MartesanaDUE - febbraio 2002 n. 40

 

In questo numero

 

Uno studio di fattibilita' del Laboratorio Abita del Politecnico di Milano 

   

Il parere del Presidente della Commissione Ambiente e Viabilita' del CdZ, Giampiero Camiciotti del CCD-CDU

 

Bella e auspicabile l'isola ambientale: ma che fine ha fatto la riqualificazione del Trotter?  Il parere di Giancarlo Aprea, capogruppo dei verdi

 

L'inaugurazione del teatro Arcimboldi

 

Il parco Cassina de Pomm: finalmente!

 

Nidi e scuole al quartiere Adriano

 

Bilancio 2002: le spese di settore a Milano e in zona 2

 

La cooperazione internazionale a cura di ACRA

 

Le scuole, i corsi e la solidarieta'

 

SPECIALE VIALE MONZA

 

Residenze socio-assistenziali e bisogni degli anziani

 

Gli appuntamenti culturali

 

Le rubriche

 

 

Lettere alla redazione

 

Navigando navigando

 

Gli annunci 

e le opportunita'

 

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MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

Gianni Bazzan, 

Mattia Cappello,

Adele Delponte,

Ferdy Scala,

Luciana Vanzetti,

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

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20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

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Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 

 

 

 

 

 

 

     Uno studio di fattibilita' del Laboratorio Abita 

del Politecnico di Milano  

 

Proposta un'isola ambientale vivibile tra viale Monza e via Leoncavallo

Priorita' alle esigenze del pedone, moderazione del traffico e prevalenza alle funzioni urbane e di relazione rispetto a quelle di circolazione

 

Nel futuro della Zona 2 potrebbe esserci un'isola ambientale a basso impatto di traffico. Questa proposta e' stata avanzata dal "Laboratorio Abita" del Politecnico di Milano su incarico della "Agenzia Milanese Mobilita' Ambiente".

 

Lo studio di fattibilita' della "Isola ambientale Monza-Leoncavallo" si e' avvalso delle conoscenze e della documentazione elaborate dal Laboratorio Abita in occasione dell'incarico per il "Progetto di riqualificazione dell'area del Parco Trotter" che il Comune di Milano gli ha affidato nel gennaio 2000. Le ipotesi formulate in quel progetto, presentate al Comune nell'ottobre del 2000 (e non ancora approvate dal Comune), sono state utilizzate e  considerate "strutturanti anche per la riorganizzazione spaziale dell'Isola Ambientale". E' un progetto che non ha precedenti a Milano, ma i cui criteri e obiettivi sono stati ampiamente utilizzati in altre grandi citta' europee.

 

Che cos'e', intanto, una "isola ambientale"? Secondo le direttive per la redazione del Piano Urbano del Traffico (PUT), e' una "zona composta da sole strade locali, con mobilita' ridotta, finalizzate al recupero della vivibilita' degli spazi urbani", in quanto il transito dei veicoli a motore "viene dirottato sulla viabilita' principale, con la conseguente eliminazione del traffico  di attraversamento delle singole isole ambientali".

 

Prima di tutto i pedoni e moderazione del traffico

 

L'isola ambientale e' stata progettata sulla base del "principio di gerarchia" tra le componenti del traffico, che vede al primo posto il pedone e poi, nell'ordine: la mobilita' non motorizzata, quella su mezzo pubblico di linea, la circolazione dei veicoli non di linea e, da ultimo, la sosta dei veicoli. Questo comporta una selezione delle funzioni delle varie strade, allontanando quelle meno importanti nell'ordine gerarchico, alle quali vengono fornite "alternative spaziali, temporali o modali", il che significa che ci saranno strade destinate all'ingresso e all'uscita dall'isola e "strade-parcheggio" nelle quali viene scoraggiata la circolazione e privilegiata la sosta, anche "a pettine", per aumentarne la capienza.

