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milano e i quartieri

 

Precotto in mobilitazione

Carlo Bonaconsa  - MartesanaDue, ottobre 2008

 

Sospesa la strada interquartiere. La solita vecchia Gronda nord

Giuseppe Natale  - MartesanaDue, novembre  2003

 

Parere negativo sul tratto di Gronda tra Adriano e Precotto

 Gianni Bazzan - MartesanaDue, marzo 2002

 

Ancora no alla metrotramvia a raso a Precotto - Opposizione divisa

 G.B. - MartesanaDue, marzo 2002

 

Un tram per il teatro Arcimboldi

 MartesanaDue, febbraio 2002

 

Metrotramvia a raso a Precotto: un chiarimento per tutti

Luigi Tranquillino, per il coordinamento contro la Gronda nord e la metrotramvia a raso - MartesanaDue, febbraio 2002

 

Aspettiamo al varco la maggioranza del Cdz sui problemi della metrotramvia a raso

Intervista a Luigi Tranquillino a cura di Gianni Bazzan - MartesanaDue, novembre  2001

 

Partecipata Assemblea pubblica sulla metrotramvia

Luigi Tranquillino - MartesanaDue, maggio 2001

 

L'ingloriosa conclusione della telenovela Metrotramvia

Ferdy Scala - MartesanaDue, febbraio 2001

 

La maggioranza del Consiglio comunale ha approvato la metrotramvia a raso

Gianni Bazzan - MartesanaDue, febbraio 2001

 

Traffico, Fo contro Albertini "Protervia antireferendum"

Comune inadempiente, decidera' il Tar

Il Nobel attacca il sindaco per le dichiarazioni sulla consultazione

Stefano Rossi - da la Repubblica, 18 gennaio 2001

 

I fondi per l'interramento e la polemica con Legambiente

Tullio Re - da lettere a MartesanaDue, gennaio 2001

 

18 dicembre 2000 - Il consiglio di zona 2 non esprime alcun parere sulla metrotramvia  

Ferdy Scala - MartesanaDue, dicembre 2000

 

Una linea forte di trasporto pubblico su ferro da est a ovest nel nord Milano

Pierluigi Bulgheroni - da MartesanaDue, dicembre 2000

 

La metrotramvia a Precotto: un progetto utile

Legambiente Milano, WWF Lombardia, Ciclobby, CamminaMilano e dall’Associazione Utenti del Trasporto Pubblico

da MartesanaDue, dicembre 2000

 

Rottura tra ambientalisti sulla metrotramvia

Luciana Vanzetti - MartesanaDue, novembre 2000

 


Precotto in mobilitazione

 

Mercoledì 17 settembre 2008 si è svolta presso il teatro della parrocchia di S. Michele Arcangelo di Precotto un’assemblea promossa dal comitato di quartiere  “Precotto” che ha visto la partecipazione di molti cittadini.

All’incontro ha partecipato il presidente del Consiglio di Zona 2, Luca Lepore, chiamato a informare i cittadini su una serie di problemi del quartiere: metrotranvia ( sicurezza e rumorosità), sistemazione dell’area Paganoni ( area a verde, biblioteca pubblica), prosecuzione dei lavori della Casa di Riposo di Via Pindaro, la nuova urbanizzazione di Via Rucellai, il piano dell’illuminazione pubblica della zona, le rotte degli aerei.

Tanti i problemi, importanti. Forse troppi e così l’analisi  è stata un po’ frettolosa; non c’è stato tempo per un confronto rigoroso e propositivo.

Alcuni  presenti hanno manifestato  insofferenza nel costatare che ancora troppe questioni restavano aperte, nonostante le iniziative promosse, le proteste e gli incontri con le autorità.

Alcune risposte positive sono state date e alcuni problemi sembra siano in via di soluzione. Per altri invece si annaspa ancora. E così più volte il presidente evidenziava la necessità di una forte mobilitazione dei cittadini per accelerare i tempi, battere  le indolenze e  gli scaricabarile, superare  le  procedure burocratiche e  le resistenze istituzionali (ma non dovrebbe essere il compito di un Presidente pagato appositamente per questo?).

 

Questi i problemi posti dai cittadini e le risposte date

Metrotranvia

I tram Sirio della Linea 7 hanno i carrelli che stridono nelle curve. La rumorosità arriva anche a 95 decibel: situazione da denuncia penale. Evidentemente si è trattato di un acquisto sbagliato,  riconosce il presidente dell’ATM Catania. Gli interventi dell’ATM  non sono serviti a nulla.

La popolazione non dorme, è sempre più arrabbiata, diciamo così. E così sabato 20 settembre è scesa in piazza o meglio ha fatto una passeggiata sui binari. Un inizio di una protesta pubblica più forte?

Il Presidente Lepore non sa se il problema potrà essere risolto. La prosecuzione della linea fino alla Gobba è prevista al termine dei lavori del Quartiere Adriano: fra 4/ 5 anni.

Un cittadino propone il rientro anticipato dei tram e un’uscita ritardata dal deposito, come segno di  comprensione dei disagi dei cittadini da parte dell’ATM.

Altri pongono il problema della sicurezza negli incroci e della  sporcizia  che si concentra in alcuni spazi adiacenti alle rotaie.

Casa di Riposo di Via Pindaro.

Una buona notizia.  L’iter è terminato; entro 10 giorni si andrà alla  firma  con la seconda ditta partecipante all’appalto; dopo uno o due mesi inizieranno i lavori. Il presidente dice “ Vigileremo”.

Area Paganoni

Sistemazione dell’area  verde e costruzione della biblioteca.

Difficoltà di bilancio e la successiva rinuncia del settore che si occupa delle biblioteche cittadine hanno ritardato i lavori.

La sistemazione del verde avverrà entro il mese di dicembre – gennaio, ma è necessario un presidio attivo della popolazione nella  manutenzione e nel funzionamento. La biblioteca diventerà un centro di aggregazione di zona di 2/3 piani  con annessi box interrati come servizio pubblico. 

Fra un anno e mezzo dovrebbe essere approvato il progetto definitivo e promossa la gara di appalto.

Il costo si aggira sui 4,5 milioni di euro.

Il progetto “Ghisalandia”, percorso educativo per le scuole, è in fase di progettazione.

Rotta degli aerei

La sperimentazione è terminata il 13 luglio. L’apposita  commissione antirumore l’ha valutata negativamente. Non è stato comunicato nulla al CdZ da parte delle autorità competenti. Gli aerei continuano a passare, anzi molti hanno l’impressione che i passaggi siano aumentati.

Il rischio di scarico del carburante o di eventuali cadute di aerei resta sempre incombente.

Il presidente dice che si attiverà nuovamente per avere spiegazioni in merito.

 

Piano illuminazione

Il presidente informa che si procederà entro la fine dell’anno all’incremento dell’illuminazione nel primo tratto del Viale Monza e vie adiacenti.

Quanto a Via Rucellai, i quadri elettrici dovranno essere sostituiti perché non sono in grado di reggere una portata maggiore. L’intervento è considerato prioritario.

Altri interventi sollecitano una diversa destinazione d’uso della vecchia scuola elementare di Viale Monza 200, segnalano lo stato di degrado dell’area adiacente all’edificio che ospita l’associazione “Pane quotidiano”, richiedono il taglio dell’erba e la sistemazione della recinzione nell’area che dovrebbe essere data in concessione alla parrocchia,  la cessazione della radiologia nel presidio sanitario di via Puecher, il mancato funzionamento del terzo piano del Gaetano Pini.

Il presidente infine informa che è partito recentemente il tavolo di monitoraggio del CdZ della mobilità che sarà determinata dal sorgere del Quartiere Adriano.

 

Intenzionalmente, nel redigere il resoconto molto sintetico di questa assemblea, ho voluto farlo in modo esclusivamente  informativo, senza aggiungere commenti critici o valutazioni sull’operato di quanti avrebbero dovuto essere più solleciti nel dare risposte alle esigenze dei cittadini.

Mi consento però due annotazioni finali.

La prima per rilevare il tono di fastidio e di irritazione nei confronti del CdZ: spesso tra il pubblico si sollecitava  il presidente ad esplicitare le azioni che intendeva promuovere per  risolvere i problemi in discussione.

La seconda, la più amara. Alla proposta di un minuto di silenzio per l’omicidio di Abba, il giovane italiano di colore ucciso in Via Zuretti giorni prima, diversi presenti  hanno reagito alzando voci di protesta e di fastidio, senza che nessuno abbia raccolto la proposta. Era solo perché la proposta era stata formulata malamente da qualcuno non gradito politicamente o perché ormai si è affievolito in molti il senso di pietà e di tutela dei diritti  di chi è diverso per colore?

 

 

Sospesa la strada interquartiere. La solita vecchia Gronda nord

 

L'Interquartiere Nord è una strada di scorrimento, è un'autostrada in città: è la solita vecchia Gronda Nord. Lo riconosce il T.A.R. che impone al Comune di Milano la Valutazione di Impatto Ambientale, e sospende i lavori di esecuzione del tratto Viale E.Fermi/Via Graziano Imperatore (nuovo pronto soccorso dell'Ospedale di Niguarda) Con sentenza depositata il 7 ottobre scorso, il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia accoglie i ricorsi di numerosi cittadini contro il Comune di Milano, la Regione Lombardia e l'Aem. Di conseguenza, annulla le deliberazioni della Giunta Comunale di Milano riguardanti il progetto definitivo (6.11.2001, n.2979) e il progetto esecutivo (16.7.2002, n.1934) della strada di collegamento tra Viale Enrico Fermi e Via Graziano Imperatore (tratto di 800 m., degli oltre 11 km di Gronda Nord / Interquartiere, che attraverserà il Parco Nord e porterà al nuovo Pronto Soccorso dell'Ospedale di Niguarda.)

