 21.959 su un totale di 172.483 alunni con una
percentuale del 12.6%. ·
Gli alunni immigrati
più presenti provengono nell’ordine dagli stati seguenti: Filippine,
Perù, Ecuador, Cina, Egitto. ·
Il numero dei maschi
è superiore di più di 1269 unità rispetto alle femmine. ·
L’Egitto ha
proporzionalmente il minor numero di alunne femmine immigrate. Scuole dell’infanzia ·
Gli alunni immigrati
corrispondono al 14,38% del
totale degli alunni frequentanti le scuole dell’infanzia per un totale
di 4439 alunni. ·
Rispetto alla
provenienza vengono
confermati quattro dei cinque stati sopra indicati: non compare
tra i primi cinque la Cina, mentre è particolarmente elevata la
presenza di bambini provenienti dalle Filippine e dall’Egitto. ·
Solo il Perù e
L’Ecuador presentano una percentuale equivalente di maschi e di femmine;
gli altri stati vedono una presenza inferiore di bambine, in particolare
l’Egitto. Scuole
primarie ·
Gli alunni immigrati
corrispondono al 15,38% degli
alunni delle scuole per un totale di 7663
alunni. ·
Provengono ancora una
volta soprattutto dai cinque stati sopraindicati. ·
Diminuisce di 4 punti
la percentuale delle bambine frequentanti. ·
Rilevante il numero
dei bambini immigrati in ritardo scolastico: uno
ogni cinque alunni; il numero cresce nel passaggio agli anni
successivi; nelle classi quinte ben
il 40% degli alunni stranieri viene inserito in classi non corrispondenti
all’età. Scuole
secondarie di primo grado ·
La percentuale degli
alunni stranieri corrisponde al 15,19%
per un totale di 4525 alunni. ·
La provenienza della
maggior parte dei bambini corrisponde a quella sopra segnalata; si nota un
forte recupero della Cina e un certo calo da parte dell’Egitto. ·
Il numero delle
femmine è sempre inferiore rispetto a quello dei
maschi. ·
Imponente
il dato del ritardo scolastico: 45,36%; esso aumenta con il passaggio
agli anni superiori per arrivare al 53,78%
in terza media. Scuole
secondarie di secondo grado ·
La percentuale degli
alunni stranieri si abbassa all’ 8,80%
per un totale di 5332 alunni ·
La
percentuale degli stranieri in ritardo scolastico è elevatissima: 73,88%. ·
La scelta si orienta
prevalentemente sugli istituti professionali (47%,) e tecnici (37,5%). ·
Gli alunni stranieri
rappresentano circa il 20% negli istituti professionali e l’11,58%
negli istituti tecnici. ·
La Cina non compare ai
primi posti nelle scuole dell’infanzia, compare al 4° posto nelle scuole primarie, balza al secondo posto nelle
scuole dell’obbligo e superiori.
Scuole
Zona due Scuole
dell’infanzia ·
Gli alunni immigrati
frequentanti le scuole comunali e statali della zona 2 corrispondono al 31,9%
del totale degli alunni per un totale di 626 alunni, rispetto al 14,38%
delle scuole milanesi. Scuole
primarie ·
Gli alunni immigrati
corrispondono al 23,70% degli
alunni delle scuole per un totale di 1022
alunni rispetto al 15,38% delle scuole
milanesi. Scuole
secondarie di primo grado ·
La percentuale degli
alunni stranieri corrisponde al 27,1%
per un totale di 539
alunni rispetto al 15,19% delle
scuole milanesi alunni. Scuole
secondarie di secondo grado della Zona 2 ·
Non sono disponibili i
dati Commento ai dati relativi agli
alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole della Zona 2 relativi
all’a.s. 2006/7 NB. I
dati sono stati forniti dalle
scuole comunali, statali, private della zona 2 al Consiglio di Zona 2. A
differenza dei dati relativi all’a.s. 2005/6 essi comprendono anche i
dati relativi agli alunni delle scuole private. Scuole
dell’infanzia ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle scuole ( comunali, statali, private)
della zona: 22,6% ·
Valori assoluti: 764
alunni stranieri su 3385 alunni
·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 29,7%; nelle scuole private: 8.6 ·
Valori assoluti: 666
alunni stranieri su 2244 alunni
frequentanti le scuole statali
e comunali;
98 alunni
stranieri su 1141 alunni
frequentanti le scuole private. Scuole
primarie ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 22.8% ·
Valori assoluti:
1340 alunni stranieri su 5874 alunni. ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 28.2%; nelle scuole private: 2.1%.