 

Un altro principio adottato per il progetto e' quello della "moderazione del traffico" per dare prevalenza alle funzioni urbane e di relazione rispetto a quelle di circolazione. Il che significa che, all'interno dell'isola ambientale, il traffico subisce una riduzione sia nella quantita', sia nella velocita'. Il limite di velocita' (30 km/h nella zona e ancor meno nelle zone residenziali) e' tale da rendere compatibile la presenza di veicoli con "modi d'uso pedonali e stanziali negli stessi spazi". Il limite di capacita' (sezioni stradali ristrette, canalizzazioni, strettoie) che non deve superare in genere i 1.000 -1.200 veicoli per ora, nei due sensi di marcia, e' tale da rendere compatibili i volumi di traffico con la capacita' ambientale dell'area e da rendere possibile lo svolgimento della "vita urbana" lungo la strada, riducendo le emissioni inquinanti da traffico automobilistico.

 

Le subaree

 

L'isola ambientale proposta dallo studio di fattibilita' del Politecnico riguarda un triangolo, con il vertice in piazzale Loreto, compreso tra viale Monza, via Leoncavallo e il limite settentrionale del rilevato ferroviario. Ha una superficie di circa 530.000 metri quadri ed e' composta da 28 strade, per un totale di 6.652 metri lineari. L'isola ambientale e' divisa, nel progetto, in quattro "subaree": la prima compresa tra piazzale Loreto, viale Monza, via Giacosa e via Padova, la seconda compresa tra piazzale Loreto, via Padova, via Predabissi e via Andrea Costa, la terza compresa tra via Giacosa, via Padova (lato Nord) e il rilevato ferroviario, la quarta compresa tra via Predabissi, via Padova (lato Nord), via Leoncavallo e il rilevato ferroviario.

 

Le subaree sono concepite come cluster residenziali caratterizzati in particolare da: esclusione del traffico di transito non diretto all'interno dell'isola; valorizzazione dei percorsi pedonali e ciclabili in relazione a spazi e attrezzature collettive (in tal modo il Parco Trotter si configura come il principale punto focale di spazi e attrezzature collettive dell'isola), qualificazione dell'ambiente urbano per il consolidamento del senso di identita' della comunita'.

 

Alle subaree si applica la normativa prevista dalla classificazione di zone a traffico pedonale privilegiato (ZTPP) caratterizzate da: precedenza generalizzata per i pedoni rispetto ai veicoli; il limite di velocita' di 30 km/h; lo schema di circolazione dei veicoli tale da impedire la funzione di attraversamento, costringendo le uscite dalla zona su percorsi prossimi a quelli di ingresso (percorsi ad U); alberature ed arredi in grado di rompere la linearita' prospettica della strada; la presenza di marciapiedi rialzati o il rialzo dell'intera intersezione nei punti di entrata e di uscita dalla subarea.

 

Il progetto del Politecnico prevede anche la sostituzione di alcuni incroci semaforici con rotatorie e minirotatorie. Due sono interne all'isola ambientale (incrocio Padova, Giacosa, Predabissi e incrocio Giacosa, Bolzano, Merano). Una e' esterna (Padova, Cambini, Cavezzali) e due sono ai margini dell'isola ambientale (piazza Durante e via Leoncavallo). Nei punti critici saranno imposte ai veicoli curve con un raggio sempre inferiore ai 100 metri, per ridurne la velocita'.

 

Gianni Bazzan

 

 

 

 

 

 Il parere del presidente della Commissione Ambiente e Viabilita' del Cdz, Giampiero Camiciotti del CCD-CDU

 

Livelli di vivibilita' e qualita' ben superiori agli attuali, ma la politica-spettacolo blocca il Consiglio di Zona

 

