Diritto allo studio in zona due

martesanaDue marzo 2010

Il quartiere Adriano ha bisogno di una scuola media

 

martesanaDue maggio-giugno 2009

Quartiere Adriano: la scuola media che non c'è

 

Diritto e rovescio

 

martesanaDue aprile 2009

Alle scuole del nostro territorio urge mettersi in rete

 

martesanaDue febbraio 2009

Diritto allo studio nel nostro territorio: un fallimento continuo

 

martesanaDue febbraio 2008

2008: niente di nuovo sul diritto allo studio

 

Commento ai dati relativi agli alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole  di Milano e della Zona 2:

Indicazioni ricavabili dai  dati del 2005/6

Scuole milanesi comunali e statali

 

martesanaDue novembre 2008

Gli alunni stranieri che hanno frequentato le scuole dell'area 

di via Padova e vie limitrofe negli anni 2006/07 e 2007/ 08

 

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Il quartiere Adriano ha bisogno di una scuola media

LA VERA NOTIZIA È CHE… NON C’È ANCORA NESSUNA NOTIZIA !!!

In compenso continuano a prenderci in giro!!!

Fantasiose collocazioni della nuova scuola media nel nostro quartiere (la voce che vorrebbe la sua costruzione nell’area Marelli, al posto del centro sportivo… È TOTALMENTE INFONDATA) NON C’È NESSUNA VARIANTE DEL PIANO MARELLI NON C’E’ NESSUNA DELIBERA

Ne abbiamo avuto conferma dopo la INUTILE (per i cittadini, forse più utile per la Presidente Calzavara e per i consiglieri che ritirano il gettone di presenza, a carico nostro) riunione della Commissione Educazione del Consiglio di Zona 2 dove il responsabile della segreteria dell’Assessore Masseroli ha riferito solo che “stanno valutando”.

I COSTRUTTORI DEVONO ONORARE GLI IMPEGNI ASSUNTI: COSTRUIRE LA SCUOLA MATERNA, L’ASILO NIDO E IL CENTRO SPORTIVO (atteso già dal Piano di Zona Adriano del 1987) Non vogliamo finire come il Quartiere “Santa Giulia” a Rogoredo, con tante case e niente servizi!

IL COMUNE DI MILANO LA SMETTA DI COPRIRSI DI RIDICOLO DEVE DARE LA SCUOLA MEDIA AL QUARTIERE

Comitato “Quartiere Adriano per una scuola media”

Quartiere Adriano - La scuola media che non c’è

 

«Il Comune mantiene gli impegni, in via Adriano si farà la scuola». Carlo Masseroli e Mariolina Moioli, rispettivamente assessori al Territorio e alla Scuola, preannunciano che «la progettazione definitiva sarà pronta entro l’autunno» e che «comprimendo i tempi per la gara d’appalto, inizieremo al più presto i lavori della scuola». A disposizione ci sono «nove milioni di euro» per rispondere così «alle esigenze del quartiere».

Questo il comunicato stampa comparso nei giorni scorsi.

Peccato che questi signori non abbiano la dignità di presentarsi ad una delle tante iniziative promosse nel quartiere o in consiglio di zona a spiegare perché la scuola media (di cui si parla da anni) non si possa fare utilizzando una struttura già esistente come la scuola Achille Grandi di via Adriano 60 chiusa dalla Regione e da qualche mese abbandonata a se stessa; perché si debba utilizzare uno dei pochi spazi verdi del nuovo insediamento Marelli – Adriano per costruire una scuola nuova, quando già esiste una struttura scolastica su cui, guarda caso, vogliono farci l’ennesima speculazione edilizia per fare cassa con gli oneri di urbanizzazione.

L’impressione è l’ennesima sparata elettorale per arginare le proteste in atto nel quartiere.

L’ultima iniziativa promossa dal comitato “Quartiere Adriano per una scuola media” si è svolta nel pomeriggio di venerdì 22 maggio davanti alla Achille Grandi con la scritta: partecipa anche tu alla festa della scuola media che non c’è; con lezioni in strada, spettacoli, merenda, musica, ospiti a sorpresa.

Sempre a cura del comitato il blog http://scuola-media-adriano.blogspot.com/

 

 

Diritto e rovescio

Quando una storia finisce, la si può raccontare. Di questi tempi se una storia si conclude con il lieto fine, allora tutti si sentono contenti. Ma se il “lieto fine”, rischiava di trasformarsi in una beffa, allora, quella storia ci deve insegnare qualcosa.

Il diritto. La legge attribuisce, ai consigli di zona, 220.000,00 € da distribuire a tutte le scuole, di ogni ordine e grado, a sostegno del “diritto allo studio”.   I Consigli di Zona deliberano quanto di quei soldi saranno dati alle scuole sotto forma di “quote procapite” (una quota per ogni studente, dalle materne alle superiori), e quanti soldi assegnare ai “progetti finalizzati” (percorsi didattici, presentati dalle scuole, che si concludono entro la fine dell’anno scolastico).

Il Direttore di Settore della Zona due, il 14 novembre 2008, comunica al Presidente Luca Lepore (Lega Nord) le fonti giuridiche, ed il nuovo modello operativo, del Fondo Zonale Diritto allo Studio. Se, normalmente, le scuole iniziano a settembre, e finiscono a giugno, entro quando, i Dirigenti Scolastici, devono ricevere la comunicazione dal Consiglio di Zona, contenenti i parametri per i progetti finalizzati?

