MartesanaDUE - dicembre 2005  n. 79

 

In questo numero

 

 

Tutto o quasi sul quartiere Adriano

 

I rom di via Idro contro generalizzazioni e indifferenza

 

Case Acli: famiglie in subbuglio

Primarie a Milano

Dario Fo in Val di Susa

Consiglio di Zona: bilancio di cinque anni

Milano e il Governo metropolitano

Iraq : la guerra al fosforo bianco. Necessario ed urgente il ritiro delle truppe

Una scuola in Sierra Leone, un ospedale in Ciad

Gli appuntamenti in zona: arte, cultura e spettacoli

 

SPECIALE VIALE MONZA

 

Le rubriche

 

Filo diretto dal Parlamento

con il senatore Antonio Pizzinato

 

Lettere alla redazione

 

Un libro al mese

 

Un film al mese

 

Alla (ri)scoperta dei sensi

 

Frammenti di umanità suburbana

 

Biologico in Martesana

 

Son atto a rimirar... rubrica d'arte

 

Gli annunci  e le opportunita'

 

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MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

Mattia Cappello

Paola D'Alessandro

Adele Delponte

Antonio Gradia

Luca Gualtieri

Giuseppe Natale

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

Via delle Leghe, 5

20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

Fax 02/28.22.423

martesanadue@ilponte.it

 

Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 

 

Tutto o quasi sul quartiere Adriano

Novembre ha visto nel Quartiere Adriano qualche maldestro tentativo di fare – more solito – campagna elettorale da parte di esponenti della Lega e della destra, seminando paura insicurezza e velenosi germi di razzismo contro gli stranieri, in particolare Rom. Nella trasmissione Linea d’ombra di Telenova (8 novembre), si è assistito a un duro confronto-scontro tra cittadini e rappresentanti di associazioni e comitati e gli assessori all’Urbanistica e alla Sicurezza della Lombardia, D. Boni  e M. Buscami; e il portavoce (G. Beretta) dell’Assessore al Territorio del Comune di Milano G. Verga.

Gli amministratori hanno dato prova di non possedere i termini delle questioni – o di ignorarli - nascondendoli in un mucchio di bugie e di promesse fasulle. Gli abitanti del quartiere sono stati capaci di dare una lezione di responsabilità e capacità propositiva: i quartieri di Crescenzago - Adriano - Gobba possiedono notevoli risorse ambientali architettoniche e storiche (Naviglio Martesana, ville e cascine d’epoca, Chiesa Rossa, spazi potenzialmente piazze, reperti di archeologia industriale…), e quindi tutte le potenzialità per diventare una bella città.

Dagli anni ’80, gli interventi delle diverse amministrazioni – ed in modo particolarmente negativo delle due giunte Albertini – stanno rovinando il territorio e peggiorando la qualità della vita.

Diluvio cementizio. I dati su Martesanadue del marzo 2005:  grattacielo /mostro di 22 piani in Via Trasimeno/Largo Bigatti (10.000 mq. per 47.000 mc di cemento!, nonostante ben due delibere di parere negativo del Consiglio di Zona; Piano Magneti Marelli: il più alto indice di edificabilità (0,75 mq./mq.).

4 linee di elettrodotti, inceneritore sestese obsoleto e molto pericoloso, fabbriche inquinanti, carenza/assenza di servizi sociali, ricreativi, culturali e sanitari.

Insediata nell’edificio scolastico di via Brambilla la Casa della Carità (che sicuramente svolge un ruolo socio-culturale molto positivo), si aspetta da oltre 15 anni una scuola media!

Trasporti pubblici carenti. Viabilità di quartiere inadeguata. Eppure, in risposta alla motivata opposizione con relativa proposta alternativa degli abitanti, si insiste da trent’anni con diabolica caparbietà a voler costruire l’autostrada in città Gronda Nord – ribattezzata Strada Interquartiere Nord.

L’area Marelli e il piano di intervento.

La proprietà - prima Rubattino 87 (Fiat, Radice Fossati et altri), ora un’altra società con presenza azionaria Fininvest - e le cooperative “rosse e bianche”, con in testa l’Amministrazione Albertini e l’Assessore Verga, sono responsabili di un progetto di pesantissima cementificazione, per di più assai povera di servizi e verde, che comprende l’area contigua “Cascina San Giuseppe” trasformata da verde a edificabile. La colata di cemento è un continuum (da Viale Monza) di quella di Paganoni  e deposito Atm , della Marelli e della vicina immensa area Falk di Sesto San Giovanni.

Perché non si tenta, almeno da parte delle opposizioni, di promuovere un’adeguata politica della casa partendo dal 25% di edifici in mano a banche,assicurazioni ed aziende municipali, nonché dalle migliaia di vani vuoti (quanti?).

