MartesanaDUE - maggio 2007  n. 92

 

 

In questo numero

 

 

Bocciato il megaparcheggio sotterraneo in via dei Transiti

 

Solo 1000 euro o ben di più?

 

Spettri

 

L'Azienda stabilizza i precari e licenzia i tempi indeterminati

 

Frammenti di umanità suburbana

 

Chi sono stati i Piccoli Martiri di Gorla

 

 

Le iniziative in zona 

 

Speciale Viale Monza

 

 

Le rubriche

 

Dal Consiglio di Zona Due

 

Lettere alla redazione

 

Un libro al mese

 

Un film al mese

 

Alla (ri)scoperta dei sensi

 

Frammenti di umanità suburbana

 

Biologico in Martesana

 

Son atto a rimirar... rubrica d'arte

 

Gli annunci  e le opportunita'

 

******************

 

MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

 

Paola D'Alessandro

Adele Delponte

Antonio Gradia

Luca Gualtieri

Giuseppe Natale

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

Via delle Leghe, 5

20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

Fax 02/28.22.423

martesanadue@ilponte.it

 

Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 

 

 Bocciato il megaparcheggio in via dei Transiti

 

Martedì 15 maggio il consiglio di zona ha bocciato il progetto che prevedeva oltre 300 box nei giardini di via dei transiti. Gli unici a votare a favore sono stati i consiglieri di Forza italia (tranne uno che non ha partecipato al voto), della Lega e il solito della lista Di Pietro; contro Ulivo, Rifondazione, An, Verdi, lista Dario Fo, Rosa nel pugno, Comunisti italiani, lista Ferrante e Udc. Da sottolineare come ormai il presidente leghista Lepore di questo consiglio e il presidente della commissione urbanistica Gandolfi di forza italia siano sempre più isolati nella stessa loro maggioranza; le hanno provate tutte in commissione e in consiglio per cercare di far passare il megaprogetto.

Questo risultato è stato possibile soprattutto grazie alla mobilitazione dei cittadini residenti nei palazzi adiacenti il giardino e del loro comitato particolarmente attivo in questi mesi.

Sono invece stati approvati, nel mese scorso, gli altri due progetti riguardanti il piazzale Martesana (Gorla) e via Valtorta.

In piazzale Martesana, nonostante le proteste di alcuni abitanti, verranno costruiti oltre 500 box, in un'area che per alcuni anni sarà devastata dai lavori, oltre che per il megaparcheggio, della Gronda nord e del Gaetano Pini; in via Valtorta verrà addirittura sacrificato un pezzo di parco della martesana per far posto a 350 box. Quasi mille box che richiameranno nuove macchine, traffico e inquinamento su un asse viario già soffocato come quello di viale Monza e che daranno ulteriore fiato alla speculazione edilizia. Infatti molti di questi box, esaurita la piccola richiesta dei residenti, verranno affidati alle agenzie immobiliari per essere immessi sul mercato e rinfocolare la bolla del mattone in una città ormai dove la fanno da padroni gli immobiliaristi, i costruttori e le loro colate di cemento in qualsiasi angolo libero: terminati e devastati i grandi spazi delle aree dismesse si passa a quelli più piccoli e al sottosuolo; chi si ferma è perduto, pazienza se la città scoppia di inquinamento e traffico.

Del resto basta osservare quanto sta succedendo in queste settimane:

-         nonostante le proteste degli abitanti, abbattuta quasi interamente la stecca degli artigiani all’Isola, come segnale d’avvio dei progetti integrati Repubblica-Garibaldi;

-         nell’area Marelli-Adriano si stanno dando i permessi a costruire, tra i principali protagonisti il costruttore e immobiliarista Pasini, candidato sindaco di Forza italia a Sesto San Giovanni, ma un posticino o meglio una palazzina di 20 piani  non la si nega a nessuno, come a 2 coop rosse (ma dove?);

-         in fondo a viale Monza nell’area ex Coca cola una enorme colata di cemento sta distruggendo quel territorio;

-         l’immobiliarista romano Coppola (il cognome è già un programma) in carcere per vari reati, tra cui riciclaggio, proprietario di grandi aree della nostra città, come quella a porta Vittoria (questo signore insieme a Ricucci aveva tentato la scalata al Corriere della sera);

-         l’area dei mercati generali in mano alla ‘ndrangheta e alle sue società, arrestati diversi boss, si sta indagando sulla connivenza con funzionari, amministratori e politici.