La commissione Diritto allo Studio, presieduta dalla consigliera Paola Ferrari (in quota Fi), in data 26 marzo 2009, approva la ripartizione dei fondi: 70% procapite, 30% progetti finalizzati. In una nota del 2 aprile 2009, il presidente Lepore, annuncia che il 21 aprile si delibererà per il procapite, mentre per la definizione dei parametri dei progetti finalizzati, seguirà la convocazione della Commissione Diritto allo Studio. E’ utile precisare che, tutte le opposizioni contestano al Presidente Lepore, ed alla presidente Ferrari, di aver perso tempo e di non aver saputo gestire l’organizzazione dei lavori della commissione Diritto allo Studio. Anche una parte della maggioranza, Udc ed An, concordano con le opposizioni nell’assegnare, solo per quest’anno, tutti i fondi del Diritto allo Studio alle quote procapite. Il 19 maggio, grazie anche ad un emendamento di An, il CdZ vota a grande maggioranza di assegnare, solo per quest’anno, tutti i fondi per il Diritto allo Studio al procapite.

Il rovescio di questa storia è rappresentato dall’incapacità e dall’inefficienza manifestata dal Presidente del Consiglio di Zona due e dal presidente della commissione Diritto allo Studio. Il primo, spesso “assente” nel coordinare e nel presiedere il corretto svolgimento dei lavori. Il secondo, semplicemente “ignorante” della materia e recidivo nel fallimento della commissione nell’anno scolastico 2007/08.

Giancarlo Aprea

 

 

 

Alle scuole del nostro territorio urge mettersi in rete

 

Nell’anno scolastico anno scolastico 2007/8,  gli alunni stranieri che hanno frequentato le scuole italiane sono stati 574.133: il 6,7% nella scuola dell’infanzia, il 7,7% nella scuola  primaria, il 7.3% nella scuola secondaria di 1°grado, il  4,3% nella scuola di secondo grado.

Il 71%  degli alunni stranieri nella scuola infanzia è nato in Italia; 12.000 stranieri hanno sostenuto  l’esame di maturità.

A Milano erano 48.331, il  9,4%; a Brescia  20.135, l’ 11,5%.

Nella nostra zona, l’anno scorso, erano il 23,4 % nelle scuole dell’infanzia (il 30,8 % in quelle pubbliche),  il 23,5% nelle scuole primarie ( il 29,2% nelle pubbliche), il 20,3% in quelle secondarie di primo grado ( il 28,6% nelle pubbliche).

Ben 5 le scuole dell’infanzia su 33, 4 le primarie su 22, e sempre 4 le secondarie di primo grado  su 15 con una percentuale superiore al 40%.

In più occasioni, anche nella Commissione “Diritto allo studio” del Consiglio di Zona,  è stata segnalata la situazione e soprattutto il fatto che molti genitori cominciavano a disertare alcune scuole di appartenenza, per iscrivere i loro figli in altre considerate di élite.

Sono diffuse le chiacchiere sulle  pratiche di certe scuole che, in nome dell’autonomia scolastica e della “sana competizione tra le scuole”, fanno campagne per sottrarre alunni bravi alle altre scuole, orientando altrove, con motivazioni didattiche, quali  “là, può trovare competenze e progetti più adatti per il suo bambino”, gli alunni ritenuti meno capaci.

Non importa che gli insegnanti siano capaci, che la progettazione didattica sia accurata, che sia dimostrato che la compresenza delle diversità può costituire un potenziale incremento delle competenze cognitive e relazionali, che gli  studi sui livelli di apprendimento dimostrino che la presenza o meno di immigrati non incide affatto sul rendimento di una classe.

Si tratta di  paure irrazionali, dicono. 

E allora si richiedono le classi ponte, anche se i bambini appena arrivati costituiscono solo il 10%

( 2 su 20) e gli altri sono italofoni;  classi per soli italiani; lo spostamento degli alunni immigrati in altri istituti.

Perché in Svezia e Norvegia confrontarsi con bambini che parlano un’altra lingua è un volano fortissimo per la crescita culturale e, da noi, motivo di fuga e di protesta?

Sta succedendo anche nella nostra zona. Alcune scuole stanno diventando scuole per stranieri e per i figli delle famiglie che non hanno la possibilità di spostarsi; si perdono così classi e quindi insegnanti,  la continuità didattica,  le risorse professionali.

Si innesca un circolo vizioso che potrebbe essere difficile poi arrestare.

Per bloccare il fenomeno servono le  4 scuole polo designate dal Provveditorato agli Studi? Cosa dovranno fare? Che poteri avranno? Nel caso della Zona 2, gli alunni stranieri dovranno essere trasferiti in scuole fuori del territorio? Ed è giusto obbligarli?

Credo che i Dirigenti della zona, unitamente al Consiglio di Zona,  debbano invece farsi carico di governare il fenomeno nella sua complessità; debbano essere destinati fondi  per  una massiccia  campagna di insegnamento dell’italiano per le mamme e  per sostenere  progetti di condivisione partecipata dei genitori, per mettere a disposizione mediatori culturali e linguistici.

Tutte le scuole del territorio devono diventare capaci di accogliere e di attuare una didattica dell’eccellenza per tutti.

Si faccia poi un appello agli insegnanti più capaci, perché scelgano le scuole che intendono diventare modelli di integrazione culturale, riconoscendo loro  stipendi più alti e una carriera più riconosciuta.

Di tempo non ne abbiamo più molto. Si tratta di un’urgenza educativa, assolutamente necessaria per fondare nel tempo vera sicurezza  e  legalità condivisa.

 

Carlo Bonaconsa

 

 

Diritto allo studio nel nostro territorio: un fallimento continuo

Seguo le attività della Commissione “Diritto allo studio” di Zona 2 dal 2002, perché sono fortemente interessato al mondo della scuola da cui provengo e di cui  sento sempre di più la mancanza.

