MartesanaDUE - maggio 2004  n. 63

 

In questo numero

 

 

2000 nuovi parcheggi in zona due

Voto fideistico del centro destra per i nuovi parcheggi

La "marcia degli alberi"

I musulmani nella nostra zona per la liberazione degli ostaggi italiani

La catastrofe irachena

Provincia di Milano o metropoli di municipalità?

Elezioni provinciali e Zona Due

La vergogna di Melfi e la may day di Milano

Libertà che chiama libertà con Giancarlo Majorino al Trotter

La Commissione scuola-educazione del Consiglio di Zona Due contro la scuola pubblica

 

Ancora sulla riforma Moratti

 

Una prima soluzione al liceo Carducci

 

Nove consigli di zona su nove respingono il nuovo regolamento sul decentramento

 

SPECIALE VIALE MONZA

 

Le rubriche

 

Filo diretto dal Parlamento

con il senatore Antonio Pizzinato

 

Arte e quartieri

 

Lettere alla redazione

 

Biologico in Martesana

 

Un libro al mese

 

Un film al mese

 

Gli appuntamenti in zona 

 

Le ricette del Tempio d'oro

 

L’occhio del consumatore

 

Frammenti di umanità suburbana

 

Alla scoperta della qualità

 

Son atto a rimirar... rubrica d'arte

 

Fuori a cena

 

Gli annunci  e le opportunita'

 

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MartesanaDUE

mensile di informazione, 

cultura e annunci della zona due

di Milano citta'

 

Editore

Comedit 2000

 

Direttore 

Paolo Pinardi

 

Redazione

Gianni Bazzan

Mattia Cappello

Adele Delponte

Antonio Gradia

Daniela Monteverdi

Giuseppe Natale

Aurelio Volpe

 

Red. e pubblicita'

Via delle Leghe, 5

20127 Milano

Tel. 02/28.22.415

Fax 02/28.22.423

martesanadue@ilponte.it

 

Reg. Trib. MI

n. 616 settembre 99

 

 

Duemila  nuovi parcheggi in zona due

 

Il 20 Aprile il Consiglio di zona 2 di Milano  ha approvato, per il territorio di sua competenza, 13 nuove localizzazioni per la costruzione di Box sotterranei, la maggior parte delle quali, forse è inutile dirlo, sono aree verdi con alberi. Oltre a ciò, quello che non si può e non si deve sottovalutare,a nostro avviso,  è che il totale delle localizzazioni sarà di 120 su tutta Milano, come dichiarato dall'Assessore al traffico Giorgio Goggi nell'intervista a Repubblica del 29 Aprile .Questo può significare che, insieme al piano parcheggi, rischiamo implicitamente di avallare un piano generalizzato di taglio degli alberi e di impermeabilizzazione del sottosuolo con conseguenze probabilmente non poco rilevanti per tutti i residenti di Milano,  e  non solo per chi avrà il box sotto casa.

Inoltre il numero degli alberi da abbattere è quasi certamente superiore a quello dichiarato dall'Assessore, poichè  avendo noi fatto dei sopralluoghi nella nostra zona sulle aree indicate  dal piano parcheggi, abbiamo constatato l'esistenza di alberi totalmente assenti dalle cartine del Comune.
Se poi andiamo a verificare le prenotazioni dei box fatte dai residenti, abitanti entro un raggio di 300 metri dai progettati  parcheggi sotterranei, scopriamo che spesso esse  non raggiungono neanche il 50%   sul totale di box previsti . Evidentemente questo potrebbe significare che i residenti o non hanno problemi di parcheggio, o non hanno  soldi  da spendere.
Pur non negando la necessità   di box per residenti, in alcune aree   di Milano , sarebbe  a nostro avviso  molto più opportuno  avere parcheggi per pendolari che, loro si, occupano strade e marciapiedi durante il giorno e a cui probabilmente appartengono "le 66mila auto in divieto di sosta, parcheggiate in curva o sui marciapiedi"  alle quali  l'Assessore  Goggi faceva riferimento nella medesima intervista. A poco servirà che i residenti abbiano un box sotterraneo in cui mettere l'auto, se il suolo pubblico sarà occupato, invece, dalle auto dei pendolari.