 

Giuseppe Natale

  

    

 

I rom di via Idro contro generalizzazioni e indifferenza

 

I rom del campo storico di via Idro 62 non ci stanno a essere coinvolti nelle rapine e nelle violenze avvenute nelle ville della Brianza nelle settimane scorse. Non ci stanno a essere sbattuti sulle pagine dei quotidiani milanesi insieme ai veri responsabili; alcuni di questi ultimi vivono in baracche e roulotte tra il Lambro e la Martesana, nei comuni di Cologno, Vimodrone e Cernusco oltre che di Milano; ma quando si tratta di raccontare la provenienza dei responsabili di questi crimini, quasi tutti i giornali parlano dei rom di via Idro.

Le 150 persone che ci vivono, non ci stanno a essere di nuovo isolati, mettendo in discussione i risultati di convivenza costruiti nei quindici anni di via Idro: la cooperativa Laci Buti, convenzionata con i Parchi e Giardini del Comune di Milano,  che dà lavoro ad una quindicina di loro; un campo ben attrezzato e sistemato con casette in legno e addirittura in cemento, da loro costruite e mai condonate nonostante i loro tentativi. Per non parlare dei bambini e dei ragazzi che frequentano la scuola e di tutte le altre piccole cose conseguenti alla loro scelta di essere una comunità stanziale che vuole rimanere e continuare a vivere nel loro campo.

I risultati non sono incoraggianti; all’incontro da loro organizzato per venerdì 2 dicembre al campo e preparato da circa 200 inviti mandati a giornali e istituzioni, si sono presentati solamente il rappresentante dei Ds di viale Monza, dei Radicali, dell’Anpi di Precotto e del nostro giornale. Non poteva poi mancare Fabrizio Casavola, loro amico da tempo.

Temono l’indifferenza delle istituzioni in primo luogo; prima vengono sgomberati altri campi e poi nella nostra zona i vari Borghezio organizzano manifestazioni contro le soluzioni alternative che la Casa della Carità, solo per citare un esempio, prova a mettere in essere.

Gli stessi accampamenti provvisori sorti in questi mesi nella campagna intorno a via Idro sono la conseguenza della chiusura di altri campi voluta dal Comune. I rom di via Idro sono i primi ad affermare che in quegli accampamenti soprattutto di rom rumeni, convivono persone oneste e delinquenti.

Bisogna però saper distinguere e intervenire, fare progetti di mediazione culturale e sociale, altrimenti tutto si confonde e vincono coloro che vogliono fare di tutta l’erba un fascio.

E per questi motivi le famiglie della comunità Rom di via Idro  62 precisano in un loro comunicato:

“In merito ad alcune notizie apparse sulla stampa nazionale precisiamo:

- Non è avvenuto alcun arresto o alcun fermo nel campo comunale di via Idro, che è sempre stato abitato da cittadini italiani di etnia Rom Harvati.

- I carabinieri e la polizia sanno chi sono i residenti del campo, tramite un controllo costante dei gruppi famigliari. Sono anche a conoscenza di tutti gli insediamenti provvisori di Rom e cittadini stranieri, che si sono sviluppati attorno al nostro campo.

- Alcuni di questi insediamenti sono tollerati come "soluzione provvisoria" da parte dello stesso comune, che da un verso procede agli sgomberi e dall’altro deve trovare luoghi lontano dalla città, dove far sostare gli sgomberati.

- Le forze di sicurezza e le autorità sono a conoscenza che in una simile situazione di tensione e di miseria, che coinvolge tutte le comunità Rom, siamo noi i primi a non poter tollerare insediamenti di persone e famiglie di altri gruppi. Tra cui, possono esserci sia persone oneste che criminali.

Ribadiamo: siamo cittadini italiani, residenti in questa zona da oltre 30 anni. Nessuno di noi si è mai macchiato di crimini come quelli commessi nel Lecchese, che sono quanto di più lontano dalla nostra tradizione e dai nostri

comportamenti.

Comportamenti che sono distanti da qualsiasi ipotesi di convivenza civile.

Per questo riteniamo molto grave aver coinvolto la nostra comunità in fatti a cui siamo assolutamente estranei. Mettetevi nei panni di quanti di noi lavorano e devono tener nascosto di essere Rom o di abitare in questo campo: com’è possibile per noi ottenere il rispetto o impegnarci per aver un rapporto col quartiere dove viviamo e dove molti di noi sono nati e sono andati a scuola?

Vi invitiamo, serenamente, a verificare le notizie prima di scriverle, con noi i diretti interessati, perché ogni vostra parola è importante per una convivenza civile”.