Sembrano scene tratte da “le mani sulla città” e invece siamo nella Milano del terzo millennio.

 

Paolo Pinardi

 

 

 

 

 

Solo 1000 euro o ben di più?

 

 1.000 euro!, è questo il costo medio di una riunione di commissione del nostro consiglio di zona,

i conti sono presto fatti, ogni consigliere di zona presente alla riunione riceve un gettone (al netto)

di poco meno di 50 euro, normalmente i consiglieri che partecipano non superano la ventina,

20 x 50 = 1.000 euro.

E' quello, che si definisce il "costo della politica", forse troppo elevato ai livelli più alti, sicuramente

ridotto a quelli più bassi, in ogni caso costo indispensabile per la nostra democrazia, altrimenti

farebbe "politica" e deciderebbe per tutti gli altri solo chi avesse i soldi ed il tempo per dedicarvisi,

gli altri, i non ricchi o benestanti, in altri termini chi deve lavorare per vivere, ne sarebbe escluso a priori!

 Ciò precisato, è ovvio che gli sprechi od i costi inutili sono da evitare anche ed a maggior ragione

nella vita politica ed eccoci al punto!

  Lo scorso 19 aprile si è tenuta una riunione della commissione cultura del nostro consiglio di zona

con all'ordine del giorno la programmazione annuale (2007) delle biblioteche zonali; per chi non lo

sapesse due sono le biblioteche presenti in zona, quella di Crescenzago e quella di viale zara, le quali,

oltre a fornire un servizio di consultazione e prestito di pubblicazioni, organizzano anche conferenze,

spettacoli e corsi sia per adulti che per bambini svolgendo, così, un'importante funzione

culturale ed aggregativa che si definisce anno  per anno proprio in questa programmazione. 

 

 La programmazione proposta alla commissione è stata valutata ed approvata, e sino a qui tutto bene,

non fosse che già nello scorso dicembre si è tenuta un'altra riunione della stessa commissione

con lo stesso ordine del giorno e finita, anch'essa, con l'approvazione della programmazione delle

biblioteche!;  la riunione del 19 aprile è stata, quindi, una "replica", con i connessi costi sopra evidenziati,

di quella di dicembre!, come è potuto accadere ciò?

 

  A dicembre le "biblioteche" avevano presentato una programmazione, come detto approvata in

commissione, che ipotizzava un costo massimo di 12.000 euro, la programmazione approvata il 19

aprile stanzia la cifra di  soli 5.601 euro! ciò perché nel bilancio preventivo 2007 del comune  per le

biblioteche di zona 2 i 12.000 euro non c'erano!, da qui la necessità di riconvocare la commissione per approvare una programmazione in "linea" coi fondi realmente a disposizione; ma come mai si è,

 inutilmente,  discusso a dicembre sulla base di questi fantomatici 12.000 euro!

 

 Le “biblioteche”,  in commissione, hanno sostenuto che la zona 2 aveva detto che potevano

predisporre una programmazione annuale per una spesa massima di 12.000 euro; il presidente

del consiglio di zona non conferma questa versione contestando che la programmazione doveva essere suddivisa in 2 semestri, rinviando  eventuali ulteriori spese che oltrepassavano la cifra di 6.000

euro (cioè quanto speso nel 2006 per le nostre biblioteche) al 2' semestre cioè dopo l'approvazione del

bilancio preventivo del comune per il 2007 (avvenuta ad aprile) e la verifica di quanto vi fosse stanziato

per le biblioteche e che l'errore è stato quello di convocare la riunione di commissione a dicembre con un

ordine del giorno sbagliato, programmazione annuale invece che relativa al solo 1' semestre!

 

  Difficile, quando vi sono più versioni e punti di vista, stabilire le responsabilità e comprendere chi

"ha capito male", chi "non si è spiegato bene" e chi "doveva controllare e non l'ha fatto", certo alla fine

un "capro espiatorio" qualcuno lo potrebbe anche trovare, arrivando, speriamo di no!,  a dare la

"colpa" all'impiegato che ha  materialmente predisposto la lettera di convocazione con l'ordine del

giorno ritenuto sbagliato, ma il problema è ben altro!