Pensavo di poter dare un contributo, ma aumenta lo sconcerto sull’incapacità di questo organismo di arrivare a definire una proposta complessiva, rispondente ai bisogni degli alunni per i quali la legge n.30 del 1981 destina i cosiddetti fondi per il diritto allo studio.

Da un lato un organismo autoreferenziale che non ha nessun rapporto istituzionale e collaborativo con le scuole, che spende circa 10.000 euro all’anno per pagare i gettoni di presenza ai consiglieri ( in sei anni sono 60.000 euro), la cui consapevolezza  rispetto  alle finalità della legge è a dir poco “approssimativa”, senza chiari obiettivi da perseguire, che ignora gli esiti delle decisioni assunte; dall’altro, le scuole del territorio, bisognose di fondi, resistenti alle interferenze di enti “esterni”, isolate nella loro autonomia, deluse forse da un rapporto con il CdZ che ritengono improduttivo.

Un rapporto esigito dalla legge,  condizione indispensabile per  migliorare la situazione scolastica degli alunni e il livello delle competenze cognitive  degli adulti della Zona.

Pensavo fosse conclusa la mia esperienza partecipativa, ma un mese fa è arrivata la comunicazione che la commissione si sarebbe finalmente riunita e alla fine ho deciso di partecipare e di stare ad ascoltare, anche se non si può arrivare a novembre a parlare di fondi che dovrebbero essere utilizzati dalle scuole nell’anno in corso.

Si è capito che il ritardo era dovuto al fatto che nei mesi precedenti il Direttore Amministrativo aveva mosso  osservazioni  di una certa rilevanza  alle procedure seguite dal Consiglio di Zona  in questi anni per l’assegnazione dei fondi. A voi, organo politico, dice il Direttore, spetta il compito di definire l’indirizzo della  politica scolastica e in particolare i criteri per l’assegnazione dei fondi. A noi, organo amministrativo, spetta il compito di applicarli, seguendo regole di trasparenza e di correttezza amministrativa.

Bene, direte voi, e con questo?

Beh, non è una piccola cosa in una struttura che fino ad oggi ha operato in modo “casereccio”. Significa che non si andrà più a spanne nella valutazione dei progetti, che i criteri saranno generali e non “calibrati” sulle singole richieste, che non si potrà più “seguire” il proprio caso, la scuola cioè che in qualche modo fa riferimento a un singolo consigliere o a componenti politiche  del Consiglio stesso. Una bella perdita di potere, non vi pare?

Costringe il Consiglio a uscire dalle genericità e a fare i conti con il proprio mandato, a seguire una buona volta le finalità che la legge si propone.

Un uso legittimo dei fondi presuppone infatti che gli stessi siano finalizzati al soddisfacimento del diritto allo studio di tutti e quindi, in particolare, di chi incontra difficoltà nello studio e nell’acquisizione delle competenze di base che una scuola pubblica è tenuta a garantire ai cittadini ( più precisamente  degli alunni respinti, dei disabili, di quelli in situazione di disagio relazionale, che non hanno pieno e funzionale possesso delle abilità linguistiche, logico-matematiche, scientifiche)  e a far sì che i progetti delle scuole siano  rigorosi, coerenti con le finalità della legge e con le priorità definite, sperabilmente,  in condivisione con le scuole del territorio.

Almeno su questa questione non ci dovrebbero più essere incertezze.

Restano solo alcune chiarezze da fare circa il ruolo e la composizione della Commissione Tecnica proposta del Direttore Amministrativo, per esempio.

Non dovrebbe essere difficile ora impostare un piano pluriennale, condiviso e razionale, orientato  all’efficienza e all’efficacia degli interventi. Un piano per

a) dotarsi  di un archivio, che comprenda i dati relativi alle scuole ( bisogni e risorse), alle esigenze formative degli alunni, alle caratteristiche del disagio scolastico;

b) mettere in cantiere  una conferenza annuale della scuola in cui le istituzioni scolastiche e quanti si occupano di apprendimento fanno il punto rispetto ai punti di forza e di debolezza delle stesse;

b) promuovere rapporti con le scuole per condividere le esigenze educative prioritarie, le modalità di valutazione dei progetti (criteri e indicatori di valutazione) e di capitalizzazione degli esiti positivi determinati, di socializzazione e di verifica delle ricadute degli stessi nella progettualità complessiva delle scuole.

Sentendomi nuovamente coinvolto, mi permetto di unire alle osservazioni critiche anche una sintetica proposta:

  1. Ripresa, nei tempi più rapidi e nei modi più efficaci, di  un raccordo con il mondo della scuola. I contenuti potranno essere quelli sopra indicati. La sincera volontà di entrare in comunicazione e la consapevolezza che il passato logoramento dei rapporti aiuterà nella ricerca delle modalità più rispettose della parità dei ruoli e della diversità delle competenze.

  2. Promozione di alcuni incontri con i dirigenti scolastici o loro rappresentanti per la individuazione  di priorità educative, coerenti con quelle stabilite dalla legge e cioè  le abilità cognitive e motivazionali da recuperare. I  contenuti programmatici, vedi un corso  sull’astronomia o sulla poesia,  costituiscono obiettivi secondari e strumentali dell’apprendimento.

  3. Utilizzazione di  una parte ridotta dei fondi ( 30%) per  sostenere progetti di sperimentazione mirati a promuovere le abilità cognitive, operative e progettuali proprie della ricerca scientifica, e a potenziare la dotazione laboratoriale delle scuole.