Perciò sorge spontanea una domanda: qual è l'obiettivo di questo grande piano parcheggi?
Non è forse legittimo che gli abitanti di questa città chiedano di essere informati?
Milano ha bisogno di parcheggi di corrispondenza all'ingresso della città e mezzi pubblici efficienti per raggiungere i posti di lavoro in tempi e condizioni dignitosi, evitando così che migliaia di auto occupino il suolo pubblico durante il giorno.

Ricapitolando a nostro avviso si dovrebbe fare:

Per i residenti  

·  laddove è necessario, box sotterranei sotto le carreggiate anche se questo comporta lo spostamento dei sottoservizi (e non sotto il verde preesistente)

·    per chi non può o non vuole   acquistare un box :  parcheggio in strada con strisce gialle anche in periferia (per esempio zona Via Padova , V.le Monza, Q.re Adriano)

·  per gli spostamenti dei residenti in città:  più piste ciclabili


Perciò potremmo dire a chi ci amministra che invece di fare i soliti piani di grandi opere,  che molto spesso non sono richieste dai residenti ,  ed aggravare così la situazione del traffico con centinaia di cantieri aperti per anni, si potrebbe ragionare meglio,  con maggiore freddezza sui reali bisogni di chi ci vive. Questo significa: meno auto in entrata più parcheggi di corrispondenza, maggiore frequenza delle corse dei mezzi pubblici, estensione del radiobus anche in orario diurno.
Forse in questo modo i nostri amministratori dimostrerebbero di pensare maggiormente al bene collettivo e non ai loro piccoli interessi .
Qualcuno dovrebbe loro ricordare che a Milano ci sono uomini, donne e bambini che vivono e respirano e pensano, qui e ora, in questa città. Malgrado loro. 


 
Per i Comitati zona2 box vs residenti

 mgrazia.ciccarelli@fastwebnet.it

 

Parcheggi: Le 13 nuove aree

Via Tarvisio/Gioia: sotterraneo, sotto  parcheggio in superficie n.box 120

Via F. Aporti/Lumiere: 7 alberi non trapiantabili    n. box 255

Via F. Aporti/Varanini: 8 alberi trapiant. 1 albero non trapiant.  n. box 270

Via Rovereto: n. box 240       

Via dei Transiti: 12 alberi di cui 9 + alti di 10 m.    n. box 200

Via Mosso: 14 alberi trapiantabili, 11 non trapiant.  n. box 120

Via Gilardi-Breda: 5 alberi trapiant., 10 non trapiant.    n. box 40

Via Rucellai: 24 alberi di cui 9 piccoli    n. box 140

Via Esterle: 11 alberi non trapiant.    n. box  60

Via Valtorta: 1 albero trapiant.   n. box 160

Via Nuoro: 11 alberi trapiant., 3 alberi non trapiant. n. box 130

p.le Martesana Nord: n. box 270

Via Tremelloni-Anassagora: 15 alberi trapiant.   n. box 100

 

 

    

 

 La commissione scuola -educazione del Consiglio di Zona 2 contro la scuola pubblica

Nei giorni scorsi la Commissione Scuola-educazione del Consiglio di Zona 2, presieduta da Elio Torrente (Forza Italia), si è riunita più volte per esaminare la ripartizione dei fondi per il diritto allo studio messi a disposizione della Zona 2 dal Comune di Milano, pari a € 121.540 (-1% rispetto all’anno precedente)

 

 La Commissione ha deciso innanzitutto di destinare soltanto il 60% della somma ai bisogni generali delle scuole (€ 61.250, -26% rispetto all’anno precedente), finanziando con il restante 40% i progetti presentati dalle scuole (€ 59.540, +49%). A criteri “oggettivi” di finanziamento, che tengono conto della realtà sociale delle singole scuole, si è perciò deciso di sostituire criteri “politici” discrezionali, esercitati dalla Commissione.

 

E quale fosse la “politica discrezionale” della Commissione è apparso immediatamente palese; la Commissione, nonostante il parere negativo delle opposizioni, ha infatti deciso di ripartire i fondi destinati ai bisogni delle scuole:

·        Eliminando il contributo aggiuntivo per ogni bambino straniero, sulla base del criterio, ipocritamente antirazzista, che non si dovevano penalizzare i bambini italiani rispetto a quelli stranieri.

·        Riconfermando il contributo per ogni bambino handicappato, ma dimezzandone l’importo del 50%, da 100 a 50 Euro, adducendo la motivazione che l’anno passato era l’Anno Internazionale dell’handicap e che, di conseguenza, per l’anno in corso, non si rendeva necessario confermare il contributo di 100 Euro.