 

  L'episodio di questa doppia convocazione  infatti, è dovuto ed  è esempio lampante delle conseguenze

della mancata attribuzione  di "poteri" alle zone, di quel fantomatico decentramento sempre annunciato

e mai realizzato!

 

  Sino a che le zone non potranno gestire autonomamente il loro bilancio  resteranno istituzioni di scarsa rilevanza ed efficacia concreta; chiariamo!, "non si vuole la luna", ma almeno che una volta stabilito a

livello comunale quanti soldi si possono dare alle zone, queste ultime possano decidere dove e come sia

meglio spenderli.

 

 Nel caso specifico, la volontà dei consiglieri di zona di prestare attenzione ed incrementare le risorse

per le meritorie attività delle biblioteche è risultata evidente nella riunione di dicembre ove una larghissima

e trasversale maggioranza aveva approvato la programmazione sino a 12.000 euro, ma poi "qualcun'altro"

ha deciso che 12.000 euro erano troppi!

 

 Questo è il problema ed è ben più grave dei 1.000 euro sprecati e la domanda conseguente è: ma a parte le

"parole" e le "dichiarazioni di intenti", ha, questa amministrazione comunale, la volontà di decentrare

realmente competenze e risorse alle zone?

 

 Sono, ormai, molti anni che se ne discute, ma "nulla si muove", e detto che non è molto gratificante per

chi lavora all'interno del consiglio di zona rendersi conto che, spesso, si "gira a vuoto", ve lo garantisco

per esperienza personale; credo che anche per i cittadini l'essere chiamati ad eleggere i propri rappresentanti

in una istituzione, creata per essere vicina alla popolazione e meglio rappresentarne sensazioni e umori,

e poi constatare che essa ha scarsissimi  poteri reali, rappresenti soltanto un esercizio puramente teorico

di una partecipazione democratica sempre più chimera!

 

  Una cosa, comunque, è certa, in questo caso le responsabilità sono chiaramente ascrivibili; è ormai più

di 10 anni che il centrodestra governa Milano, in questo periodo nulla è stato fatto per attuare il

decentramento!, come diceva qualcuno tempo fa "MEDITATE GENTE, MEDITATE"!

 

Mario Re Fraschini

cons. zona 2 RC

 

 

Spettri

 

Spesso, in questi ultimi tempi, mi tornano alla mente le fiabe ascoltate da bambina. Erano immancabilmente costruite sulla contrapposizione tra bene e male, quest’ultimo immancabilmente personificato da pericolose donne, streghe o matrigne, e da minacciosi uomini neri. Nell’iconografia popolare le donne e gli uomini neri, cioè gli stranieri, gli immigrati, i diversi da noi, hanno sempre rappresentato e continuano a rappresentare il male, inesorabile e senza scampo. Nella settimana della passione, alla vigilia della festa che celebra il trionfo della vita sulla morte ed esorta gli animi alla compassione e all’accoglienza, nelle stanze della Commissione commercio, artigianato e orientamento professionale venivano agitati, ancora una volta, con ostinazione e pervicacia, gli antichi bau bau. Però anche il più modesto e consumato degli spettacoli può riservare sorprese e allora ... colpo di scena: il grido di allarme non proveniva dalle fila della destra, ma da un manipolo di uomini dell’ulivo.

Già, l’ulivo, simbolo di pace e di riconciliazione. Ironia della sorte.

Ed ecco risuonare nell’aria domande inesprimibili. Perché i commercianti italiani che gestiscono piccoli negozi stentano a stare a galla e spesso sono costretti a chiudere, mentre proliferano le attività, talvolta analoghe, aperte da immigrati?

Perché la stazione centrale non viene “militarizzata” (il termine è mio, ma rispecchia il concetto espresso) per neutralizzare la presenza degli odiosi extra comunitari?

Un cittadino presente ai lavori faceva sentire la sua voce e affermava che alle persone extracomunitarie, per toglierle dalla strada, bisogna fornire luoghi di aggregazione. Ma il sollievo per quella che sembrava una proposta sensata e scevra di diffidenza o rifiuto si è subito raggelato. Il solerte cittadino pensava infatti a strutture affini ai centri di permanenza temporanea che, come noto, imprigionano, escludono più che accogliere.