I cittadini ricorrenti e i Comitati hanno conseguito una importante vittoria. Da decenni si battono contro la realizzazione della grande arteria autostradale di collegamento tra Tangenziale Est (Cascina Gobba) e Tangenziale Ovest (Cascina Merlata). Dagli Anni Ottanta lottano - proponendo anche alternative serie - contro la testardaggine e l'ottusità delle diverse Amministrazioni del Comune di Milano che insistono nel riproporre sempre la Gronda Nord. In forme apparentemente e nominalisticamente edulcorate. Ma lasciando intatta la  sostanza: autostrada urbana, di scorrimento, fortemente inquinante e gravemente nociva alla salute e alla qualità della vita; dagli effetti disastrosi sul patrimonio storico-ambientale, e negativi sullo stesso sistema viario urbano.

E' importante ed utile ripercorrere in sintesi l'iter delle motivazioni che suffragano la sentenza del tribunale.

1. Prima di tutto è riconosciuto il diritto individuale dei cittadini - che risiedono e vivono in prossimità della costruenda opera pubblica (criterio della vicinitas ) - ad "agire in giudizio" per la tutela del diritto alla salute e  per la salvaguardia dell'ambiente.

La legittimità a ricorrere non è riservata solo alle Associazioni ambientaliste di dimensione nazionale - come ha sostenuto la difesa del Comune di Milano.

2. Nel definire "di quartiere" e/o "interquartiere" la strada in oggetto, il Comune di Milano ha compiuto un'operazione semplicemente nominalistica e non rispondente alle vere caratteristiche dell'opera contraddicendo le disposizioni del Codice della strada. " Il che vale - si afferma nella sentenza - ad escludere la possibilità di associare alla categoria delle strade interquartiere l'opera in esame, i cui caratteri costruttivi, come già evidenziato, eccedono i parametri propri delle strade di quartiere". ( Gronda Nord: 2 carreggiate, 4 corsie - 2 per senso di marcia ; strada di quartiere: unica carreggiata, 2 corsie - una per senso di marcia).

3. E' necessaria ed obbligatoria per legge la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) :

"In particolare, il Collegio ritiene che l'approvazione del progetto in questione non potesse prescindere dalla previa valutazione delle implicazioni ambientali ad esso connesse; detta conclusione si rende obbligata non solo qualora il tratto di strada in progetto venga considerato isolatamente quale opera in sé compiuta, ma anche nel caso, qui ricorrente, che il tracciato in questione debba invece iscriversi nel più ampio e complessivo disegno quale parte della " strada interquartiere nord " destinata a collegare i quartieri cittadini di Quarto Oggiaro e Cascina

Gobba".

Sul  fronte orientale della vertenza (tratto di  S.I.N. Gobba/Adriano), sono state puntuali le osservazioni critiche e di opposizione al progetto preliminare da parte dei cittadini inquilini dei caseggiati che insistono sul tracciato storico della Gronda.

La generale opposizione di tutti i condominii ha messo di spalle al muro la Giunta Albertini che,per superare gli ostacoli,nel gennaio 2003, ha tirato fuori dal cappello magico un'ipotesi di progetto preliminare che sposta il tracciato della Gronda sul corridoio delle linee di alta tensione dell'Aem da interrare. Su questa proposta la maggioranza di centro-destra del Consiglio di Zona 2 ha purtroppo espresso parere favorevole, smentendo sue precedenti delibere contrarie alla Gronda Nord (cfr. Martesanadue,n.51, marzo 2003).

Il nuovo tracciato non modifica le caratteristiche dell'infrastruttura autostradale.

Gli effetti dannosi alla salute e all'ambiente, al patrimonio storico ed abitativo del quartiere rimangono tutti.

L'opposizione continua. Anche sul piano delle osservazioni tecnico-legali ed amministrative.

E' quello che stanno facendo altri numerosi cittadini residenti ed abitanti nella prossimità del nuovo tracciato della S.I.N.

La lotta contro la Gronda Nord riprende con maggiore forza ed estensione.

 

 

Parere negativo sul tratto di Gronda tra Adriano e Precotto

 

Il Consiglio della Zona 2, nella seduta del 26 febbraio, ha espresso un parere negativo sulla "variante al Piano Regolatore relativa al progetto della viabilita' di collegamento tra via Adriano ed il nodo di Cascina Gobba", variante che, in parole povere, e' indispensabile per realizzare circa 900 metri di "strada interquartiere", meglio nota ai lettori come "Gronda Nord". Anche in questo caso, come e' ormai tradizione, la seduta del Consiglio e' stata caratterizzata da una folta presenza di cittadini e rappresentanti dei comitati anti-gronda; molti gli interventi che hanno sottolineato come la costruzione di una autostrada nel nord della citta' non farebbe altro che aggravare drammaticamente i problemi inerenti il traffico e la vivibilita' di Milano.

Il parere negativo e' stato espresso con l'unanimita' dei consiglieri votanti (28), ma non dei presenti (34), in quanto i sei consiglieri di Alleanza Nazionale - che tende sempre piu' spesso a "sganciarsi" dalla maggioranza - si sono astenuti ai sensi dell'articolo 8.4 del regolamento. Si tratta di un'artificio procedurale di uso ricorrente, secondo il quale alcuni consiglieri, pur presenti fisicamente, si dichiarano assenti e, dal punto di vista procedurale, lo sono. I consiglieri hanno, naturalmente, la possibilita' di astenersi, rimanendo presenti e votanti, ma la dichiarazione di "assenza giuridica" e' un modo piu' netto di "chiamarsi fuori" e di distinguere le proprie responsabilita' da quelle della maggioranza.

Nel caso in questione va considerato anche un altro aspetto tecnico: i consiglieri che si dichiarano assenti contribuiscono ad abbassare il numero dei votanti e, di conseguenza, anche il numero di voti necessari all'approvazione della delibera. Questo puo' essere significativo anche sul piano politico, dal momento che l'assenza "procedurale" dei consiglieri su una mozione presentata da Forza Italia - della quale illustreremo piu' avanti il contenuto - ha determinato una situazione nella quale, dei 28 consiglieri presenti, 16 appartenevano, secondo il verbale, all'opposizione. Potrebbe suonare come un avvertimento di Alleanza Nazionale a Forza Italia: "attenzione, se vogliamo, siamo anche in grado di farvi andare sotto, di provocare la bocciatura di una delibera presentata da voi. Come abbiamo avuto gia' occasione di rilevare, la maggioranza del CdZ non gode propriamente di buona salute.

Ed ora la sostanza della delibera proposta da Forza Italia. In primo luogo "prende atto che nelle intenzioni dell'Amministrazione comunale la proposta viabilistica collegata alla variante Adriano-Gobba  e' un atto necessario per migliorare il traffico locale". E fin qui tutto bene, ma poi la mozione di F.I. attacca con i "distinguo", enumerando una lunga serie di fattori negativi del progetto. In primo luogo "il collegamento e', in quanto rettilineo, eccessivamente rapido e facilitato nell'intersezione alla tangenziale Est (uscita Gobba)". In secondo luogo "vi saranno problemi di inquinamento acustico e atmosferico dovuto al numero di veicoli che transiteranno". Terzo punto: "e' eccessiva la larghezza della strada, prevista in circa 40 metri, cosi' suddivisa: 2 carreggiate con 2 corsi per senso di marcia della larghezza di m. 350 l'una per un totale di 14 metri; 2 piste ciclopedonali larghe 9,8 m.; la sede della metrotramvia di 10 metri, Il tutto esclude le fasce di rispetto e lo spazio per gli alberi posti tra la sede della metrotramvia e la sede stradale, oltre che tra la sede stradale e la pista ciclopedonale".

Quarto problema: "E' previsto che la sede stradale, all'altezza di via San Mamete,51, salga per raccordarsi alla Strada Interquartiere Nord (SIN) a circa 3 metri dal suolo e prosegua fino al ponte di via Idro dove raggiunge un'altezza di 4,5 metri. Quindi si propone la nuova definizione dell'opera".

Quinto e ultimo problema: "La pista ciclabile, dopo l'attraversamento di via San Mamete in direzione Gobba, termina senza continuita' nel nodo viabilistico di Cascina Gobba. E' auspicabile invece un collegamento della pista ciclabile tra il Naviglio Martesana (dove gia' esiste) e il Parco Lambro. Inoltre si chiede di avere la relativa Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), oltre ai dati di previsione del traffico nella SIN complessivamente, connessi alla mobilita' nel quadrante Nord Est di Milano". Ce n'e' abbastanza, ci sembra, per esprimere parere negativo.

La mozione era stata presentata dal capo gruppo di Forza Italia Andrei, che pero' ha lasciato liberi i membri del suo gruppo di votare "secondo coscienza". E infatti sembra che anche qualcuno dei consiglieri forzisti abbia evitato di prendere parte alla votazione, come il consigliere Torrente, gia' noto per una sua certa inclinazione all'autonomia, che si era dichiarato contrario al parere negativo e che figura tra gli assenti nel verbale della votazione. Tra i modi di astenersi c'e' anche quello, piu' disinvolto, di uscire a fumare una sigaretta al momento dell'appello.

Salvatore Gioia, capo gruppo della Margherita, ha dichiarato a MartesanaDue che "l'opposizione, in una situazione di maggioranza numerica, avrebbe potuto far approvare dal Consiglio una propria mozione, diversa, con contenuti piu' critici di quella presentata da Forza Italia", aggiungendo che "bisogna mettere i cittadini in grado di capire le differenze tra la linea politica della maggioranza e quella dell'opposizione".