·
Valori assoluti: 1315
alunni stranieri su 4655 alunni
frequentanti le scuole statali
e comunali; 25
alunni stranieri su 1219
alunni frequentanti le scuole private. Scuole
secondarie di primo grado ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 24% ·
Valori assoluti:
716 alunni stranieri su 2985 alunni ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle
scuole comunali e statali: 33,5%;
nelle scuole private: 1,6%. ·
Valori assoluti: 704
alunni stranieri su 2102
alunni frequentanti le scuole statali e comunali;
12 alunni stranieri su 753
alunni frequentanti le scuole private. Scuole
secondarie di secondo grado ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 7,8% ·
Valori assoluti:
316 alunni stranieri su 4042 alunni. ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 13,2%; per le scuole private: 1.4% ·
Valori assoluti: 273
alunni stranieri su 2074 alunni frequentanti le scuole
statali e comunali; 43
alunni stranieri su 1968
alunni frequentanti le scuole private. Raffronti Scuole
dell’infanzia Dati
relativi alle cinque scuole
comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri: ·
Percentuale:
S.Uguzzone ( 54%), Venini ( 44%), Russo ( 43,4%), Cesalpino ( 42%),
Giacosa
( 41,8%). ·
Valori assoluti:
Giacosa ( 118 su 282 alunni), Cesalpino ( 76 su 181 alunni), Venini ( 66
su 150 alunni), Rovetta ( 64
su 211 alunni), Muzio ( 38 su 120). ·
Dati
relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni
stranieri ·
Percentuale: S.
Martino ( 29.4%), M.A. Galimberti( 23%), Ist.inf.Crescenzago ( 20.5%),
Cislagni (16,9%), S. Gioachimo ( 10%). ·
Valori assoluti: Ist.
infantile Crescenzago ( 15 alunni su 73), S. Martino ( 10 alunni su 34) ;
Prez. Sangue ( 10 su 136), Cislaghi ( 10), A. Angela Merici ( 9). Scuole
primarie Dati
relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di
alunni stranieri: ·
Percentuale:
Venini ( 47%), Giacosa ( 47%), Russo ( 40,3%), Cesalpino ( 37.5%),
Galvani ( 31%), Bottega ( 31%). ·
Valori assoluti:
Giacosa (228 su 486), Russo (140 su 347),
Venini ( 126 su 268), Muzio (118 su 512), Cesalpino ( 107 su 285). Dati
relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni
stranieri: ·
Percentuale: M.
Consolatrice ( 4.1%), S. Giuseppe ( 3.%), Prez. Sangue ( 2.6%), Gonzaga (
0.7%) ·
Valori assoluti: M.
Consolatrice ( 12 su 292 ), Prez. Sangue ( 6 su 232), S. Giuseppe ( 5 su
159), Gonzaga ( 2 su 284). Scuole
secondarie di 1° grado Dati
relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di
alunni stranieri: ·
Percentuali: Cesalpino
( 57%), Pontano ( 52,5%), Giacosa ( 45.4%), Brianza ( 35.2%),
Fara ( 33.7%) ·
Valori assoluti:
Cesalpino ( 158 su 277), Giacosa ( 119 su 262), Pontano ( 105 su 200),
Brianza ( 103 su 292), Giustizia ( 84 su 363). Dati
relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni
stranieri: ·
Percentuali:
S. Giuseppe ( 2.7 %), Gonzaga ( 2.2%), M. Consolatrice ( 1.5%), Prez.
Sangue
( 1.4%), Salesiani ( 0.7%. ·
Valori assoluti:
Gonzaga ( 4 su 180), S. Giuseppe ( 2 su 74), M.Consolatrice ( 2 su 130),
prez. Sangue ( 2 su 144), salesiani ( 2 su 275).
Scuole
secondarie di 2° grado Dati
relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di
alunni stranieri: ·
Percentuali : M.Polo (
53.5%), Settembrini ( 38.6% ), Caravagggio ( 3.9%), Carducci ( 0.8%). ·
Valori assoluti: M.