L’imperativo categorico è far sparire gli stranieri dalla nostra vista, come se noi Italiani e Italiane non fossimo mai stati stranieri in qualche luogo della terra e non avessimo costruito le nostre “little Italy”. Metterli in qualche posto sicuro, da cui non possono in alcun modo scappare, il più lontano possibile dalle nostre case, dai nostri negozi, dai nostri giardini, dalle nostre strade, dalle nostre linde vite.

Un consigliere di Forza Italia ammoniva che l’elettorato è italiano; come dire che solo i cittadini e le cittadine di conclamata origine italiana vadano servite.

I programmi elettorali dei partiti che si apprestano alle votazioni amministrative di maggio pullulano di promesse su iniziative a favore della sicurezza. Il tema è trasversale a quasi tutte le forze e gli schieramenti. Si organizzano marce, manifestazioni, presidi contro questa o quella etnia.

Finiremo con il rinchiuderci in una fortezza aspettando il nemico invisibile come il capitano Drogo ne “Il deserto dei tartari” e ci consumeremo in questa attesa, mentre la nostra mente genera spettri sempre più raccapriccianti.

Di certo il miglior modo di governare il territorio, di creare le premesse per una civile e proficua convivenza, per integrare e per sconfiggere le frange di illegalità.

La paura è una spirale, la paura si nutre di se stessa e cresce all’impazzata, la paura rende orbi. Arriverà un giorno in cui non riconosceremo il diritto a esistere a nessun essere umano diverso da noi. La paura evoca l’odio. Ma cosa ci fa credere di essere migliori? Quando osservo certe persone e le ascolto buttare fuori odio verso uomini e donne di altri paesi, con i volti contratti dalla rabbia, i pensieri ottusi e per questo esiziali, i sentimenti inariditi, mi chiedo cosa li spinge a considerarsi così superiori. Ho incontrato una donna a San Donato: si sarebbe buttata nel fuoco per salvare un cane incatenato dal padrone, ma avrebbe volentieri buttato nel fuoco tutti gli “extrace” (come amava definirli). Ed era così tragicamente e grottescamente inumana, nel senso che aveva perso ogni segno di appartenenza alla specie umana. Come altre donne viste in televisione a protestare contro l’insediamento nel loro quartiere di qualche comunità straniera e stracciona. Perché, a ben pensarci, il problema è la razza o il censo? Siamo razzisti, ed è bene che impariamo a chiamarci con il nome che con tanto onore ci siamo guadagnati sul campo, o classisti?

Alla Commissione commercio spira un vento di chiusura. Il territorio è una fortezza da difendere contro tutti i possibili nemici.

Intanto si pensa di organizzare sugli ultimi scorci dell’anno una festa dell’integrazione con bancarelle etniche. Con chi se la prenderanno in quell’occasione in cui bisognerà convivere serenamente con l’uomo nero? Nessun problema: uno dei consiglieri di forza italia propone di dedicarla al cinquantenario della nascita dell’Europa unita, il consigliere dei verdi all’anno europeo delle pari opportunità. E impagabile dalle poltrone della maggioranza qualcuno dice: “bene, così faremo la festa alle donne”.

C’era una volta ...

Paola D’Alessandro

 

L'Azienda stabilizza i precari e licenzia i tempi indeterminati

 

Un’azienda come tante nel nostro Paese. Questa volta si tratta di una holding della comunicazione. Del gruppo Kinnevik fanno parte Tele2 e Transcom, vale a dire la compagnia telefonica che opera in tutta Europa e il call center che ne accompagna la gestione della clientela. In Italia vi lavorano oltre 2000 persone tra le sedi di Milano (Cernusco sul Naviglio), Aquila, Lecce e Bari, dei quali solo 705 sono assunti a Tempo Indeterminato col contratto del commercio.

Ora è necessario “stabilizzare” come dice la Legge Damiano che distingue senza più ambiguità il lavoro subordinato da quello a progetto.

Nei call-center di Tele2, accanto ai lavoratori a tempo indeterminato operano da anni colleghi la cui unica differenza sta nel contratto e non certo nella mansione svolta. Progetto, Job Sharing, Somministrazione, Inserimento, Reinserimento.

Tutte categorie che assicuravano all’azienda un risparmio netto rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato con contributi, malattia, ferie e permessi garantiti dalla legge. Categorie di lavoratori a scadenza che prevedevano l’assunzione di almeno una percentuale degli stessi (vedi Inserimento e Reinserimento) pena per l’azienda l’impossibilità di riutilizzare simili contratti nei successivi due anni. Ma l’economia di oggi è sì globale, ma parcellizzata nella sua esecuzione produttiva.