Franco Torti, esponente dell'associazione Gorla Domani, ha dichiarato che se da un lato "la mozione approvata recepisce in parte le richieste espresse dai cittadini dell'area interessata", dall'altro e' necessario "evitare di considerare la VIA come un semplice ostacolo burocratico da superare". Inoltre Torti ribadisce un concetto ripetutamente espresso dalla sua associazione, cioe' la necessita' di "effettuare la Valutazione di Impatto Ambientale sui progetti di massima e non sui progetti esecutivi, per evitare il rischio che vengano affidati incarichi molto onerosi alla MM, per l'elaborazione di progetti esecutivi, come quello gia' affidato per la tratta Adriano-Monza, con il rischio di spendere molti quattrini pubblici per progetti destinati a non superare la VIA.

 

 

Ancora no alla metrotramvia a raso a Precotto - Opposizione divisa

 

Una nuova seduta straordinaria del Consiglio della Zona 2 si e' tenuta il 12 febbraio nel teatro della Parrocchia di San Michele Arcangelo a Precotto per discutere del problema della metrotramvia Gobba-Certosa. Grande affluenza di cittadini e rappresentanti dei comitati contro la metrotranvia a raso.

Anche in questo caso il Consiglio ha espresso un parere favorevole all'interramento della linea tranviaria, ma lo ha fatto in modo meno categorico rispetto al passato. La mozione approvata al termine del dibattito, da un lato richiama e ribadisce la delibera approvata a larga maggioranza nel precedente "Consiglio straordinario", cioe' su un tema specifico e aperto al pubblico, alle associazioni e ai comitati di cittadini) tenutosi il 29 settembre dello scorso anno - delibera che chiedeva "la sospensione immediata dei lavori" per acquisire gli elementi tecnico- amministrativi necessari ad una corretta valutazione - dall'altro attenua in parte le richieste, affermando che il Consiglio di Zona 2 "conferma la propria preferenza per la soluzione interrata e sotterranea riguardo all'attraversamento di viale Monza, ritenendola piu' attinente alle esigenze di tipo funzionale ed ambientale della zona". Nel testo approvato, inoltre, "si chiede di conoscere quali accorgimenti di tipo tecnico l'Amministrazione Comunale intendera' eventualmente adottare nell'approvazione del progetto definitivo relativamente alle problematiche dell'attraversamento di viale Monza".

La mozione e' stata approvata da 21 dei 25 consiglieri presenti. Si sono astenuti i consiglieri Asinari, Caligaris, Gandolfi e Torrente, tutti di Forza Italia, mentre si sono assentati al momento della votazione, in segno di dissenso, i consiglieri della Margherita, che avevano chiesto il carattere completo ed esauriente della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ed avevano sottolineato con piu' forza le esigenze di trasparenza, di correttezza amministrativa e di informazione al CdZ e ai cittadini. In sostanza i consiglieri della Margherita dichiarano di accettare anche la soluzione a raso, giudicandola meno costosa e piu' realistica. La stessa scelta politica e procedurale di dichiararsi assenti al momento della votazione e' stata adottata dai consiglieri di Alleanza Nazionale. Una soluzione, dunque, piuttosto complessa e non facile da interpretare: una spaccatura "trasversale" di posizioni che investe insieme la maggioranza  e l'opposizione del CdZ. Sembrano cioe' definitivamente tramontati i tempi dell'unanimismo. L'opposizione ha i suoi problemi di coesione interna, ma la maggioranza non e' da meno.

Nel dibattito si sono espresse anche voci di associazioni e comitati non contrari all'attraversamento a raso di viale Monza e favorevoli a soluzioni piu' rapide, come Franco Beccari di Legambiente, Massimo Ferrari ed Emilia Dragonetti del Coordinamento Comitati Milanesi e Michela Delprino, rappresentante del Comitato Gorla Domani.

Contro queste posizioni "possibiliste" sono intervenuti, con una certa veemenza, sostenuti anche dal "tifo" della maggioranza dei presenti, i rappresentanti dei comitati contro la metrotramvia a raso, come Mario Viceconte e Tullio Re che hanno ribadito i danni ambientali della soluzione "a raso" e il fatto che per la soluzione interrata "i soldi ci sono".

Al nostro griornale sono state rilasciate le seguenti dichiarazioni dai capigruppo di Rifondazione Comunista e dei Democratici di Sinistra.

Luigi Tranquillino: “Il Partito della Rifondazione Comunista di zona 2 prende atto che la partecipazione dei cittadini continua con una mobilitazione sistematica, nonostante le manovre di chi sperava il contrario. A questo proposito avendo io parlato personalmente con il Presidente di Ciclobby Stefano Melloni e con il Segretario Regionale del WWF Michele Candotti, posso dire che nessuno dei due sapeva del coinvolgimento delle proprie associazioni all’interno di un sedicente coordinamento dei comitati milanesi, che ha diffuso un volantino avente per titolo “Meglio un tram oggi che una metropolitana mai !. Proprio per questo riteniamo che la migliore risposta a mestatori di ogni fatta sia la presenza massiccia del popolo della zona, che ha avuto modo di esprimersi in piena liberta', con tanta voglia di contare ed anzi contestando aspramente i pretestuosi interventi strumentali”.

Mario Villa, capogruppo DS ha dichiarato che e' necessario "procedere finalmente secondo una corretta impostazione progettuale, dando soprattutto priorita' alle opere, anziche' alle infrastrutture" e prevedere "tempi certi di realizzazione, garanzia di qualita' urbana, efficacia e rispetto della salute e della sicurezza dei cittadini". Ha poi sottolineato l'esigenza fondamentale, fondata sulle previsioni di sviluppo della citta' di "un collegamento con mezzo pubblico tra Est e Ovest nella fascia settentrionale della citta', cioe' di una linea veloce e capace, tipo metropolitana, che sia premessa di un efficace collegamento tra i comuni dell'area metropolitana nella fascia Nord di sviluppo urbano, che si dimostra sempre piu' portante per la espansione futura delle residenze e delle attivita'".

Ambientalisti e associazioni chiedono "un tram per il teatro Arcimboldi"

 Previsto per il 12 febbraio un Consiglio di Zona straordinario sulla Metrotramvia

 

"In tram agli Arcimboldi" e' la parola d'ordine ed il titolo di un volantino diffuso il 19 gennaio all'inaugurazione del nuovo teatro che per i prossimi tre anni ospitera' l'attivita' della Scala.

 

L'iniziativa, promossa dal Comitato milanese per il tram Gobba-Certosa (in sostanza la cosiddetta metrotramvia a raso) e' stata illustrata in una conferenza stampa tenuta la mattina dello stesso giorno presso la sede di  Ciclobby, che fa parte del comitato insieme all'Associazione Villa San Giovanni, Cammina Milano, al Coordinamento Comitati Milanesi, Gorla Domani, Legambiente, l'Associazione Utenti del Trasporto Pubblico e WWF Lombardia.

 

"Ancora una volta - sostiene il coordinamento - un grande intervento urbanistico (forse il piu' rilevante nella Milano degli ultimi cinquant'anni) giunge a compimento prima del  completamento delle infrastrutture di trasporto pubblico che sono indispensabili per non moltiplicare e congestionare il traffico privato”. Dopo aver segnalato che le navette approntate sono del tutto inadeguate, il Coordinamento afferma che "la metrotramvia Fulvio Testi-Precotto, attualmente in costruzione, sara' operativa non prima della fine del 2003, in forza dei ritardi finora cumulati, che potrebbero ulteriormente dilatarsi se malauguratamente il TAR della Lombardia dovesse accogliere il ricorso presentato da alcuni residenti nel quartiere di Precotto (purtroppo sostenuti da esponenti politici locali). Contro questa realizzazione congiurano, infatti, le lungaggini burocratiche e la miope opposizione di chi non riesce a capire il vantaggio per l'intera collettivita' milanese rappresentato da un'infrastruttura su ferro e a trazione elettrica, ossia un sistema di trasporto sicuro, affidabile e non inquinante”.

 

Le associazioni riunite nel coordinamento per il tram Gobba-Certosa, "a nome degli utenti della mobilita' sostenibile, degli ambientalisti, dei cittadini attivi in molti dei comitati presenti nella nostra citta'", sostengono che con questa realizzazione Milano disporrebbe, nel giro di pochi anni e a costi assolutamente compatibili con le finanze comunali, di "un itinerario su ferro tangenziale che,  con tempi di percorrenza assolutamente competitivi rispetto all'automobile, collegherebbe tra loro numerosi quartieri periferici (Crescenzago, Adriano, Gorla, Precotto, Niguarda, Dergano, Bovisa, Quarto Oggiaro), due plessi universitari (Bicocca e Bovisa), alcuni importanti ospedali (San Raffaele, Niguarda, Sacco), nonche' alcuni importanti nodi metro-ferroviari (Gobba M2, Precotto M1, Greco Pirelli FS; Maciachini M3, Lancetti Passante, Bovisa FNM, Certosa FS)". Si tratta di un sistema di trasporto pubblico che "renderebbe meno pressante l'ipotesi di una strada a forte traffico veicolare (la Gronda Nord), progettata su un itinerario parallelo e da molti giustamente paventata".

 

"In un momento in cui - conclude il Coordinamento - i guasti originati dall'eccessivo ricorso al veicolo privato (a sua volta determinato dalla carenza di valide alternative, soprattutto sugli itinerari non passanti per il centro) sono drammaticamente evidenti, chiediamo un serio impegno alle istituzioni, ai cittadini ed alle forze politiche di tutti gli orientamenti affinche' questa occasione non vada perduta e vengano assicurate le condizioni finanziarie, burocratiche ed il clima di responsabile consenso necessari per la celere realizzazione di un'opera tanto importante".

