NEWS settembre 2011

1. Un consiglio di zona immerso nella burocrazia senza cambio di passo

2. Continua il massacro edilizio nella nostra zona?

a cura di paolo pinardi

 

 

1. Un consiglio di zona immerso nella burocrazia senza cambio di passo

Lo sappiamo, non è facile cambiare ottica, evitare di essere sommersi dai passaggi burocratici e collegarsi a quanto avviene realmente nel nostro territorio. Vent'anni di mancanza di poteri e funzioni hanno ridotto questi parlamentini a ridicoli simulacri dove il centrosinistra spesso si è rinchiuso preda di cretinismo istituzionale.

Proprio per questo la scelta peggiore sarebbe, nell’attesa della riforma del decentramento milanese che Pisapia vuole al più presto far decollare, continuare a vivacchiare in sonnolente riunioni.

Nel cdz 2, parlando con consiglieri e militanti di associazioni e comitati ma sopratutto osservando dal territorio, questo rischio è ancora più evidente.

L’inizio è stato tra i peggiori, ancor oggi non si è definito l’assetto istituzionale con la formazione di tutte le commissioni previste; il motivo è quello solito della spartizione di poltrone e poltroncine e degli equilibri politici tra partiti a cominciare da un Pd che cerca di riconquistare manovra e potere toltogli con la vittoria di Pisapia.

Nella nostra zona, ne abbiamo parlato già in altre occasioni, la sinistra è particolarmente forte grazie al lavoro prodotto sul territorio in questi anni (Sel quasi al 7%, Fds oltre il 5% e Idv, verdi, radicali e grillini più o meno in linea col risultato comunale con un Pd al risultato minimo rispetto al dato comunale). Ciononostante, prima si è detto di no alla presidenza di Sel, poi no alla vicepresidenza e ora non si è ancora costituita la commissione decentramento perché, avendo deciso l’amministrazione di trasformarla in permanente visto la mole importante di lavoro per avviare la riforma, modificherebbe gli equilibri interni alla maggioranza del cdz 2 a favore di Sel a cui spetterebbe la responsabilità di questa commissione.

Siamo ormai al ridicolo; non solo per l’ottusità del Pd ma anche di Sel a livello cittadino - vedi il nostro articolo

www.ilponte.it/news%20aprile%202011.html - che per darsi un tono e un ruolo giocano al burattinaio e i suoi burattini (questo è mio e quell’altro pure) non rendendosi conto di mettere a repentaglio la credibilità del progetto politico e l’autonomia delle singole istituzioni. A parziale conclusione di tutto ciò il risultato è che 7 consigli di zona su 9 sono governati da presidenti del Pd non perché decisi dagli elettori ma da una piccola casta cittadina dove è prevalente un partito che rischia l’autoscioglimento politico dopo l’implosione Penati abbandonando a se stessi i militanti impegnati sul territorio.

Tutto questo, potrebbero farci notare i nostri lettori, interessa poco o nulla e sono le solite cose della politica politicante; purtroppo è evidente la correlazione tra ciò e l’immobilismo burocratico del cdz.

Le polemiche estive di questi tre mesi che hanno riguardato il nostro territorio hanno visto il silenzio ufficiale di questo cdz: non una dichiarazione, non un comunicato non una mozione; si è permesso ad una opposizione inesistente di alzare la voce e di condizionarne i lavori.

Dalle polemiche sui militari in via Padova rintuzzate duramente dal nostro sindaco (a proposito cosa aspetta il cdz ad avviare quel percorso di riqualificazione urbanistica e sociale della via, cosa si aspetta a convocare le associazioni e con loro progettare quell’appuntamento annuale di cui parla l’europa intera, cosa si aspetta a chiedere l’annullamento della delibera che regalava un bellissimo spazio comunale di 800 mq a San Patrignano e a farne il luogo di incontro e intermediazione tra tutte le comunità presenti), alle dichiarazioni di chiusura del campo rom di via Idro fatte da don Colmegna quando le associazione e il cdz precedente si sono sempre dichiarati per la riqualificazione e la difesa di questo villaggio esistente nel nostro territorio da oltre 20 anni, per finire alle recenti polemiche sul massacro urbanistico del nostro territorio di cui abbiamo riferito nella precedente news.

Finora è stato un susseguirsi di riunioni delle varie commissioni con la presentazione dei loro programmi alcuni imbarazzanti per la loro pochezza. Oppure le solite convocazioni per discutere dei soliti contributi spesso inutili da elargire a pioggia: ci permettiamo di riprendere una nostra proposta fatta nella precedente legislatura: dimezzare questi contributi e le relative riunioni per assegnarli (ci sta già pensando il Comune con le sue casse vuote) e concentrarli sui progetti più importanti facendo saltare quel meccanismo non dichiarato costruito dal centrodestra milanese che consisteva nel donare qualche quattrino ai 9 cdz da distribuire spesso agli amici degli amici in cambio dell’inconsistenza e della mancanza di autonomia progettuale degli stessi cdz; meglio ancora se poi si riuscisse a investire questi e altri fondi nelle scuole pubbliche del nostro territorio spesso degradate e senza manutenzione progettando con le amministrazioni centrali un vero e proprio piano di edilizia scolastica (altro che costruire case e uffici destinati a rimanere vuoti).