Capita così che il call-center di Tele2 faccia ruotare l’assunzione di lavoratori con contratti a tempo determinato come l’Inserimento su tutte le sue sedi. Due anni a Milano, poi altri due all’Aquila, poi a Lecce, a Bari, infine si torna a Milano e la legge non c’è più.

Il giro sarebbe continuato a Tunisi ove è stato aperto l’ultimo call-center per il Customer Care di Tele2 Italia, ma da quelle parti la legislazione del lavoro è diversa e già si risparmia sul costo del lavoro senza bisogno di scomodare Treu, Maroni e Damiano.

Scaduto il termine del 30 aprile saranno gli ispettori ad intervenire e imporre la stabilizzazione dei precari che svolgono lavoro subordinato secondo il contratto in essere nell’unità produttiva. Ma il tentativo di mettere ordine nel settore, così come negli altri in cui è cresciuto l’utilizzo e l’abuso delle nuove forme contrattuali introdotte dalla Legge 30, pare non determinare un’immediata correzione di rotta.

Le imprese resistono o propongono, come nel caso del call-center di Tele2, la stabilizzazione di soli 300 lavoratori precari e il parallelo licenziamento di 350 a tempo indeterminato che potranno diventare 400 o 500. Insomma, se devo fare spazio allora preferisco quelli che stabilizzo adesso e a condizioni economiche più basse. L’arma del ricatto viene utilizzata senza timore e il problema risulta concretamente rovesciato. Per salvare il bambino muore il fratello.

L’amministratore delegato del call-center di Tele2 motiva tale fantasiosa proposta con la differenza del costo del lavoro rispetto alla concorrenza. Considerando ciò che è accaduto in questi ultimi anni è indubbio che questo sia vero. Ma è altrettanto vero che le imprese in Italia non hanno più alcuna tendenza ad aumentare il profitto con strumenti che non siano il taglio del costo del lavoro. Il valore aggiunto di un’azienda è il suo management che deve essere capace di realizzare l’espansione del business attraverso l’innovazione, la razionalizzazione dei processi produttivi, il marketing.

Ma la tendenza al ribasso sul costo del lavoro ha creato in questi ultimi anni in Italia anche un ribasso della qualità delle c.d. risorse umane. Le aziende hanno pensato bene che per gestire un universo di precari fosse sufficiente una manciata di giovani dalla buona volontà anche se dal poco sapere.

Non servono le statistiche. Basta guardarsi intorno per vedere in che mani sono finite la maggior parte delle imprese italiane, grandi e piccole. Serve invece prendere nota di quanto fatto dall’amministratore delegato della FIAT che giunto in un’azienda data per morta, ha saputo ridare slancio e futuro. Non lo ha fatto con le parole e neanche licenziando le tute blu. Ha diminuito di 400 unità la classe manageriale che troppo pesava sulla produzione senza dare innovazione e sviluppo. I nuovi progetti e la capacità di dialogare con le banche che ormai possedevano l’azienda torinese hanno fatto il resto.

L’amministratore delegato del call-center di Tele2, benché sia a capo di una delle più importanti aziende del settore in Italia, è in leggera controtendenza. Ha scelto di ricattare i sindacati proponendo un inaccettabile scambio a fronte di una legge che per prima cerca di mettere ordine nel mercato del lavoro impedendogli di sfruttare il lavoratore subordinato con una paga pari alla metà di quella regolare. Ne assumo solo 300, ma rischio di licenziarne 350, forse 400, dipende dai bilanci semestrali.

In questo caso pare che Damiano abbia aperto due porte. Una per entrare, l’altra per uscire. Ma non era un po’ diverso l’obiettivo della legge?

Alfredo Comito

Frammenti di umanità suburbana. Una questione di equilibrio

Una domenica di maggio, un gruppo di sudamericani banchetta sull’erba del parco della Martesana. Ridono e scherzano e mangiano e bevono, in mezzo agli schiamazzi, al correre e saltare dei bambini. Infervorati dalla  musica a palla di uno stereo sgangherato che erutta appassionati gorgheggi latini, si danno da fare intorno al fumo della griglia.