      Si contrasteranno così  modelli di insegnamento ancora troppo frequenti nell’insegnamento delle       scienze       che trovano nella  lezione frontale, nell’apprendimento libresco, nella lavagna le modalità       didattiche prevalenti. L’alunno potrà così accostarsi al sapere scientifico con le modalità di       apprendimento più consone alla sua età       (un apprendimento  più  attivo, motivato  e solidale), e al       procedere specifico della ricerca scientifica.

  1. Quanto ad alcuni aspetti tecnici della proposta della Presidente esprimo solo alcune delle osservazioni possibili:

a) non c’è motivo perché il valore alunno delle materne sia più elevato: è importante il momento per l’apprendimento (età), ma altrettanto i problemi del disagio e dell’apprendimento nella scuola       dell’obbligo;

            b) nella ripartizione dei fondi si deve  tener conto del numero complessivo degli alunni frequentanti i diversi ordini scolastici; le percentuali di ripartizione potrebbero essere allora  le seguenti: 

            20 (scuole dell’infanzia),  40 (scuole primarie), 30 (scuole secondarie di primo grado), 10 ( biennio  superiori);

            c) considerate le finalità della legge, per le superiori considererei solo il numero degli alunni del biennio, con particolare attenzione agli Istituti Professionali, agli alunni in ritardo scolastico, in situazioni di  disagio, agli stranieri;

            d) perché valutare la partecipazione degli alunni all’ascolto se si vogliono valorizzare le abilità  produttive?

            e) il contributo degli esperti va valutato solo se programmaticamente orientato a trasferire conoscenze e competenze agli insegnanti; così una scuola capitalizza sapere e competenze  professionali;

            f) la produzione di materiale cartaceo va riconosciuta se rappresenta un aspetto di un progetto didattico più complesso ( un giornalino, una ricerca sul campo…);

            g) le visite di istruzione possono rappresentare una grande risorsa, purché pensate come effettivo  progetto di apprendimento, altrimenti prevalgono esclusivamente gli aspetti ricreativi e i costi diventano eccessivi.

 Carlo Bonaconsa

 

2008: niente di nuovo sul diritto allo studio

Coltivavo  la segreta speranza che gli elementi di novità introdotti dalla Presidente della Commissione nella seduta del 17 dicembre 2007 potessero incentivare la prosecuzione di un confronto positivo tra le forze politiche, assolutamente indispensabile se si vuole recare una sicura utilità al  mondo della scuola del nostro territorio.

 

Nulla di fatto. Nell’incontro del 25 febbraio le posizioni della maggioranza e della minoranza si sono infatti riproposte in termini antagonistici, manifestando un’assoluta incapacità di dialogo e di confronto produttivo.

 

Abbiamo una Maggioranza che conferma la modalità di ripartizione dei fondi dell’anno precedente ( quest’anno saranno 221.120 euro grazie all’emendamento presentato dall’opposizione e accolto a P.zo Marino): 60% per progetti, 40% con riferimento al pro-capite e ai bisogni speciali.

Con quali motivazioni? Non ne ho sentite molte, a dire il vero. Qualche intervento ha  richiamato la funzione positiva che i progetti potrebbero avere rispetto al potenziamento della qualità della progettazione didattica.

Peccato che questo lodevole criterio non abbia indotto la Maggioranza a fare una seria riflessione  sulla scadente qualità dei progetti presentati negli anni precedenti e sollecitare quindi con un certo vigore  le scuole a presentare per il corrente anno scolastico  progetti effettivamente di qualità, non  strumentalmente e prevalentemente mirati all’ottenimento di fondi, peraltro comprensibilmente sempre graditi in periodo di ristrettezze economiche.

Non è stato mai dichiarato, ( ma non credo di pensare male se dico che la motivazione di fondo che sorregge questa proposta sta nel fatto che il criterio dei  progetti permette alle scuole private di ottenere fondi che invece sarebbero piuttosto scarsi con il criterio del pro-capite, considerato il numero piuttosto  limitato degli alunni di gran parte di tali scuole, ma soprattutto la quasi assenza di alunni portatori di handicap e  di stranieri frequentanti.

NB. Per una conoscenza aggiornata dei dati degli alunni frequentanti è possibile consultare il sito www.ilponte.it

 

L’Opposizione, per converso, ha presentato più proposte: la più radicale prevedeva un’attribuzione dell’80% dei fondi al pro-capite e 40% ai progetti, l’altra ribaltava la proposta della maggioranza: 60 al pro-capite, 40% ai progetti.

Motivazioni. E’ stato fatto correttamente riferimento al fatto che la  richiesta della maggioranza  dei dirigenti scolastici che avevano partecipato alle precedenti riunioni era orientata in questo senso.

Molto più consistente è il numero degli alunni che frequentano le scuole statali, così come la presenza di alunni con bisogni speciali: portatori di handicap, stranieri, in difficoltà di apprendimento…

Qualche intervento ha sottolineato anche la  difficoltà per i rappresentanti delle forze politiche di entrare nel merito della qualità dei progetti e delle priorità dei bisogni formativi.

Atteggiamento comprensibile, ma che ritengo rinunciatario rispetto al compito della politica di concorrere, come prevede la normativa, con le scuole al perseguimento della crescita formativa degli alunni del territorio.

 

Che cosa dire?

Servirsi dei parametri quantitativi per assegnare i fondi alle scuole è fondamentale, perché permette loro di far fronte alle gravi necessità materiali ( attrezzature, materiali didattici) che le scuole hanno e  che, se non risolte, condizionerebbero negativamente la qualità dell’offerta didattica, soprattutto se differenziata in rapporto alla specificità dei bisogni formativi.

