L'analisi del voto in Lombardia

di Rocco Cordì

 

 

REGIONALI 2005 - PARTE SECONDA

 

IL VOTO IN LOMBARDIA

 

La partecipazione

Nella prima parte abbiamo rilevato che,  rispetto alle altre aree del Paese, le regioni del Nord mantengono una affluenza alle urne più elevata (73% contro il 72,2 dell’Italia centrale e il 68,1% del Meridione). Rispetto alle precedenti elezioni il numero dei votanti subisce però una diminuzione più marcata:  -2,3 contro -1,1 del Centro e  - 0,9 del Sud.

Il dato più negativo registrato nel Veneto (- 3,2%) è seguito a breve distanza da quello della LOMBARDIA ( -2,6%).

 

LOMBARDIA: Affluenza alle urne per circoscrizione

(graduatoria in ordine decrescente delle variazioni percentuali 2005/2000)

 

Le punte più alte di partecipazione al voto, superiori al 75%, si realizzano nella circoscrizione della Brianza e in quelle di Lodi, Brescia e Cremona. Ovunque però, rispetto al 2000, si registra una minore affluenza alle urne.

Solo Varese e Milano si collocano sotto la media regionale. Il record negativo spetta alla circoscrizione di Sondrio sia nella affluenza alle urne (64%) che nella riduzione dei votanti (-5,3%). Seguono Bergamo e Cremona e, decrescendo, tutte le altre.

 

L’astensionismo lombardo ripropone, in termini ancora più accentuati, il tema della rappresentatività reale delle forze in campo. Quando più di un terzo degli elettori rinuncia alla partecipazione anche l’esito del voto ne risulta drammaticamente deformato per la crescente divaricazione tra consenso elettorale e rappresentanza reale.

 

Nelle elezioni del 3-4 aprile 2005 in Lombardia erano chiamati al voto 7.669.262 elettori. Partendo da questo possiamo misurare le scelte reali degli elettori lombardi:

 

NON VOTO:    36,5%  (pari a 2.799.280 elettori)

 

Centrodestra: voti al candid. Presid. 33,9 % ( 2.606.687 ), voti alle liste 31,6 % (2.424.148);

 

Centrosinistra: voti al candid. Presid. 27,7 % ( 2.126.189 ), voti alle liste 24,0 % (1.843.864);

 

ALTRI: voti al candidato presidente  1,9 % ( 147.695 ), voti alle liste 1,4 %(110.026).

Lombardia: voti di lista 2005 e differenze con elezioni precedenti

 

 

L’abisso che nel 2000 separava i due schieramenti è stato in parte colmato, ma il centrodestra ha riconquistato la Regione con un vantaggio di 9,8 punti nella parte maggioritaria (era di 28,9 nel 2000) e di 13,3 in quella proporzionale (contro lo scarto precedente del 35,5%).

 

Le perdite della Cdl in Lombardia sono, in voti assoluti, le più alte tra quelle subite nelle 13 regioni chiamate al voto.

Nel voto ai presidenti  -755.000 voti ( -9% ) nel voto di lista  -566.000 (-10,4%).

 

Forza Italia contribuisce al tracollo nella misura dell’80%, AN con il 10%, mentre l’abbandono dei pensionati (passati all’Unione) viene compensato solo in minima parte dalla tenuta di Lega e nuovo Psi.

 

La Lega, ad esempio, pur ottenendo nel 2005 il minor numero di voti del quinquennio ottiene la migliore percentuale di tutto il periodo (“cresce” del 2% sulle europee, del 3,7% sulle politiche, dello 0,3% sul 2000).

L’ Udc diminuisce di peso rispetto alle europee e alle regionali precedenti, ma migliora in percentuale solo sulle europee. Cresce invece sia in voti che in percentuale rispetto alle politiche.

 

Nel centrodestra i voti al candidato Presidente superano di 182.000 unità quelli dati alle liste.

 

Le liste di centrosinistra realizzano in voti assoluti uno dei migliori risultati del quinquennio (quello però del 2001 viene superato solo in termini percentuali).

Uniti nell’Ulivo (27,1%) (che in Lombardia comprende anche l’Udeur) migliora le percentuali precedenti, meno quella del 2001, mentre in voti assoluti riesce a superare solo l’infimo risultato del 2000.

Rifondazione (5,7%) migliora la percentuale rispetto alle europee e alle politiche ma i voti restano al livello più basso del quinquennio.

