MartesanaDUE - settembre 2002 n. 46

 

In questo numero

 

La Giunta Albertini vorrebbe celebrare il funerale del decentramento

   

La nuova Stazione Centrale in Consiglio di Zona Due

 

Ferragosto a Milano: i milanesi soccorsi dai cinesi

 

La giovane vitalità del Centro Anziani

 

CULTURE: speciale ALGERIA a cura di Gianni Bazzan

 

Le scelte del CdZ

www.vialemonza.il: il portale locale di chi vive e lavora in zona

 

Gli appuntamenti in zona con il  teatro, i libri  e  la cultura

SPECIALE VIALE MONZA

Le rubriche

 

Filo diretto da Parlamento

con il senatore Antonio Pizzinato

 

Uno sguardo sulla città 

di Sandro Antoniazzi

 

Arte e quartieri

 

Lettere alla redazione

 

Navigando navigando

 

Gli annunci 

e le opportunita'

 

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MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

Gianni Bazzan, 

Mattia Cappello,

Adele Delponte,

Ferdy Scala,

Luciana Vanzetti,

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

Via delle Leghe, 5

20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

Fax 02/28.22.423

martesanadue@ilponte.it

 

Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 

 

 

 

   La giunta Albertini vorrebbe celebrare 

il funerale del decentramento 

 

Dopo mesi di lunga gestazione l'Assessore al Decentramento Gallera ha partorito, all'inizio di luglio, un documento intitolato "Trattazione di massima" relativa alle competenze e funzioni da attribuire ai Consigli di Zona.

Tale documento e' in contrasto con le proposte di tutto il Centro Sinistra, che verranno esposte in un Consiglio comunale straordinario, che si terrà lunedì 23 settembre   alle ore 17, nel quale verranno discussi due ordini del giorno presentati dall'opposizione. I contenuti del documento dell'Assessore al Decentramento devono essere pesantemente contestati per due motivi. Per prima cosa l'affermazione che "Il cittadino è più portato a giudicare positivamente il ruolo della Pubblica Amministrazione sulla base della capacità di dare risposte  concrete  ai  propri  bisogni piuttosto che sulla  base delle opportunità che  questa   offre   alla partecipazione attiva" stravolge  il senso  per  cui  i   Consigli  di   Zona  sono  nati:agevolare la  partecipazione e creare una municipalità'. Altra   cosa   inaccettabile è che     i  pochi  passaggi  di  poteri alle Zone sono previsti dopo la riscrittura  del   nuovo Regolamento.

La  posizione  del  Centro Sinistra a questo   proposito è chiara: esiste  un regolamento   dal 1997, appllichiamolo!

 

L’iter che impone invece la riforma Gallera, oltre al fatto che   non porta a  un salto di  qualità dei  Consigli  di Zona, allunga     di   molto l'attuazione delle deleghe. E' un iter che   può   portare  ad   un  completo immobilismo per  tutta  la   durata  dell'attuale legislazione. Le poche  novità positive annunciate  nella  Trattazione di Massima resterebbero   solo una  promessa,  in  quanto non     verrebbe   avviato   un   reale   processo  di  decentramento di funzioni  alle   Zone.  Del   resto  la   resistenza  del   Sindaco e di  molti assessori   non   ci lasciano  molte  illusioni. Le opposizioni devono dare  battaglia su  questi temi prima  nelle Zone e  poi  nel Consiglio   comunale  straordinario. 

 

Salvatore Gioia  

Capogruppo della Margherita nellaZona2

 

 

 

 

 Ferragosto a Milano: i milanesi soccorsi dai cinesi

 

Che Milano a Ferragosto e dintorni sia una città deserta è solo,  come si sa da anni, una antica “leggenda metropolitana”. Anche perché i milanesi, tra tutti gli italiani, sono quelli che hanno imparato di più a differenziare e scaglionare nell’anno i tempi delle vacanze, con settimane bianche in inverno e viaggi nei periodi più diversi.