 

Questi criteri sono stati elaborati dalla Commissione allo scopo dichiarato di diminuire i finanziamenti  alle Scuole Pubbliche, nelle quali si concentra il 93.6% degli stranieri ed il 93.9% degli handicappati.

Le Scuole Pubbliche si sono così trovate tagliate le risorse economiche per le attività di supporto al disagio linguistico (i facilitatori per gli stranieri di recente immigrazione) e all’handicap (insegnanti di sostegno ed acquisto di attrezzature e materiali didattici), con ripercussioni negative sull’inserimento dei bambini portatori di disagio e sull’andamento della didattica per tutti i bambini nel loro complesso. La nostra Scuola, “ICS Casa del Sole-Rinaldi”, ad esempio, si è vista ridurre il contributo per alunno del 46% in tre anni, da 12,71 a 6,88 euro.

 

A fronte di questa scelta della Commissione, sia i Consiglieri della minoranza, sia i genitori e gli insegnanti presenti ai lavori, hanno chiesto che almeno nella selezione dei progetti da finanziare venissero privilegiati tutti i progetti finalizzati al recupero del disagio linguistico, economico e fisico, rispetto ai progetti con finalità non strettamente educative (I Salesiani, ad esempio, avevano chiesto un contributo per la festa di fine anno, incluso il finanziamento per € 800 delle ballerine).

 

Il Presidente della Commissione, il forzista Elio Torrente, di area “Comunione e Liberazione”, ha invece imposto il criterio di finanziare un progetto per scuola, “a pioggia”, contraddicendo così l’affermazione che il finanziamento “per progetti” ha lo scopo di premiare la qualità dei progetti e, di conseguenza, la qualità dell’offerta educativa.

 

Di fronte al chiaro tentativo del Presidente di dirottare la maggior parte dei finanziamenti ai progetti, di dubbia valenza sociale ed educativa, delle Scuole Private, per la stragrande maggioranza gestite da religiosi, si sono levate le proteste dei genitori e degli insegnanti, costringendo una parte della maggioranza a prendere atto della palese incongruità ed ingiustizia di tali criteri, tanto che Alleanza Nazionale ha votato un emendamento delle Opposizioni che ha imposto alcuni lievi correttivi ai criteri perorati da Torrente.

 

Questi fatti hanno dimostrato ancora una volta che la Politica della maggioranza (Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord) è quella di distruggere la Scuola Pubblica, disarticolandone l’organizzazione con la Riforma Moratti, limitandone il finanziamento attraverso gli atti degli enti locali, e che soltanto un attento controllo democratico, esercitato dai Comitati e dai cittadini può impedire che questo progetto possa essere portato a compimento.

 

Le decisioni della Commissione Torrente dovranno essere ratificate dal Consiglio di Zona, sede nella quale invitiamo i cittadini ad essere presenti per far sentire la loro voce e per mettere la maggioranza di fronte alle proprie responsabilità.

 

Il Comitato Genitori dell’ ICS Casa del Sole - Rinaldi

 

 

Provincia di Milano o metropoli delle municipalità?

 

 

Alla vigilia delle elezioni provinciali, nessuna forza politica e nessun candidato hanno posto come asse centrale del programma l’impegno per realizzare l’area metropolitana milanese, cioè una nuova forma di governo territoriale prevista dal Titolo V della Costituzione – nonostante la presentazione e l’avvio di discussione  di due relativi disegni di legge (uno del sen. Pizzinato dei Democratici di Sinistra, e l’altro del sen. Del Pennino di  Forza Italia). Anzi. Tutti i candidati fanno a gara a sostenere l’istituzione della nuova provincia di Monza: atto di natura conservatrice, che tende a confermare ed estendere la vecchia Provincia, istituto assolutamente inadeguato di governo del territorio ancor più nell’area più fortemente urbanizzata della Lombardia.

Un segnale, questa volta complessivamente positivo, arriva dai nove Consigli di Zona di Milano che hanno bocciato il nuovo regolamento centralistico dell’assessore al decentramento Gallera (è un ossimoro?).

Finalmente si fa strada la consapevolezza che non è più possibile governare il Comune di Milano da un punto solo (Palazzo Marino), e che i Consigli di Zona devono diventare vere e proprie municipalità. Del resto non è più sostenibile la vecchia concezione della “Grande Milano” in quanto strapotere del Comune di Milano sull’hinterland e sugli altri comuni della provincia.

