MartesanaDUE - novembre 2005  n. 78

 

In questo numero

 

 

L'area verde di via Padova al capolinea

 

La città metropolitana e il cantiere

 

Navigando, navigando

 

Ancora sulla Casa della poesia...

Da Gorla a Guernica: La commemorazione dei Piccoli Martiri di Gorla e Precotto

Conferenza della pace, della solidarietà e della tolleranza

 Museo Storia Naturale corso Venezia Milano Giovedì 18 novembre 2005 ore  21

Strade tra vie Padova e Monza pulitissime. Parole AMSA

Gli appuntamenti in zona: arte, cultura e spettacoli

 

SPECIALE VIALE MONZA

 

Le rubriche

 

Filo diretto dal Parlamento

con il senatore Antonio Pizzinato

 

Lettere alla redazione

 

Un libro al mese

 

Un film al mese

 

Alla (ri)scoperta dei sensi

 

Frammenti di umanità suburbana

 

Biologico in Martesana

 

Son atto a rimirar... rubrica d'arte

 

Fuori a cena

 

Gli annunci  e le opportunita'

 

******************

 

MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

Mattia Cappello

Paola D'Alessandro

Adele Delponte

Antonio Gradia

Luca Gualtieri

Giuseppe Natale

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

Via delle Leghe, 5

20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

Fax 02/28.22.423

martesanadue@ilponte.it

 

Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 

 

L’area verde di via Padova al capolinea

 

Dopo la brutta fine del bosco di Gioia, anche per l’area adibita a campi sportivi di via Padova-Anacreonte-Tarabella si preannuncia una soluzione che vedrà nuovamente penalizzati gli abitanti della zona.

Infatti, come ci informa Don Piero sul sito della parrocchia di san Giovanni Crisostomo, dall’incontro tenutosi in Prefettura il mese scorso si è profilata una soluzione di compromesso che prevede la costruzione della caserma della Guardia di Finanza e costruzioni annesse verso il lato dell’area prospicente via Tarabella, per lasciare disponibili  circa 10.000 mq alla continuazione delle attività ricreativo-sportive., dimezzando così lo spazio precedentemente disponibile.

Questa soluzione dovrebbe avere tempi veloci, vista la fretta con cui la Guardia di Finanza deve dar seguito all’appalto senza perdere i finanziamenti stanziati..

In sostanza un pezzo di verde in meno in una via Padova congestionata da traffico e cemento. Dopo il boschetto di via Gioia, un’altra area adibita a verde sparisce.  Sarebbe bastato un centro commerciale in meno su una delle tante aree dismesse per poter risolvere i problemi della Guardia di Finanza e della Regione Lombardia.

Una volta, per lo meno, ci toglievano il verde per costruire case o fabbriche, mentre ora…

 

  

    

 

La città metropolitana e il cantiere

 

Si chiama metaforicamente cantiere. È il luogo in cui i rappresentanti dei partiti dell’Unione di centro-sinistra e quelli di associazioni e comitati,nonché singoli cittadini, discutono e si confrontano. E provano a scrivere il programma per le prossime elezioni amministrative di Milano.

Intenso e vivace il dibattito. Ampia la partecipazione.

Ci auguriamo che si riduca la distanza tra la smania di giocare al totosindaco e alla personalizzazione della politica e la partecipazione dei cittadini di cui il lavoro del cantiere è un segnale importante che dovrebbe essere meglio valorizzato. Anche alla luce del successo delle “primarie” nazionali.

Nel terzo gruppo si affrontano questioni strategiche: la forma di governo di Milano e della sua area metropolitana; l’organizzazione e il funzionamento, le risorse e il bilancio della “macchina” comunale.

Quale Città Metropolitana vogliamo? È l’interrogativo centrale e politicamente preliminare.

Si parte da considerazioni generali da tutti condivise. Il Comune di Milano è troppo piccolo per affrontare ed eventualmente governare da solo i problemi dell’area metropolitana. Ed è nel contempo troppo grande e troppo centralizzato per funzionare come municipio vicino ai cittadini.

Sono passati una trentina d’anni da quando si pose all’attenzione la necessità di riformare gli organi del governo locale e urbano, e di istituire il livello di Governo Metropolitano. Da 15 anni la Legge 142/90 non è applicata. È ancora lettera morta la nuova norma costituzionale (nuovo Titolo V, 2001).Sono rimaste nel cassetto due proposte di Norme speciali per la città di Milano ( del centrosinistra e del centrodestra,2002).