Arriva un uomo sorridente, saltellando su una stampella, per via della sua gamba finta. Lo accolgono con calore “Hola Diego! Bienvenido!” e gli offrono subito una bottiglia di birra. Saluta tutti e lancia occhiate di fuoco alle ragazze. Appoggiato alla stampella si tracanna la birra d’un fiato. Poi si avvicina a una ragazza “Hola, Paloma!” Quella gli tende la mano, ma scappa via quando Diego si sporge per darle un bacio. Scuro in viso si accosta a un albero e si lascia cadere seduto. Le altre donne gli portano panini e gli uomini vogliono brindare con lui tintinnando le bottiglie. Lui è proprio contrariato, ma gradisce quei gesti di amicizia.

“Mi vorrebbe ancora” sussurra Paloma a un’amica “prima eravamo, come si dice? amici. Ma ora… non posso rovinarmi la vita con uno storpio!”

“Lavorava, è caduto dall’impalcatura. La gamba è andata” dice un uomo a un altro con la bottiglia in mano, dalla pelle scura e i capelli corti e ricci. “Gli hanno dato 5000 euro per dire che è caduto da un albero”.

Si scola parecchie bottiglie che si ammucchiano al suo fianco. Sta lì taciturno mentre gli altri intorno, chi festeggia parlando bevendo e mangiando senza tregua, chi dorme sprofondato nell’erba con la faccia sui gomiti, chi gioca al pallone. Poi guarda una bici buttata sul prato, si alza e barcollante monta in sella. “Diego? Que pasa?” gli dice qualcuno ridendo. Si dà una spinta con la stampella e parte. Cerca di pedalare ma non va lontano, incespica nel pedale con la gamba finta. Tutti accorrono preoccupati; per fortuna non si è rotto niente. “Volevo fare un giro!” protesta. “Vamos, Diego! No te preocupes” lo incoraggiano gli altri. Smontano un pedale e così, pedalando con una sola gamba, riesce a tenere l’equilibrio per la stradina e infine ritorna, ridendo come un fringuello per l’emozione, tra gli amici che fanno il tifo. “Ole, Diego! Bueno!” Poi si butta nell’erba. Sazio della piccola felicità ritrovata dorme fino a sera.

Antonio Gradia

 

 

 Chi sono stati i "Piccoli Martiri" di Gorla

 

Ormai da molti anni la Società CRESPI MORBIO organizza un torneo intitolato ai “Piccoli Martiri” di Gorla.

Il Torneo, ad ogni edizione, può contare su un grande numero di spettatori, grandi e piccini. Ci siamo però resi conto che persino molti ragazzi della nostra Società partecipano all'evento senza sapere nulla della vicenda che ha spinto la Crespi Morbio a dedicare questa manifestazione ai Piccoli Martiri di Gorla.

 

Ci pare giusto quindi riassumere in poche righe il racconto dell'episodio accaduto durante la seconda guerra mondiale. Che grandi e piccoli le leggano, sperando che possano aiutare il clima di divertimento, sportività e lealtà che devono ispirare una competizione tra ragazzi.

 

In bocca al lupo a tutti i giovani atleti e buon divertimento a tutti!

 

La seconda guerra mondiale sembrava agli sgoccioli. Il 20 ottobre 1944, intorno alle 11.25, una formazione di circa 96 quadrimotori angloamericani si portò sulla città per colpire gli insediamenti industriali dove si temeva si potessero nascondere produzioni belliche (Breda, Falck, Pirelli, Alfa Romeo, ecc...).

Delle tre squadre che componevano il gruppo d'attacco la prima venne messe fuori gioco da un inconveniente tecnico, la seconda fu la sola che riuscì a colpire la Breda mentre la terza, non si sa per quale motivo, si trovò fortemente fuori rotta: il comandante a quel punto aveva solo due possibilità: o proseguire in quella direzione liberandosi del carico in aperta campagna, oppure sganciare immediatamente sulla città le sue bombe, anche se sotto di lui non c'erano obiettivi militari ma solo abitazioni civili. Decise per la seconda soluzione e parte degli ordigni centrò in pieno una scuola elementare dove si stavano svolgendo le normali lezioni.

Nel quartiere Gorla quel giorno si contarono circa 700 vittime, tra le quali quasi 200 bambini tra i 6 e gli 11 anni, insieme ai loro maestri e alcune mamme che, dopo il primo allarme, erano accorse - con in braccio altri bambini più piccoli - per condurli nei rifugi.