 

Nel corso dell'incontro stampa hanno sostenuto queste richieste Massimo Ferrari, presidente dell'Associazione Utenti del Trasporto Pubblico, Gigi Riccardi, presidente di Ciclobby, Carlo Montalbetti, dirigente del Coordinamento Comitati Milanesi, Daniela De Bortolo del WWF, Franco Beccari di Legambiente , Franco Torti dell'Associazione Gorla Domani. Quest'ultimo ha affermato che "bisogna fermare le auto a Gobba", dopo aver constatato che le auto parcheggiate sul viale Monza sono di pendolari, visto che il sabato e la domenica i parcheggi sono vuoti.

 

Sul tema della metrotramvia a raso e' intanto convocato un Consiglio di Zona straordinario, aperto ai cittadini, che si terra' martedi' 12 febbraio nel teatro della parrocchia di San Michele Arcangelo a Precotto.  

 

METROTRANVIA A RASO A PRECOTTO: UN CHIARIMENTO PER TUTTI

 

Ringraziando per lo spazio che ci e' stato assegnato auguriamo un buon anno a tutti.

Come e' noto la battaglia continua. Citeremo gli ultimi accadimenti in ordine di tempo e successivamente tracceremo un quadro complessivo.

 

I FATTI

 

Il 12 dicembre alle ore 21 si e' tenuta presso la Sala Teatro della Parrocchia di San Michele Arcangelo una Assemblea pubblica alla quale e' stato invitato il signor Anzani, rappresentante della cosidetta Associazione degli Utenti del Trasporto Pubblico(U.T.P.). Era presente la nostra Avvocatessa.

Si e' chiarito in quella sede che il Comune aveva intenzione di rivedere la delibera n. 8 del 29 gennaio 2001.

Occorre dire che nonostante sia stato da me invitato a farlo, a nome del Coordinamento contro la Gronda Nord e la Metrotranvia a Raso, il signor Anzani non ha ritenuto di dover intervenire per portare le ragioni che lo hanno invece indotto a compiere altre azioni successivamente.

 

Sempre nel corso della Assemblea si e' deciso di andare al Consiglio di Zona per chiedere un pronunciamento che ribadisse la volonta' di ottenere la sospensione dei lavori e l’interramento inerente la nostra zona (segnatamente in viale Monza) del percorso della metrotranvia.

E’ stato nel corso del Consiglio di Zona che si e' tenuto il 20 dicembre 2001  che il signor Anzani ha manifestato invece la sua opinione che poi sarebbe quella della Associazione (U.T.P.): loro vorrebbero la metrotranvia a raso.

 

Noi del Coordinamento abbiamo invece richiesto un Consiglio di zona straordinario da indire presso il teatro della Parrocchia di San Michele Arcangelo a Precotto.

Verso le 24 e 30 si e' riusciti a trovare un accordo comune che stabiliva che si sarebbe tenuto il Consiglio straordinario qui a Precotto....

 

Il 10 gennaio vi e' stata la prima udienza dell’anno di fronte alla II Sezione del T.A.R. che vedeva contrapposti i cittadini del Coordinamento al Comune di Milano alla Milano Centrale Servizi del signor Tronchetti Provera.

Dopo che il collegio giudicante della II Sezione del T.A.R. della Lombardia si e' riunito si e' avuta la notizia di un rinvio per il 20 febbraio 2002.

 

Inutile dire che nelle varie tappe di questo percorso il movimento che ha espresso  questa zona ha dimostrato nervi saldi e vista lunga. Al contrario, senza buone ragioni facilmente comprensibili e senza passione per una causa comune, questa espressione di partecipazione non avrebbe avuto il fiato dimostrato fino ad oggi.

 

Lunedi' 14 gennaio il Consiglio Comunale ha approvato una nuova delibera per sanare la situazione irregolare creata dalla approvazione della succitata delibera n. 8 sulla metrotranvia a raso.

Questo provvedimento fa fare un passo indietro all’Assessore all’urbanistica Verga ed alla Giunta. Infatti smentendo se stesso e la Giunta, il Comune di Milano adotta con questa decisione una variante di Piano Regolatore Generale per poi dover decidere nuovamente l’approvazione del progetto definitivo. Con il nostro ricorso abbiamo scoperto la vergogna !

Mancava infatti la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale che era indispensabile prima di approvare un progetto definitivo come quello contenuto nella famigerata delibera n.

8 da noi contestata ed impugnata portandola davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.).

Oggi, grazie alla nostra opposizione, la Giunta e' costretta a sottoporre il progetto definitivo della Metrotranvia a raso alla Valutazione di Impatto Ambientale (nota comunemente come V.I.A.). Questo dopo che nel corso della seduta dello scorso 29 gennaio 2001, in sede di approvazione, fosse stato detto a chiare lettere all’assessore Goggi che occorreva richiedere per un’opera di questa portata la V.I.A.

 

Dunque nel corso della seduta di Consiglio solo 29 consiglieri sui 60 complessivi hanno votato quella che e' definibile come una vera e propria “pietra dello scandalo”.

 

Erano presenti anche il nostro Sindaco e il Vicesindaco De Corato......

 

Fin qui cio' che e' accaduto

 

ORA IL QUADRO COMPLESSIVO:

 

Se e' vero che il nostro ricorso al T.A.R. ha soffiato via la foglia di fico che copriva le vergogne, e' anche vero che, duole doverlo ammettere, c’e' ancora chi non mostra di comprendere (magari sapendolo bene) come  tutta la fretta che ha fatto commettere errori madornali al Comune di Milano (non quello di Grottaferrata che sarebbe maggiormente scusabile), e' stata dettata da una ferma volonta' che ha al suo interno alcuni elementi.

 

·      Uno puo' essere che quello dell’intenzione di voler favorire ad ogni costo (anche votando delibere irregolari come la n. 8 sul progetto definitivo della Metropolitana Milanese per la realizzazione della metrotranvia a raso F.Testi - Bicocca - Precotto) un signore che ha per cognome nientepopodimeno che Tronchetti Provera. A cui appartiene - detto per inciso - sia la Societa' Milano Centrale Servizi che l’area su cui si e' edificata l’Universita', il Teatro degli Arcimboldi e gli edifici residenziali che vediamo oggi. Possiamo ben dire che siamo sempre stati convinti di come occorresse mettere un freno all’utilizzo indiscriminato delle aree della nostra citta'. E’ fin troppo evidente che venendo adibite alla costruzione di edifici per centri commerciali, residenze e per le funzioni piu' svariate, si sarebbe prodotta una saturazione degli spazi.

Poi spesso si sente dire: “non c’e' verde per i nostri bimbi!”. Oppure, visto che questa urbanizzazione, spesso contrattata, porta con se' inevitabili flussi di traffico, come non comprendere che questo sviluppo dissennato e mercantile non e' piu' compatibile con la nostra vita ?

L’ultima emergenza, dove i picchi del PM10 (una polvere sottile di diametro infinitesimale) sono arrivati a superare i 150 microgrammi per m3 (a fronte della soglia consentita di 50), e' sotto gli occhi di tutti: e' stato necessario il blocco della circolazione.

·      L’altro elemento puo' essere che, oltre a favorire il signore di cui sopra, la Giunta soffra di mancanza di una visione prospettica che metta al centro l’unica preoccupazione che dovrebbe esserele sovrana: quella per l’interesse generale. Ecco che, senza questa preoccupazione, si puo' pensare bene ad una linea metropolitana che si prolunghi fino ad Assago (dove vi e' il Forum), cosi' come ha fatto la Giunta.

Oppure si puo' aumentare il biglietto dei mezzi pubblici per oltre il 30%.

Oppure si puo' lasciare che le mani sulla citta' (e' stato girato un magnifico film sul tema della rapina di spazi da parte degli speculatori edilizi che aveva questo titolo ed il regista era Rosi) ghermiscano le aree di interesse pubblico pensando solo ai propri affari ed ai lauti profitti.

Oppure si puo' pensare alla GRONDA NORD.....cosi' come ha fatto la Giunta.

Senza curarsi dell’interesse generale si puo' anche non dire che questa linea tranviaria si configura come una vera e propria “linea di forza” che colleghera' a nord l’ovest con l’est di Milano.

Infatti non solo si costruirebbero ben 5 palazzi nell’area dove e' oggi la falegnameria Paganoni, ma si e' gia' previsto nel Piano di Riqualificazione Urbana dell’area Marelli (in via Adriano) l’insediamento di numerose funzioni (centri commerciali, laboratori, ed edilizia residenziale).

Come puo' il Comune  non vedere che sviluppandosi fino a Cascina Gobba questo collegamento sara' necessariamente una vera e propria “linea di forza” ?

 

Nel nostro quadro generale non manca un altro elemento che potremmo definire cosi' come recentemente mi ha suggerito un abitante di Precotto: la fronda.

 

Alcuni, in certi casi, diventano piu' realisti del re:

 

l’Associazione Utenti del Trasporto Pubblico (U.T.P.)  a nome di cui parla il signor Anzani ne e' un fulgido esempio. U.T.P. infatti non ha fiatato quando nel settembre del 2000 proprio alla altezza di Precotto un convoglio della Metropolitana linea 1 si e' addirittura aperto in due tronconi; ma il signor Anzani e l’U.T.P. dov’erano? Non abita forse il nostro a Precotto? Dove erano quando pendolari esasperati occupavano i binari delle ferrovie Nord per i continui disservizi e ritardi? Dove erano quando si sono raccolte ottomila firme contro la Gronda Nord ?