Polo ( 136 su 254), settembrini ( 102 su 264), Caravaggio ( 28 su 718),
carducci ( 7 su 838) Dati
relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni
stranieri: ·
Percentuali: Casati (
12.6%), Carducci liceo sc. ( 7.2%), ITC Milano scuola ( 4.4%), Don Bosco
( 3.5%), M. Consolatrice ( 3.5%)- Liceo scientifico ( 2%). ·
Valori assoluti:
Casati ( 11 su 87), Don Bosco ( 9 su 256), ITC Milano scuola ( 6 su 135),
Carducci Liceo sc. ( 5 su 69). Commento
ai dati relativi agli alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le
scuole della Zona 2 relativi
all’a.s. 2007/8 NB. I
dati sono stati forniti dalle
scuole comunali, statali, private della zona 2 al Consiglio di Zona 2. A
differenza dei dati relativi all’a.s. 2005/6 essi comprendono anche i
dati relativi agli alunni delle scuole private. Scuole
dell’infanzia ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 23.4% ·
Valori assoluti: 785
alunni stranieri su 3360
alunni. ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 30.8%; nelle scuole private: 8.8. ·
Valori assoluti: 685
alunni stranieri su 2221 alunni
frequentanti le scuole statali
e comunali; 100
alunni stranieri su 1139
alunni frequentanti le scuole private. Scuole
primarie ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 23.5% ·
Valori assoluti:
1400 alunni stranieri su 5948 alunni. ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 29.2%; nelle scuole private: 2.4%.
·
Valori assoluti: 1367
alunni stranieri su 4687 alunni
frequentanti le scuole statali
e comunali; 33
alunni stranieri su 1261
alunni frequentanti le scuole private. Scuole
secondarie di primo grado ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 20.3% ·
Valori assoluti:
610 alunni stranieri su 3012
alunni ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle
scuole comunali e statali: 28.6%;
nelle scuole private: 2.5%. ·
Valori assoluti: 586
alunni stranieri su 2053
alunni frequentanti le scuole statali e comunali;
24 alunni stranieri su 959
alunni frequentanti le scuole private. Scuole
secondarie di secondo grado ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 8,8% ·
Valori assoluti:
352 alunni stranieri su 4001 alunni. ·
Percentuali di
presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 14.8%; per le scuole private: 2,5%. ·
Valori assoluti: 309
alunni stranieri su 2089 alunni
frequentanti le scuole statali
e comunali; 43
alunni stranieri su 1912
alunni frequentanti le scuole private. Raffronti Scuole
dell’infanzia Dati
relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di
alunni stranieri: ·
Percentuale:
S.Uguzzone ( 49%), Russo (49%), Giacosa ( 45.6%), Cesalpino ( 43%), Venini
( 40%), ·
Valori assoluti:
Giacosa ( 114 su 250 alunni), Cesalpino ( 79 su 183 alunni), Rovetta ( 71
su 200 alunni), Venini ( 60 su 150 alunni),
Giustizia ( 61 su 212). Dati
relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni
stranieri: ·
Percentuale: M.A.
Galimberti( 63%), Ist.inf.Crescenzago ( 41.3%), Presentazione ( 41.3), S.
Martino ( 14.3%), Girotondo ( 9.4). ·
Valori assoluti: Ist.
infantile Crescenzago ( 31 alunni su 75),
Prez. Sangue ( 13 su 138),S. Giuseppe ( 8 su 88), Presentazione ( 7
su 73), Galimberti ( 7 su 11). Scuole
primarie Dati
relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di
alunni stranieri: ·
Percentuale:
Giacosa ( 49%), Russo ( 45,2%), Venini ( 45%), Cesalpino ( 42%),
Bottego ( 29.4%). ·
Valori assoluti:
Giacosa (222 su 453), Russo (157 su 347),
Cesalpino ( 129 su 306)Venini ( 121 su 269),Muzio ( 117 su 490). Dati
relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni
stranieri: ·
Percentuale: M.
Consolatrice ( 3.6%), S. Giuseppe ( 2.9%), Prez. Sangue ( 5%), Gonzaga
(1%) ·
Valori assoluti: M.