Da tale premessa non tutti tirano le dovute conseguenze. In modo particolare, da parte di rappresentanti di alcuni partiti si concede che il problema del governo metropolitano esiste, ma lo si colloca in una generica “prospettiva”.Gli stessi si attestano sulla linea del decentramento, ripetendo l’obsoleta e mai soddisfatta richiesta di dotare i Consigli di Zona di qualche compito e risorsa in più lasciando intatta la struttura unica del Comune di Milano.Si percorrerebbe così la vecchia dissestata strada che ha portato al forte accentramento nelle mani della Regione di molti compiti spettanti  agli Enti Locali (che si sono indeboliti) , al potere ipertrofico di Milano, all’invadenza di Enti privati e di potenti forze economiche e finanziarie, all’aggravamento della condizione urbana e metropolitana.

L’altra posizione,definita in un Appello politico e in una proposta di Statuto della Città Metropolitana Milanese, è portata avanti dal Comitato per la Città Metropolitana Milanese  (di cui le associazioni ALSOLE e ArcoResiste e Il ponte della Lombardia sono tra i promotori).

In coerenza con la legislazione vigente (che non deve essere lasciata colpevolmente nel limbo dell’inapplicazione), con i  due documenti  si

vuole definire una cornice istituzionale e una base programmatica per realizzare una Milano Metropolitana più democratica, qualitativamente  ecosostenibile e in grado di svilupparsi in maniera più equilibrata.

Si tratta di  impegnare in modo vincolante i candidati dell’Unione a Sindaco e a Consigliere del Comune e delle Zone di Milano (ma anche i candidati al Parlamento e al Governo nazionali), a mettere in atto nel primo biennio della nuova legislatura misure ed interventi finalizzati a:

- scomporre il Comune unico di Milano e a riorganizzarlo in nove o più comuni (proprio a partire dalle attuali circoscrizioni zonali);

- riorganizzare, in un contesto più equilibrato ed integrato, i Comuni dell’area metropolitana secondo criteri geo-territoriali, storici, sociali, economici ed amministrativi;

-  sciogliere l’Ente Provincia e creare la nuova forma di governo metropolitano (Consiglio, Giunta, Presidente) dotato di poteri sovracomunali e di specifiche funzioni in ordine alla programmazione, pianificazione ,attuazione e gestione su scala metropolitana (inquinamento,traffico,trasporti ,urbanistica, salute, riassetto idrogeologico, parchi e verde,ricerca ,servizi sociali, ecc.).

 

Prima che la situazione degradi ulteriormente o addirittura precipiti nel disastro ecologico e nell’ingovernabilità ,prima che sia troppo tardi , diventa necessario definire tempi certi per realizzare la Città Metropolitana Milanese. È ragionevole richiedere che entro il primo biennio tutto debba essere pronto ai diversi livelli ( normativi ,organizzativi ed amministrativi), per gestire la fase istituzionale vera e propria da far coincidere con la fine della legislatura della Provincia (2009).

La situazione oggettiva e i tempi politici sono ormai maturi. A patto che si dimostri coraggio e volontà, responsabilità  civile e democratica.

 

Giuseppe Natale

 

 

Navigando, navigando

 

Accordo tra Milano Metropoli e Navigli Lombardi per il recupero dei corsi d'acqua milanesi

 

Sesto San Giovanni,

11 Ottobre 2005

Il Protocollo d’Intesa sancisce la cooperazione tra le due società per il rilancio di una delle più antiche reti fluviali lombarde

Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo è una società mista a prevalente capitale pubblico partecipata da Provincia di Milano (40%), Camera di Commercio (20%), Finlombarda, diversi Comuni milanesi e aziende private. E’ nata all'inizio del 2005 dalla ridefinizione delle attività e della struttura societaria di Asnm, l'agenzia di sviluppo locale creata nel 1996 su iniziativa del Comune di Sesto San Giovanni e della Provincia di Milano per favorire la riconversione socio-economica dell'area Nord Milano in seguito alla chiusura delle grandi fabbriche.

Per valorizzare gli storici canali dei Navigli Grande, Pavese, Martesana, di Bereguardo e di Paderno è stata avviata la collaborazione tra Milano Metropoli, agenzia per la promozione e lo sviluppo sostenibile dell’area metropolitana milanese, e Navigli Lombardi, società consortile a responsabilità limitata partecipata da Regione Lombardia, i Comuni di Milano e di Pavia, le rispettive Province e Camere di Commercio, la maggior parte dei Comuni attraversati dai navigli.

Le due società lavoreranno insieme per far emergere eccellenze e potenzialità del territorio, attraverso il consolidamento delle relazioni tra gli attori pubblici e privati locali.