Dove erano quando si e' deciso di aumentare il costo del biglietto dei mezzi pubblici ?

 

Forse erano a lavorare per il re di Prussia, o forse erano a dormire.......

 

Per risvegliarsi adesso, novelli pisoli, e strillare: “Meglio un tram oggi che una metropolitana mai !”

 

Don Abbondieschi con i potenti, Don Rodigreschi con coloro che dovrebbero difendere cioe' noi utenti del trasporto pubblico.

 

Azzeccagarbugli quando vogliono motivare una pretesa preoccupazione mentre, al tempo stesso, ci dispiace dirlo, il loro presidente Ferrari siede all’interno del Consiglio di Amministrazione della A.T.M. Forse la difesa degli utenti mal si accorda con questa presenza del Consiglio ! O no ?

 

Comprendiamo il “lacerante travaglio” che accompagna ogni loro pronunciamento, un dilemma quasi shakespeariano: essere o non essere a favore degli utenti ma essere invece a favore del Comune di Milano che li accoglie nel Consiglio di Amministrazione della A.T.M. ?

 

Non amiamo la polemica per la polemica, vogliamo solo mettere in chiaro che: 

 

A nostro avviso  una linea di forza merita visione prospettica, lo merita la citta' e quindi  consapevoli come siamo della necessita' del collegamento Est-Ovest su rotaia, riteniamo comunque che questa medicina, che tanto bene puo' fare alla collettivita', non deve andare a creare problemi con viale Monza e non deve alterare i nostri quartiere in modo irreparabile per non essere peggiore del male.

 

Non si possono fare le nozze con i fichi secchi cari amici dell’U.T.P. ed una visione prospettica puo' prevedere ragionevolmente una maggior spesa che in questo caso sarebbe ampiamente motivata.

Non vi e' davvero motivo per strapparsi le vesti !

Non volendo scrivere un trattato ci fermiamo qui. Il nostro impegno continua poiche' l’unica battaglia veramente persa e' quella che non si e' combattuta. Noi continueremo a batterci.

Siamo certi che comprenderete.  

 

 

Rottura tra ambientalisti sulla metrotramvia

 

Le associazioni ambientaliste hanno diramato un comunicato in occasione di un incontro svoltosi presso la nuova sede di Ciclobby nel quartiere Isola (dopo la manifestazione davanti a Palazzo Marino per rivendicare una programmazione seria delle piste ciclabili a Milano). In tale comunicato affermano l’importanza di fare subito la tramvia a raso che prevede il collegamento fra Fulvio Testi e Precotto, passando per la Bicocca, in aperto contrasto con i Comitati che ne reclamano l’interramento.

Secondo queste associazioni (Lega Ambiente, Wwf, Ciclobby e Associazione Utenti Trasporti Pubblici) la metrotramvia a raso non sarebbe di intralcio al traffico esistente sulle strade che attraversa (nella fattispecie Viale Monza). Sarebbe piu' fattibile da un punto di vista tecnico e meno costosa, insomma coerente con la cosiddetta “mobilita' sostenibile”. Ovviamente molti sono gli ambientalisti che si trovano all’interno dei Comitati che si battono per l’interramento, in particolare coloro che hanno presidiato in questi mesi il cantiere di via Gilardi e che in tempi non sospetti sono stati i veri artefici dell’omonimo piccolo parco (ora dimezzato dall’impianto a raso della metrotramvia), partecipando attivamente alla piantumazione e a tutte le iniziative per lo sviluppo del verde intraprese dalla vicina scuola di via Frigia.

Perche', ci si chiede, in tutti questi mesi di giornaliere azioni ed iniziative di ogni tipo, Lega Ambiente e compagni non hanno preso posizione esplicita nei luoghi di confronto, ma intervengono ora in separata sede nel momento piu' delicato? Massimo Ferrari, rappresentate dell’Associazione Utenti Trasporti Pubblici, asserisce che non vi e' abbastanza utenza per giustificare un’opera diversa dalla tramvia a raso, insistendo sul fatto che non e' devastante e si puo' fare subito. Se Ferrari fosse andato a visitare la Defence di Parigi (un quartiere nuovo denso di edifici commerciali e per attivita' varie come sara' tutto il nord-est Milano) qualche hanno fa, si sarebbe meravigliato che vi arrivasse una velocissima metropolitana quasi vuota.

Se ci andasse oggi ,a quartiere quasi ultimato, si spaventerebbe per la fiumana di gente in partenza e in arrivo. L’impressione e' che Milano non abbia il coraggio di pensare, progettare, investire e lavorare su prospettive piu' ampie del quotidiano per cui si accartoccia da anni sugli stessi problemi.

 

 

La metrotramvia a Precotto: un progetto utile

 

Abbiamo ricevuto un documento sulla Metrotramvia a Precotto firmato da Legambiente Milano, WWF Lombardia, Ciclobby, CamminaMilano e dall’Associazione Utenti del Trasporto Pubblico. Il documento, che e' stato sottoscritto anche dal Coordinamento Comitati Milanesi e dall’Associazione Gorla Domani, contiene una aperta e aspra polemica con i comitati “anti Gronda”, le cui posizioni abbiamo accuratamente illustrato ai lettori nei numeri precedenti. Diamo qui di seguito un’ampia sintesi del documento.

Dopo aver sostenuto l’espansione e il potenziamento della rete di trasporto pubblico, il documento afferma che devono essere privilegiati i mezzi a trazione elettrica provvisti di corsie dedicate”.

“Le amministrazioni municipali, indipendentemente dal loro colore, si sono convinte ad investire sui tram moderni, esattamente come ormai avviene in quasi tutte le grandi citta' d’Europa e del Nord America”.

Il documento afferma poi che il progetto della “Metrotramvia a raso”rappresenta “l’unica ragionevole alternativa alla costruzione dell’autostrada urbana denominata Gronda nord”.

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La metrotranvia utile

“Nel momento stesso in cui i lavori del nuovo tronco tranviario sono finalmente iniziati nello scorso mese di agosto - proseguono le associazioni - e' iniziata una campagna di mobilitazione nella zona di Precotto, per chiedere l’integrale interramento della linea”. Che viene giudicata una soluzione ovviamente di difficilissima realizzazione tecnica, di scarsa funzionalita' per gli utenti (che impiegherebbero molto piu' tempo per raggiungere la banchina sotterranea, anche per effettuare tragitti molto brevi) e di assoluta impraticabilita' finanziaria.

“I detrattori del progetto -secondo le associazioni - e sono riusciti a diffondere immotivate psicosi, ventilando situazioni di pericolo inesistenti, e addirittura maggior inquinamento (superando, in questo caso, anche la soglia del ridicolo)”.

La vera preoccupazione che muove la loro iniziativa e' quella dei tempi di percorrenza per le auto che sul viale Monza, timore del tutto infondato, visto che il passaggio del tram non aggiungera' un solo semaforo alla ventina che costellano il percorso tra piazzale Loreto e Sesto San Giovanni. E cio' senza contare che proprio ai residenti dovrebbe stare a cuore la non trasformazione di viale Monza in asse di scorrimento veloce, fatto che davvero taglierebbe in due il quartiere.

Il documento parla poi di “demagogia pre elettorale” di alcuni tra i promotori del Comitato, ricordando che “gia' nel 1997, al tempo della Giunta leghista, era stato il senatore De Corato a scaldare gli animi”. promettendo un impossibile interramento della linea..

“Altri pero', dal fronte opposto, hanno raccolto la sua bandiera, persino tra esponenti di Rifondazione Comunista e dei Democratici di Sinistra (partiti che un tempo avevano acquisito forti benemerenze nella difesa del trasporto pubblico e che, a livello cittadino, potrebbero ancora dissociarsi dalle prese di posizione dei loro esponenti locali)”.

Le associazioni accusano il comitato e il Consiglio di Zona di “populismo a buon mercato”, con la lodevole eccezione di tre consiglieri. Le Associazioni Ambientaliste e della Mobilita' Sostenibile attive a livello cittadino dichiarano poi che:

- il progetto della Metrotramvia e' utile e indispensabile per offrire una valida alternativa di spostamento con il mezzo pubblico in un’area particolarmente congestionata della citta'.

- la soluzione integralmente interrata e' irrealistica in quanto eccessivamente onerosa.

- la creazione di un primo collegamento tangenziale su ferro tra i quartieri settentrionali di Milano e' un antidoto efficace alla realizzazione della Gronda Nord autostradale;

- le possibili mitigazioni del (per altro modesto) impatto ambientale miglioreranno la vivibilita' dei luoghi;

- gli esponenti del Comitato di Precotto interpretano non l’ambientalismo milanese, ne' le ragioni di chi sostiene il trasporto pubblico e la ciclopedonalita', ma le istanze piu' regressive degli automobilisti ad oltranza.

 

 

Una linea forte di trasporto pubblico su ferro da est a ovest nel nord Milano

 

Su “Il Giorno” e' apparso un articolo a firma  Lucia Mazzer dal titolo “Sulla Metrotranvia e' rottura fra ambientalisti e comitati” il cui incipit mi e' sembrato allarmante: “scendono in campo compatte le grandi associazioni ambientaliste”; vien da dire: se anche gli alfieri della mobilita' sostenibile scendono in campo a sostegno della Giunta Albertini mala tempora currunt!