 

Per il momento ci fermiamo qui. Intanto, sulla questione, vi consigliamo di leggere l’ottimo articolo di Valentino Ballabio sul numero di maggio della rivista  Il Ponte della Lombardia.

 

Giuseppe Natale

 Elezioni provinciali e zona Due

Il 13 giugno oltre che per le Europee si vota per le Provinciali. L’organismo istituzionale che per definizione dovrebbe fare da cinghia fra Comune e Regione e con la quale invece il Comune di Milano è più volte entrato in polemica negli ultimi anni, nonostante il medesimo colore politico delle maggioranze nei due enti. Grosso modo, il collegio elettorale numero 10 (Gorla-Crescenzago) corrisponde alla zona due del decentramento comunale (da Sesto San Giovanni a Piazzale Loreto, da via Ferrante Aporti a via Palmanova.

Ma su cosa siamo chiamati a decidere?

Partiamo dalle dimensioni economiche dell’ente e dalle sue competenze: si tratta di un bilancio annuo di circa 700 milioni di euro (al netto delle partite finanziarie) nella media del passato quinquennio, composto da circa 500 milioni di spese correnti e 200 milioni di investimenti annui. Come dire, dimensioni economiche ben inferiori rispetto al Comune di Milano ma di tutto rispetto, ed in forte crescita nel quinquennio in esame.

 

Trasporti, trasporti, trasporti….

 

Fra gli investimenti la parte del leone la fanno le opere di edilizia scolastica (manutenzione straordinaria, messa a norma) e le opere di sicurezza della rete viaria. Ma anche gli interventi di valorizzazione dell’Idroscalo. Nei prossimi anni la Provincia dovrebbe gestire i fondi per il prolungamento della metropolitana milanese in direzione di Assago e le opere di viabilità nei comuni di Rho e Pero per i collegamenti con il nuovo polo fieristico.

La spesa corrente comprende il costo dei diversi servizi gestiti dalla Provincia, che occupa 2500 persone.

Per dirne una, chi abita in zona due vede la qualità della propria vita migliorare (o peggiorare, secondo i casi) se le sue grandi arterie (viale Monza, via Padova) sono alleggerite dal traffico intercomunale in entrata ed in uscita. Le piste ciclabili della zona dovrebbero collegarsi con le piste ciclabili del vicino hinterland. L’idroscalo è a due passi. Si può essere d’accordo o meno sulla necessità di una nuova tangenziale Est esterna, sul fatto che questa decongestioni il traffico intercomunale (o che viceversa finisca con l’appesantire ulteriormente il traffico in entrata su Milano, in discreta misura proprio dalle nostre arterie), certo è che quello che deciderà la Provincia ci riguarda.

Altre competenze di rilievo riguardano l’ambiente (la realizzazione degli scolmatori, il recupero dei fontanili, la raccolta differenziata). Si potrebbe ragionare anche sulle cifre: non sono un po' pochi 4 milioni di euro in cinque anni per le piste ciclabili, o 20 milioni per la politica sociale?

 

La Provincia e la manutenzione delle nostre scuole

 

Le spese per la riqualificazione degli edifici scolastici viaggiano intorno ai 50 milioni annui da suddividere fra oltre 200 edifici.Sono pochi, sono molti? Forse di per se non sono pochi ma si tratta di vedere come vengono spesi. Vi sono poi, per così dire, le cadute di stile: 1400 borse di studio a figli di disoccupati o portatori di handicap, 2900 borse di studio (il doppio) a studenti delle parificate e figli di dipendenti provinciali.

Vi sono poi quegli interventi “fiori all’occhiello”, iniziative a basso costo ma che possono dare il segno dello stile di una maggioranza. A puro titolo esemplificativo, la Provincia potrebbe decidere di evitare le transazioni finanziarie con le banche che finanziano il commercio di armi e privilegiare nei propri acquisti le strutture di commercio equo solidale. La attuale amministrazione, sempre in tema di operazioni di poca spesa ma forte impatto emotivo, ha invece finanziato la commemorazione di El Alamein e imposto una targa agli studenti del Liceo Carducci (su cui “Martesana” ha ampiamente relazionato).