Al centro dell’accordo, siglato da Fabio Terragni, amministratore delegato di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo e Alessandro Germinario, direttore di Navigli Lombardi, l’attivazione e lo sviluppo di un piano di miglioramento continuo del Sistema Navigli, ritenuto una risorsa strategica per il rilancio della competitività dell’area milanese.

In particolare la collaborazione prevede l’attivazione di strumenti di promozione e di marketing territoriale per attrarre investimenti, risorse e visitatori; iniziative per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e delle imprese; l’identificazione sul territorio di insediamenti di qualità per favorire lo sviluppo compatibile e il recupero di alcune aree fluviali in fase di trasformazione.

Per informazioni: Ufficio Stampa Milano Metropoli Tel. 02 24126540 vergani@milanomet.it.

 

 

Renzo Piano: Milano deve ripartire dalle periferie

 

Da leggere (se la si è persa, basta passare dal sito internet) la bella intervista del “Corriere” del 24 ottobre a Renzo Piano, l’architetto italiano probabilmente più famoso al mondo (dal Beaubourg alla nuova sede del New York Times, passando per gli innumerevoli interventi sulla città di Genova).

Si parla di verde (ma “che sia pubblico e non condominiale”), della bocciatura del suo progetto per la riqualificazione della ex area fieristica (“il progetto più complimentato” ma tra le righe la critica alla gestione del concorso :“i giudizi devono essere affidati a giudici capaci e preparati e non ai soliti opinion makers”), di Sesto San Giovanni, di Varesine.

In merito agli interventi su Garibaldi-Repubblica, “quando ho scoperto che in quell’area un tunnel avrebbe vomitato migliaia di automobili ho rinunciato al progetto di recupero”.

Ed a Sesto il progetto di recupero dell’area ex Breda si estende su di un area di un milione di metri quadri, per trasformare “la città delle fabbriche” ne “la fabbrica delle idee”, fra l’altro con una quota significativa di verde.Piano si è occupato del recupero di “brown fields”, aree industriali dismesse, a Trento, Genova, New York, Chicago.

 

www.beppegrillo.it

 

Di tutto di più. L’unico blog italiano nel ranking dei primi 50 “siti personali” presenti in Internet (ve ne sono fra 15 e 20 milioni…).

“Apprendo che i nostri ragazzi stanno chiedendo ragione della riforma Moratti ai nostri dipendenti che si barricano in Parlamento mostrando dei diti medi.Vorrei portare ai miei ragazzi la mia totale solidarietà e l’invidia di non essere con loro”.

“I potenti, quelli veri, avevano una volta come nemici Richelieu, Trozky, Bakunin e confessavano le loro paure a Versailles o nella Piazza Rossa.I sette nemici del portatore nano di paure sono invece i fratelli Guzzanti, la Dandini, Gnocchi, Celentano, Vergassola e Bertolino, e si confessa da Bruno Vespa…..ma il suo problema non sono i nemici ma gli amici. Ne elenco sette: Casini, Dell’Utri, La Loggia, Letta Previti, Cuffaro, Bondi”.

“Il modo migliore per negare la verità è affermare, in modo plateale, il suo contrario….alla Camera passa la legge sulla devolution che disintegra il Paese grazie ai voti nazionalisti di An che per l’occasione festeggia con dei vezzosi fazzoletti tricolori esibiti dai suoi deputati…chissà cosa ne pensano i suoi elettori….Telecom Italia perde dall’inizio anno in borsa il 19.5% dopo la grande operazione di fusione con Tim, ed ha un debito di 45 miliardi di euro, ma il tronchetto dell’infelicità fa collezione di lauree honoris causa e di interviste in cui delinea il futuro del paese….”

 

Navigazione

a cura di Aurelio Volpe

 

 

 

 

Ancora sulla Casa della Poesia…

Concludiamo su questo numero la vicenda sulla Casa della Poesia, riportando le opinioni di Ennio Abate e Giusi Busceti.

 

Cari amici di Martesana 2,

voi dite: un assessore (Zecchi) ha afferrato al volo un´idea «nata tra noi, dal basso», l'ha firmata al posto dell'Associazione di zona, che finora aveva patrocinato il «Progetto avviato al Trotter», e ha trasbordato il tutto alla Palazzina Liberty, adattandola allo  scenario metropolitano dove lui troneggia.

Ma cosa c´è di «giallo» in tutto questo? È il procedimento "normale" dei professionisti della politica (anche di Sinistra, in verità). O dei professionisti tout court. Tanto per dire: quanti stilisti o pubblicitari mandano i loro emissari nei centri sociali  e "rubano" le idee che i giovani  producono senza neppure accorgersene? quanti Bill Gates mettono il loro marchio al software liberamente costruito nelle comunità universitarie?