Esprimo il mio personale disaccordo, come associato di Ciclobby e come conoscitore del territorio interessato, rispetto alle premesse della discussione sul contestato attraversamento a raso di Viale Monza e vorrei dare il mio contributo sul tema. Anzitutto propongo di chiamare “tram” (nome a tutti comprensibile) e non “metrotramvia” (definizione accattivante ma ambigua e misteriosa) la linea su ferro che la Pirelli costruira' per collegare il nuovo insediamento della Bicocca alle linee tramviarie esistenti in viale Fulvio Testi. Immagino che avra' un percorso protetto e carrozze di ultima generazione (silenziose e con pedivelle basse per facilitarne l’uso); ma sempre di tram si tratta.

Quando la linea sara' realizzata, almeno per la parte che la Pirelli e' tenuta ad eseguire a scomputo degli oneri di urbanizzazione (per intenderci, non sta regalando alcunche') avremo due o tre fermate di tram tra Fulvio Testi e la stazione Greco-Pirelli, fino al nuovo teatro degli Arcimboldi che sara' pronto l’anno prossimo; (i lavori di questa tratta non sono ancora iniziati, mentre alla Bicocca gia' abitano, lavorano negli uffici, frequentano le sedi universitarie diverse migliaia di persone; e questo e' un fatto di cui vergognarsi profondamente).

Superato in tunnel i binari FS, la linea dovrebbe proseguire per Precotto dove incrocia la linea MM1; poco lontano, fra Precotto e Villa S. Giovanni, dovrebbero iniziare a breve i lavori gia' appaltati per un nuovo mega-deposito tramviario all’interno dell’area ATM di via Anassagora, con un impegno di spesa di circa 70 miliardi; e qui le carrozze tramviarie dovranno pur arrivare. La domanda sembra essere: puo' una linea tramviaria attraversare a raso viale Monza dove e' gia' notevole la congestione del traffico? La risposta dei tecnici e' affermativa. Infatti, in un quadro di conclamata invivibilita', causa gas e rumore, che vede una direttrice storica di collegamento fra Porta Venezia e Sesto S. Giovanni e Monza, dotata di una linea metropolitana, fitta di attivita' commerciali e produttive, resa impraticabile da code perenni di automobili, da soste selvagge, un attraversamento con semaforo a chiamata da parte di un tram ogni 5-6 minuti determina un intralcio suppletivo ininfluente.

Ma siamo proprio sicuri che sia questo il vero problema?

Credo sia utile ampliare il tema e considerare i cronici problemi della mancanza di collegamenti trasversali nel Nord Milano, dove le varie zone periferiche sono obbligate a gravitare verso i nodi critici di Loreto e Maciachini, con gli effetti deleteri a tutti noti. Se immaginiamo un percorso ideale fra il nodo di Cascina Gobba e la zona di Molino Dorino-Pero, noi incontriamo una serie di eventi urbani (alcuni storici, alcuni di recente realizzazione, alcuni in fieri o di prossima attuazione) che sono:

- il nuovo quartiere residenziale di via Adriano a Crescenzago;

- l’area industriale dismessa della Marelli, di cui fra poco si dovra' decidere il riutilizzo, presumibilmente con nuova residenza e con un mix di funzioni terziarie, produttive e di tempo libero;

- il quartiere di Precotto e l’incrocio con la linea MM1;

- l’insediamento della Bicocca in fase di attuazione e l’area dismessa della Breda, limitrofa a nord, di prossimo riutilizzo;

- il quartiere di Niguarda e l’Ospedale maggiore con il nuovo pronto-soccorso e il nuovo padiglione delle patologie spinali;

- il quartiere di Affori e l’incrocio con il prolungamento della linea MM3;

- il nuovo Politecnico della Bovisa;

- il nuovo insediamento residenziale del Piano di Riqualificazione Urbana di Quarto Oggiaro;

- gli incroci con il Passante ferroviario a Bovisa e Certosa;

- il nuovo insediamento terziario per gli autotrasportatori alla Cascina Merlata, oltre Musocco, al confine di Pero;

- il nuovo polo fieristico di Pero e l’incrocio con il prolungamento della linea MM1.

Questi episodi si aggiungeranno, nel giro di un decennio, ad un tessuto esistente tanto ricco di vitalita' quanto povero di qualita' urbana e di connessioni funzionali, dove gia' oggi si lamenta un clamoroso deficit soprattutto nei collegamenti est-ovest. Non credo occorrano grandi urbanisti per dimostrare come sia indispensabile una linea “di forza” del trasporto pubblico per innervare tutto il Nord Milano da Pero alla Gobba; qui - la MM2 gia' si raccorda con l’Ospedale S. Raffaele e raccoglie il grande bacino di utenza dei Comuni del “contado della Martesana” da Vimodrone a Gessate, nonche' quello di Cologno Monzese, rappresentando un significativo esempio di legame infrastrutturale della citta' capoluogo con il suo territorio.

Invece cosa viene proposto? La solita struttura centripeta per cui dal polo costituito dall’area Garibaldi-Repubblica partira' la linea su ferro dell’asse Zara-Testi-Cinisello da cui si stacchera' il ramo per la Bicocca e Precotto (e, forse, per Cascina Gobba); per ora e' una semplice deviazione delle attuali linee tramviarie nn 2 e 11. Sempre dal polo Garibaldi-Repubblica partira' la linea su ferro per Niguarda-Bresso, da cui si stacchera' il ramo per il Politecnico della Bovisa. e' in questo quadro di due diverse strategie di assetto che occorre inserire il problema dell’attraversamento di viale Monza a Precotto.

Le Associazioni ambientaliste si dichiarano contrarie alla posizione del Comitato in merito all’interramento del tram a Precotto e hanno ragione: non si va a prendere un tram 18 metri sotto terra! La posizione delle Associazioni ambientaliste e' dettata anche da un certo pragmatismo spicciolo del tipo: i tempi e i costi per soluzioni piu' radicali sono tali da rinviare ogni soluzione; meglio un uovo oggi…

Quindi il mio disaccordo e' a monte; e' con la scelta strategica della Giunta comunale che nega la possibilita' di una unica “linea forte” di trasporto pubblico su ferro da est ad ovest nel Nord Milano; scelta motivata da una presunta mancanza di utenza. Se la diramazione Testi-Bicocca verra' prolungata fino a Precotto e attraversera' Viale Monza, lo fara' per raggiungere il nuovo deposito delle carrozze e non in quanto parte di un disegno di ampio respiro come si conviene ad una infrastruttura di trasporto pubblico con compiti di rinnovo e riqualificazione di un vasto territorio. Questa scelta porta dritta ad una sola conclusione: poiche' i mali attuali che ci affliggono diventeranno enormemente piu' gravi con gli interventi sopra elencati e' facile dedurre come il problema verra' risolto. Coerentemente con la “filosofia” di questa Giunta lo si risolvera' privilegiando il trasporto privato su gomma e quindi realizzando la Gronda Nord. A questo probabilmente ci troveremo tutti d’accordo nell’opporci; ma forse sara' tardi.

 

 

18 dicembre 2000 - Il consiglio di zona 2 non esprime alcun parere sulla metrotramvia

 

A SEGUITO DI UNA VIVACE CONTESTAZIONE IN AULA, LA SEDUTA DEL CDZ E’ STATA SOSPESA SENZA ALCUN PRONUNCIAMENTO. IL PROGETTO PASSA IN QUESTA MANIERA AL CONSIGLIO COMUNALE

 

Doveva essere il momento della verita', la seduta rivelatrice: quella in cui – dopo tante riunioni condotte secondo formule inusuali, tra cui quella del 25 settembre u.s. di Precotto, “aperta agli interventi dei cittadini” – il Consiglio della Zona 2 avrebbe finalmente espresso il proprio parere (peraltro obbligatorio ai sensi del Regolamento Comunale, ma niente affatto vincolante per la Giunta Albertini), nella giusta forma: ai sensi dell’art. 29 del Regolamento del Decentramento Territoriale.

Tale pronunciamento, se fosse stato positivo, avrebbe dato il via libera alla approvazione, da parte della maggioranza di Palazzo Marino, del “Progetto definitivo aggiornato redatto dalla Metropolitana Milanese Spa relativo alla Metrotranvia Testi-Bicocca-Precotto” e al conseguente incarico affidato alla medesima MM Spa di realizzare i lavori, per la parte di competenza comunale, per una spesa prevista di circa  21 miliardi.

Se il pronunciamento fosse stato negativo avrebbe marcato la coerenza del Consiglio di Zona rispetto alla precedente delibera N° 115 del 25 settembre, in cui, con 27 voti a favore su 31, il CdZ 2 chiedeva all’Amministrazione Comunale di procedere alla immediata sospensione dei lavori del cantiere sito nei giardini di via Gilardi e di riconsiderare l’ipotesi di realizzare la metrotranvia in sotterranea fino a Cascina Gobba “per le evidenti motivazioni di interesse pubblico, del verde, di salute pubblica e di migliore qualita' della vita oltre che la migliore efficienza ed efficacia della rete di trasporto pubblico”. Ma, nello stesso tempo, il parere contrario di un organo decentrato – espresso da una maggioranza comprendente anche tutti i consiglieri del Centro-destra –, anche se ininfluente, mal sarebbe stato digerito dai colleghi del medesimo schieramento in Palazzo Marino che quel progetto comunale avevano pervicacemente voluto, nonostante il chiaro dissenso espresso negli ultimi anni dai cittadini di Precotto. Un voto contrario che avrebbe forse potuto creare un “caso politico” all’interno del Polo e dei suoi alleati e che la stampa, probabilmente, non avrebbe trascurato di evidenziare.