Relativamente ai contenuti della progettata realizzazione dell’isola ambientale Monza-Leoncavallo, ritengo opportuno trasmettere alcune considerazioni. In primo luogo e' indispensabile tenere presente che il progetto di isola ambientale in questione va collocato, per ben comprenderlo, nel Piano Urbano della Mobilita' approvato dal Consiglio Comunale in data 19-2-2.001 e che contiene le strategie di pianificazione per l’assetto del territorio e il sistema dei trasporti pubblici e privati per il periodo 2.001-2.010. Questo per sottolineare che tutto cio' che riguarda la mobilita' della nostra zona due va inserito in un contesto ben piu' ampio e articolato: si rischia altrimenti di con cogliere il significato delle varie progettazioni in atto (piano parcheggi, isola ambientale, piano particolareggiato del traffico). L’isola ambientale in questione rientra dunque nel criterio piu' generale di riportare la citta' ad un livello di vivibilita' e di qualita' ben superiore all’attuale, con il recupero delle vie e degli spazi per le utenze privilegiate: pedoni, bambini e anziani in particolare, ciclisti, mezzi pubblici e di considerare  le auto come ospiti delle zone che andranno ad attraversare e non, come ora, dominatrici incontrastate. Questo comporta agire sulle strade, canalizzandole, ampliare i marciapiedi, rendere gli attraversamenti sicuri, riqualificare e potenziare il verde, aumentare e migliorare il trasporto pubblico, ridurre le percorrenze e limitare la velocita' degli autoveicoli, predisporre piste ciclabili, disciplinare ed ampliare la sosta: una serie continua di interventi che perseguono l’obiettivo comune di rimettere l’uomo al centro della citta' e di bonificare l’ambiente perche' ci si possa vivere degnamente e senza rischi per la salute di tutti. L’isola ambientale Monza-Leoncavallo rientra in tale ottica: da porte di ingresso ad una velocita' veicolare di 30 Km. orari, dalla riqualificazione del Parco Trotter alla creazione di una rete di collegamento di piste ciclabili, dall’inserimento di rotatorie e minirotatorie ad un piano di parcheggi in grado di coprire la domanda di sosta dei residenti e di contenere gli inserimenti di altre autovetture, che sara' comunque limitato e scoraggiato. L’isola ambientale sara' in prima istanza un luogo a disposizione dei cittadini, al servizio della qualita' della vita e indice di una sempre maggiore sensibilita' ambientale. Per ora si e' solo in fase di progettazione dell’isola e contiamo di poter intervenire come Consiglio di Zona per poter affrontare le inevitabili problematiche connesse alla sua realizzazione: ce ne saranno, ma saranno da collocare in un’ottica di evoluzione positiva della nostra zona.

 

I fatti

 

L’avvio degli interventi zonali sulla progettazione dell’isola ambientale non e' pero' certamente stato ne' felice ne' efficace ed e' dovere di verita' informare su come si sono svolti i fatti. Lo studio di fattibilita' e' stato inviato alla Commissione Ambiente in data 26-11, con tempi brevissimi per affrontare un argomento tanto delicato ed ampio. L’amministrazione centrale purtroppo non tiene conto delle esigenze di tempo per approfondire gli argomenti ed avviare istruttorie esaurienti nelle Commissioni  e ci siamo trovati di fronte alla necessita' di esprimere un parere entro 30 giorni, festivita' di S. Ambrogio e  Natale comprese. Anche la possibilita' di una proroga non e' stata concessa ed abbiamo comunque deciso, lasciando da parte le sterili lamentazioni, di operare per metterci in grado di affrontare il tema e far pervenire i suggerimenti dei cittadini e dei consiglieri di zona sull’argomento all’amministrazione centrale. Ho cosi' partecipato, su delega del Presidente, all’incontro del 3-12 in cui sono state  presentate le isole ambientali in progetto per la citta' ed ho potuto immediatamente prendere accordi con le progettiste incaricate per un loro intervento in Commissione zonale. Tra vacanze e soprattutto impegni di lavoro delle docenti in questione abbiamo fissato la Commissione istruttoria in data 19-12 nella quale, con mezzi tecnologici adeguati, e' stato illustrato lo studio di fattibilita' dell’isola ambientale Monza-Leoncavallo. Alla presenza, non molto numerosa per la verita', di cittadini e consiglieri le professoresse Dentis e Bottero hanno illustrato il materiale, consentendo agli intervenuti di raccogliere elementi per esprimere un parere ed osservazioni da portare in Consiglio, stabilito nel frattempo con i capigruppo dei diversi partiti, per la seguente serata del 20-12: saremmo riusciti a condurre a termine l’esame della questione e a deliberare in proposito entro i termini previsti. Purtroppo il 20-12 il Consiglio di Zona non ha potuto esaminare nessuno dei punti all’ordine del giorno, tra cui centrale quello del parere sull’isola ambientale, causa la tematica della metrotranvia (temine improprio, ma serve per capirci) che  e' stata inserita in modo totalizzante da alcuni cittadini e sostenuta da alcuni consiglieri della minoranza. Non entro nel merito della questione metrotranvia, ci saranno altre occasioni, ma mi limito a far osservare che la richiesta di un consiglio straordinario per esaminare la tematica citata poteva essere avanzata attraverso i canali ordinari e non bloccando di fatto il Consiglio di Zona in programma per la serata. Non mi permetto di pensare che l’intervento dei cittadini sia stato in qualche modo orchestrato (non credo infatti che nessun consigliere democratico si possa prestare a strumentalizzare i cittadini ), ma certamente lo stesso si e' rivelato di effetto letale per quanto concerne l’isola ambientale. Infatti il tema non e' stato trattato e nessuna osservazione e' stata inviata all’amministrazione centrale: un argomento di primaria importanza e' passato con il silenzio-assenso, causa l’impossibilita' del consiglio di esprimere un parere frutto di studio e discussione.