Quelli che hanno soldi e potere, però, il copywrite sulle idee (nate dal basso, dall'alto o a metà strada) lo impongono con facilità perché  molti "ideatori" non se la sentono più di dire ad assessori o professionisti della politica e della cultura: Giù le mani! Quest'idea «nata tra noi, dal basso», la realizziamo noi qui (e non altrove), come l'abbiamo pensata noi e  contando innanzitutto e soprattutto sulle energie intellettuali, sociali ed economiche che abbiamo! (Per la poesia, non dico per la fisica atomica, questo è ancora possibile, non vi pare?)

Voi dite: un «gruppo di poeti, docenti, studenti, appassionati...hanno lavorato con Majorino per dar vita ad un sogno». Un attimo. Di chi era questo sogno della Casa della poesia? Se - sempre vostre parole - quest´idea della Casa della poesia era «salda da trent¹anni nella mente di Giancarlo Majorino», si può ancora dire che quell´idea era «nata tra noi, dal basso»?

Insomma, il sogno del «noto poeta milanese» s'era davvero saldato col sogno  dei "comuni" poeti, docenti, studenti, appassionati  del Trotter? Da quel che riferite, non pare: dato che Majorino ha fatto appello a Zecchi (o Zecchi, che avrà anche lui fatto un suo sogno, s'è rivolto a Majorino: la cosa cambia poco), quel sogno iniziale (vostro e/o di Majorino) vi è cominciato a sfuggire di mano e ha cominciato a mescolarsi, fino a confondersi, con il sogno di Zecchi. Che lo ha realizzato a modo suo: affidando solo a «poeti tutti piuttosto noti» (e ci risiamo!)  le chiavi dell´Auditorium della Palazzina Liberty per farli sognare lì, sotto il suo occhio vigile. Dal tira e molla di tutti questi sogni - un tantino diversi o contrapposti mi pare - si è imposto dunque quello dell' assessore Zecchi.

  Tutta la vicenda prova che i sogni dei potenti sono sempre più forti dei sogni di chi sta "in basso"? O è un'ulteriore conferma che l'élite politica mescola i propri sogni più volentieri e facilmente con l'élite culturale e mai o quasi mai con quelli,  sempre un po' perturbanti, dei molti? Può darsi. Ma essa dimostra una cosa più importante: che bisogna sognare fino in fondo in proprio, in autonomia.

A mio parere era meglio che gli amici del Trotter quel sogno  se lo tenevano nelle loro mani al Trotter o in uno spazio da essi controllato. Sarebbero stati settari, autoreferenziali? Balle! Sarebbero stati coi piedi per terra. Cosa oggi più che indispensabile sia nei rapporti - mai da rifiutare aprioristicamente, ovvio - con gli assessori (di destra o di sinistra) sia quando si ha a che fare con quelle che voi eufemisticamente chiamate «dinamiche dell´universo poetico», che   sono - a scanso d'equivoci - proprio le stesse, a volte generose ma per lo più  squallide  e trasformiste, di tutti gli altri universi (politici o sociali).

Quindi mi pare che il  comitato del Trotter si sia davvero illuso, sorreggendo sogni altrui più che maturare il suo. Ma  ora - ditemi - a che servirebbe un Commissario Maigret per diradare un´oscurità che luccica come una lampada fluorescente? Perché volete ancora illudervi tirando per la giacca Zecchi affinché spieghi quello che ha già spiegato con i fatti? O sollecitando a pronunciarsi sul supposto giallo «tutte quelle persone di cultura» - tra le quali «emerge per primo proprio Giancarlo Majorino, al fianco di Jaca Book e Mondadori, Maurizio Cucchi, Milo de Angelis, Vivian Lamarque e altri», che di fatto già si sono pronunciate senza equivoci possibili. 

Lasciate che essi sognino alla Palazzina Liberty assieme a Zecchi! Smettiamola di oscillare come fanno tanti che si occupano  di poesia (a Milano o altrove)  tra il desiderio puerile di ottenere un riconoscimento personale dalla élite che  gestisce la parte "cremosa" della poesia italiana e il sano desiderio di  costruire modi di comunicazione, istituzioni e luoghi della ricerca poetica non corporativi e coerentemente plurali?

Questa è un'occasione d'oro per sottrarsi al doppio legame nevrotico verso i potenti e i più noti. Un po' di gente in giro che lavora in poesia seriamente e non per diventare "cremosa" la conosco. E si percepisce pure una certa insofferenza  per i Grandi Poeti Noti che concedono le loro indulgenze al «pubblico della poesia» e talvolta brevi spot  pubblicitari ai poeti "non cremosi".

