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filodiretto dal Parlamento

 

PER FARE CASSA: CON LE MANI NELLE  TASCHE

DEGLI ITALIANI E SULLE PENSIONI

Gli italiani, da mesi preoccupati per le chiacchiere di tutta l’estate sulle pensioni e l’attacco e la destrutturazione del sistema previdenziale,  hanno avuto conferma che le stesse sono diventate misure concrete con le decisioni del Governo, direttamente da Berlusconi - mentre la sera del 30 settembre stavamo finendo di cenare - il quale, parlando a reti unificate - RAI, Mediaset -, ha comunicato che “... è necessario riformare le pensioni, che, comunque non saranno toccate sino al 2008” ...

E’ proprio vero, e  ci vuole una bella faccia per sostenerla in TV,  sapendo che le bugie hanno le gambe corte”, e Berlusconi sapeva di  affermare  il falso, in quanto quella che ha definito riforma non è nient’altro che la destrutturazione del sistema previdenziale a partire dal 1° gennaio 2004. Infatti la Legge delega sulle pensioni - in discussione al Senato, assieme alla Finanziaria e alle proposte del Governo sulle pensioni - prevede che:

1)     dal 1° gennaio 2004, per i nuovi assunti che - ogni anno - saranno circa il 15% dei lavoratori,  si prevede una riduzione del 5% (dal 33 al 28%) dei contributi previdenziali, fatto questo, che determinerà una riduzione delle future pensioni, ad un valore inferiore al 40% del salario, e serie difficoltà, per l’INPS, a pagare le pensioni nei prossimi anni;

2)     l’incentivazione del 33% - dal 1° gennaio 2004  - per chi rimane  al lavoro, avendo diritto alla pensione di anzianità, non è nient’altro che il trasferimento alla retribuzione ( in busta-paga), dei contributi previdenziali che pagano le aziende con la conseguenza che il valore della futura pensione resta bloccato ed i bilanci dell’INPS hanno meno entrate;

3)     dal 2008,, non si potrà più andare in pensione se non si avranno “almeno 40 anni di contributi”, significa che nessuno riuscirà più ad andare in pensione prima dei 65 anni se uomo e  60 per le donne, perché con la sempre più estesa precarietà dei rapporti di lavoro, difficilmente si arriverà a 40 anni di contributi (ma il Governo - fra l’altro - pensa di portarli a 42 gli anni di contribuzione minima).

Molti altri sono i tipi d’intervento sulle pensioni (ma non ancora resi pubblici)  che il Governo intende attuare attraverso tre misure legislative che Berlusconi ed il centrodestra vogliono fare approvare prima della fine dell’anno; si tratta della Legge Finanziaria 2004-2007; della legge delega sulle pensioni, di un maxi decreto legge.

In altre parole, contrariamente a quanto affermato da Berlusconi in TV, e nelle chiacchiere estive “vogliono mettere le mani  nelle tasche degli italiani, tagliare le pensioni, destrutturate la previdenza, ...  ed in questo modo fare cassa ...!  Questo in quanto,  come dimostra il consuntivo del 2002 e l’assestamento di bilancio 2003 - in corso di esame al Senato -,  vi sono “buchi veri”  nella finanza dello Stato determinati dalla politica del duo Berlusconi-Tremonti, ed essi pensano di coprirli, “facendo cassa”, oltre che con i condoni (persino con quello  sull’urbanistica e l’edilizia) anche con tagli sulle pensioni.

In questo modo cercano la strada  per farsi approvare la loro “allegra politica finanziaria” che determinerà l’aumento del “deficit dello Stato del 2004” - rispetto a quello approvato dal centrodestra, nello scorso luglio - dell’1,8% del PIL al 2,4%, mentre il disavanzo, per il 2003 passa dal 2,3 al 2,6%.

Tutto questo, con una manovra finanziaria per il 2004,  presentata dal Governo, di 16,2 miliardi di euro, dei quali: 10 miliardi sono “una tantum” (condoni, vendita patrimonio dello Stato, ecc) 5,5 miliardi  di tagli strutturali (tagli dei trasferimenti agli Enti locali, sanità Regioni, ecc.)  e 700 milioni di euro, con altre misure di risparmio.

Contro tale impostazione della politica economica, finanziaria e sociale del Governo, e per modificarne i contenuti, è iniziata la battaglia parlamentare in Senato e alla Camera, ed i Sindacati unitariamente  chiamano alla mobilitazione i lavoratori.

E’ una partita - quella del sistema previdenziale italiano - estremamente importante, poiché il Governo Berlusconi, con le sue misure, sta demolendo quanto i lavoratori, con i loro sacrifici, hanno costruito, in oltre cento anni, a partire dal 1898.

E’ in discussione il futuro, sul piano sociale, di tutti gli italiani, giovani ed anziani.

Non si deve permettere che passi un disegno regressivo come quello che - con la Legge Finanziaria, Legge delega sulla Previdenza, Decretone - , vuole imporre il centro-destra, il Governo.

 

                                                                               

Antonio Pizzinato 

MartesanaDue - ottobre  2003