Il Consiglio di Zona, dunque, era invitato a un “momento della verita'” in cui la maggioranza del Polo e della Lega, evidentemente, non poteva venir meno all’obbligo della solidarieta' con i colleghi di Palazzo Marino. Gia' era stata scritta la bozza della delibera in cui si sarebbe chiesto ai consiglieri di esprimere “parere positivo al progetto relativo alla metrotranvia Testi-Bicocca-Precotto a raso”. Ma nessuno poteva prevedere se alla fine la maggioranza sarebbe stata compatta, e se qualche consigliere non avesse votato mozioni diverse da quelle dei colleghi.

L’impasse era evidente. Forse consapevoli di cio', parecchi cittadini s’erano riuniti nella sala consiliare, alcuni anche ottenendo la facolta' di esprimere il proprio parere. E a togliere le castagne dal fuoco a una maggioranza combattuta tra i doveri della disciplina di partito e la propria coerenza e' intervenuta una vivace contestazione dalle gente e del Comitato contro la metrotranvia a raso, i quali, non avendo ottenuto di far discutere l’argomento al primo punto, hanno cominciato a fischiare, protestare e  a esprimere con una certa vivacita' il proprio dissenso. Il presidente Ampollare, che non era ancora riuscito a iniziare la riunione secondo i punti previsti all’odg, ha ritenuto bene di interrompere la seduta, mandando tutti a casa: consiglieri e contestatori. 

Cosi' la circostanza permette al Consiglio di Zona di chiudere l’anno senza avere espresso alcun parere contrastante con i desideri della popolazione. E poiche' il 3 gennaio scadranno i 60 giorni concessi al CdZ per esprimere il parere, non essendo prevista alcuna riunione nel corso delle feste natalizie, e' facile concludere che, a norma di Regolamento, il Progetto Metrotranvia a raso tornera' al Consiglio Comunale quanto prima, dove trovera' una maggioranza pronta a votarlo.

Alla fine di una riunione tanto caotica quanto inutile, e' il caso di chiedersi chi abbia tratto il maggior vantaggio dalla interruzione del Consiglio di Zona. Certamente la maggioranza del Polo e soci, cui e' stato dato l’escamotage di non dover pronunciare un voto oltremodo inviso alla popolazione di Precotto. Certamente chi ha dimostrato di avere piu' interesse all’agitazione che non alla risoluzione dei problemi. Non la sinistra, che ha dimostrato la propria verticale spaccatura, risultato di troppe incertezze, compromessi, furberie, abbandono di una linea logica e unitaria per correre dietro a chi faceva la voce piu' grossa e pagava momentaneamente di piu' in termini di immagine e visibilita' esterna. Non certamente i cittadini di Precotto, che, dopo tante lotte, si sentiranno gabellati dal vedersi passare sulla testa una decisione nefasta neanche discussa e decisa dal proprio organo di rappresentanza. E infine nemmeno la democrazia, che non puo' mai soggiacere a chi grida piu' forte.

                                                                                            

 

I fondi per l'interramento e la polemica con Legambiente

 

I fondi non sono mai mancati indipendentemente dai finanziamenti della Banca Europea. Il costo dell'interramento della metrotranvia e' pari ad un quarantesimo di quello che il Comune di Milano ha incassato dalla sola privatizzazione dell'AEM (come ha detto nel Consiglio straordinario di zona,
il 29 settembre, il Consigliere RE FRASCHINI). Quello che manca e' la volonta' politica e tale mancanza e' alimentata da da chi ha appoggiato GOGGI nell'approvazione del PUT (Piano Urbano del Traffico) che comprende sia la Gronda sia la Metrotranvia a Raso! E' arcinoto che Legambiente ha appoggiato
Goggi sul PUT, ma ora Legambiente pur volendo la metrotramvia a raso, con tutti i suoi danni all'ambiente e alle persone, non vuole la gronda.
Sono daccordo che sulla metrotranvia diano spiegazioni in pubblico al pubblico, dal momento che nella loro Conferenza stampa hanno accusato il Comitato di aver diffuso " immotivate psicosi" e " ingigantito le paure" in definitiva di aver condizionato i cittadini di Precotto. Se e' cosi' poiche' "....gli esponenti del Comitato di Precotto non rappresentano ne' l'ambientalismo milanese....ma le istanze piu' regressive degli automobilisti ad oltranza....e' tempo di porre un freno alla dilagante demagogia....ecc...!" Ebbene se la loro conferenza stampa non era solo un desiderio di denigrazione ma un desiderio di chiarimento, ben vengano, da buoni ambientalisti, a dare piu' democratiche e corrette informazioni agli abitanti di Precotto. Li abbiamo invitati proprio per questo e mi pare doveroso da parte di MartesanaDue che questo invito venga ben evidenziato nell'articolo in preparazione.



 

Traffico, Fo contro Albertini "Protervia antireferendum"

 

«Referendum? Albertini ha detto che non ne vuole sapere e questo fa tremare i polsi». Al teatro Franco Parenti, Dario Fo parla all’assemblea indetta dalla Giovane giunta. E di fronte alla platea riunita in polemica con gli Stati generali della giunta Albertini, rilancia l’emergenza inquinamento. Un’emergenza che registra una spaccatura sempre piu' profonda fra l’associazionismo ambientalista storico e il comitato Aria pulita, nutrito soprattutto di sindacalismo di base e di comitatismo. Fo attacca il «falso sondaggio in cui c’erano solo due risposte: o si diceva che il sindaco e' bravo oppure che il sindaco e' bravo ma poteva fare meglio. Questo significa fare una comunicazione falsa. Milano invece e' una citta' con mille problemi, una camera a gas. Viviamo in una citta' folle, i cui governanti si distinguono per la loro protervia, come nel caso del referendum del comitato Aria pulita, che vogliono impedire a tutti i costi».

Ieri il comitato Aria pulita ha annunciato un ricorso al Tar per il prossimo 3 febbraio. Fino a quella data, il comitato ha messo in mora il Consiglio comunale, che non ha ancora nominato il collegio dei garanti, cui e' demandata una verifica di legittimita' sul quesito referendario. La procedura sancita dallo statuto comunale e' questa, dunque la mancanza del collegio ha di fatto paralizzato il referendum chiesto da Aria pulita, forte di una valanga di firme dei cittadini, venticinquemila. Aria pulita minaccia di indire a febbraio una «giornata di lotta cittadina, con blocchi stradali nei quartieri e sciopero di taxisti, vigili urbani e tranvieri». Antonio Barbato, portavoce del sindacato autonomo SdB dei vigili, vuole le dimissioni del comandante del corpo, Antonio Chirivi': «Stavolta non le chiede il sindacato ma i cittadini, che vedono nel traffico il problema piu' grave della citta'».

Durissimo l’attacco a Legambiente. «Sta con il sindaco, pronta a saltare sul carro di Berlusconi — dice Massimo Todisco dell’Osservatorio di Milano — Ma nessun giornale la critica, e' piu' intoccabile del cardinal Martini.». E Tullio Re, del comitato Precotto contro Gronda Nord e metrotranvia: «Appoggia la metrotranvia a raso, in superficie e non in tunnel sotto viale Monza. e' sempre pronta a mettersi in mostra ma vorrei ci dicesse cosa fa realmente per l’ambiente. Ormai risponde a interessi di natura politica ed economica». «Farneticazioni» per Andrea Poggio, segretario lombardo di Legambiente confermato dal recentissimo congresso: «Siamo favorevoli ai tram, e allora? Quel che facciamo e' sotto gli occhi di tutti, i soci sono in crescita e cosi' la nostra attivita'. All’ultima edizione di Puliamo il mondo ha partecipato mezzo milione di italiani».

 

 

 

La maggioranza del Consiglio comunale ha approvato la metrotramvia a raso

 

Una decisione in sprezzo delle richieste dei cittadini e della Zona

 

Il Consiglio comunale di Milano ha approvato a maggioranza, nella seduta di lunedi' 29 gennaio, il progetto della “metrotranvia a raso”. L’approvazione e' avvenuta al secondo tentativo. Come abbiamo scritto nei numeri scorsi, infatti, l’argomento era all’ordine del giorno il 23 novembre , ma non si era potuto procedere perche' non era stato richiesto il parere del Consiglio di Zona, obbligatorio ma non vincolante. Successivamente questo parere era stato richiesto, ma il Consiglio di Zona 2, convocato il 18 dicembre, non era stato riuscito a esprimere il proprio parere anche per le insistenti contestazioni dei comitati locali contrari al progetto.

Nella seduta del Consiglio comunale del 29 gennaio l’opposizione di Centro Sinistra ha chiesto una proroga dei termini per l’espressione del parere da parte della Zona, ma la maggioranza Polo-Lega ha respinto questa richiesta.

L’assessore Goggi, dopo aver dichiarato che i trenta giorni concessi per il parere erano scaduti, ha anche detto che “se anche il parere del Consiglio di Zona fosse stato negativo, non sarebbe  stato in ogni caso vincolante, e quindi la maggioranza avrebbe comunque proceduto per la sua strada”.

Walter Molinaro, capogruppo DS, ha dichiarato che “lo sprezzo piu' totale del territorio e delle osservazioni e richieste dei cittadini e della Zona e' stato reso esplicito dall’intervento dell’assessore Goggi”.

