MartesanaDUE - giugno 2002 n. 44

 

In questo numero

 

Piazza Costantino: le proteste non finiscono 

   

Il Consiglio di Stato dice sì alla Bretella

 

Sgomberata la cascina occupata in piazza del governo Provvisorio

 

Le ragioni degli occupanti e le posizioni politiche del CdZ

 

Il naviglio Martesana: parole, video e diapositive: e i fatti concreti?

 

Nella vicina Sesto San Giovanni stravince la sinistra

 

A Sesto la Fabbrica della Memoria

 

In favore del del Reparto di riabilitazione fisica

 

Nessuno è straniero alla Casa della Cultura

 

Alcuni cittadini mandano all'ospedale i vigili urbani

per difendere una giovane ambulante cinese 

Un po' di Tibet in via delle Leghe

 

Cuba Last minute: il nuovo libro fotografico di Gabriele Croppi

 

LA SCUOLA PROTAGONISTA ALLO “ZELIG”

 

www.vialemonza.il: il portale locale di chi vive e lavora in zona

 

Gli appuntamenti a teatro e con la cultura

 

SPECIALE VIALE MONZA

Le rubriche

 

Filo diretto da Parlamento

con il senatore Antonio Pizzinato

 

Uno sguardo sulla città 

di Sandro Antoniazzi

 

Lettere alla redazione

 

Navigando navigando

 

Gli annunci 

e le opportunita'

 

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MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

Gianni Bazzan, 

Mattia Cappello,

Adele Delponte,

Ferdy Scala,

Luciana Vanzetti,

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

Via delle Leghe, 5

20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

Fax 02/28.22.423

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Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 

 

 

 

   Piazza Costantino: le proteste non finiscono 

Si sono svolte nella serata di giovedì 6 giugno, con la partecipazione di alcune centinaia di cittadini nonostante la pioggia durante l’intera giornata, le manifestazioni organizzate a Precotto dal Comitato contro la gronda Nord e la metrotranvia a raso e nelle vie intorno a piazza Costantino organizzata dal Comitato dei cittadini dei quartieri Adriano-Crescenzago-Gobba-Padova-Ponte Nuovo. Motivo delle manifestazioni la denuncia dell’insostenibile situazione venutasi a creare a partire dal 6 maggio scorso, a seguito dell’avvio dei lavori sull’incrocio di piazza Costantino (unico nodo stradale della zona di importanza strategica) e dei provvedimenti sconsiderati di deviazione del traffico convogliato sulle vie del Ricordo, Ponte Nuovo, Arici, De La Salle e sulla laterale di viale Palmanova in entrata da Cascina Gobba, previsti fino a novembre 2002. A detta di tutti sono le prove generali per imporre la Gronda Nord, l’autostrada urbana di 12 Km che attraverserà l’intera nostra zona.

Gli effetti dei provvedimenti di deviazione del traffico - che coinvolgono, oltre ai circa 50.000 abitanti della zona, anche migliaia di pendolari che attraversano i quartieri da Cascina Gobba a Sesto San Giovanni - non hanno tardato a manifestarsi: intasamenti, code, aumento insopportabile di smog, disagi e pericoli soprattutto per anziani, malati e bambini.

Il Comitato dei quartieri  Adriano, Crescenzago, gobba, Padova e Ponte nuovo, rivendica un sistema di trasporto pubblico più efficiente, oltre alla realizzazione di opere viarie di quartiere, già previste nel Bilancio comunale 1998, e mai messe in cantiere (un piccolo ponte sul Martesana di collegamento delle vie Padova, Idro, San Mamete e un tratto stradale via Adriano/via Anassagora). In tutto poco più di 6 miliardi di vecchie lire, a fronte di ben 4,5 miliardi per “la riqualificazione di piazza Costantino e dintorni”.

Opere necessarie ed urgentissime, che sono state riconfermate da delibere del Consiglio di Zona Due e dalla Mozione urgente approvata il 13 maggio scorso all’unanimità dal Consiglio Comunale, che ha bocciato l’operato di De Corato in quanto assessore ai Lavori Pubblici, Parchi, Giardini e Arredo urbano. È già trascorso un mese: il caos e gli inquinamenti continuano, mettendo in pericolo la nostra salute e degradando i nostri quartieri.

Si potrebbe creare - sottolinea sempre il Comitato -  una importante occasione per affrontare dai quartieri di periferia, e, soprattutto da un’altra ottica, la questione del traffico e della mobilità a Milano e nell’area metropolitana: una prospettiva diversa rispetto all’impostazione “condominiale”, stucchevole e falsa, del trinomio “ticket/chiusura del centro storico/isole ambientali.