Un autogol si direbbe in ottica calcistica (della maggioranza? Dell’opposizione? Di alcuni consiglieri? Non mi permetto di giudicare: ho esposto i fatti, traggano i lettori le conclusioni), meglio parlare pero' in ottica filosofica di eterogenesi dei fini. Si sono ottenuti cioe' fini diversi da quelli perseguiti: per dare spazio alle richieste di una parte di cittadini, che potevano essere, ripeto, convogliate in altra sede, si e' impedito alla totalita' dei cittadini stessi, attraverso i consiglieri e la loro diretta partecipazione, di esprimere e far valere le loro osservazioni sull’isola ambientale. Errore culturale e politico non indifferente.

Questo continuera' a succedere sino a quando il particolare personale prevarra' sulla ricerca del bene comune: una visione politica, costretta magari nel ristretto personalismo ideologico, che non sa cogliere le reali esigenze di tutti non puo' portare ad altro che ad una politica-spettacolo, sterile ed appagante solo per gli pseudo-attori. La rappresentazione ci si augura sia alla fine: i teatranti , nani e ballerine per intenderci, si stanno avviando all’uscita di scena, accompagnati gentilmente dagli elettori. E’ tempo che la politica sia affidata a donne ed uomini che, indipendentemente dagli schieramenti partitici, siano animati dalla ricerca del bene comune e dalla tutela della persona, come bene irrinunciabile e per il quale vale la  pena di lavorare al meglio, in primo luogo svolgendo un lavoro quotidiano al servizio della collettivita' tutta. Ringrazio per l’invito a scrivere dell’isola ambientale, approfitto per rivolgere ai lettori e alla redazione di Martesana Due un caro augurio di gioia e serenita', nel reciproco impegno di essere sempre piu' operatori di pace:  oggi, giorno della memoria, ribadiamo l’impegno di noi tutti democratici perche' mai piu' l’oppressione e la violenza abbiano cittadinanza nella nostra storia e nei nostri cuori.

Milano, 27 gennaio 2.002 

 

Gianpiero Camiciotti (CCD-CDU)

Presidente Commissione Ambiente, Territorio, Verde e Viabilita' della Zona 2

E-mail: camiciotti.zonadue@libero.it  

                       

 

 

  Bella e auspicabile l'isola ambientale,

ma che fine ha fatto la riqualificazione del Trotter?

Il parere di Giancarlo Aprea, capogruppo dei verdi

Il Comune non fornisce informazioni complete e in tempi adeguati

 

Come rappresentante dei Verdi nel Consiglio di Zona 2, non posso che esprimere un parere favorevole al concetto di "isola ambientale".