 

 

 

L’ingloriosa conclusione della telenovela Metrotramvia

 

L’approvazione del progetto della metrotramvia a raso da parte della maggioranza del Consiglio comunale offre spunti di riflessione sul disprezzo di questa Amministrazione Comunale per la partecipazione democratica e gli stessi interessi dei cittadini. Ma deve fare riflettere anche il fatto che il Consiglio di Zona non  esce in modo particolarmente glorioso da una tale lunga telenovela, per non essere riuscito ad esercitare il diritto-dovere di esprimere un parere non solo richiesto ma anche obbligatorio. Nella seduta del 18 dicembre, infatti, era stato invitato al “momento della verita'”, ossia al momento in cui la maggioranza del Polo e della Lega era chiamata a scegliere: o rimarcare la coerenza con la delibera numero 115 approvata il 25 settembre a Precotto, in cui il CdZ 2 chiedeva all’Amministrazione comunale di procedere all’immediata sospensione dei lavori e di riconsiderare l’ipotesi di realizzare la metrotranvia in sotterranea fino a Cascina Gobba, oppure rispondere all’obbligo della solidarieta' con i colleghi di Palazzo Marino e di conseguenza votare a favore della delibera in cui si sarebbe chiesto ai consiglieri di esprimere “parere positivo al progetto relativo alla metrotranvia Testi-Bicocca-Precotto a raso”. Ma nessuno poteva prevedere se alla fine la maggioranza sarebbe stata compatta, e se qualche consigliere non avrebbe votato mozioni diverse da quelle dei colleghi.

A togliere le castagne dal fuoco a una maggioranza combattuta tra i doveri della disciplina di partito e la propria coerenza e' intervenuta una vivace contestazione della gente e del Comitato contro la metrotranvia a raso. Il presidente Ampollare, che non era ancora riuscito a iniziare la riunione secondo i punti previsti all’odg, ha deciso di interrompere la seduta, mandando tutti a casa: consiglieri e contestatori. Cosi' la circostanza permetteva al CdZ di chiudere la vicenda senza avere espresso alcun voto in qualche modo contrastante con i desideri della popolazione.

Alla fine  di una riunione del CdZ tanto caotica quanto inutile, e' il caso di chiedersi chi abbia tratto il maggior vantaggio dalla sua interruzione. Certamente la maggioranza del Polo e soci, cui e' stato dato l’escamotage di non dover pronunciare un voto oltremodo inviso alla popolazione di Precotto. Certamente chi ha dimostrato di avere piu' interesse all’agitazione che non alla risoluzione dei problemi. Non la sinistra, che ha dimostrato la propria verticale spaccatura, risultato di troppe incertezze, compromessi, furberie, abbandono di una linea logica e unitaria per correre dietro a chi faceva la voce piu' grossa e pagava momentaneamente di piu' in termini di immagine e visibilita' esterna. Non certamente i cittadini di Precotto, che, dopo tante lotte, si sentiranno gabellati dal vedersi passare sulla testa una decisione nefasta neanche discussa e decisa dal proprio organo di rappresentanza. E infine nemmeno la democrazia, che non puo' mai soggiacere a chi grida piu' forte.

 

 

Partecipata Assemblea pubblica sulla metrotramvia

 

Una bella assemblea quella del 18 aprile. Erano presenti gli avvocati Luca Perfetti e Anna Saltalamacchia che, dopo la trattazione del primo punto all’Ordine del giorno, hanno parlato del ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale).

Apprendiamo in questo momento che la discussione del ricorso iniziera' venerdi' 4 maggio 2001 e questo e' gia' qualcosa per lo spirito di quei 240 cittadini che, sotto la neve, sono venuti a firmare per poter presentare  il ricorso al TAR in quella fredda serata di venerdi' 2 marzo.

Una vera e propria lezione di civilta' quella del Coordinamento contro la Gronda Nord e la Metrotramvia a Raso. Una lezione per non dimenticare che vorrebbero imporci anche la Gronda Nord.

Per non dimenticare il Presidente della Commissione Urbanistica della Zona 2 Flavio Costa, che in modo complice e colpevole, dopo aver ricevuto ordini dalla Giunta Comunale, ha capovolto le proprie posizioni votando a favore del passaggio a raso della Metrotramvia su Viale Monza.

Ma la tenacia e la caparbieta' sono ben vive fra noi, la proposta di mobilitarci per sabato 5 maggio alle ore 15.30  nei giardini di via Gilardi e' infatti stata votata all’unanimita'.

Concludiamo questa nota dando atto a Sandro Antoniazzi di avere compiuto un gesto di cortesia venendo a trovarci per portare all’Assemblea la sua solidarieta'.

Uno stile, il suo, certamente diverso da quello del Consigliere Comunale e Vicesindaco De Corato.

Quest’ultimo, infatti, si ripresenta con il classico manifesto in cui, sotto il suo faccione, annuncia: “Onesta' e competenza” ... !

Alla faccia della faccia di bronzo !

 

Aspettiamo al varco la maggioranza del Cdz sui problemi della metrotramvia a raso

 

Una priorita' irrinunciabile e' la difesa della sanita' pubblica

 

Proseguendo la serie di interviste ai capigruppo del Consiglio di Zona 2, abbiamo rivolto alcune domande a Luigi Tranquillino, capogruppo del Partito della Rifondazione Comunista. Per prima cosa abbiamo chiesto a Tranquillino un giudizio sul nuovo Consiglio di Zona.

 

Le ultime elezioni hanno consegnato ai cittadini una maggioranza del Consiglio della Zona 2 i cui eletti si caratterizzano costantemente per un comportamento diretto dal  centro. La maggioranza di Palazzo Marino, formata da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Ccd e Lega Nord, porta avanti i propri disegni di sfruttamento del territorio e di taglio dei sevizi pubblici, impartendo ordini precisi ai quali gli eletti della maggioranza nella Zona si attengono scrupolosamente per paura di richiami, di ritorsioni o di scomuniche. Capita spesso di sentire nei corridoi qualche consigliere della maggioranza che manifesta perplessita' e disagio per essere obbligato a votare qualche delibera indigesta.

 

Abbiamo chiesto a Tranquillino di farci qualche esempio che illustri questa situazione.

 

Un esempio interessante e' la votazione di un parere positivo sulla variante al Piano regolatore generale che riguarda il cosiddetto "piano particolareggiato Columella", inerente al passaggio della metrotramvia destinata a collegare viale Fulvio Testi alla Bicocca e a Precotto. Aspettiamo al varco la maggioranza - dopo la "fermata" della Commissione urbanistica comunale, che ha rinviato la discussione per una serie di problemi - per verificare il comportamento dei consiglieri di Zona di Forza Italia, An, Ccd e Lega, che si troveranno tra le mani una delle patate piu' bollenti, che dovranno maneggiare con estrema cautela.  Ultimamente, poi, il presidente leghista del Consiglio di Zona, Luca Lepore, ha manifestato incertezze proprio sul problema della metrotramvia di Precotto. Infatti, nonostante gli fosse stato richiesto da noi e dai Democratici di Sinistra di designare rappresentanti del Consiglio tra le fila della maggioranza e dell'opposizione per discutere della variante al Prg nell'area "Columella" e la metrotramvia a raso a Precotto, ha ritenuto di informare unicamente Giulio Gandolfi, presidente della Commissione Urbanistica, in rappresentanza dell'intero Consiglio. Questo nonostante che, dopo l'occupazione del Consiglio di Zona avvenuta nel settembre 2000, il successivo Consiglio straordinario tenutosi a Precotto nel teatro della chiesa di Sant'Arcangelo, abbia votato una mozione per l'interramento della metrotramvia nella tratta di viale Monza.

Essendo tutti maggiorenni e vaccinati, abbiamo fatto notare per primi come il consigliere Gandolfi non potesse riassumere in se' la rappresentanza di tutto il Consiglio. Anche perche' e' noto che noi, per primi, abbiamo contribuito a condurre una battaglia che e' ben lungi dall'essere conclusa, esempio questo tra i pochi a Milano.

                                                                                   

 

Quale spessore politico hanno la maggioranza e l'opposizione nel Consiglio di Zona eletto il 13 maggio scorso?

 

Certamente i consiglieri di Forza Italia manifestano una notevole renitenza al dibattito: semplicemente non si esprimono e si limitano ad alzare la mano al momento del voto. C'e' invece una ricerca di visibilita' da parte di Alleanza Nazionale che, ad esempio, entra a piedi giunti nel dibattito per l'intitolazione del parchetto di Cassina di Pomm (si e' distinto il consigliere Passaretta) alla quale doveva intervenire il consigliere comunale De Corato. Quanto al Ccd e alla Lega Nord, possiamo dire che il primo e' pressoche' inesistente, mentre la Lega si segnala per un completo allineamento con gli assessori comunali a cui, fino a pochi mesi fa, faceva una dura opposizione.

Per quanto riguarda la minoranza, posso dire che stiamo lavorando per renderla piu' coesa, pur con qualche difficolta', dovuta prevalentemente alla lista Di Pietro, che ancora oggi appare un po' un "oggetto misterioso", dai contorni non ben definiti.

 

Quali sono, secondo il Prc, i contenuti piu' importanti di una seria e costruttiva opposizione?

 

Appartenendo io al Circolo "Alessandro Vaia" del Partito della Rifondazione Comunista della zona 2, e ritenendo che il Cdz debba legarsi davvero ai bisogni che emergono nel territorio della zona, posso dire che per noi la presenza politica nel territorio e' importantissima proprio per portare le domande dei lavoratori direttamente nel nostro consiglio. Per quanto riguarda i contenuti principali dell'iniziativa politica, riteniamo che sia in atto una politica di rapina del territorio, alla quale e' nostro preciso dovere fare opposizione. Inoltre siamo contrari alle privatizzazioni, che tanto danno stanno provocando alla qualita' dei servizi, la cui natura e' di pubblica utilita'.

Se a questo aggiungiamo che uno dei diritti fondamentali del cittadino e' quello di avere una sanita' pubblica efficace e capillarmente diffusa, ecco che ci viene indicata dalla sciagurata politica di taglio a questi servizi, una priorita' che per noi e' irrinunciabile: la difesa della sanita' pubblica.