Ottimo risultato per i Verdi (2,9%) che crescono in voti e percentuali. Nel 2001 insieme allo SDI, lista del Girasole, ottenenro l’1,8%; nel 2000 si presentarono nel “listone” per Martinazzoli con DS, popolari, democratici, dini e Sdi.

Anche il Pdci (2,4%) crece in voti e percentuale rispetto alle altre elezioni.

Italia dei Valori (1,4%) non recupera nè sulle europee, né sulle politiche.

 

Nel centrosinistra i voti al candidato presidente superano di  283.000 unità quelli dati alle liste.

 

 

Nelle liste raggruppate fuori dai due schieramenti principali va segnalato lo scarso risultato conseguito dalla lista Mussolini e la mancata presentazione della lista dei Radicali (nelle regionali precedenti avevano ottenuto il 3,3%dei voti; alle politiche il 2,8%; alle europee il 2,7).

 

 

 

Lombardia 2005 : voti presidente e voti di lista a confronto

 

Presidente

Liste

Differenze

Centrosinistra

2.126.189

1.843.864

+ 282.325

Centrodestra

2.606.687

2.424.148

+ 182.539

Altri

     147.695

110.026

 + 37.669

TOTALE

4.880.571

4.378.038

+ 502.533

 

 

Ogni 100 elettori che votano un presidente 11,5 “trascurano” il voto di lista (0,7 in meno rispetto alla media “nazionale”). Considerando tale scelta per singolo schieramento risulta che la negazione del voto di lista è alquanto diversificata: 15,3 nel centrosinistra (+0,9 sulla media nazionale), 8,3 nel centrodestra (-0,7), ben 34,2 negli “altri”(+4).

 

Confrontando i voti ottenuti dai presidenti nel 2005 e nel 2000 si rileva che:

nel 2005 i voti validi sono diminuiti di 500.000 unità,

il centrosinistra ottiene 324.000 voti in più

il centrodestra  perde 756.000 voti

le altre liste aumentano di 100.000 voti.

 

Tra perdite del centrodestra e diminuzione dei voti validi (conseguente alla crescita delle astensioni) c’è un nesso diretto. Anche questi dati confermano che il passaggio dal voto alla astensione ha interessato maggiormente il centrodestra; viceversa la crescita del centrosinistra e delle altre liste va correlata ad un possibile ritorno dalle astensioni oltre che da voti radicali in libertà.

L’eventualità di passaggi diretti dal centrodestra al centrosinistra non è da escludere anche se, quantitativamente, non appare in modo rilevante.

Voti e percentuali di Uniti nell’Ulivo,Forza Italia,

Rifondazione Comunista, Lega Nord

(ripartiti per circoscrizione 

e in ordine decrescente sui valori percentuali)

 

 

                     Uniti nell’Ulivo

 

 

La “classifica” colloca nelle prime posizioni Mantova, Lecco, Lodi, e nelle ultime le province pedemontane, con Bergamo fanalino di coda.

 

Le differenze rispetto alle europee 2004 e alle precedenti regionali confermano le considerazioni svolte in precedenza. Alla perdita netta di voti sulle elezioni dell’anno precedente si accompagna una crescita dei valori percentuali (per effetto dell’astensionismo rilevante che ha colpito il centrodestra e, in parte, anche per la “dispersione” determinata dal voto al solo presidente).

 

Gli scostamenti più significativi dalla media  regionale (+ 0,8%) si registrano a Sondrio Lecco Lodi e Mantova. Sotto la media, addirittura con un segno negativo -1,1%, si posiziona la circoscrizione di Milano.

Sotto la media, ma con segno positivo, troviamo Bergamo e Como.

 

Nel confronto con le precedenti regionali Uniti nell’Ulivo cresce in voti e in percentuali. Va ricordato che alle regionali del 2000 il voto di lista è stato   notevolmente sottodimensionato in buona parte per effetto della confusione tra lista regionale Martinazzoli e “listone” per Martinazzoli. Allora tra voto al presidente e voto alle liste collegate si registrò uno scarto di ben 400.000 voti (1.600.000 contro 1.200.000). Un dato decisamente anomalo che in parte enfatizza le “variazioni” 2005/2000.

 

Gli incrementi più elevati riguardano Mantova e Pavia, seguono Lodi e Sondrio.

 

Sotto la media regionale si collocano Milano, Bergamo e Como.

 

 

 

 

Forza Italia si mantiene sopra il 30% solo a Sondrio e Pavia, seguono a breve distanza Como e la Brianza. In ultima posizione la troviamo a Mantova.