I criteri normativi (sia francesi, sia svizzeri) di riferimento e le Direttive per la redazione del PUT - Piano Urbano del Traffico - permettono di finalizzare al recupero zone composte da sole strade locali per una migliore vivibilita' degli spazi urbani. Quindi ogni isola ambientale, oltre a mettere in primo piano la tutela del pedone, facilitare gli spostamenti dei portatori di handicap, incrementare le piste ciclabili, ridurre la velocita' di circolazione delle auto al proprio interno a 30 km l'ora, normare l'attraversamento di tali isole e la sosta delle auto, potrebbe essere "collegata" ad un'altra isola ambientale, trasformando cosi' la citta' in una rete di itinerari stradali tra le cui maglie si connettono tante isole ambientali.

Al di la' di questa bella ed auspicabile prospettiva, nello specifico dell'Isola Ambientale Monza Leoncavallo, sollevo alcune perplessita' legate al Progetto di riqualificazione del Parco Trotter e, piu' in generale, al PPTU (Pano Particolareggiato del Traffico Urbano) della Zona 2. Racchiuse in un gioco di scatole cinesi, abbiamo il Parco Trotter, soggetto principale dell'isola ambientale, l'isola ambientale interdipendente alla SIN (o Gronda Nord), la SIN e la Metrotranvia; parte sostanziale del PPTU della Zona 2.

Questo e' lo stato attuale dei fatti:

1) il Comune non ha reso noto al CdZ 2 il progetto di riqualificazione del Parco Trotter (tenuto probabilmente nel cassetto del Vice Sindaco De Corato dall'0tt0bre 2000);
2) la bozza dell'Isola Ambientale Monza Leoncavallo e' stata restituita al Comune, dal CdZ 2, con la formula del "silenzio-assenso";
3) la SIN (o Gronda Nord) "grava" sulla testa degli abitanti della Zona 2;

4) la Metrotranvia a raso (che in passato ha visto l'opposizione del CdZ 2) ritornera' in discussione in un consiglio straordinario il 12 febbraio:

5) il PPTU e' in fase istruttoria (il 30 gennaio si e' svolta una seconda commissione ambiente dedicata alla sua illustrazione); entro il 9 febbraio il CdZ 2 dovra' esprimere un parere.

Tutto questo rende sicuramente molto complesso esprimere un parere sull'Isola Ambientale Monza Leoncavallo, anche se elementi di criticita' non mancano, come la proposta del cambio del senso di marcia delle vie Bambala, Crespi, dei Transiti, Mosso, Pasteur, Stazio Cecilio.

Sicuramente ritengo piu' negativo l'atteggiamento del Comune che non "consente" al CdZ 2 di avere informazioni complete e tempi di analisi adeguati per poter esprimere, di concerto con le associazioni dei cittadini e dei commercianti, pareri consapevoli ed affidabili.  

 

Giancarlo Aprea

  

   

 

La Pirelli e' morta. Viva la Pirelli

L’inaugurazione del Teatro Arcimboldi

 

Oltre la retorica profusa a pieni mani in queste settimane

L’inaugurazione degli Arcimboldi baciata dalla melodia verdiana e' divenuto il simbolo positivo della Milano che si “ripulisce” delle macerie del passato industriale.

Dalle ceneri della fabbrica rinasce la Scala, come la mitica Fenice (passatemi il bisticcio teatrale), e Tronchetti Provera, levatrice di questo pudding di gomma e telefonini lievitato con il vecchio sano cemento, manda in onda l’ultimo spot: Pirelli diverra' un marchio della moda, alla faccia del dibattito tra Logo e No Logo.

La Pirelli e' morta. Viva la Pirelli.

E’ il momento degli uffici stampa, delle veline, delle frasi roboanti:

-                     la Pirelli ha versato 10 milioni di euro oltre agli oneri di urbanizzazione come atto di liberalita';

-                     visione emozionante che fa assaporare il privilegio di assistere a un evento storico;

-                     il pianeta reinventato;

-                     Bicocca: l’altra faccia di Milano;

-                     da oggi c’e' una Milano a misura d’uomo. Scoprila alla Bicocca.