 

 

 

 

 Sgomberata la cascina occupata in piazza 

del Governo Provvisorio

 

Giovedì 6 giugno, è stata sgomberata la cascina Turro.Nonostante la pioggia incessante tutti gli ospiti della casa sono stati costretti ad abbandonare l'edificio. Scene tristi e drammatiche erano sotto gli occhi di tutti i passanti: mentre alcuni degli abitanti della casa trasportavano fuori tutto quello che avevano accumulato - reti, materassi, mobilie varie, vestiti e tutto quello che in una casa può essere contenuto - una mamma allattava per strada il proprio bambino, altra gente provvedeva a coprire con mezzi di fortuna quanto avevano già trasportato all’esterno.

Il tutto avveniva sotto lo sguardo severo delle forze dell'ordine e quello compiaciuto di alcuni esponenti di centro destra - presidente compreso - del consiglio di zona.

I consiglieri di zona dei Ds e di Rifondazione presenti non hanno potuto che raccogliere il rammarico degli ospiti  della casa e  lo stupore degli abitanti del quartiere i quali, nella stragrande maggioranza, hanno sempre considerato i ragazzi della cascina Turro come  loro vicini di  casa di cui non lamentarsi.

La vicenda, a quanto pare, non è da considerarsi come fatto isolato bensì come un vero e proprio progetto razzista che viene capeggiato dalla giunta di centro destra di questa città.

A me non resta che esprimere il rammarico anche per il fatto che il Consiglio di Zona 2 ancora una volta non ha saputo e voluto gestire una "problematica" che avrebbe dovuto affrontare; il presidente - leghista -del Consiglio di zona ha per l'ennesima volta abdicato i propri poteri al governo centrale, e se bossi parla tanto di "Devolution", di "Padania libera ed indipendente", i suoi amministratori locali dipendono integralmente dal potere centrale e centralista.

Ahimè ancora una volta assistiamo al fallimento della politica liberale di questo centro destra che parla in un modo ed agisce all'opposto.

Mattia Cappello

 

                      

 

 

 Le ragioni degli occupanti e le posizioni politiche del CdZ

La notizia dello sgombero della  cascina  della cascina di via Governo Provvisorio, del quale diamo notizia sopra, ha bisogno, per una corretta comprensione dei nostri lettori, di una spiegazione degli antefatti. Il 4  maggio una ventina di senzatetto ha occupato la vecchia cascina che sorge, inutilizzata da oltre tre anni, in piazza Governo Provvisorio a Turro. Erano prevalentemente stranieri, rumeni e marocchini, ma vi erano anche alcuni italiani. Gli occupanti sono stati attivamente sostenuti quotidianamente da un ampio gruppo di ragazzi e ragazze italiane, orientati chiaramente a sinistra. Hanno ripulito e sistemato in parte lo stabile, ma le "autorità competenti" non gli hanno concesso l'elettricità e gli hanno tolto l'acqua.

Appena entrati gli occupanti hanno preso contatto con il consiglio di zona per spiegare le loro intenzioni. Si sono recati sul posto il presidente leghista Luca Lepore ed altri consiglieri, anche dell'opposizione.

In una "Lettera aperta ai cittadini del quartiere" il "Comitato di occupazione di Governo Provvisorio", ha dichiarato, il 13 maggio,  che il suo obiettivo era quello di "rispondere a due esigenze fondamentali". La prima era di "creare spazi abitativi per famiglie senzatetto" (il particolare riferimento all'immigrazione è dovuto all'esperienza reale negli ultimi anni a Milano). "Il sopralluogo tecnico, effettuato con mezzi propri e da persone di comprovata competenza, ci ha permesso di fissare il numero massimo di possibili abitanti".

La seconda esigenza alla quale il Comitato intendeva rispondere era quella di "creare uno spazio sociale agibile per il quartiere, ad esempio per corsi di lingua, per una biblioteca pubblica, per attività culturali varie ecc." Il comitato dichiarava anche la propria disponibilità ad integrare i propri progetti con altre attività proposte dalle associazioni o da singoli cittadini del quartiere.

La lettera aperta respingeva l'accusa di contribuire al deterioramento di una struttura dichiarata "monumento nazionale" (il che ci sembra del tutto eccessivo, n.d.r.), occupata fino a poco tempo fa da una falegnameria (che è l'uso notoriamente più appropriato del "monumenti nazionali", n.d.r.) e poi "lasciata in stato di totale abbandono per oltre tre anni".