Valorizzare la progettazione didattica è altrettanto importante. Permette di ottenere diversi risultati:

a)      le scuole della zona dovrebbero mettersi in rete per concordare priorità educative e criteri di assegnazione dei fondi; per esprimere atteggiamenti di solidarietà istituzionale e non attivare logiche di competizione che non esaltano certo l’autonomia progettuale assegnata alle scuole, anzi le impoveriscono in un egoismo istituzionale che danneggia sia gli alunni più capaci che quelli più bisognosi di aiuto;

b)      il CdZ si porrebbe nei confronti  dei bisogni formativi dei cittadini del territorio in un’ottica che esalterebbe la funzione programmatoria e di indirizzo, contenendo le logiche clientelari;  avrebbe la possibilità di confrontarsi realmente con le scuole, costruendo tavoli di lavoro utilissimi alle  forze politiche, alle singole  scuole e a tutto il territorio;

c)      si creerebbero le condizioni per la socializzazione di quanto di meglio le scuole producono  dal punto di vista della sperimentazione e del sostegno alla formazione.

 

Ci resta una speranza.

Entro il mese di mese di marzo dovrebbe costituirsi il tavolo di lavoro composto da componenti della Commissione Diritto alla Studio e da rappresentanti degli istituti scolastici della zona con il compito di definire le linee guida per l’assegnazione in futuro del fondo zonale, più precisamente la individuazione delle priorità formative del territorio nonché dei  criteri per l’assegnazione dei fondi, la predisposizione e la valutazione dei progetti.

Sarà un tavolo che richiederà a tutti un forte impegno e una adesione convinta e solidale.

Le scuole saranno chiamate a confrontarsi tra loro ( per livello, per forma giuridica…) al fine di concertare analisi rispetto ai  bisogni formativi, condividere criteri quantitativi e qualitativi di assegnazione  e di verifica. Non sarà per loro un percorso facile, anzi difficilissimo. Dovranno abbandonare  una logica tutta autoreferenziale per acquisire  una visione più vasta dei problemi di tutte le scuole del territorio e maturare uno spirito di solidarietà istituzionale, avendo chiaro  che la loro missione è sì quella di rispondere alle esigenze di tutti gli alunni, ma, considerato che si tratta di fondi con destinazione prioritaria agli alunni portatori di disagio scolastico, prioritariamente  di quelle degli alunni più in difficoltà.

Le forze politiche dovranno porsi in un’ottica di ascolto, di comprensione delle reali difficoltà formative presenti nel territorio,  alla ricerca di quegli  orientamenti che, al di là delle parti di riferimento ( scuole private o scuole pubbliche), favoriscano la costruzione di un grande progetto finalizzato alla crescita delle competenze di tutti gli alunni e soprattutto di quelli più deprivati.

Un tavolo di lavoro, si diceva, che dovrà affrontare questioni impegnative, come

a)      acquisire una chiara condivisione degli obiettivi (legge di riferimento, analisi dei bisogni, realtà delle singole scuole);

b)      sviluppare un’effettiva volontà di collaborazione e di solidarietà istituzionale;

c)      formare un gruppo di lavoro tecnico ristretto, misto ( rappresentanti politici e delle istituzioni scolastiche), che dovrà  individuare i criteri di assegnazione dei fondi e di valutazione  dei progetti, fissare la tempistica, elaborare la modulistica ; 

d)      costituire infine un gruppo misto che dovrà procedere alla valutazione dei progetti.

Il lavoro più impegnativo spetterà alle scuole. Se le scuole crederanno in questo progetto, il cammino sarà agevole e i risultati non tarderanno ad arrivare.

Questa esperienza porterà a tutti ( scuole, territorio,forze politiche) un grande vantaggio.

Ma saranno soprattutto gli alunni più in difficoltà, depositari di un diritto garantito dalla legge, che potranno essere maggiormente grati per questa fatica.  

 

Carlo Bonaconsa

  

 

Commento ai dati relativi agli alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole  di Milano e della Zona 2 relativi all'a.s. 2005/2006.

 

Scuole milanesi comunali e statali

Per l’anno 2005/6 sono disponibili solo i dati delle scuole comunali e statali e si è fatto ricorso ai dati riportati nel sito statistico della Direzione Regionale Scolastica della Lombardia

 

Scuole milanesi comunali e statali

·        La percentuale degli alunni stranieri presenti nelle scuole  milanesi nell’anno 2005/6 era del 12,73%; in termini assoluti: 21.959 su un totale di 172.483 alunni con una percentuale del 12.6%.

·        Gli alunni immigrati più presenti provengono nell’ordine dagli stati seguenti: Filippine, Perù, Ecuador, Cina, Egitto.

·        Il numero dei maschi è superiore di più di 1269 unità rispetto alle femmine.

·        L’Egitto ha proporzionalmente il minor numero di alunne femmine immigrate.

 

Scuole dell’infanzia

·        Gli alunni immigrati corrispondono al 14,38% del totale degli alunni frequentanti le scuole dell’infanzia per un totale di 4439 alunni.

·        Rispetto alla provenienza  vengono confermati quattro dei cinque stati sopra indicati: non compare  tra i primi cinque la Cina, mentre è particolarmente elevata la presenza di bambini provenienti dalle Filippine e dall’Egitto.

·        Solo il Perù e L’Ecuador presentano una percentuale equivalente di maschi e di femmine; gli altri stati vedono una presenza inferiore di bambine, in particolare l’Egitto.

 

Scuole primarie

·        Gli alunni immigrati corrispondono al 15,38% degli alunni delle scuole per un totale di 7663 alunni.

·        Provengono ancora una volta soprattutto dai cinque stati sopraindicati.

·        Diminuisce di 4 punti la percentuale delle bambine frequentanti.

·        Rilevante il numero dei bambini immigrati in ritardo scolastico: uno ogni cinque alunni; il numero cresce nel passaggio agli anni successivi; nelle classi quinte ben il 40% degli alunni stranieri viene inserito in classi non corrispondenti all’età.