Segue e' il testo di un pieghevole della Pirelli:

“Abbiamo immaginato una citta'. L’abbiamo immaginata verde, comoda, servita. Un luogo dove i bambini possano scendere e giocare nella natura. Un posto dove andare a teatro senza l’incubo del parcheggio. Dove la piu' moderna universita' e' sotto casa e fare sport e' la cosa piu' naturale e facile possibile. Questa citta' e Milano. Questa citta' e' Progetto Bicocca”.

Il canto di Violetta ricorda quello delle sirene.

Se un novello Ulisse guardasse in faccia la realta' vedrebbe che la citta' reclamizzata come verde, comoda e servita e' rimasta nella fantasia e nell’immaginazione, appunto, della Pirelli.

Il verde, i trasporti e i servizi (l’asilo, la scuola, i luoghi di culto, la biblioteca ecc.) non ci sono (lo si vede!) e neppure ci saranno perche' il progetto, quello vero, non quello pubblicitario, non li prevede.

Non ci sono le aree e neppure il finanziamento, inizialmente destinato alla realizzazione di alcune di queste opere, che  e' stato stornato per costruire il teatro degli Arcimboldi, opera encomiabile, ma nella quale non si puo' ne' andare a scuola ne' a pregare.

Il verde? Il depliant Pirelli sostiene che i bambini potranno scendere e giocare non in un semplice giardinetto, che gia' sarebbe qualcosa, ma addirittura nella NATURA.

C’era un tempo, antico, in cui la NATURA di questi luoghi era cosi' ricca e rigogliosa che i Visconti vi venivano a cacciare nei boschi che si estendevano a perdita d’occhio attorno al castelletto della Bicocca, che rendevano l’aria cosi' pura e salubre da far meritare ad una piccola localita', Cinisello poco piu' avanti, l’appellativo di Balsamo (balsamico). Quella era NATURA.

Che cosa spaccia, invece, l’ufficio vendite della Pirelli? Forse il cavalcavia della pista ciclabile con sottostante autorimessa? Forse la collinetta dei ciliegi con sottostanti macerie e rifiuti? Forse il cortile che il regolamento di condominio vieta ai bambini ed e' bucato dalle aperture di aerazione dei box come un gruviera?. Vanna Marchi e' una dilettante!

I trasporti, per ora,  restano un miraggio ed e' grave, perche' oltre agli abitanti e al pubblico teatrale, ogni giorno giungono 30.000 studenti che avrebbero preferito non andare fuori corso per prendere la metropolitana o il tram.

Le promesse di realizzare le linee ci sono, mancano, purtroppo, i soldi, soprattutto quelli che sarebbero necessari per costruire un servizio completamente interrato, efficiente e compatibile con le esigenze dei quartieri attraversati, come sarebbe logico in una citta' moderna.

E’ vero, il teatro c’e'. Non e' vero pero' che ci si possa andare senza l’incubo del parcheggio. Credo anzi che la disastrosa situazione attuale in futuro peggiorera' e non sara' solo difficile parcheggiare per andare a teatro  (disagio anche sopportabile, pregustando il piacere dello spettacolo) ma lo sara' anche per chi abita costretto a lasciare le automobili, come al solito, lungo le strade.

E’ vero, l’universita' sotto casa c’e'. Non e' vero che sia la piu' moderna perche' questo primato, se di gara trattasi, spetta al nuovo politecnico della Bovisa. Quanto alla qualita' della “cittadella” essa piu' che un campus universitario, appare  piuttosto un ammasso di fabbricati periferici a confronto dei quali la vecchia citta' studi , che non puo' nascondere la sua eta', e' una verdeggiante giovin fanciulla.

Per lo sport c’e' il campetto della Pro Patria.

Questa citta' e' Milano. Frase, questa si', azzeccata. Cosa sia Milano oggi e' sotto gli occhi di tutti e non c’e' troppo da vantarsi.

E’ questo, dunque, il recupero di un’area dismessa piu' importante e bello d’Europa, come vorrebbero farci credere? Girate il mondo e giudicate voi stessi.