E allora, invece di  tallonare Zecchi o i poeti con le chiavi della Palazzina Liberty per prenotarvi un posticino, perché gli amici della Casa della poesia del Trotter non organizzano un bel salon [permanente e pensante] des refuses, dove - forse! - si potrà imparare a sognare anche insieme, fino in fondo, in proprio, in autonomia. L'hanno fatto sempre  i poeti rispettabili sia che le circostanze della vita li avesse collocati in basso o in alto o a mezz'altezza. Mi sbaglio?

Un caro saluto

 Ennio Abate, ottobre 2005

 

 

Mi sento, finalmente, di rispondere all’editoriale del 1°ottobre di Martesanadue – un po’ provocatorio ma, va ammesso, piuttosto documentato – con cui si chiede che qualcuno diradi la nebbia intorno alla…Casa della Poesia. Rispondo a nome e come presidente dell’omonima Associazione Culturale – nata di fatto dal marzo 2004 e di diritto (alias: depositata come ONLUS a norma di Legge) nell’appena trascorsa estate: quella del “giallo”, come recita il vostro titolo. Nel corso della quale abbiamo lavorato al programma che, da voi subito gentilmente diffuso, viaggia via mail, sui giornali ed è pubblicato sul nostro sito www.casadellapoesia.135.it . 

Confermo che il nostro allora “Comitato per la creazione di una Casa della Poesia per Milano” lavorava di più di due anni nella zona, al Trotter, come lo stesso Giancarlo Majorino ha varie volte ribadito, sia dalle colonne di Repubblica, sia sul giornale della Zona 4 nel luglio/agosto scorsi. Tuttavia, quando l’Assessore S. Zecchi ha detto sì a Majorino e alla sua idea, il nostro Comitato non è mai stato convocato alla Palazzina Liberty insieme ai successivi soci fondatori. Il resto, ormai dal 15 ottobre, è cronaca della città. La Milano contemporanea dove, ahimè, si fa fatica a respirare anche la cultura.

Penso che l’inaugurazione della Palazzina Liberty abbia ormai spazzato via ogni eventuale nebbia sul caso. L’idea, comunque, era da trent’anni di G. Majorino, condivisa a quei tempi con Michelangelo Coviello e, per quanto ne sappiamo, di vivo interesse anche per lo scomparso Giovanni Raboni (e non per Clemente Rebora, come erroneamente riportato nell’articolo del settimanale gratuito “Primo Piano News”, frutto di una cortesissima intervista di Martina Giordano).  

Al Trotter, comunque, il progetto della nostra Associazione si è davvero radicato e prosegue, per il 2005/06, con i lunedì di Intendimento della Poesia.

La vicenda dell’estate, vista da un osservatore posto all’interno della bellissima Palazzina Liberty, potrebbe apparire conclusa con il “Comitato del Trotter” chiuso fuori dalla porta. Ma, dal punto di vista di chi da sempre si fa vanto di muoversi nella tradizione della più illustre Scuola all’Aperto del nostro paese - fin dagli anni ’20 meta di delegazioni Giapponesi,  Africani e Inglesi - beh, da questo punto di vista la sensazione è, invece, di poter spaziare, come finora era sempre avvenuto anche con Giancarlo Majorino, aperti alla pluralità delle esperienze di chi ama, frequenta e/o pratica la poesia.

Gli ultimi asfissianti cento giorni di questa metropoli ci fanno ancor più apprezzare la prospettiva di poter “poeticamente” coabitare il Parco Trotter. 

L’Associazione Culturale “Casa della Poesia” ha in programma di respirare a lungo e a pieni polmoni poesia che chiami libertà; e abbiamo cominciato a farlo il 24 ottobre scorso, con Vincenzo Viola e la sua interpretazione del coro di suoni della primavera volati dalle pagine di Lucrezio.

Invitiamo fin d’ora alle nostre serate anche i nove poeti della Palazzina Liberty, l’Assessore alla Cultura Stefano Zecchi e tutte le persone che hanno realmente lavorato per consentire che  tanti, davvero tantissimi scriventi versi li recitassero, benché a pioggia e nell’esiguo tempo di alcune ore in un affollatissimo weekend, in quella splendida sede.

Ma invito soprattutto tutti i veri appassionati di poesia… all’aperto.

Ringrazio la Redazione di Martesanadue per l’ospitalità ed Ennio Abate come sempre solidale e sollecito interlocutore, al quale indirizzo, per il momento, queste righe in risposta alla puntuale e simpatica analisi che ha voluto offrirci di questa piccola storia.

 

Giusi Busceti