 

Scuole secondarie di primo grado

·        La percentuale degli alunni stranieri corrisponde al 15,19% per un totale di 4525 alunni.

·        La provenienza della maggior parte dei bambini corrisponde a quella sopra segnalata; si nota un forte recupero della Cina e un certo calo da parte dell’Egitto.

·        Il numero delle femmine è sempre inferiore rispetto a quello dei  maschi.

·        Imponente il dato del ritardo scolastico: 45,36%; esso aumenta con il passaggio agli anni superiori per arrivare al 53,78% in terza media.

 

Scuole secondarie di secondo grado

·        La percentuale degli alunni stranieri si abbassa all’ 8,80% per un totale di 5332 alunni

·        La percentuale degli stranieri in ritardo scolastico è elevatissima: 73,88%.

·        La scelta si orienta prevalentemente sugli istituti professionali (47%,) e tecnici (37,5%).

·        Gli alunni stranieri rappresentano circa il 20% negli istituti professionali e l’11,58%  negli istituti tecnici.

·        La Cina non compare ai primi posti nelle scuole dell’infanzia, compare al  4° posto nelle scuole primarie, balza al secondo posto nelle scuole dell’obbligo e superiori.


Scuole Zona due

 

Scuole dell’infanzia

·        Gli alunni immigrati frequentanti le scuole comunali e statali della zona 2 corrispondono al 31,9% del totale degli alunni per un totale di 626  alunni, rispetto al 14,38% delle scuole milanesi.

 

Scuole primarie

·        Gli alunni immigrati corrispondono al 23,70% degli alunni delle scuole per un totale di 1022  alunni rispetto al 15,38%  delle scuole milanesi.

 

Scuole secondarie di primo grado

·        La percentuale degli alunni stranieri corrisponde al 27,1% per un totale di  539 alunni rispetto al 15,19% delle scuole milanesi alunni.

 

Scuole secondarie di secondo grado della Zona 2

·        Non sono disponibili i dati

 

Commento ai dati relativi agli alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole  della Zona 2

relativi all’a.s. 2006/7

NB.

I dati sono  stati forniti dalle scuole comunali, statali, private della zona 2 al Consiglio di Zona 2.

A differenza dei dati relativi all’a.s. 2005/6 essi comprendono anche i dati relativi agli alunni delle scuole private.

 

Scuole dell’infanzia

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri nelle scuole ( comunali, statali, private) della zona: 22,6%

·        Valori assoluti: 764 alunni stranieri su 3385 alunni

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 29,7%; nelle scuole private: 8.6

·        Valori assoluti: 666 alunni stranieri su 2244 alunni frequentanti le scuole  statali e comunali; 

      98 alunni stranieri su 1141 alunni frequentanti le scuole private.

 

Scuole primarie

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 22.8%

·        Valori assoluti: 1340 alunni stranieri su 5874 alunni.

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 28.2%; nelle scuole private:  2.1%.

·        Valori assoluti: 1315 alunni stranieri su 4655 alunni frequentanti le scuole  statali e comunali;  25 alunni stranieri su 1219 alunni frequentanti le scuole private.

 

 

Scuole secondarie di primo grado

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 24%

·        Valori assoluti: 716 alunni stranieri su 2985 alunni

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri  nelle scuole comunali e statali: 33,5%; nelle scuole private: 1,6%.

·        Valori assoluti: 704 alunni stranieri su 2102 alunni frequentanti le scuole statali e comunali;  12 alunni stranieri su 753 alunni frequentanti le scuole private.

 

 

Scuole secondarie di secondo grado

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 7,8%

·        Valori assoluti: 316 alunni stranieri su 4042 alunni.

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 13,2%; per le scuole private: 1.4%

·        Valori assoluti: 273 alunni stranieri su 2074  alunni frequentanti le scuole  statali e comunali;  43 alunni stranieri su 1968 alunni frequentanti le scuole private.

 

Raffronti

Scuole dell’infanzia

 

Dati relativi alle  cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuale: S.Uguzzone ( 54%), Venini ( 44%), Russo ( 43,4%), Cesalpino ( 42%), Giacosa

      ( 41,8%).

·        Valori assoluti: Giacosa ( 118 su 282 alunni), Cesalpino ( 76 su 181 alunni), Venini ( 66 su 150 alunni),  Rovetta ( 64 su 211 alunni), Muzio ( 38 su 120).

·         

Dati relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni stranieri

·        Percentuale: S. Martino ( 29.4%), M.A. Galimberti( 23%), Ist.inf.Crescenzago ( 20.5%), Cislagni (16,9%), S. Gioachimo ( 10%).

·        Valori assoluti: Ist. infantile Crescenzago ( 15 alunni su 73), S. Martino ( 10 alunni su 34) ; Prez. Sangue ( 10 su 136), Cislaghi ( 10), A. Angela Merici ( 9).

 

Scuole primarie  

 

Dati relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuale: Venini ( 47%), Giacosa ( 47%), Russo ( 40,3%), Cesalpino ( 37.5%), Galvani ( 31%), Bottega ( 31%).

·        Valori assoluti: Giacosa (228 su 486), Russo (140 su 347),  Venini ( 126 su 268), Muzio (118 su 512), Cesalpino ( 107 su 285).

Dati relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuale: M. Consolatrice ( 4.1%), S. Giuseppe ( 3.%), Prez. Sangue ( 2.6%), Gonzaga ( 0.7%)

·        Valori assoluti: M. Consolatrice ( 12 su 292 ), Prez. Sangue ( 6 su 232), S. Giuseppe ( 5 su 159), Gonzaga ( 2 su 284).