Per quanto mi riguarda non lo credo e se si esclude il pubblico della Scala bis (fintanto che rimarra' tale) non mi figuro alla Bicocca frotte di turisti e visitatori come all’Expo di Lisbona o Potzdammer platz a Berlino.

Purtroppo c’e' anche da dire che l’architettura di Gregotti non piace molto al pubblico che con i sui volumi scatolari non gratifica il gusto comune. Sono gli stessi abitanti che per primi dovrebbero valorizzare la loro proprieta', a definire un mostro il loro condominio, quello con le “corna”.

La futura residenza per gli studenti si annuncia triste; l’universita' e' stata realizzata “impacchettando” vecchi edifici industriali e migliore sorte non tocchera' neppure alla torre evaporativa che con la sua sagoma sinuosa, sola,  ricorda il recente passato industriale. Anch’essa sara' inglobata all’interno di un grosso “scatolone”.

La collina dei ciliegi incombe inutilmente e sproporzionata sulle piccole case del vecchio borgo Pirelli.

Non proprio inutile, perche' un fine importante la collinetta lo ha avuto ed e' stato quello di accatastare le macerie provenienti dalle demolizioni della fabbrica con due ottimi risultati per la Pirelli: risparmiare il costo del trasporto e della discarica  e far pagare al Comune le macerie come opere di urbanizzazione.

L’ultimo aspetto oscuro di questa vicenda e' infatti proprio quello dei costi. Siamo certi che la Pirelli abbia fatto dono al Comune di 10 milioni di euro?

I conti economici andrebbero verificati piu' attentamente. Per quanto ho potuto controllare dei progetti di alcune opere esaminate dal Consiglio di Zona , risulta che i prezzi unitari utilizzati per stimare il valore delle opere (a scomputo degli oneri di urbanizzazione dovuti al Comune) sono superiori a quelli praticati nelle gare di appalto, che sono stati utilizzati materiali e soluzioni inutilmente costosi (ad esempio mastodontici cordoni di marciapiedi addirittura in granito di Montorfano … o quantomeno prezzato come tale) che e' stata esposta in contabilita' anche l’IVA quando essa costituisce, per la Pirelli, una partita di giro, che viene cioe' recuperata.

Ho gia' detto delle macerie utilizzate per la collina e per l’Esplanade, pagate alla Societa' a peso d’oro.

C’e' materia per discutere.

Da tempo non c’era piu' la Pirelli, un pezzo grande della storia economica, sociale, sindacale ed umana della citta'.

Ora non c’e' piu' nemmeno il suo ricordo. E il futuro?

La storia del luogo, l’universita', la Scala, le grandi societa' industriali e direzionali impegnate nell’operazione, la tecnologia moderna meritavano qualcosa di meglio.

 

                                                                                                                                    Andrea Milella

 

 

 

 

Il Parco Cassina de’ Pomm : Finalmente!

 

Il Parco Cassina de Pomi nel novembre scorso e' stato finalmente inaugurato, dopo anni di richieste, progetti e timori. E’ stato realizzato un giardino piacevole e inserito nell’ambiente, un servizio di verde per tutti i cittadini, e in particolare per bambini e anziani. E’ un piccolo Parco, il Parco “Cascina de’ Pomi”, posto all’inizio del tratto scoperto del Naviglio, di fronte alla Parrocchia di S.Maria Goretti, su via De Marchi.

 

Il nuovo giardino si trova a destra imboccando il percorso pedonale lungo il Naviglio, sulla riva opposta rispetto al fabbricato della vecchia Osteria della Cassina de’ Pomi. Lo spazio, recintato utiilizzando in parte gli antichi muri, e' stato organizzato perche' bambini e anziani possano trovarvi possibilita' di svago. Strutture di gioco e campi di bocce sono collocati all’interno; un ruscello e alcuni getti d’acqua ricordano il Naviglio che scorre aldila' del muro.

 

In una Zona dove il Verde e' scarso e sempre in pericolo, la difesa ad oltranza di quest’area da parte di associazioni, cittadini e Consigli di zona, ha avuto esito positivo.

