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Pitture di S. Maria Rossa in Crescenzago 

 

Nel numero di Maggio 2002 del MartesanaDue ci siamo occupati di questa chiesa, ristrutturata da pochi anni e adesso valorizzata anche da una bella piazza. Ora vogliamo segnalare un articolo uscito su Arte Cristiana, una rivista specialistica del settore artistico che circola nelle università e che vanta tra i curatori nomi di prestigio dell’ambiente accademico. Il numero di giugno-luglio 2002 ha pubblicato la sintesi della tesi di Vincenzo Cavallaro, che si è laureato analizzando il ciclo pittorico duecentesco di Santa Maria Rossa in Crescenzago.

La decorazione, egli scrive, “è oggi l’unica, tra i cicli murali duecenteschi pervenutici, a serbare, all’interno del frammentario contesto pittorico milanese del periodo, la quasi totalità delle sue raffigurazioni”.

Nell’articolo emergono sia l’importanza dal punto di vista artistico, sia la qualità e la bellezza del ciclo pittorico, che risale all’incirca al 1270-80; gli affreschi sono molto rovinati, ma si riescono a leggere alcuni episodi della vita di Maria, compreso l’annuncio della sua morte da parte dell’arcangelo Michele, una scena rarissima nella storia dell’arte, ispirata da un racconto dei Vangeli apocrifi.

La chiesa era stata decorata forse con l’intento di onorare le celebrazioni funebri: a parte appunto il racconto della morte della Vergine, ci sono dei simboli specifici, come per esempio il grifone, guardiano del luogo sacro, accompagnatore e difensore dei defunti.

Emoziona l’intreccio di raffigurazioni sacre e profane (e del sacro e del profano all’interno della stessa religione, con l’utilizzo sia dei Vangeli ortodossi che di quelli apocrifi) nella cultura del 1200 milanese, così ben rappresentato da quel che resta di questo affresco. Il merito di averlo valorizzato ai nostri occhi va al restauro, concluso nel ’99, e al lavoro di ricerca degli studiosi d’arte.

 Laura Andreozzi

MartesanaDue - giugno 2003