 

Paolo Pinardi

 

 

Case Acli: famiglie in subbuglio

 

Il recupero dell’area Marelli creerà non soltanto una cementificazione senza precedenti a cui molti si stanno opponendo, ma già da ora crea malessere e aspettative nelle 300 famiglie che hanno pagato un anticipo consistente al Consorzio Casa  Acli-Cisl.

Ogni famiglia ha già versato 18mila euro, ricevendo la promessa che i lavori sarebbero iniziati nel 2003, poi posticipati al 2005 e ulteriormente rimandati a data da destinarsi...

Inoltre aleggiano anche tante incertezze su come stanno procedendo i lavori di bonifica dell’area.

Spesso si tratta di famiglie che si sono sobbarcate impegni così pesanti per tirarsi fuori da situazioni non più sostenibili (la casa piccola, l’affitto troppo alto, magari lo sfratto incipiente) e che ora vedono a rischio i loro sacrifici per la dissennata politica urbanistica di questo Comune e di questa Regione, oltre che per l’esosità del Consorzio casa Acli-Cisl.

Quest’ultima ha pensato bene di comunicare alle famiglie che la casa ancora non si vede, ma nel frattempo il prezzo al mq. è lievitato di circa 140 euro...

Sergio Gliozzi si è fatto portavoce della condizione di queste 300 famiglie, iniziando un difficile lavoro di verifiche con gli uffici e le varie burocrazie, e soprattutto di sensibilizzazione mediatica, facendo esplodere il caso sui giornali.

Da segnalare l’intervento di Giuliana Carlino (lista Di Pietro) in Consiglio Comunale e il supporto di Adriano Ciccioni anch'esso consigliere comunale del gruppo misto.

Pa.Pi.

 

  

 

Consiglio di Zona: bilancio di cinque anni

 

Nel bene e nel male anche per il consiglio di zona (CdZ) ci si avvicina ad una nuova tornata elettorale.

Tanti riprodurranno automaticamente la scelta elettorale fatta per le nazionali o per Milano anche per la consultazione territoriale, ma se provassimo ad entrare effettivamente nel merito… Ne abbiamo parlato con esponenti della maggioranza (Guazzari, presidente commissione Sport e da settembre vicepresidente del consiglio), e dell’opposizione (Mario Villa,capogruppo dei Ds, e Mattia Cappello), nonché attivisti di associazioni (Franco Porrati, i cui interessi spaziano dal Trotter alla “associazione della chitarra classica”) e ci siamo fatti un’idea.

L’attività del CdZ è organizzata in sette commissioni stabili (Ambiente,Commercio, Cultura, Scuola, Sanità, Sport, Urbanistica), una serie di commissioni a termine (sicurezza, manutenzione scolastica, decentramento) e si articola in:

a) elargizione di fondi e di contributi su specifiche iniziative di interesse locale,

b) “pareri” (in alcuni casi dovuti per legge) forniti alla amministrazione centrale su materie di interesse locale, c) non chiarissime a mio avviso funzioni di indirizzo per biblioteche, centri anziani, etc.

È opinione comune di maggioranza ed opposizione, che l’attuale regolamento del decentramento lasci  ben pochi margini di autonomia alla istituzione che, per definizione, dovrebbe essere più vicina ai cittadini. Su alcuni grandi temi (difesa del campo sportivo di San Crisostomo, grattacielo di via Trasimeno) maggioranza ed opposizione hanno votato a volte insieme, in alcuni casi (area ex Marelli, 450 mila metri quadri di edilizia, 50% convenzionata) è stata l’opposizione a presentarsi divisa, in qualche raro caso (i progetti per il Trotter) gli schieramenti si sono rimodulati secondo logiche trasversali, ma il macigno che grava  è la totale sordità da parte della amministrazione comunale per qualsiasi parere espresso localmente. E secondo l’opposizione la maggioranza in zona finisce per “governare con l’auricolare”, magari discutendo sui problemi in commissione e cambiando posizione in consiglio quando si tratta di “riallinearsi” con le direttive centrali.

Ultimo ma non meno importante caso di mancato ascolto delle necessità del territorio, la bretella ferroviaria che passerà per Greco collegando Stazione Centrale e Stazione Garibaldi, per poi proseguire per Malpensa: si attende di capire come saranno risistemate le aree interessate.

La centralizzazione spinta da parte della amministrazione comunale ha portato ad una serie di casi di peggioramento dei servizi resi al cittadino, ad esempio in materia di manutenzione degli edifici scolastici, ed in tema di viabilità, materie su cui sino a qualche anno fa la zona aveva una sia pure limitata capacità di intervento. Le barriere architettoniche, ad esempio, sono una tipica cosa sulla quale si potrebbe intervenire localmente.

