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filodiretto dal Parlamento

 

DOVERE COSTITUZIONALE: ASSICURARE LE PARI OPPORTUNITA'

  

Settimane di intensa attività parlamentare, con  confronti anche aspri fra maggioranza e opposizione,  su temi decisivi:  per l'intera umanità quali la pace, o di grande valore di principio come l'eliminazione, sulla Carta Costituzionale,  della pena di morte per reati militari,  o per impedire gli sconti continui attraverso i condoni, e, con la ripresa dell'attacco all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e al sistema previdenziale.

Sintetizziamo settimane di dibattiti e votazioni partendo da un risultato positivo a favore della parità tra donna e uomo.

PARI OPPORTUNITA' : Una battaglia in corso da decenni e sviluppatasi giorno dopo giorno si è conclusa positivamente e sanzionata nell'art. 51 della Costituzione, lo scorso 20 febbraio con l'approvazione conclusiva da parte del Senato della modifica dell'art. 51 della Costituzione.

Precedentemente la Costituzione stabiliva che: "tutti i cittadini, dell'uno e dell'altro sesso, possono accedere agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge" . questo testo è stato integrato dal seguente secondo comma "a tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini".

Anche perché con la riforma del Titolo V della Costituzione, confermato dal Referendum popolare dell’autunno 2001, si era già introdotto, nell’articolo 117 della Costituzione la seguente norma:

“Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”

Ora è necessario che ogni Istituzione, in relazione alle proprie specificità e ruoli, operi per concretamente realizzare le pari opportunità tra donne e uomini.

NO ALLA GUERRA PREVENTIVA: Duro confronto, alla Camera e al Senato,  al fine di impegnare il Governo ad operare per ricercare una soluzione pacifica allo scontro in corso, nei confronti dell'Iraq, per essere più efficaci anche nella lotta contro il terrorismo. La maggioranza di centro destra,  ha respinto la mozione dell'Ulivo che impegnava il governo in tal senso, come richiesto dai milioni di italiani e di cittadini di tutto il mondo con le manifestazioni dello scorso 15 febbraio. Il centro destra  non ha saputo fare altro che ironizzare sulla volontà di pace dei popoli di tutto il mondo e votare una mozione che approvava  l'operato del governo e, se non fosse intervenuto  il Senatore Andreotti, non avrebbero nemmeno inserito l'obbligo di sottoporre preventivamente al Parlamento ulteriori decisioni in merito ad interventi militari nei confronti dell'Iraq.

CANCELLARE LA PENA DI MORTE: Da anni, in Parlamento e nel Paese si discute di cancellare dal codice militare italiano la pena di morte. In tal senso, alla Camera dei Deputati quasi all'unanimità è stata approvata una legge che sopprime tale norma dalla Costituzione. Arrivata al Senato da mesi, già esaminata in Commissione,  il centrodestra, in Aula  continua a proporre il rinvio in Commissione con l'obiettivo di non approvarla. Ma ogni volta che hanno posto tale percorso, regolarmente è mancato il numero legale poi, dopo 3 settimane ce l’hanno fatta e l’hanno rinviata in Commissione. Questo fatto la dice lunga sulla serietà dell'operare dei senatori della maggioranza: sempre presenti  quando si tratta di fare sconti ai disonesti, assenteisti sui problemi che riguardano i cittadini e lo sviluppo del Paese.

SCONTI AI DISONESTI: Con un Decreto Legge, arrivato "blindato"  in Senato, governo e centro destra hanno ulteriormente esteso  la ventina di “condoni  nei confronti degli evasori in tutti i campi, a partire dal "condono tombale in materia fiscale". Non solo, ma in questo decreto hanno introdotto un regalo pari a 800 miliardi di vecchie lire alle società calcistiche di serie A, B e C. In altre parole, hanno respinto ogni proposta di finanziamento anche di poche decine di miliardi per le società sportive dilettantistiche ed agli enti di promozione sportiva, mentre – dopo il falso in bilancio, ora con la modifica dei deficit solo per le società professionistiche di calcio – fanno pagare agli italiani gli sperperi di poche società calcistiche ed i miliardi, di stipendi, a calciatori e allenatori (nel 2001, sono ben 80 i calciatori ed allenatori tra i 500 più ricchi d'Italia).

ATTACCO ALL'ARTICOLO 18 E ALLE PENSIONI: Contrariamente a quanto affermato da Berlusconi , nella conferenza stampa di fine anno, il Governo ha rimesso all'ordine del giorno in Senato la proposta di modifica dell'art. 18 sulla giusta causa nei licenziamenti. I senatori del centro sinistra hanno chiesto l'abbinamento,  nell'esame parlamentare, delle loro proposte di legge per l'estensione  dei diritti e dell'art. 18 ai lavoratori  delle aziende inferiori ai 15 dipendenti. Il confronto è già iniziato in Commissione Lavoro al Senato.

Nel contempo, alla Camera dei Deputati, il Governo e il centrodestra hanno fatto approvare maggioranza in  Commissione Lavoro l'attacco alle pensioni con la diminuzione della contribuzione per i nuovi assunti. Oltre ad aver precarizzato il lavoro i giovani si vedono messa in discussione anche la pensione, e questo benché nel 2002 le domande di pensione siano diminuite del 20% ed oltre il 30% delle nuove pensioni sia inferire ai 516 Euro mensili.

TROPPO VECCHI PER LAVORARE, TROPPO GIOVANI PER LA PENSIONE.

Promosso da Il Ponte della Lombardia,  Atdal, Alsole, si è tenuto il 15 febbraio, presso il Centro congressi delle Stelline, un convegno sulla disoccupazione dei lavoratori maturi (45 anni ed oltre) che espulsi precocemente dal lavoro non riescono (o meglio non vengono) più ad inserirsi al lavoro.

Un’intensa giornata di confronto fra lavoratori-disoccupati, tecnici, esperti, ricercatori e parlamentari.

Sulla base degli elementi emersi dal convegno ho presentato al Senato un disegno di legge – già sottoscritto da oltre 60 senatori – che prevede misure per favorire l’assunzione di lavoratori maturi.

Fra le misure proposte vi sono: incentivi all’assunzione di lavoratori maturi, formazione professionale specifica, sportelli specifici e specializzati per l’incontro fra domanda e offerta al lavoro e altre misure. Ora il confronto si trasferisce in Parlamento, auspichiamo che possa concludersi positivamente perché i lavoratori maturi, privi di occupazione, sono oltre 600.000.

 

Antonio Pizzinato 

MartesanaDue - marzo 2003