Nel confronto con le europee recupera lo 0,3% pur perdendo, a livello regionale, 260.000 voti di lista, (in questo caso l’effetto astensioni altrui è fortemente ridimensionato).

Particolarmente significative, in voti assoluti, le perdite subite nella circoscrizione di Milano.

Il confronto con le precedenti elezioni regionali rivela le dimensioni reali del tracollo sia in voti che in percentuali.

Ampiamente sopra la media – 7,8% si collocano le circoscrizioni di Lodi, Lecco, e la più importante, per le sue dimensioni e non solo, Milano.

Perdite ampiamente sotto la media a Bergamo, Brescia e Cremona.

 

 

 

 

La media regionale di Rifondazione è determinata essenzialmente dal risultato di Milano (peso specifico elevato). Le altre circoscrizioni, fatta eccezione per Lodi collocata in testa con il 7,3% e Cremona in linea con il 5,7%, si posizionano sotto la media regionale.

Particolare rilievo assume la scalata in graduatoria della provincia di Varese che si attesta in quarta posizione (nel 2004 era all’8° posto; nel 2000 al 9°).

In voti assoluti  Varese “scavalca” Bergamo e raggiunge il terzo posto dopo Milano e Brescia.  

 

Rifondazione perde voti rispetto alle europee in tutte le circoscrizioni meno una (Como), ma percentualmente riesce a realizzare un modesto segno positivo + 0,1%. 

 

I voti si riducono anche rispetto alle regionali 2000 con le significative eccezioni di Varese, Como e, in misura ridottissima, Sondrio.

Da ricordare che a Como, Lecco e Sondrio non è stata presentata la lista del Pdci.

 

Alla luce di questo ultimo particolare si può affermare che il risultato migliore è quello conseguito a Varese dove i voti assoluti restano vicini a quelli ottenuti alle europee  (-280) e la crescita percentuale è dello 0,8%.

In controtendenza, con maggiore nettezza, lo scarto rispetto alle precedenti regionali del 2000 (+ 1.924 voti + 0,5%).

 

 

 

 

 

La Lega primeggia, con percentuali superiori al 20%,nelle province pedemontane. Il valore si dimezza invece nelle circoscrizioni della vera padania mentre nella circoscrizione di Milano si colloca decisamente sotto il 10%.

 

Perde voti quasi ovunque rispetto alle precedenti consultazioni (meno 58.000 sul 2004,  - 9.000 sul 2000 ma mantiene un segno positivo sui valori percentuali.

A Varese, Como, Brianza, cresce rispetto ad entrambe le elezioni precedenti sia in voti che in percentuali.

 

Nelle circoscrizioni di Brescia e Cremona il segno è sempre negativo, in quelle di Bergamo e Lecco c’è un miglioramento in percentuale solo sul 2004. Sostanziale tenuta a Milano.

 

 

 

 

Per la lista dei Verdi l’unico confronto possibile è con le europee 2004 (vedi note in tabella). VERDI E PDCI (vedi tabella successiva) SONO LE UNICHE LISTE A CRESCERE IN VOTI ASSOLUTI RISPETTO ALLE EUROPEE.

Il “sole che ride” aumenta in voti e in percentuali quasi ovunque (le perdite più significative sono quelle di Lecco, mentre a Cremona e Mantova alla riduzione dei voti corrisponde un leggera crescita della percentuali).

I migliori risultati sono quelli ottenuti nelle circoscrizioni di Milano e della Brianza; a breve distanza seguono Bergamo e Varese.

 

 

 

Particolarmente significativa la crescita nelle tre circoscrizioni in cui ottiene i consensi maggiori: Milano, Cremona e Pavia.

Nonostante la mancata presentazione delle liste a Como, Lecco e Sondrio aumenta di oltre 3.000 voti sul 2004 (+0,5%) e oltre 18.000 sul 2000 (+0,5%).

 Le tre liste della sinistra rosso-verde (Rif. Com., Pdci e Verdi) hanno ottenuto in Lombardia l’11% dei voti (pari al 26,2% dell’Unione) migliorando le posizioni sia rispetto alle europee 2004 ( +1,3%) che alle politiche del 2001 (+2,7%).

Il confronto con il 2001 è in difetto, allora infatti Verdi e Sdi si presentarono insieme. Con il 2000 invece non è possibile alcun confronto in quanto i Verdi facevano parte del “listone” comprendente anche Ds, Popolari, Democratici e Dini

 

 

Parte prima: regionali 2005