Sappiamo che non è facile invertire abitudini consolidate, per questo ci permettiamo un’ultima proposta nei confronti di quei consiglieri soprattutto del pd che hanno due, tre o quattro legislature alle spalle: di lasciare spazio ai nuovi prima che assorbano le brutte abitudini dei vecchi, sbaglieranno anche all’inizio ma poi…Aria nuova e vento che gira a cominciare dai quattro consiglieri di Sel che, a differenza della casta poco vendolianamente autonominatasi loro dirigenti, sono reale espressione del territorio e della sua volontà di cambiamento.

 

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2. Continua il massacro edilizio nella nostra zona?

L’Aler si trasforma in immobiliarista privato e le aree pubbliche anziché volano di vivibilità ambientale e servizi diventano terreni da cementificare in nome della solita economia da rimettere in moto.

Spiace constatare che le casse vuote lasciate dal centrodestra anziché mettere alla prova le nuove idee, i nuovi modelli di sviluppo  della giunta Pisapia da subito in grado di dimostrare il cambio di passo, rischiano invece di incepparsi alimentando il solito meccanismo urbanistico: fare palazzoni per fare cassa per uscire dalla crisi, poi la nuova città (la fantomatica e irraggiungibile seconda fase).

I quattro progetti che la nuova amministrazione vorrebbe avviare avevano sollevato in passato perplessità e opposizione da parte di cittadini e associazioni.

Lo stesso consiglio di zona 2 nella precedente legislatura  aveva bocciato via Adriano 60 e via Idro e aveva accolto positivamente la raccolta di firme dei cittadini riguardante il mercato comunale di Gorla e via Apelle; questo grazie alle dure risposte e alle conseguenti iniziative della sinistra presente nell’assemblea che aveva saputo unire tutta l’opposizione e parte di una maggioranza inconsistente; sarebbe il caso che, se non prima almeno contemporaneamente agli annunci, si sentissero le opinioni di cittadini comitati e istituzioni altrimenti la tanto evocata partecipazione potrebbe diventare in breve tempo un boomerang.

1. Via Adriano 60. Oltre 300 appartamenti su un’area venduta dalla Regione all’Aler, la quale anziché al limite farci edilizia popolare ci vuole costruire il 70% in appartamenti ad edilizia libera, il resto ad edlizia convenzionata e soli 20 forse 40 appartamenti in affitto. Tutto questo mentre attraversando la strada a 50 metri  siamo immersi nel vuoto pneumatico del piano Marelli – Adriano: mille alloggi in edilizia convenzionata tutti costruiti ma non tutti venduti, oltre mille  in edilizia libera circa 200 già costruiti e invenduti e qualche costruttore sull’orlo del fallimento a cominciare da Pasini non solo per le tangenti versate a Penati; tutto il resto fermo e bloccato (metrotranvia, servizi e scuole). E’ sicura la nuova assessora all’urbanistica che per dare al vecchio e al nuovo quartiere Adriano le scuole che attendono da anni utilizzando e mettendo a norma il centro professionale di via Adriano 60 che Masseroli voleva abbattere bisogna costruirci attorno circa 300 appartamenti tanto cari ad Aler, Regione e Provincia.(www.ilponte.it/news%20giugno.html)

 

2. Via Idro. Altri 300 appartamenti: la maggior parte in edilizia convenzionata, pochi quelli in affitto; un’area comunale tra il naviglio Martesana e il Lambro a rischio esondazione; la naturale destinazione di questo spazio sarebbe a verde nell’ambito del parco della media valle del Lambro. Anche quest’area è molto vicina all’Adriano – Marelli: perché non costruire su quest’ultima gli appartamenti in affitto al posto dell’edilizia libera prevista; ancora meglio, anziché costruire, perché non trasformare in appartamenti ad affitto moderato la bellissima torre di 24 piani completamente vuota visto i prezzi modificando l’accordo di programma con costruttori e Regione.

 

3. Viale Monza, mercato comunale di Gorla. Qui l’amministrazione è del parere di buttarlo giù per farci il solito palazzone magari con qualche alloggio in housing sociale; l’assessore al commercio dovrebbe avere la necessaria competenza e fantasia per soluzioni più originali rispetto a quanto deciso dalla precedente Giunta, con tutto il disquisire su kilometro zero, nuova alimentazione, expo…

 

4. Via Apelle. Una torre da costruire all’interno di un cortile privato formato dai palazzi disposti a quadrilatero con gli abitanti di questi ultimi infuriati perché toglierebbe spazio e luce.


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