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filodiretto dal Parlamento

 

UNA FINANZIARIA CONTRO LO SVILUPPO

 

Con il “voto di fiducia” (per costringere tutti i parlamentari del centrodestra a votare a favore), sia al Senato che alla Camera dei Deputati, il Governo Berlusconi ha fatto approvare il maxi decreto legge che con i suoi 13,6 miliardi di Euro di interventi  finanziari, su 16,2 miliardi dell’intera Legge Finanziaria 2004-6, ha svuotato il Parlamento della sua principale funzione nella definizione della politica finanziaria e di bilancio dello Stato.

Si opera in questo modo, per coprire i “buchi finanziari” provocati dalla politica “creativa” di Tremonti che, per il terzo anno consecutivo si base sui condoni e la vendita dei beni dello Stato (da quelli della Difesa ai beni culturali, comprese le opere d’arte). L’83,5% della Finanziaria del 2004 è fatta e normata con un decreto (mai era successo dalla Liberazione dal fascismo) ma in esso non si presentano stanziamenti per la ricerca, l’innovazione, l’istruzione, indispensabili per il rilancio economico e la competitività dell’Italia.

Non solo, ma si tagliano gli stanziamenti e trasferimenti finanziari ai Comuni, alla Sanità, al Fondo per i servizi sociali agli anziani. Inoltre, il Governo sta destrutturando il sistema di sicurezza sociale, a partire dalla previdenza. Forte è stata la risposta dei lavoratori, con lo sciopero generale unitario di CGIL-CISL-UIL del 24 ottobre e stanno preparando una manifestazione nazionale, a Roma, il 6 dicembre.

 

IL “FINTO REGALO” DI TREMONTI AI PENSIONATI

 

Invece di riavviare il confronto,  la concertazione con le parti sociali, i sindacati, sullo sviluppo del Paese ed il completamento della riforma previdenziale, il Ministro Tremonti, si inventa il “finto regalo di Natale” ai pensionati.

Infatti, a Natale, i pensionati si troveranno, con la 13° mensilità,  una minore trattenuta fiscale che varia dai 50 euro per chi ha le pensioni più alte, a 120 euro per quelle più basse, questo a seconda del valore complessivo della pensione percepita durante tutto il 2003. La riduzione fiscale ai pensionati doveva essere già attuata nel 2002 - sulla base delle norme introdotte dal Governo dell’Ulivo - ma fu sospesa dal Governo. Poi, con nuove norme, la riduzione delle trattenute fiscali sulle pensioni doveva partire dal 1° gennaio 2003, ma non fu applicata.

Ora - con la 13° mensilità - non si fa che restituire ai pensionati le maggiori tasse che si sono visti trattenute durante l’anno. Tremonti, invece di chiedere scusa ai pensionati per il ritardo di un anno, con cui applica la legge, si è presentato in televisione e lo ha chiamato “regalo di Natale”.

 

SERVE LA PROVINCIA DI MONZA O LA CITTA’ METROPOLITANA?

 

Mentre in Senato si esaminava la Legge Finanziaria, alla Camera dei Deputati approvavano leggi per costituire in Italia - a partire dal 2009 - tre nuove provincie, tra cui quella di Monza. Il Governo ha, da oltre 6 mesi, la delega a definire le norme per la  realizzazione delle città metropolitane - tra cui Milano - entro il maggio 2004, come previsto dalla riforma della Costituzione. Sino ad oggi, però, il Governo Berlusconi non ha ancora fatto nulla per realizzare il Governo metropolitano milanese, le Municipalità nella città di Milano, ma ha dato l’assenso e i finanziamenti - alla Camera dei Deputati - per la realizzazione della provincia di Monza.

Quale necessità vi sia, per i cittadini e l’economia di fare una nuova provincia Monza? Noi non lo sappiamo. Ma, forse, più dei nostri ragionamenti una risposta ognuno di voi se la potrà dare direttamente, basta por mente al solo fatto che la distanza tra Piazza del Duomo a Milano e la Piazza, ove ha sede il Palazzo Comunale di Monza, non raggiunge i 10 (dieci) km.

Serve di più il prolungamento, sino a Monza ed in Brianza, della metropolitana, le infrastrutture, i servizi alle imprese, o una nuova provincia?

 

LEGGI PER CONCENTRARE POTERE E DIVIDERE LA MAGISTRATURA

 

In attesa che, prima della fine dell’anno, ritorni in Senato per l’approvazione definitiva la Legge Finanziaria, il Governo ed il centrodestra, stanno forzando i tempi per l’approvazione definitiva della cosiddetta “Legge Gasparri”, che riguarda il sistema radiotelevisivo italiano (cioè la concentrazione di maggiori poteri nelle mani della Fininvest ovvero di Bersluconi) e quella sul sistema giudiziario, con l’obiettivo di dividere la magistratura e separare le carriere  (questo, dopo la sentenza che ha condannato Previti per corruzione della magistratura).

Prima delle elezioni del 2001, Berlusconi si era impegnato a definire - con una legge - le regole sul conflitto di interessi entro 100 giorni. Sono ormai passati oltre 30 mesi cioè 132 settimane, quasi 1.000 giorni, ma non solo non si è approvata ancora la legge sul conflitto di interessi, ma bensì il centrodestra - affidando il bastone di comando al Ministro di A.N. Gasparri - sta facendo una legge che aumenta la concentrazione dell’informazione televisiva nelle mani di Berlusconi ed amplia il conflitto di interessi.

Tutto questo, oltretutto, in contrasto con l’esigenza di introdurre norme rispettose della Costituzione e quindi del pluralismo dell’informazione, come sottolineato dal messaggio al Parlamento del Presidente della Repubblica Ciampi.

 

 

Antonio Pizzinato 

MartesanaDue - dicembre  2003