Oppure, ha dato qualche finanziamento per promuovere la microimpresa femminile ma ha investito anche in stucchevoli spazi rosa (in Porta Vittoria) e pink cards. Se scaricate le 70 pagine del “Bilancio Sociale” della Provincia di Milano, trovate 20 foto della signora Colli (per non parlare del martellamento negli spot in Metropolitana, etc).

 

Trasparenti sulle piccole cose, circospetti sulle grandi.

 

Colpisce, nell’esaminare la rendicontazione del lavoro svolto, la incredibile “pioggia” di finanziamenti nel complesso rilevanti ma spesso di modesta entità unitaria,.Può non essere un male di per sé a patto che gli interventi non siano gestiti in forma clientelare. Occorrono forme di bilancio partecipato.

Le 70 pagine messe a disposizione del pubblico, per dirne una, non nominano da nessuna parte il patto occulto sancito fra Provincia e privati in tema di gestione (ed eventuale vendita) della Milano-Mare.

Così come non dice nulla sull’affidamento diretto alla Milano Mare (ed al socio privato Gavio) dei lavori viari per i collegamenti stradali con il costituendo polo fieristico di Pero-Rho.

 

Aurelio Volpe

 

I musulmani nella nostra zona per la liberazione 

degli ostaggi italiani

 

La Casa della Cultura Islamica di via Padova 144, come del resto altre associazioni e moschee, si è messa in moto per chiedere la liberazione degli ostaggi italiani catturati in Iraq. In un comunicato del 17 aprile la Casa della Cultura informa di un appello rivolto al Consiglio Supremo degli Ulema e trasmesso dalla Tv satellitare araba Al Jazeera:

 

“La Casa della Cultura Islamica di Milano esprime la sua piena solidarietà al popolo Iracheno augurandogli il ritorno alla normalità, al benessere e alla democrazia esemplare.

Seguendo e vivendo  ogni attimo l’evolversi delle situazioni nell’Iraq, esprimiamo una grande ammirazione per il Consiglio Supremo degli Ulema in questo grande paese martoriato in quanto è tornato alla sua vera vocazione; oltre all’insegnamento dell’Islam come messaggio divino anche a  seminare il bene tra I popoli salvando e liberando gli ostaggi con grandi mediazioni.

Chiediamo con tutto il nostro cuore al Consiglio Supremo degli Ulema Iracheni di fare uno sforzo particolare per la liberazione degli  Italiani.

Questo gesto nobile porterà tanto benessere alla vera democrazia nascente che i nostri fratelli Iracheni hanno sempre sognato e nascosto gelosamente nei loro cuori”.

 

Il direttore Asfa e uno stretto collaboratore della Casa Benajnsa, in un incontro con la nostra redazione, hanno voluto sottolineare il carattere strettamente autonomo e umanitario della loro iniziativa, anche se, aggiungiamo noi, il loro giudizio sull’occupazione dell’Iraq e sulla presenza delle truppe italiane è  evidente. Quello compiuto è un atto naturale,  per un centro musulmano che opera nella nostra città da più di venti anni, non solo come luogo di preghiera, ma anche per la conoscenza e l’incontro tra due diverse culture. Ci tengono a ricordare le iniziative comuni con diverse realtà cittadine e piace loro sottolineare il costante rapporto che dura da anni con il nostro giornale. Un modo, il loro, aggiungiamo noi, per registrare, seppur nella drammaticità della situazione irachena,  l’improvvisa attenzione delle istituzioni italiane e dei media verso le diverse comunità musulmane presenti nel nostro paese, magari fino a oggi guardate con diffidenza o alla ribalta mediatica solo per sospette connivenze con il terrorismo islamico. Probabilmente poco si conosce del lavoro quotidiano di luoghi come il loro: pensiamo solo ai corsi di lingua araba per italiani e viceversa (soprattutto per quelli sposati con uomini e donne provenienti da questi paesi, un fenomeno ormai consistente nella nostra zona), alle diverse opere di beneficenza e sostegno nei confronti dei più bisognosi, grazie ai versamenti dei musulmani più ricchi.

Alcuni nostri lettori, inoltre hanno notato giustamente come in via Padova, proprio per la presenza di questo luogo di incontro e preghiera di tanti musulmani, forme di microdelinquenza di origine araba sono sicuramente inferiori rispetto ad altre zone della città; un dato utile per i nostri tutori dell’ordine pubblico che in queste settimane sono particolarmente impegnati in via Padova nel fermare e perquisire gente di questa origine.

 

Paolo Pinardi