Nemmeno il centro cittadino è stato deserto in quei giorni, e non c’erano solo turisti e immigrati. Si sa che quando i giornali scrivono che Milano è vuota, ci sono dalle 600 alle 800 mila persone, come testimoniano, ad esempio, i consumi giornalieri di acqua.

 

Diverse sono state le difficoltà per chi è rimasto. Mentre hanno tenuto botta i supermercati, i negozi, ad esempio le panetterie, non sembrano aver seguito i piani di turnazione predisposti per il periodo feriale, salvo che le farmacie, per le  quali tutto si è svolto secondo programma. Sembra giusto il suggerimento di chi, constatando le carenze, proponeva in quei giorni che la fissazione dei turni di apertura sia affidata alle zone. Che ci sia un bar aperto al Giambellino non è un particolare vantaggio per chi abita in viale Monza.

 

Ma la cosa più grave e ingiustificata è stata la chiusura degli impianti sportivi comunali. Il campo Giuriati, che ha tradizionalmente una utenza significativa in agosto, è rimasto chiuso tutto il mese. Ma qui, almeno, un cartello informava della chiusura per tutto il mese. Più grave il problema delle piscine. Della Romano di via Ampére (la più fruibile dalla nostra zona visto che la ristrutturazione dell’impianto Fossati-Cambini, per dirla con Enzo Jannacci che si riferiva a quella del Policlinico in “Quelli che”, continua a rimanere “un sogno del cielo) abbiamo verificato la chiusura il 17 agosto, e anche la mancanza di ogni informazione sulla riapertura. Un cartello informava solo che “l’impianto natatorio più vicino è al Centro sportivo Saini che però, quanto a distanza, è come dire l’Aeroporto di Linate.

Un altro problema  acuto ha riguardato bar e ristoranti: tutto rigorosamente chiuso, fatta eccezione, come sempre, per i cinesi, che non chiudono mai. Abbiamo scovato anche un bar latteria gestito da giovani cinesi in via Venini quasi all’angolo con via Varanini., dove ci hanno dato un panino il giorno di Ferragosto. Mentre lo mangiavamo sono entrati numerosi italiani ad acquistare latte, salumi e formaggi. Non solo anziani ma, soprattutto, giovani famiglie.

 

Nella latteria cinese siamo anche tornati perché costituiva un’occasione rara per parlare con cinesi della zona: tutti quelli che lavorano nella latteria sono molto giovani, l’unica categoria di cinesi che ha, normalmente, una buona competenza linguistica dell’italiano, perché ha studiato nelle scuole italiane. Quanto a cultura del lavoro ci sono sembrati gli unici “veri milanesi” rimasti in circolazione. Ci chiedono che festa è Ferragosto: sanno chi è la Madonna, ma la storia dell’Assunzione non la capiscono bene. Forse hanno una religione con meno miracoli.

 

Ma l’aspetto più interessante è cogliere le differenze dal punto di vista demografico tra la loro comunità e quella italiana. Mentre i “giovani “ italiani ormai hanno il primo figlio tra i 35 e i 40 anni, qui ci impiegano la metà del tempo: una ragazza di nome You You ha venticinque anni e un figlio di sette. Oltre a continuare ad arrivare hanno un numero medio di figli per ogni donna ben più elevato dell’1,1 delle italiane, uno degli indici più bassi del mondo.

E non soffrono la “sindrome del ritardo” dei giovani italiani a uscire di casa e a metter su famiglia e a fare figli. Con l’eccezione di Ornella Muti che, scrivono i periodici di gossip, sta per diventare bisnonna.

 

Gianni Bazzan

 

                      

 

 

  La giovane vitalità del centro anziani

 

Il centro anziani di via Tanaro 4 è una realtà così attiva nella vita di quartiere che merita di essere costantemente ricordato e valorizzato. Nato sette anni fa dall’iniziativa di un ristretto gruppo di signore, oggi il centro conta ben 150 iscritti, ma si regge ancora sul lavoro dei volontari.