Consolatrice ( 12 su 330 ), Prez. Sangue ( 12 su 241), S. Giuseppe ( 4 su
136), Gonzaga ( 3 su 308). ·
Scuole
secondarie di 1° grado Dati
relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di
alunni stranieri: ·
Percentuali: Venini (
55 su 111), Cesalpino ( 51.8%), Pontano ( 50.8%), Giacosa ( 47.5%), Fara
(31.6%). ·
Valori assoluti:
Cesalpino ( 132 su 255), Giacosa ( 121 su 255), Pontano ( 101 su 199),
Venini ( 61 su 111), Frigia (
55 su 297). Dati
relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni
stranieri: ·
Percentuali:
Gonzaga ( 2.6%), M. Consolatrice ( 5.3%), Centro Faes ( 3.3%) ( Prez.
Sangue ( 1.7%). ·
Valori assoluti:
M.Consolatrice ( 8 su 150), Gonzaga ( 5 su 195). Scuole
secondarie di 2° grado Dati
relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di
alunni stranieri: ·
Percentuali : M.Polo (
57.4%), Settembrini ( 42.5% ), Caravagggio ( 6.2%), Carducci ( 0.8%). ·
Valori assoluti: M.
Polo (138 su 241), Settembrini ( 116 su 273), Caravaggio ( 44 su 705),
Carducci
( 11 su 870). Dati
relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni
stranieri: ·
Percentuali: Casati (
17.6%), M. Consolatrice – liceo scientifico (3%), Don Bosco ( 3%),
Carducci liceo sc. ( %), M. Consolatrice liceo scientifico linguistico
europeo( 2.2%). ·
Valori assoluti:
Casati ( 16 su 91), Don Bosco ( 9 su 305), M. Consolatrice-liceo
scientifico ( 3 su 101). Serie storica
Tutte le scuole della
zona 2
Annotazioni Infanzia Decremento
complessivo degli alunni ( 3385-3360) Incremento
alunni h ( 38-47) Incremento
degli alunni stranieri ( 764-785) Primarie
Decremento
del numero degli alunni ( 5874-5948)* Stabilità
del numero di alunni portatori di h* Incremento
degli alunni stranieri ( 1340- 1400)*
* Non abbiamo i dati della scuola di Via Venini dell’anno
scolastico 2006/7 Secondarie
1° grado Incremento
degli alunni ( 2985-3012) Leggero
decremento degli alunni h ( 101-96) Forte
decremento degli alunni stranieri ( 716-610)
Secondarie
2° grado Decremento
degli alunni ( 4042- 4001)* Incremento
degli alunni h ( 33-40)* Incremento degli alunni stranieri ( 316-352)*
*Non abbiamo i dati dell’Itc.
Milano per l’anno 2007/8 Scuole comunali e statali
Annotazioni Infanzia
Decremento
degli alunni ( 2244-2221) Incremento
degli alunni h ( 38-43) Incremento
degli alunni stranieri (666-685) Primarie Incremento
degli alunni ( 4655-4687)* Stabilità
degli alunni h * Incremento
degli alunni stranieri ( 1315-1367)* * Non sono compresi i dati di Via Venini
relativi all’a.s. 2006/7 Secondarie
1° grado Decremento
degli alunni ( 2102-2053) Leggero
decremento degli alunni h ( 93-90) forte
decremento degli alunni stranieri ( 704- 586) Secondarie
di 2°grado Leggero
incremento degli alunni ( 2074-2089) Incremento
degli alunni h ( 32-40) Incremento
degli alunni stranieri ( 273-309) Tab
55
Scuole private
Annotazioni Infanzia
Sostanziale
stabilità degli alunni Sostanziale
stabilità degli alunni h Sostanziale
stabilità degli alunni stranieri Primarie Incremento
degli alunni Stabilità
degli alunni h incremento
degli alunni stranieri Secondarie
1° grado Forte
incremento degli alunni ( 753-959) Leggero
decremento degli alunni h ( 8-6) Raddoppio
degli alunni stranieri ( 12-24) Secondarie
di 2° grado Decremento
degli alunni ( 1968-1912)* Stabilità
alunni h ( 1-0)* Stabilità
degli alunni stranieri* *Non sono compresi di dati dell’ITC Milano relativi all’a.s. 2007/8
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