 

Scuole secondarie di 1° grado

 

Dati relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuali: Cesalpino ( 57%), Pontano ( 52,5%), Giacosa ( 45.4%), Brianza ( 35.2%), Fara ( 33.7%)

·        Valori assoluti: Cesalpino ( 158 su 277), Giacosa ( 119 su 262), Pontano ( 105 su 200), Brianza ( 103 su 292), Giustizia ( 84 su 363).

Dati relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuali: S. Giuseppe ( 2.7 %), Gonzaga ( 2.2%), M. Consolatrice ( 1.5%), Prez. Sangue

      ( 1.4%), Salesiani ( 0.7%.

·        Valori assoluti: Gonzaga ( 4 su 180), S. Giuseppe ( 2 su 74), M.Consolatrice ( 2 su 130), prez. Sangue ( 2 su 144), salesiani ( 2 su 275).


Scuole secondarie di 2° grado

 

Dati relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuali : M.Polo ( 53.5%), Settembrini ( 38.6% ), Caravagggio ( 3.9%), Carducci ( 0.8%).

·        Valori assoluti: M. Polo ( 136 su 254), settembrini ( 102 su 264), Caravaggio ( 28 su 718), carducci ( 7 su 838)

Dati relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuali: Casati ( 12.6%), Carducci liceo sc. ( 7.2%), ITC Milano scuola ( 4.4%), Don Bosco  ( 3.5%), M. Consolatrice ( 3.5%)- Liceo scientifico ( 2%).

·        Valori assoluti: Casati ( 11 su 87), Don Bosco ( 9 su 256), ITC Milano scuola ( 6 su 135), Carducci Liceo sc. ( 5 su 69).

 

 Commento ai dati relativi agli alunni con cittadinanza non italiana frequentanti le scuole  della Zona 2

relativi all’a.s. 2007/8

NB.

I dati sono  stati forniti dalle scuole comunali, statali, private della zona 2 al Consiglio di Zona 2.

A differenza dei dati relativi all’a.s. 2005/6 essi comprendono anche i dati relativi agli alunni delle scuole private.

 

Scuole dell’infanzia

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 23.4%

·        Valori assoluti: 785 alunni stranieri su 3360 alunni.

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 30.8%; nelle scuole private: 8.8.

·        Valori assoluti: 685 alunni stranieri su 2221 alunni frequentanti le scuole  statali e comunali;  100 alunni stranieri su 1139 alunni frequentanti le scuole private.

 

Scuole primarie

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 23.5%

·        Valori assoluti: 1400 alunni stranieri su 5948 alunni.

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 29.2%; nelle scuole private:  2.4%.

·        Valori assoluti: 1367 alunni stranieri su 4687 alunni frequentanti le scuole  statali e comunali;  33 alunni stranieri su 1261 alunni frequentanti le scuole private.

 

Scuole secondarie di primo grado

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 20.3%

·        Valori assoluti: 610 alunni stranieri su 3012 alunni

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri  nelle scuole comunali e statali: 28.6%; nelle scuole private: 2.5%.

·        Valori assoluti: 586 alunni stranieri su 2053 alunni frequentanti le scuole statali e comunali;  24 alunni stranieri su 959 alunni frequentanti le scuole private.

 

Scuole secondarie di secondo grado

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri in tutte le scuole della zona: 8,8%

·        Valori assoluti: 352 alunni stranieri su 4001 alunni.

·        Percentuali di presenza di alunni stranieri nelle scuole comunali e statali: 14.8%; per le scuole private: 2,5%.

·        Valori assoluti: 309 alunni stranieri su 2089 alunni frequentanti le scuole  statali e comunali;  43 alunni stranieri su 1912 alunni frequentanti le scuole private.

Raffronti

 

Scuole dell’infanzia

 

Dati relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuale: S.Uguzzone ( 49%), Russo (49%), Giacosa ( 45.6%), Cesalpino ( 43%), Venini ( 40%),

·        Valori assoluti: Giacosa ( 114 su 250 alunni), Cesalpino ( 79 su 183 alunni), Rovetta ( 71 su 200 alunni), Venini ( 60 su 150 alunni),  Giustizia ( 61 su 212).

Dati relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuale: M.A. Galimberti( 63%), Ist.inf.Crescenzago ( 41.3%), Presentazione ( 41.3), S. Martino ( 14.3%), Girotondo ( 9.4).

·        Valori assoluti: Ist. infantile Crescenzago ( 31 alunni su 75),  Prez. Sangue ( 13 su 138),S. Giuseppe ( 8 su 88), Presentazione ( 7 su 73), Galimberti ( 7 su 11).

 

Scuole primarie  

 

Dati relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuale: Giacosa ( 49%), Russo ( 45,2%), Venini ( 45%), Cesalpino ( 42%),  Bottego ( 29.4%).

·        Valori assoluti: Giacosa (222 su 453), Russo (157 su 347),  Cesalpino ( 129 su 306)Venini ( 121 su 269),Muzio ( 117 su 490).

Dati relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuale: M. Consolatrice ( 3.6%), S. Giuseppe ( 2.9%), Prez. Sangue ( 5%), Gonzaga (1%)

·        Valori assoluti: M. Consolatrice ( 12 su 330 ), Prez. Sangue ( 12 su 241), S. Giuseppe ( 4 su 136), Gonzaga ( 3 su 308).

·         

Scuole secondarie di 1° grado

 

Dati relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuali: Venini ( 55 su 111), Cesalpino ( 51.8%), Pontano ( 50.8%), Giacosa ( 47.5%), Fara (31.6%).