 

Ne abbiamo parlato per anni: i progetti sono stati modificati e migliorati nel lungo tempo di gestazione. Ricordo che si proponevano filari di alberi da frutto, che non si voleva l’ingresso dal ponte di ferro, che si e' gridato allo scandalo quando il vecchio muro settecentesco e' stato in parte demolito. Gli architetti degli Uffici tecnici Comunali conoscono sicuramente bene le Associazioni che hanno tenacemente seguito il progetto, in primo luogo la Associazione Cassina de’ Pomm e la Associazione dei Cittadini grechesi.

 

Quante volte il Consiglio di Zona 2 ha esaminato in Commissione i vari progetti elaborati dagli uffici Tecnici Comunali e ha deliberato su proposte di modifica. Quante interrogazioni in merito! E quante manifestazioni pro-Parco lungo il Martesana, nello spiazzo in fondo a via Zuretti !

 

Un’opera cosi' significativa per un Quartiere, che attende da decenni segnali di maggiore attenzione  ai suoi numerosi problemi, avrebbe pero' meritato una piu' attenta inaugurazione, che invece e' stata frettolosamente programmata con pochi giorni di anticipo, tagliata sulle disponibilita' dell’Assessore, ma non pensata per garantire la partecipazione delle associazioni e dei cittadini. Quegli stessi cittadini che, qualche giorno prima, convocati pure all’ultimo, si erano riuniti in attesa del Vice Sindaco, per poi sentirsi dire che tutto veniva rinviato.

 

Questa volta  l’Assessore c’era, c’era il nastro rosso, il rinfresco e giornalisti con e senza telecamere. Ma il giorno dell’inaugurazione  erano presenti in pochi, troppo pochi.

Mancavano molti di quelli che tanto avevano fatto per il Parco, alcune associazioni, il Consiglio di Zona 2 e le altre realta' della Zona. E non per colpa loro, ma perche' avvisati all’ultimo e senza nessuna attenzione che vi fosse una loro presenza.

 

Tant’e': c’era il Vice Sindaco, sen. De Corato, il cui Assessorato (Parchi e Giardini) ha operato per la realizzazione, pur con numerosi rinvii, del Parco Cassina de’ Pomi. Al sen De Corato che ci ha fatto presente di avere risanato un’area fino a qualche tempo fa solo un ammasso di sterpaglie, abbiamo richiamato  l’impegno di tanti di cui purtroppo in quel momento non si e' fatto menzione.

 

Avremmo voluto ricordare il significato di quel luogo (sul sito www.ilponte.it riportiamo quanto scrive G. Banfi nel suo libro “Greco oggi”); parlare del perche' il Consiglio di Zona ha deciso di denominare il Parco “Cassina de’ Pomi” e  di dedicarlo a Domenico Tessera (sul sito www.ilponte.it). Avremmo voluto incontrare il Presidente del Consiglio di Zona  2, e  non i soli Consiglieri presenti alla cerimonia.  In definitiva avremmo voluto far si' che questa inaugurazione fosse un momento significativo nella vita del Quartiere.

 

Al Vice Sindaco un gruppo di cittadini ha manifestato la sua rabbia e indignazione per l’assurdo progetto di costruire una antenna UMTS in corrispondenza del complesso scolastico di via della Giustizia-via de Marchi. Il Sen. De Corato ha assicurato che la antenna non si fara': i cittadini hanno annotato con cura e aspettano lo smantellamento definitivo dell’impianto.

 

Partito il Sen.De Corato, camminiamo per i giardini e ascoltiamo le voci e i rumori: le discussioni attorno ai campi bocce, le grida di gioco dei bambini, lo scorrere del ruscello artificiale e lo scroscio dei getti di acqua , mentre sullo sfondo scivola lentamente, come sempre, il Naviglio: un angolo di mondo separato dal traffico di via De Marchi, dalle antenne UMTS, dal degrado vicino ai ponti ferroviari e dai fantasmi incombenti della Bretella di Greco e della Gronda Nord.

 

Grazie a tutti coloro che si sono impegnati nella realizzazione di questa piccola oasi, che speriamo sia un germe per un Quartiere piu' vivibile.

 

Mario Villa