Il Vangelo secondo Precario 

 

Il Vangelo secondo Precario è solo un film.

Parla di flessibilità, quella che doveva rappresentare per tutti un’opportunità di nuovo benessere e poi invece è diventata incertezza, angoscia e prepotenza, quella che doveva permetterci di lavorare meglio e poi invece si è presa l’anima di tante persone che oggi vivono peggio.

Il Vangelo secondo Precario è solo un film.

Non è fantascienza e non parla di miracoli, è un film che parla di noi, delle nostre fidanzate, dei nostri mariti, dei nostri amici e fratelli, è un film nervoso come lo siamo in tanti, ha preso i soldi da chiunque senza vendersi a nessuno, non è ideologico me inflessibilmente schierato, dalla parte dei più deboli.

Il Vangelo secondo Precario è solo un film.

Non viene dall’alto, parte dal basso, da’ voce al desiderio diffuso di un cinema nuovo, indipendente, urgente e necessario, che riparte dal sociale, che mostra la realtà così com’è, perché vedere un film e desiderare di cambiare la nostra vita è più bello e avvincente che vedere un film e alla fine sognare la vita di un altro.

Il Vangelo secondo Precario è solo un film.

È costato 40.000 ma vale ogni giorno di più grazie a persone che scelgono di spendere i loro soldi per film e prodotti che valgono più di quanto costano, anziché per uno dei tanti film o prodotti che costano più di quanto valgono.

Il Vangelo secondo Precario è solo un film e un film non fa la rivoluzione.

Ma se conquista un grande pubblico, anche un piccolo film può essere rivoluzionario.

 

SINOSSI

Nell’arco di 24 ore si concatenano 4 “storie di ordinaria flessibilità”:
Marta è alle prese con un’improbabile indagine Ixtat sul precariato giovanile;
a Dora, stagista alla ZenzeroTv da 2 anni, viene nuovamete rubata un’idea; Franco, agente finanziario, riceve una proposta per la pubblicazione del suo libro “Tutti i Frutti”, ma non potrà dirsi un uomo felice;Mario, avvocato in attesa di diventare socio dello studio, scopre quanto costi oggi far parte di “quelli che comandano”.

Sopra le loro teste, Sandro Precario, un pugile che, morto per sbaglio, viene incaricato da San Pietro di archiviare le preghiere dei precari che giungono ogni giorno.

Quanto costa essere precari? Lo stato psicologico viene influenzato dalla flessibilità del lavoro? Le condizioni di vita di chi non ha garanzie lavorative possono davvero definirsi “umane”? In una commedia dai toni agrodolci si miscelano sapientemente cinque storie, invitando a riflettere sulla drammatica situazione che si offre a chi si affaccia nel mondo del lavoro.