Dal lato dell’elargizione di fondi e contributi (nell’ordine di 500mila euro, grosso modo 50mila per lo sport, altrettanti per la cultura, 170mila per il diritto allo studio, 60mila per i centri giovanili, 12mila per la biblioteca,etc), prima di un esame dettagliato,va detto che sono stati gestiti “a pioggia”, “senza programmazione, neanche annuale” , e frequentemente con criteri che chiameremo eufemisticamente personalistici.

I “pareri”, osserva Porrati, a volte sono votati in blocco, senza possibilità di potere entrare nel merito. La “produzione di delibere” sembra diminuita nel corso del 2005: sono state 111 nel 2004, solo 39 nel primo semestre del 2005.

Non volendo fare di tutta l’erba un fascio, fra le diverse commissioni - a nostro avviso - commercio, scuola ed urbanistica escono con un giudizio fortemente negativo (ma per la scuola vi sono aspettative, per l’ ultimo scorcio di legislatura, per la gestione del dott Andrei), mentre “si salvano” almeno in parte ambiente (la riqualificazione degli orti della Martesana), sport (che ha promosso i city camp e i cosidetti sport minori e dove il “clima” in genere è stato più rilassato) e sanità.

Nel caso della scuola ad esempio i (pochi) fondi sono stati erogati a maggio, ma le scuole ne avrebbero bisogno ben prima.

La gestione “a pioggia” finisce con l’incentivare una domanda di contributi a sua volta estremamente frazionata: 142 progetti dalle diverse scuole, di cui alla fine solo 8 dichiarati validi.

D’altra parte, essendo i fondi sociali in riduzione dappertutto, ci si aggrappa ad ogni spiraglio.

L’ansia di protagonismo di molti (lo si è verificato per le feste di via come per la sanità o per alcuni attività culturali) ha fatto sì che i fondi destinati alla promozione di una iniziativa (tipicamente locandine con marchio della zona, nomi degli assessori interessati, etc) sono stati spesso sproporzionati rispetto ai fondi destinati alla iniziativa stessa (tipicamente si tratta di poche migliaia di euro), in termini eufemistici autoreferenziale la comunicazione in genere.

Nei dibattiti, in CdZ “si radicalizzano in termini personali le rispettive posizioni partitiche”…e forse è un bene che a tali dibattiti non assista, di norma, un vasto pubblico.

Vi sono poi le attività gestite dal Comune ma dove il CdZ presenta delle funzioni di indirizzo. Funzioni che per la verità ci sembra si riducano a ben poca cosa, ma a parere di Guazzari “cinque anni fa era anche peggio”. Il CdZ dà un parere sul programma di attività delle biblioteche (Crescenzago, nonché la piccola biblioteca di via Zara), vi sono i Centri Anziani (una piccola struttura che dovrebbe crescere in via Sammartini, un'altra in via Adriano, se ne dovrebbero fare altre due in S. Erembardo e S. Uguzzone), i centri di aggregazione multifunzionale (dalla pittura all’inglese, non sono più gestiti da comitati locali di gestione, ma hanno comunque una buona partecipazione), i due centri di aggregazione giovanile (i laboratori musicali di via Cattabrega bene o male funzionano, il centro di via Tarabella ha sede in case Aler, ed ha un ruolo di socializzazione anche per molti immigrati).

Per il futuro, possiamo pensare ad esempio che si faccia un censimento degli spazi ferroviari esistenti in zona e si identifichino sia spazi usufruibili che la possibilità di ripristino di collegamenti.

L’obiettivo delle Municipalità è condivisibile ma non bisogna fare delle stesse una panacea, nonché una scusa per non agire aspettando un domani migliore. Qui ed ora, si possono chiedere maggiori deleghe in tema di manutenzione scolastica, stradale, un maggiore budget per iniziative (magari devolvendo al CdZ parte degli introiti per le occupazioni di suolo pubblico da parte del commercio, o la pubblicità locale) ma anche impegnarsi ad una gestione intelligente delle stesse (meno iniziative, ma che lascino il segno e diano una direzione). Fra le tante cose da fare, la Cultura potrebbe puntare alla valorizzazione del Teatro Blu, del Teatro Officina e del Bertolt Brecht (che ha riaperto in nuova sede), lo Sport dovrà impegnarsi per la riapertura della Cambini…

Ed alzando appena di un po’ il tiro, farsi carico di almeno un progetto architettonico di rilievo, una consulta degli immigrati, una commissione giovani…

E, senza offesa per nessun vecchio saggio, la vogliamo abbassare un po’ l’età media di questo CdZ?

 

Aurelio Volpe