·        Valori assoluti: Cesalpino ( 132 su 255), Giacosa ( 121 su 255), Pontano ( 101 su 199), Venini  ( 61 su 111), Frigia ( 55 su 297).

Dati relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuali: Gonzaga ( 2.6%), M. Consolatrice ( 5.3%), Centro Faes ( 3.3%) ( Prez. Sangue ( 1.7%).

·        Valori assoluti: M.Consolatrice ( 8 su 150), Gonzaga ( 5 su 195).

 

 

Scuole secondarie di 2° grado

 

Dati relativi alle cinque scuole comunali/statali con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuali : M.Polo ( 57.4%), Settembrini ( 42.5% ), Caravagggio ( 6.2%), Carducci ( 0.8%).

·        Valori assoluti: M. Polo (138 su 241), Settembrini ( 116 su 273), Caravaggio ( 44 su 705), Carducci

      ( 11 su 870).

Dati relativi alle cinque scuole private con il maggior numero di alunni stranieri:

·        Percentuali: Casati ( 17.6%), M. Consolatrice – liceo scientifico (3%), Don Bosco ( 3%), Carducci liceo sc. ( %), M. Consolatrice liceo scientifico linguistico europeo( 2.2%).

·        Valori assoluti: Casati ( 16 su 91), Don Bosco ( 9 su 305), M. Consolatrice-liceo scientifico ( 3 su 101).

 

 

Serie storica

       Tutte le scuole della zona 2

 

 

A.S. 2006/07

A.S. 2007/08

Scuole  comunali e statali

Alunni

Alunni H

%

Stranieri e nomadi

%

Alunni

Alunni h

%

Stranieri e nomadi

%

Infanzia

3385

38

1.1

764

22.6

3360

47

1.4

785

23.4

Primarie

5874

223

3.8

1340

22.8

5948

223

3.8

1400

23.4

Secondarie 1° grado

2985

101

3.4

716

24

3012

96

3.2

610

20.3

Secondarie 2° grado

4042

33

0.8

316

7.8

4001

40

1

352

8.8

 

Annotazioni

Infanzia

Decremento complessivo degli alunni ( 3385-3360)

Incremento alunni h ( 38-47)

Incremento degli alunni stranieri ( 764-785)

Primarie

Decremento del numero degli alunni ( 5874-5948)*

Stabilità del numero di alunni portatori di h*

Incremento degli alunni stranieri ( 1340- 1400)*

      * Non abbiamo i dati della scuola di Via Venini dell’anno scolastico 2006/7

Secondarie 1° grado

Incremento degli alunni ( 2985-3012)

 Leggero decremento degli alunni h ( 101-96)

Forte decremento degli alunni stranieri ( 716-610) 

Secondarie 2° grado

Decremento degli alunni ( 4042- 4001)*

Incremento degli alunni h ( 33-40)*

Incremento degli alunni stranieri ( 316-352)*

        *Non abbiamo i dati dell’Itc. Milano per l’anno 2007/8

 

Scuole comunali e statali

 

 

A.S. 2006/07

A.S. 2007/08

Scuole 

Alunni

Alunni H

%

Stranieri e nomadi

%

Alunni

Alunni h

%

Stranieri e nomadi

%

Infanzia

2244

38

1.7

666

29.7

2221

43

1.9

685

30.8

Primarie

4655

211

3.4

1315

28.2

4687

211

4.5

1367

29.2

Secondarie 1° grado

2102

93

4.8

704

33.5

2053

90

4.7

586

28.6

Secondarie 2° grado

2074

32

1.5

273

13.2

2089

40

2.1

309

14.8

 

Annotazioni

Infanzia

Decremento degli alunni ( 2244-2221)

Incremento degli alunni h ( 38-43)

Incremento degli alunni stranieri (666-685)

Primarie

Incremento degli alunni ( 4655-4687)*

Stabilità degli alunni h *

Incremento degli alunni stranieri ( 1315-1367)*

* Non sono compresi i dati di Via Venini  relativi all’a.s. 2006/7

Secondarie 1° grado

Decremento degli alunni ( 2102-2053)

Leggero decremento degli alunni h ( 93-90)

forte decremento degli alunni stranieri ( 704- 586)

 

Secondarie  di 2°grado

Leggero incremento degli alunni ( 2074-2089)

Incremento degli alunni h ( 32-40)

Incremento degli alunni stranieri ( 273-309)

 

Tab 55                                                                                    Scuole private

 

 

A.S. 2006/07

A.S. 2007/08

Scuole 

Alunni

Alunni H

%

Stranieri e nomadi

%

Alunni

Alunni h

%

Stranieri e nomadi

%

Infanzia

1141

98

8.6

3

0.26

1139

100

8.8

4

0.4

Primarie

1219

12

1

25

2.1

1261

12

1

33

2.4

Secondarie 1°

753

8

1.1

12

1.6

959

6

0.6

24

2.5

Secondarie 2°

1968

1

0.06

43

1.4

1912

0

0

43

2.5

 

Annotazioni

 

Infanzia

Sostanziale stabilità degli alunni

Sostanziale stabilità degli alunni h

Sostanziale stabilità degli alunni stranieri

Primarie

Incremento degli alunni

Stabilità degli alunni h

incremento degli alunni stranieri

Secondarie 1° grado

Forte incremento degli alunni ( 753-959)

 Leggero decremento degli alunni h ( 8-6)

 Raddoppio degli alunni stranieri ( 12-24)

Secondarie di 2° grado

Decremento degli alunni ( 1968-1912)*

Stabilità alunni h ( 1-0)*

Stabilità degli alunni stranieri*

            *Non sono compresi di dati dell’ITC Milano relativi all’a.s. 2007/8