Il Comitato evitava di polemizzare con un volantino ostile distribuito nei giorni precedenti da un sedicente "comitato dei cittadini di Turro". Abbiamo partecipato alla "festa di inaugurazione", che ha visto una numerosa presenza di cittadini del quartiere, tra i quali abbiamo rilevato sentimenti di solidarietà umana, di curiosità, in qualche caso di diffidenza, ma nessun sintomo di ostilità. Del "comitato cittadini di Turro", in questa occasione, nessuna traccia. Con il "nemico" non si parla?

Martedì 14 si è svolto un Consiglio di Zona, terminato alle due del mattino, nel quale Centro Destra e lista Di Pietro hanno sostanzialmente chiesto lo sgombero  della cascina. La conclusione è che 23 dei 25 consiglieri presenti alla votazione (molti altri erano usciti in segno di protesta) hanno approvato la mozione che riportiamo integralmente::

"In seguito all'occupazione abusiva dell'edificio storico Cascina Turro in piazza Governo provvisorio, in carico al Consiglio di Zona 2, avvenuta in data 4 maggio 2002, il Consiglio di Zona richiede alle autorità competenti l'immediato ripristino della legalità a tutela del diritto dei cittadini residenti alla sicurezza - lo stabile in condizioni fatiscenti potrebbe essere soggetto a crolli all'interno - e all'utilizzo della struttura destinata, nell'intento del Consiglio di Zona,  a diventare centro ricreativo per il quartiere. Oltre alla condanna dell'illegalità dell'atto il Consiglio di Zona chiede con urgenza all'Amministrazione comunale la verifica tecnica della struttura, il completamento dei progetti di ristrutturazione della Cascina Turro e l'inizio dei lavori o l'inserimento a bilancio dell'intervento".

L'ultima frase della mozione è, come ben si vede, un  piccolo capolavoro di ipocrisia. I "sepolcri imbiancati" della maggioranza chiedono con urgenza cose che si sono dimenticati di chiedere per oltre tre anni.

I consiglieri dell'opposizione si sono battuti con coraggio, chiarezza e giusto senso del ruolo delle istituzioni nei confronti dei problemi sociali della città, ma hanno dovuto soccombere alla spietata logica dei numeri. Hanno votato contro la mozione i consiglieri Aprea (Verdi) e Re Fraschini, mentre hanno votato a favore i rappresentanti della lista "Di Pietro", Tersite Bonora e Murraca. Tutti gli altri consiglieri dell'opposizione (Ds, Margherita, Comunisti italiani) sono usciti dall'aula in segno di protesta. Lo ha fatto, inaspettatamente, anche Luigi Tranquillino, dissociandosi dalla dichiarazione di voto del suo compagno di gruppo Re Fraschini.

Mattia Cappello, giovane consigliere Ds, ha indicato la necessità di ricercare una soluzione che rispondesse ai problemi reali della zona ed ha affermato che la maggioranza ha sanato una situazione di illegalità relativa agli orti abusivi, problema certamente meno importante di quello di avere un tetto sotto il quale vivere, che rappresenta un  diritto inviolabile per ogni essere umano. "E' necessario, ha affermato, prima assicurare un tetto a chi non lo ha, e successivamente operare per far tornare la situazione nell'ambito della legalità".

Salvatore Gioia, della Margherita, ha chiesto un consiglio straordinario a Turro con gli occupanti, per discutere la situazione reale ed evitare un'interpretazione repressiva della legalità, che tende a scattare solo nei confronti dei più deboli.

Luigi Tranquillino, capogruppo di Rifondazione comunista, ha definito illegale e vergognoso l'atteggiamento della maggioranza, che ha consentito per oltre tre anni che la cascina  divenisse una discarica di rifiuti,

Il verde Giancarlo Aprea, nella sua dichiarazione di voto, ha affermato che "la legalità non può essere considerata un optional da applicare in modo discriminatorio. La maggioranza si richiama al principio di legalità, dimenticandosi che in un recente passato ha avvallato situazioni di illegalità da parte di cittadini che avevano occupato abusivamente un'area pubblica, e senza stabilire un dialogo con gli occupanti della cascina".

Pochi giorni dopo il presidente Lepore ha convocato un consiglio straordinario a Turro, nella cascina occupata, la sera del 27 maggio, per poi posticiparlo a sorpresa al 3 giugno, con la motivazione - diceva un cartello affisso in piazza Governo Provvisorio - che la questione era stata rimessa nelle mani del sindaco. Il che non faceva prevedere nulla di buono. Adesso si capiscono bene le ragioni del reiterato rinvio: evitare di affrontare un problema sociale di acuta emergenza.

Gianni Bazzan