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filodiretto dal Parlamento

   

DA DUE ANNI SI FANNO LEGGI SOLO PER IMPUTATI ECCELLENTI, ORA VOGLIONO REINTRODURRE L’IMMUNITA’ 

PER GOVERNO E PARLAMENTARI

 

Da due anni, dalla conquista della maggioranza in Parlamento, il centrodestra ha operato, alla Camera e Senato, solo per fare leggi per “imputati eccellenti”: dal “falso in bilancio” al “legittimo sospetto” con la Cirami. Ma ad essi – a partire da Silvio Berlusconi e Cesare Previti – ed alla schiera dei loro alleati – non basta, vogliono anche il diritto a patteggiare (trasformare le pene carcerarie, sino a 5 anni in sanzioni – multe – monetarie) e pretendono ora di reintrodurre l’immunità per i componenti del Governo e del Parlamento.

In altre parole, per i componenti del Governo (Presidente, Ministri, ecc.) e deputati e senatori, vorrebbero cambiare la Costituzione e le leggi introducendo delle norme in base alle quali: 1) quando sono in carica, indipendentemente dalla gravità dei reati, i processi vengono sospesi; 2) comunque, per procedere ed indagare su Ministri e parlamentari, ci vuole l’autorizzazione del Parlamento (norma che è stata soppressa nel 1993).

In poche parole, contrariamente a quanto stabilisce la Costituzione, la legge non dovrebbe essere più uguale per tutti. Il principio costituzionale che tutti si è eguali di fronte alla legge, vale solo per i poveri ed i cittadini normali e non si dovrebbe più applicare nei confronti dei ricchi e dei potenti.

L’irresponsabile e violento attacco di Berlusconi alla Magistratura dopo la sentenza di primo grado, del Tribunale di Milano, nei confronti dell’ex Ministro della difesa Cesare Previti per corruzione di magistrato è finalizzato a delegittimare la Magistratura e stravolgere le leggi.

L’intervento del Presidente della Repubblica Ciampi, richiamando tutti al rispetto delle sentenze, della Costituzione e del ruolo della Magistratura – fatto in occasione delle onorificenze del maestri del lavoro, il 1° maggio – è molto significativo al riguardo.

Come molto istruttivo è il comportamento, rispettoso della Magistratura, del sen. Giulio Andreotti nei processi che da anni lo coinvolgono e di fronte alle varie sentenze nei vari gradi processuali.

Anche se è complesso e difficile la difesa del ruolo e della autonomia della Magistratura, a fronte del tipo di maggioranza che ha in Parlamento il centrodestra, proseguiremo con determinazione l’azione di difesa della Costituzione, nata dalla Resistenza, nell’esame delle leggi in Senato e alla Camera.

 

 CON LE DELEGHE: SI DESTRUTTURANO I DIRITTI E SI ESAUTORA IL PARLAMENTO

 Contemporaneamente il centrodestra, attraverso le deleghe al Governo, prosegue nel suo attacco e destrutturazione dei diritti del lavoro e sociali di cittadinanza, e svuota del proprio ruolo e funzione legislativa il Parlamento.

Infatti, dopo oltre un anno e mezzo di confronti nelle Commissioni e nei due rami del Parlamento, il numero delle deleghe al Governo ad emanare nuove normative, attraverso Decreti legislativi sono decine e decine e riguardano le più diverse materie. Ne ricordiamo i titoli essenziali:

-         Nuove normative sulla vita e gestione delle Società per azioni, le Cooperative, ecc;

-         il mercato del lavoro, gli orari di lavoro,

-         le regole fiscali e parafiscali,

-         la scuola e la pubblica istruzione;

-         la sanità e l’assistenza;

-         la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute sul lavoro;

-         la semplificazione amministrativa.

Su tutte queste materie nei prossimi mesi il Governo definirà le nuove normative e regole, il Parlamento potrà (attraverso le Commissioni) esprimere solo un parere consultivo, mentre – sempre il Governo – è delegato ad emanare, entro due anni, dei nuovi testi unici, che sostituiranno le normative in vigore.

 

SULLA PREVIDENZA: SCONTRO CON I SINDACATI

Alla Commissione lavoro del Senato, prosegue l’esame della delega sulla previdenza. I senatori hanno ascoltato – durante le varie audizioni – il parere delle Organizzazioni sociali. Unitariamente Cgil-Cisl-Uil hanno richiesto, in particolare, tre modifiche al testo del Governo approvato dalla Camera. Esse riguardano:

-         l’eliminazione della decontribuzione previdenziale (cioè la riduzione del 5%, dal 23% al 18%, dei contributi che le aziende versano per la pensione), per i nuovi assunti, che determinerebbe lo squilibrio finanziario dell’INPS, e pensioni di fame per i giovani

-         la non obbligatorietà del trasferimento ai Fondi pensioni del TFR, ma volontarietà e la realizzazione della previdenza complementare;

-         la non parificazione fra i Fondi pensione complementari e le assicurazioni private.

Se il Governo, nel prossimo confronto con i Sindacati, non modificherà tale impostazione, unitariamente Cgil-Cisl-Uil, come annunciato durante le manifestazioni del 1° maggio, chiameranno i lavoratori alla mobilitazione, allo sciopero. Giustamente essi hanno sottolineato, durante le audizioni, che si deve completare la riforma previdenziale del 1995 e non smantellare la previdenza.

 

ESTENDERE I DIRITTI DELL’ART. 18

Sempre in Senato, prosegue l’esame della proposta di legge del Governo che modifica la giusta causa nei licenziamenti e dell’art. 18. Sono intervenuto nel dibattito alla Commissione lavoro proponendo, non solo di sopprimere quanto proposto dal Governo, ma di estendere la giusta causa sino a 5 dipendenti – come previsto dal Disegno di legge di cui sono uno dei senatori firmatari – per superare, con la legge, il referendum sull’art. 18.

Contemporaneamente bisogna estendere le tutele e gli ammortizzatori sociali, come sostenuto dalla petizione della Cgil, sottoscritta da 5 milioni di italiani, e per attuare i quali sono state presentate quattro proposte di legge che ho sottoscritto, unitamente ad altri senatori.

 

RIFORMARE LA PREVIDENZA SPORTIVA

Il Parlamento ha esaminato ed approvato, finalmente, alcune leggi riguardanti lo sport. Oltre a quella contro la violenza negli stadi, ha approvato la costituzione di cui un “Fondo” a sostegno degli ex campioni dello sport (5 all’anno) che si trovano in gravi condizioni economiche e sociali.

Contemporaneamente, dopo l’approvazione alla Camera, i senatori stanno esaminando il “Fondo” per lo sviluppo dello sport dei portatori di handicap.

Dall’esame di queste problematiche è emersa l’urgenza di riformare la previdenza per gli sportivi, basti pensare che solo 1.169 sono quelli che prendono la pensione, 6.200 sono quelli per i quali si versano i contributi, e ben 21.467 sono quelli “silenti”, cioè quelli per i quali si sono versati i contributi, ma che non hanno diritto alla pensione. Se ne discuterà alla Conferenza nazionale dello “Sport per tutti, di tutte le età” sollecitata dal Senato

 

Antonio Pizzinato 

MartesanaDue - maggio 2003