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filodiretto dal Parlamento

PRIMA DI TUTTO BERLUSCONI PENSA ALLA SUA IMPUNITA'


Sempre più spesso, i cittadini, mi fermano per strada, e mi pongono domande, come avviene durante gli incontri, ai quali partecipo settimanalmente. Ma nell’ultima settimana, i chiarimenti richiesti riguardano sempre più i lavori parlamentari. Anche a loro risulta sempre più incomprensibile quanto avviene in Parlamento e riportato nei resoconti giornalistici e per le problematiche trattate.

Molte volte sono in difficoltà a rispondere perché, purtroppo, è così non solo per i cittadini, ma anche per noi parlamentari dell’opposizione.

 

“NESSUNO LO PUO’ GIUDICARE”

 

Infatti non passa settimana, che non ci si trovi all’ordine del giorno problemi riguardanti aspetti giudiziari dei “potenti” e non invece quelli del Paese, del suo sviluppo, delle condizioni disagiate in cui vivono un sempre maggior numero di cittadini. Prima il falso in bilancio”, poi il “legittimo sospetto”-  la cosiddetta Cirami - ma non bastano per fermare il processo SME ed allora, in giugno, vengono fatte  proposte di legge che rapidamente sono messe all'ordine del giorno e fatte votare con urgenza, dal centro destra, con il solo obiettivo di evitare i processi al "solito noto" il Cavalier Berlusconi.

Iniziamo il mese, ed il centrodestra propone un emendamento – il cosiddetto "Lodo Schifani" – con il quale si stabilisce che i processi penali riguardanti 5 incarichi istituzionali  (Presidente della Repubblica, del Consiglio, della Camera, del Senato, e della Corte Costituzionale) sono sospesi durante il loro mandato, ma anche per reati commessi precedentemente ed indipendentemente dalla natura. È chiaro è una norma che riguarda Berlusconi ed il processo SME.

Il centrodestra, in Senato, approva ed altrettanto fa  alla Camera. Il processo SME, per Berlusconi, è sospeso.

La settimana successiva, sempre in Senato si esamina - poi il centrodestra approva – un'altra legge riguardante i processi (ma certamente, sempre di chi è ricco, ha tanti soldi): il patteggiamento della pena (sino a 5 anni di carcere) infatti, per chi ha soldi, in futuro si potrà trasformare la condanna sino a 5 anni di carcere in una pena monetaria.

Ma non è finita. Sempre in Senato, la terza e quarta settimana del mese, con l'esame, in Commissione Affari Costituzionali, di una nuova proposta di legge  appena presentata del centro destra , che prevede l'immunità per deputati  e senatori. Norma che fu abolita – dalla Costituzione - con un voto quasi unanime, nel 1993.

È evidente, per questo abbiamo elencato quanto avvenuto in Senato nelle quattro settimane di giugno che il centro destra vuole eliminare (o aggirare) il principio costituzionale che "la legge è uguale per tutti", ed introdurre, quello riguardante i potenti, che si riassume nel detto della famosa canzone  "nessuno mi può giudicare"!

 

IL GOVERNO BERLUSCONI NON RISPETTA LE NORME SULL’ECONOMIA E BILANCIO

 

Il Governo, a norma di legge, deve presentare al Parlamento – entro il mese di giugno di ogni anno – per l’esame ed approvazione il DPEF – Documento di Programmazione Economica Finanziaria – per  il triennio successivo. Siamo in luglio, ed il Governo Berlusconi non ha ancora presentato – e non si sa quando lo farà – quello relativo agli anni 2004-2006.

Si tratta del bilancio, sull’andamento dell’economia e delle misure che si  propone di adottare per il rilancio dell’economia e dello sviluppo del Paese.

Negli ultimi 15 anni, è successo una sola volta che il DPEF non fosse presentato entro giugno, guarda caso, fu nel 1994 quando Presidente del Consiglio era – come ora – Berlusconi.

Tanto impegno per i suoi affari personali – vedi giustizia -, ma disattenzione sull’economia, malgrado la stasi produttiva, e la caduta di competitivigà.

 

IL GOVERNO DESTRUTTURA IL MERCATO ED I DIRITTI DEL LAVORO

 

Il Governo, usando la delega –concessole e  votata dal centrodestra -  della legge N° 30,  ha emanato lo schema di un Decreto che, con i suoi 86 articoli, destruttura l’intero mercato del lavoro e buona parte dei diritti dei mondi del lavoro.

Il testo, nei dieci capitoli, cambia, destruttura aspetti fondamentali dei rapporti di lavoro come si erano venuti costruendo nel corso di mezzo secolo di lotte e conquiste. Essi vanno: dal collocamento alla “somministrazione di manodopera”; dalla formazione professionale al “trasferimento di parti d’impresa”; dall’appalto al “lavoro a chiamata”; dal contratto di inserimento al “lavoro interinale per i disabili”.

E potremmo a lungo proseguire nell’elencazione delle quarantuno tipologie e sottospecie di rapporti di lavoro.

Si è operato, e si prosegue nella precarizzazione  dei rapporti di lavoro, mentre, non si realizza  la riforma – approvata nel 1998, del collocamento pubblico a partire dai Centri per l’impiego – in ogni Distretto economico produttivo - della formazione professionale, si ampliano  le più diverse forme di collocamento privato, (dalla estensione alle agenzie dell’interinale, alle più diverse forme di interventi privati), con la conseguenza che si abbandonano a se stessi le figure più in difficoltà ad inserirsi o reinserirsi nel lavoro,  a partire dai 600 mila over 45-55, espulsi precocemente dal lavoro.

Per non parlare della “somministrazione di manodopera a tempo indeterminato”. Una azienda (società) senza strutture, impianti, e persino anche senza uffici, può assumere un numero illimitato di dipendenti, che poi somministra ad aziende dei più diversi settori.

Questi “lavoratori somministrati” saranno diretti ed opereranno, in base alle decisioni che quotidianamente assumerà “l’utilizzatore”.

 Il 26% del PIL (il prodotto) italiano è realizzato con “lavoro irregolare”, sommerso”, cioè circa 5 milioni di lavoratori sono “in nero”. Ora, ad essi, si sommeranno i “trasferiti d’impegno”, il “lavoro intermittente”, il “lavoro d’inserimento”, e via elencando, nuove tipologie di rapporto di lavoro.

Tanto, poi, saranno i più disparati soggetti a “certificare la regolarità” (art. 76) che vanno dagli Enti Bilaterali alle Università pubbliche e private. Nel contempo però, con il Decreto, abrogano il “divieto di intermediazione di manodopera” ed introducono il “lavoro interinale per i disabili” (modificando la legge N° 68 del 1999).

Con questo passaggio, è necessario averne coscienza, inizia la nuova stagione per la ricostruzione di un sistema dei diritti dei lavori in Italia. La storia degli ultimi cinquant’anni è lì ad insegnarcelo.

Antonio Pizzinato 

MartesanaDue - luglio/agosto  2003