 

 

TORNEO PICCOLI MARTIRI - Categoria Allievi

 

Squadre partecipanti:

 

GIRONE A

Crespi Morbio – Fansport – Suprema Calcio – G.S. Villa

 

GIRONE B
Rozzano – Rondò Dinamo – Rondinella – Aldiniana

 

Calendario:

 

merc          09.05.2007   ore  21.00     G.S. Villa / Suprema Calcio          

sab         12.05.2007   ore  18.30         Rozzano / Rondò Dinamo                 

dom         13.05.2007   ore  11.00         Fansport / Crespi                       

ven         18.05.2007   ore  21.00         Rondinella / Aldiniana                           

dom         20.05.2007   ore    9.45       G.S. Villa / Fansport                         

ven         25.05.2007   ore  19.45         Rozzano / Rondinella                   

sab           26.05.2007   ore  18.30       Suprema Calcio / Crespi Morbio         

dom         27.05.2007   ore    9.45       Rondò Dinamo / Aldiniana               

ven.         01.06.2007   ore  21.00        G.S. Villa / Crespi Morbio         

dom         03.06.2007   ore  11.00        Rozzano / Aldiniana                    

ven         06.06.2007   ore  21.00         Suprema Calcio / Fansport               

merc         13.06.2007   ore  19.30       1^ gir. A contro 2^ gir. B           

                                   ore  21.00  1^ gir. B contro 2^ gir. A           

sab          16.06.2007   ore  17.00  finale 3°/4° posto                     

dom         17.06.2007   ore  17.00  finale 1°/2° posto

 

 

TORNEO PICCOLI MARTIRI - Categoria Giovanissimi

 

Squadre partecipanti:

 

GIRONE A

Crespi Morbio – Cinisellese – Fansport - Frassati

 

GIRONE B
Villapizzone – Posal – Aldiniana - Vimodronese

 

Calendario:

 

ven.         11.05.2007   ore  21.00          Villapizzone / Posal                     

dom         13.05.2007   ore    9.45    Crespi Morbio / Cinisellese             

merc         16.05.2007   ore  21.00         Aldiniana / Vimodronese          

sab         19.05.2007   ore  18.30         Fansport / Frassati                     

dom         20.05.2007   ore  11.00         Villapizzone / Aldiniana                         

ven         25.05.2007   ore  21.00  Crespi Morbio / Fansport               

dom            27.05.2007   ore  11.00  Posal / Vimodronese                             

merc         30.05.2007   ore  21.00         Cinisellese / Frassati                   

sab         02.06.2007   ore  18.30         Villapizzone / Vimodronese          

dom         03.06.2007   ore    9.45    Crespi Morbio / Frassati                

ven         08.06.2007   ore  21.00  Posal / Aldiniana                         

dom         10.06.2007   ore    9.45         Cinisellese / Fansport               

ven            15.06.2007   ore  19.30  1^ gir. A contro 2^ gir. B

                            ore  21.00  1^ gir. B contro 2^ gir. A           

sabato 16.06.2007         ore  18.30  finale 3°/4° posto                     

dom.          17.06.2007   ore  18.30  finale 1°/2° posto

 

LA CRESPI MORBIO E LA SUA PRESENZA NEL QUARTIERE

Via Giulio Bechi, 2 20126 Milano (MM Gorla)

tel. e fax 02.2576740 e-mail: crespi-morbio@libero.it sito web: www.crespimorbio.it

 

La nostra Società è situata in una zona di Milano (viale Monza, MM Gorla) dove realtà sociali ed economiche molto diverse tra loro si mescolano e cercano continuamente nuovi modi per interagire e svilupparsi insieme.

Siamo fortemente convinti che una realtà sportiva come la nostra possa svolgere un ruolo fondamentale nell’integrazione e nella socializzazione dei ragazzi, dando loro l’opportunità di impiegare il tempo libero in un’attività sana e distante da insidie ben note a tutti.

La stessa opportunità è offerta all’intero quartiere e a quelli adiacenti attraverso momenti di incontro e di scambio in occasione delle varie feste e tornei organizzati dalla Crespi aperti a tutti, indipendentemente

dall’interesse per il mondo calcistico.