L’organizzazione del centro fa capo a Paola Polari, che per una chiacchierata ci fa entrare nella sede vera e propria, un appartamento della casa di ringhiera non grandissimo ma ristrutturato e ben tenuto. Il cortile dove di solito si ritrovano gli anziani per le varie attività in questi giorni è più chiuso che aperto a causa della pioggia, si vedono solo le belle piante che lo delimitano e qualcosa oltre il cancelletto. Dalle foto scattate in occasione di varie feste scopriamo che il posto è spazioso e bellissimo, adatto ad ospitare decine di persone, così come è accaduto a ferragosto, quando intorno alle tavole imbandite e sotto le decorazioni appese al pergolato si sono riuniti tanti di coloro che hanno passato l’estate in città.

Lo scopo principale del centro è proprio questo. Come ci spiega Paola, bisogna distogliere gli anziani dalla loro solitudine, evitare che rimangano chiusi su se stessi a pensare solo ai loro problemi e ai loro guai. L’idea prima era appunto creare una forza di aggregazione, e col tempo questa iniziativa è cresciuta e maturata, facendo sua anche la delicata questione dell’assistenza ad anziani bisognosi. Non solo, l’interesse si è esteso anche ai bambini e ai giovani, che spesso vengono coinvolti nelle varie attività.

Quando entriamo nella sede sono le cinque del pomeriggio e siamo appena in quattro. In pochi minuti la casa si riempie, le signore arrivano magari anche solo per prendere un caffè e salutare, vedono che c’è qualcuno che vuole raccontare del loro centro e allora si fermano e cominciano a far vedere foto, a discutere, a commentare. Dall’ultima festa a ferragosto si passa alla gita in tram, per vedere i monumenti di Milano; a maggio in occasione della festa della mamma è stata organizzata la manifestazione “Donna lombarda”, dove tutti, uomini e donne, erano in costume tradizionale, e i bambini hanno organizzato uno spettacolo; i carnevali sono sempre in maschera, con sfilate per il quartiere; a Natale molti si travestono da babbo natale per i bambini e anche per portare dei pacchi dono agli anziani più bisognosi; poi ci sono le gite fuori porta, i concerti, le foto di una festa di giovani promossa dal centro all’anfiteatro della Martesana; il sabato sera si può andare a ballare nei locali dell’oratorio messi a disposizione dal parroco della chiesa di S. Basilio.

Le signore ci mostrano con entusiasmo i lavori fatti a mano per la “festa dell’uva” che si terrà domenica 22 settembre: borse all’uncinetto, strofinacci ricamati, e una gran quantità di presine fatte dalla mamma di Paola “che ha 92 anni e lavora senza occhiali!”.

Lo spirito e la grinta di queste signore non hanno da invidiare a nessuno: sono donne che hanno preso in mano la situazione e a partire da un’idea – bella, certo, ma che pochi avrebbero avuto il coraggio di portare avanti – ogni giorno lavorano con passione per far vivere appieno questo centro. I locali di cui usufruiscono sono concessi dalla Asl ad un affitto simbolico, ma non basta: servono fondi per realizzare le iniziative e assistere gli anziani più in difficoltà. L’ostacolo peggiore è la burocrazia, spiega ancora Paola, che rende faticosa qualsiasi manovra e avvilisce e raffredda anche gli spiriti più accesi; le istituzioni non mettono a fuoco l’importantissimo ruolo di punto di riferimento che il centro ha assunto: gli aiuti richiesti o non vengono forniti o arrivano col contagocce e dopo molte discussioni.

Paradossalmente al centro vengono riconosciuti i meriti con vari premi, per esempio la “Michetta d’argento” avuta nel ’98, ma ancora non rientra in un programma sistematico che gli garantisca un’esistenza più scorrevole e più appagante, insomma più valorizzata come sarebbe giusto che fosse.

 

Laura Andreozzi