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Le rubriche
con il senatore Antonio Pizzinato
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Un Tempio per la pace
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Son atto a rimirar... rubrica d'arte
Gli annunci e le opportunita'
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MartesanaDUE mensile di informazione, cultura e annunci della zona due di Milano citta'
Editore Comedit 2000
Direttore Paolo Pinardi
Redazione Gianni Bazzan, Mattia Cappello, Adele Delponte, Ferdy Scala, Luciana Vanzetti, Aurelio Volpe
Red. e pubblicita' Via delle Leghe, 5 20127 Milano Tel. 02/28.22.415 Fax 02/28.22.423
Reg. Trib. MI n. 616 settembre 99
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A fasi cicliche ci si riprova. Questa volta, a dare il via, sono stati i fatti di Rozzano e le immancabili polemiche sul degrado delle periferie milanesi e poi nella stessa zona di via Padova altri fatti criminosi. A Rozzano terroni e pregiudicati (più della metà del paese), in via Padova extracomunitari, delinquenti, puttane e viados. Non poteva mancare qualche politico in vena di strumentalizzazione di una realtà drammatica, ben più importante delle loro esigenze elettorali di visibilità. Qualche anno fa, vi ricordate a seguito delle uccisioni dell’orefice e del panettiere sempre nella stessa zona, furono Vicesindaco e codazzo di notabili di An a strumentalizzare la protesta contro gli extracomunitari (poi si scoprì che la banda di delinquenti erano italiani ed un olandese); ora ci provano i leghisti, ben più incazzati di quelli di An oramai rammolliti. La prima manifestazione si è svolta venerdì 12 settembre alle 21, ma i promotori, abitanti di quella parte di via Padova che da p.le Loreto raggiunge il ponte della ferrovia, promettono nuove manifestazioni e nuovi blocchi del traffico finché non riusciranno ad ottenere l’attenzione del prefetto e del vicesindaco sui problemi che riguardano quella zona. Miglioramento delle condizioni igienico - sanitarie, maggiore sicurezza pubblica e soprattutto tempestivo intervento delle forze dell’ordine nelle situazioni di emergenza sono le richieste che accomunano gli abitanti che hanno partecipato ai sit-in. Il gruppo di cittadini, organizzatore della manifestazione e con a capo il consigliere regionale Davide Boni e il presidente di zona Luca Lepore, chiedono inoltre un pattugliamento costante della zona, telecamere da collocare nelle aree più malfrequentate e controlli a tappeto per verificare la regolarità dei permessi di soggiorno, perché, afferma il volantino distribuito in alcuni stabili della zona:” sono spesso questi individui senza scrupoli, stranieri e senza permesso di soggiorno che gestiscono una criminalità arrogante e violenta facendo di via Arquà la sede dei loro loschi traffici”. Ovviamente vengono in mente immediatamente le numerose campagne mediatiche che ogni mese ci raccontavano dei ghisa di quartiere, o dei poliziotti di via o dei carabinieri di zona; se fosse vero un decimo di quello che si diceva, via Padova sarebbe un pullulare di forze dell’ordine intente ad arrestare i delinquenti con o senza permesso di soggiorni, brianzoli o musulmani che fossero. Durante la protesta sono intervenuti anche dei rappresentanti del comitato per il “ Progetto via Arquà”avanzando delle proposte alternative di respiro più generale:“ la situazione non può essere ridotta ad una semplice questione di ordine pubblico delegando unicamente alla polizia la risoluzione di problemi che trovano una naturale risposta nella società civile” controbatte il volantino distribuito la sera del 12 settembre. Controllo sulla speculazione degli affitti, controlli ASL sulle condizioni igienico sanitarie dei locali in affitto e soprattutto interventi istituzionali per l’integrazione degli stranieri, sono questi i suggerimenti per un miglioramento del quartiere che possa durare nel tempo. Infine ricordano che la multietnicità e di conseguenza la convivenza con realtà diverse dalla nostra ci permettono un arricchimento culturale e sociale, perciò la soluzione migliore è quella di affrontare questa situazione in un’ottica di confronto tra culture.
Greco: il centro sportivo blocca il cantiere della Bretella ferroviaria La struttura sportiva Lissoni del quartiere Greco in via Rimembranze, sta per essere smantellata a causa dei lavori che l’impresa incaricata deve eseguire per dare inizio alla costruzione della Bretella ferroviaria che collegherà Rho alla Stazione Centrale. Il fatto non è stato accettato passivamente e in silenzio, tanto che i ragazzi dell’associazione sportiva Salah – Liberi di giocare, hanno occupato il campo sportivo e bloccato i lavori. Fin troppo noti i motivi dello smantellamento; l’associazione sportiva Salah in un suo comunicato esprime la propria valutazione: affari e introiti economici di poche aziende a scapito della fruibilità di molti. Il centro è infatti frequentato da tantissimi giovani che praticano lo sport amatoriale, che non hanno ambizioni di sfondare e calcare i palcoscenici dei nuovi colossei, ma chiedono di praticare uno sport soltanto per passione, benessere e spirito aggregativo. Ma nel palazzo del potere si decide la spartizione dei diritti sul calcio ai danni dei diritti e dei sogni di ogni singolo sportivo, tifoso, associazione; i ragazzi hanno occupato il campo per smascherare e contestare coloro che in questi anni hanno rovinato un gioco che da sempre è patrimonio di tutti. Presidenti faccendieri indebitati fino al collo e leader fantocci di Lega, Federcalcio e CONI si stanno scannando in queste ore per dividersi le solite ultime briciole della torta di introiti per la sopravvivenza di un giocattolo ormai stritolato dalle follie del business. Tutto questo disinteressandosi della genuina cultura sportiva e della salute di centinaia di migliaia di giovani, professionisti e non, che non hanno ambizioni di sfondare e calcare i palcoscenici dei nuovi colossei, ma chiedono di avere l’opportunità di praticare il calcio in una città che non offre certo molte strutture atte allo scopo. L’opportunità di praticare uno sport non può e non deve essere un fatto ascritto alle possibilità economiche: il campo è stato occupato anche per rivendicare il bisogno di spazi accessibili per le tasche di tutti e contro ogni forma di profitto selvaggio. Vista la logica gestionale di questa Amministrazione Comunale, sembra invece che lo sport amatoriale a Milano sia sulla via della fine, strangolato dal tornaconto di sponsor e aziende che lucrano sulle politiche cittadine, decapitando intere zone della nostra città e sconvolgendo la vita, gli scambi e le relazioni di migliaia di persone. Questo è l'ennesimo segnale di una città destinata ad essere cancellata e ricostruita all'insegna del profitto, dove le relazioni sociali e gli spazi vitali sono merce di scambio di un mercato fatto da pochi a danno di tutti. La partita è cominciata, tocca a loro giocare in difesa.
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